Bleach Soul Society

Nuovo obbiettivo:Shinigami

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    Ora che Takeshi aveva sentito parlare degli Shinigami ed aveva deciso di diventare uno di loro,non gli restava che dirigersi ai cancelli del Seiretei e sperare di essere accettato all'interno di esso e di avere successo tra gli Shinigami.Strada facendo Takeshi continuava ad immaginare come fosse essere un dio della morte e a riflettere sulla sua scelta
    Chissà com'è essere uno Shinigami,anzi soprattutto spero che mi facciano entrare in questo famoso luogo chiamato "Seireitei"
    Takeshi era nervoso ed eccitato allo stesso tempo e non riusciva a pensare ad altro,così dovette starsene per tutto il viaggio a camminare con un'espressione che mostrava chiaramente che era con la testa tra le nuvole.Finalmente dopo aver camminato per un bel po,Takeshi giunse in prossimità di uno dei cancelli del Seireimon:finalmente aveva compiuta la prima azione che avrebbe dato inizio alla sua avventura come Shinigami.Takeshi si sentì molto ansioso,anche se sapeva che sarebbe stato molto meglio restarsene calmi
    Che ansia...non ci posso credere,sono a pochi passi dalla realizzazione del mio obbiettivo
    Takeshi fece quindi un profondo respiro e riuscì a calmarsi quasi del tutto,o almeno a trattenere la sua ansia
    Allora l'importante è mantere la calma.Bene vediamo se qualcuno mi risponde
    Così Takeshi con un tono di voce non tropp alto,ma abbastanza da farsi sentire,chiese se ci fosse qualcuno lì
    Salve c'è nessuno?Sono Takeshi...Takeshi Taka e sono qui per diventare uno Shinigami
    Così Takeshi si presentò e attese una possibile risposta.
     
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    Rukongai - Distretto 70



    Sembrava che fosse passata una vita da quando aveva percorso per l’ultima volta quei vicoli sporchi e maleodoranti. E forse, in un certo senso, era proprio così.
    Eppure, l’idea di ritornare nel luogo in cui tutto aveva avuto inizio, le balenava in testa da un paio di giorni. Lì si era risvegliata, aveva imparato a sopravvivere. Per quanto quelle vie non le suscitassero ricordi particolarmente felici, tutto in quel posto aveva contribuito a renderla quella che era adesso. L’aria pesante di malattia e dolore, la polvere che ricopriva ogni superficie esistente, le mura degli edifici decadenti e i volti delle persone che cercavano a loro volta di andare avanti, incespicando nelle difficoltà che quella vita continuava a mettere loro davanti.
    Non era cambiato nulla da quando se n’era andata. In tutti quegli anni, ogni cosa sembrava essere rimasta congelata nel tempo.
    Quel giorno aveva deciso di non indossare le vesti da Shinigami. Non voleva attirare attenzioni su di sé, solo camminare in quel luogo che ormai faceva parte di un passato lontano. Aveva lasciato a casa anche la maggior parte delle armi, eccetto per alcuni pugnali da lancio che aveva nascosto negli indumenti e la wakizashi. Dopotutto non poteva dire essere nel posto più sicuro della terra.
    Oh oh ma guarda chi si rivede! Ne è passato di tempo ragazzina!
    Quella voce sembrò insinuarsi nella sua memoria, andando a ripescare un ricordo andato perso nel fiume del passato. Il vecchietto che aveva aiutato tanto tempo prima e che le aveva instillato nella mente l’idea di cambiare vita, come un seme che poi era maturato. In un certo senso gli doveva un favore, ma il fatto che poi lui l’avesse derubata di un bottino soffocava qualunque senso di debito nei suoi confronti.
    Si voltò verso la voce, ritrovandosi davanti lo stesso vecchio uomo. Non era cambiato molto, aveva sempre lo stesso sorriso furbo di chi sta per fregarti e sa di potercela fare.
    Ahahah come stai? Ho saputo poco tempo fa da un mio informatore che ti sei diretta ai cancelli del Seireimon! So anche che ti è andata bene!
    Trovò inquietante il fatto che quel vecchio sapesse così tante cose, ma ciò che la confuse maggiormente fu la totale assenza di coerenza nella linea temporale di quell’uomo.
    Sono passati più di cinque anni da quel giorno…
    Oh davvero? Ahahah che sbadato, come passa in fretta il tempo, mi era sembrato ieri! Beh allora adesso sarai una Shinigami a tutti gli effetti. Niente male, davvero. Immagino che ora che ti sei adeguata agli standard di quel posto tu non sia più in grado di sopravvivere qui, come ai vecchi tempi…
    Il tono con cui le rivolse quelle parole fu strano. Le aveva indubbiamente rivolto una frecciatina provocatoria, ma non vi era traccia di scherno o disprezzo nella sua voce. Non seppe davvero come interpretarla, ma sentì comunque una nota di fastidio all’idea che il vecchio la pensasse così.
    Eheh su su non volevo offenderti. Facciamo una scommessa, ti va? Se riuscirai a tirarti fuori dai guai con le sole risorse che avevi una volta, potrai tenerti il premio. Che ne dici?

    2bLsg
    Aspetta… quale premio? Che guai?
    Non ci stava davvero capendo niente. E più di ogni altra cosa… non si fidava minimamente di quel vecchio pazzo.
    Le mise tra le mani una scatola, finemente ricamata. Un oggetto totalmente fuori posto in quell’ambiente. Di sicuro proveniva dai distretti più alti, quindi era stata rubata.
    Classico.
    Ma quindi perché la stava dando a lei?
    Inoltre quell’affare pesava abbastanza da far nascere una certa curiosità per quello che poteva contenere. Il che rendeva ancora più strano il fatto che quell’uomo vi stesse rinunciando.
    Quando rialzò lo sguardo dalla scatola però, lui si era già allontanato e la stava salutando con un sorriso stampato in faccia.
    Mi raccomando non barare, altrimenti dove starebbe il divertimento per me?
    Non fece nemmeno in tempo a chiedersi che diavolo fosse successo che due uomini grandi come armadi, di cui uno vagamente familiare, sbucarono all’improvviso da uno stretto vicolo laterale opposto a dove il vecchio era sparito, indicandola e urlando.

    Il portagioie! Laggiù capo, quella ragazza!
    Le ci volle una frazione di secondo per capire in che razza di guaio si fosse cacciata.
    Il vecchio doveva aver rubato qualcosa che a sua volta era già stato rubato.
    Certo che non si smentiva mai.
    Avrebbe potuto tranquillamente affrontare quei due armadi ambulanti, tuttavia le parole dell’anziano la bloccarono sul posto.
    … Con le sole risorse che avevi una volta …
    Non barare…

    Dannazione…
    Se all’epoca si fosse trovata davanti due tipi del genere la soluzione più logica sarebbe stata una sola.
    Darsela a gambe.
    Fisicamente erano più forti di lei, ed erano in due. E lei non poteva usare né armi né reiatsu.
    Non ci scapperai ragazzina!
    Avrebbe potuto spiegare ai due la realtà dei fatti, ma dubitava che le avrebbero dato ascolto. E se anche così fosse stato, probabilmente si sarebbero sfogati su di lei per non essere riusciti a prendere il vecchio.
    L’unica cosa sensata quindi fu iniziare a correre.

    Non sapeva da quanto stava correndo ormai.
    L’unica cosa di cui era certa era la resistenza incredibile di quegli uomini.
    Probabilmente tenevano così tanto al recupero di quel cofanetto che il loro cervello non recepiva i segni di stanchezza. Come quando l’adrenalina in corpo celava il dolore.
    Per quanto allenata potesse essere, non poteva correre per sempre.
    Se non riusciva a seminarli, l’unica soluzione possibile sarebbe stata andare nell’unico posto nel quale loro non sarebbero potuti arrivare.
    Quando il cancello del Seireimon le comparve davanti il sollievo fu tale da dimenticare per un istante il bruciore dovuto alla mancanza d’aria nei polmoni.
    Mentre continuava a correre voltò la testa per guardare quanto distanti fossero i suoi inseguitori.
    Poco, sempre troppo poco.
    Il valore di quell’oggetto doveva essere incredibile.
    Esitò un secondo di troppo su ciò che avveniva dietro di lei.
    L’impatto fu talmente forte da farle perdere la presa sul cofanetto, che atterrò a poca distanza da lei.
    Avvertì il suolo freddo, mentre il corpo le lanciava vari segnali di dolore.
    Ma cosa diavolo…
    Riuscì ad intravedere la sagoma indistinta di un corpo accanto a lei, poco prima che una mano la afferrasse alla gola e la sollevasse da terra.
    Siamo arrivati al capolinea tesoro.
    Quando la vista tornò limpida tutto quello che vide fu la smorfia soddisfatta del più grosso dei due uomini. Respirava affannosamente, ma sembrava più che soddisfatto.
    Le serviva un modo, uno qualsiasi per liberarsi da quella presa.
    La meta era così vicina.
    Ma contro cosa diavolo era andata a sbattere?!
    Ehi boss… e questo chi è? Credi sia un suo amico?
    L’altro armadio ambulante aveva appena raccolto il portagioie e con lo sguardo stava indicando un ragazzo steso a terra.
    Ah… ecco contro cosa…
    Nha non penso, grazie a lui l’abbiamo presa in fondo… magari gli offriremo da bere più tardi.
    Sentì la presa stringere attorno al suo collo.
    Quanto bastava per avvertire il dolore, ma non sufficiente per impedirle di respirare.
    La situazione era davvero scomoda.
    E non poteva usare né armi ne reiatsu.
    Lanciò un’occhiata al ragazzo, sperando che non fosse morto.
    Perché avrebbe voluto volentieri ucciderlo lei.

    ---------------------------------------------------------------------------

    Note
    Eccoci qui.
    Mi sono lasciata prendere un po' la mano forse, chiedo venia XD
    Vediamo come te la cavi in questa situazione. Puoi reagire come preferisci, secondo il carattere di Takeshi. L'importante è che tu non sia autoconclusivo verso i due uomini. Non puoi controllare le loro azioni.
    Cerca di aggiungere descrizioni dell'ambiente che ti circonda, le sensazione del tuo personaggio, i suoi pensieri. Qualunque cosa che renda più ricco il tuo post e che faccia immedesimare te e chi legge nel racconto. Ricordati che questa è la tua storia, quindi cerca di immaginare ogni dettaglio di essa.
    Per qualunque dubbio o domanda mandami pure un messaggio privato =]
    In bocca al lupo!

    Scheda PG utilizzato

     
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    Takeshi si rialzò un po stordito,ma comunque non si era fatto troppo male,e dopo un attimo per riprendersi,comprese quel che stava succedendo lì,nei pressi del Seireimon,o almeno secondo il suo punto di vista,dato che non conosceva ne i due "armadi",ne tantomeno la ragazza.In fondo era andato lì per essere accettato nel Seireitei,e non si era aspettato nessun colpo di scena come quello,tuttavia non sarebbe potuto rimanere indifferente vedendo quei due uomini prendersela con una donna così sebbene fosse un po spaventato,Takeshi decise di farsi coraggio e spezzò la tensione di quel momento rivolgendo la parola ai due uomini
    Ehi voi due,perché ve la state prendendo con lei?
    Takeshi dopo aver parlato,cominciò a preoccuparsi molto vedendo i due uomini che a parer suo parevano aggressivi e pericolosi,e la loro statura non faceva altro che aumentare l'insicurezza di Takeshi,ma nonostante questo decise di mantenere i nervi saldi e continuò a parlare ai due uomini.
    Allora?In fondo due contro uno è facile per dei vigliacchi come voi.Cosa avete da dire?
    Takeshi cominciava a sudare freddo,ma sapeva che in fondo stava facendo la cosa giusta
    Bhe se voglio diventare uno Shinigami è meglio cominciare ad essere coraggiosi da subito.Non mi lascio intimorire da due gorilla come loro
    Takeshi desiderava aiutare quella ragazza,e siccome ormai sapeva di non poter tornare indietro continuò a rivolgersi ai due uomini con tono arrogante e cominciò anche ad alzare la vocel
    Bhe si può sapere il motivo di questo vostro gesto?Fossi in voi le chiederei scusa e me n andrei
    Takeshi finì di parlare e aspetto di ricevere una risposta.

    Bhe ho provato ad essere descrittivo pur non avendo molte idee.Spero che il post vada bene
     
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    Kill or Be Killed

    Rukongai - Distretto 70



    Poteva sentire il timore celato dall’arroganza con cui il ragazzo disse quelle parole.
    Coraggio o stupidità?
    Scappare sarebbe stata la cosa più logica da fare in una situazione come quella.
    Perché rischiare la vita per qualcuno che nemmeno conoscevi? Non aveva mai capito questo modo di ragionare.
    Non portava vantaggi.
    Il rischio era elevato.
    Non era logico.
    Sentì la stretta sul suo collo contrarsi. L’uomo aveva preso a ridere, all’apparenza divertito da ciò che aveva appena sentito.
    Ahahah!! Aspetta, ho bisogno di un momento… ah ah…
    I polmoni ancora provati dalla precedente corsa non riuscivano a gestire il vuoto d’aria creato dalle forti risate.
    Beh, era ovvio che quella fosse stata la sua reazione. La minaccia del ragazzo non poggiava su solide basi di intimidazione.
    Senti moccioso... Ti spiego come funzionano le cose. Qualcuno mi ha derubato. Ora, io non so come il cofanetto sia finito in mano a questa ragazza e francamente non mi interessa. Tutto ciò che conta è che l’abbia recuperato.
    Si può definire rubare se è già stato rubato?
    La voce le uscì più bassa e roca di quello che aveva immaginato. L’aria che quella stretta le permetteva le bastava giusto per non morire soffocata.
    Cercò di alleviare il peso sul collo facendo leva con le mani su quelle dell’uomo, mentre una smorfia le si disegnò in volto. Mal che andasse avrebbe rinunciato alla scommessa con il vecchio. Niente di ciò che era in quella scatola valeva di certo la sua vita.
    Inoltre, la situazione per il ragazzo sarebbe potuta crollare da un momento all’altro e che le piacesse o meno, in parte sarebbe stata colpa sua.
    Certo che potrebbe anche darsela a gambe viste le circostanze…
    Forse aveva manie suicide. Non sarebbe stato certo il primo che conosceva.
    Zitta o ti rompo il collo!
    Che situazione fastidiosa.
    E pensare che le sarebbe bastato poco per atterrare quei due pezzenti.
    Non erano niente in confronto ad un Hollow.
    O ad un mastino infernale.

    2ci9p
    Torniamo a noi ragazzo. Ora, tu capisci che qualcuno qui deve pagare. Il vecchio è riuscito a darsela a gambe, quindi la pena dovrà ricadere su qualcun altro. La ragazza sarebbe la mia prima scelta ovviamente, ma visto che ci tieni tanto, ti concederò un’occasione per salvarle la vita.
    Quando sentì il rumore metallico della lama che veniva estratta dal fodero, capì cosa quel tipo avesse in mente.
    Perfetto, le cose andavano di bene in meglio.
    Fu sollevata dal non aver portato con sé Kitakaze. Si sarebbe offesa nell’essere impugnata da delle mani così putride.
    L’uomo sollevò la Wakizashi e la lanciò al compagno.
    La sua Wakizashi.
    Solo a pensare che la sua stessa arma le sarebbe stata puntata contro la infastidiva parecchio.
    Dagliela.
    L’esitazione dell’altro non passo inosservata.
    Probabilmente si stava chiedendo se fosse un’idea saggia quella di dare un’arma in mano a qualcuno che stavi minacciando.
    Tranquillo, solo che faccia una mossa sbagliata e avrà la sua vita sulla coscienza.
    Stava iniziando a stancarsi a dover fare la parte della vittima.
    E inoltre le stava venendo fame.
    Quando l’arma fu passata in mano al giovane, l’armadio continuò.
    Allora ragazzo, facciamo così. Ti lascio scegliere. O tu o lei. Capisci no? Qualcuno deve pagare.
    Si sentì sollevare, fin quando non avvertì la punta della lama contro la schiena.
    Doveva essere esattamente davanti al ragazzo.
    Cercò di ruotare la testa, per quel poco che la presa dell’uomo le permetteva.
    Riuscì ad intravedere il volto teso del giovane.
    Se fosse stata in lui probabilmente non avrebbe esitato a sacrificare la vita di uno sconosciuto per salvare la sua.
    Ma il suo comportamento precedente introduceva molte variabili, troppe per poter dedurre con sicurezza la sua possibile decisione.
    Dai moccioso, non è così difficile. O fai un buco in pancia a lei o lo fai a te stesso. Mi vanno bene entrambe le soluzioni, ahahahah!

    ------------------------------------------------------------------------
    Bene, eccoci qui.
    La scelta è tua, valuta tutte le opzioni che ti vengono in mente, anche quelle che non ti ho suggerito io nel testo.
    Ricordati solo di non essere autoconclusivo.
    Sforzati sempre di descrivere ambienti e stati d’animo oltre alle azioni, sono due delle parti più importanti in un racconto.
    Se hai dubbi chiedi pure :]




    Edited by Ombro Manto - 15/6/2016, 14:52
     
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    Takeshi ora si trovava in una situazione molto scomoda,inoltre non approvava il modo di parlare dei due uomini,ma con un po di buon senso capì che non era il caso di fare mosse troppo avventate.A Takeshi era stato chiesto niente di meno che scegliere se ferirsi o ferire la ragazza.Ovviamente non si sarebbe mai trafitto per salvare una sconosciuta,ma non avrebbe nemmeno fatto il vigliacco
    Non voglio suicidarmi per salvare la vita di uno sconoscito,che per giunta potrebbe anche essere colpevole,sebbene nin meriti tutto questo.
    Takeshi rifletté per un po,non potendo fare a meno di essere molto agitatonda quella situazione,in fondo quel che voleva era solamente diventare uno Shinigami.Takeshi posò il suo sguardo pensieroso sul grosso cancello,per poi guardarsi intorno e cercare una possibile via di fuga,intanto cercò di riflettere sul da farsi e cercava anche di prendere un po di coraggio
    Io volevo solo diventare un dio della morte,non mi aspettavo una situazione del genere,se voglio fare del bene meglio comimciare da subito.
    Takeshi aveva osservato l'intera zona circostante ed aveva già pensato ad una eventuale via di fuga,ma scappare non era ciò che voleva,si poteva definire una sorta di piano B.Facendosi coraggio Takeshi fece la sua scelta
    Bene ho deciso.Guarda come la colpisco per bene,ho solo bisogno di trovarmi a debita distanza per prendere la mira e tagliarla in due con un fendente tirato come si deve
    Così Takeshi si allontanò di circa 50cm dalla ragazza,e cerco di spostarsi poco a desta.Ovviamente stava bleffando,cercando di ingannare i due uomini,una volta allontanatosi si sarebbe lanciato contro la gamba dell'omone,fingendo però di essere convinto nel voler colpire la ragazza,dato che credeva che così facendo l'uomo avrebbe mollato la presa a causa del dolore
    Bene ora la trafiggo
    Così urlando si lanciò di corsa contro i due,impugnando saldamente l'arma e mirando alla gamba dell'armadio,sperando di centrarlo in pieno.
     
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    C’è anche bisogno di pensarci… Cavolo dattela a gambe!
    Avrebbe potuto dar voce ai suoi pensieri. Però era stranamente curiosa di vedere che cosa avrebbe scelto di fare il ragazzo.
    Ovviamente non aveva alcuna intenzione di morire lì, e non avrebbe sopportato nemmeno l’idea di venire ferita dalla sua stessa arma.
    Inoltre iniziava ad essere davvero stufa di avere quelle sudice mani attorno al suo collo. Ci sarebbero voluti almeno due bagni per togliersi di dosso l’odore di quell’uomo.
    Bene ho deciso.
    Era ora finalmente.
    A quanto pareva il giovane aveva scelto di salvarsi la pelle.
    La scelta più logica, anche se emotivamente parlando strideva con il suo comportamento precedente. Forse il senso del dovere mostrato pochi istanti prima non era abbastanza forte da obbligarlo a suicidarsi per qualcuno che non conosceva.
    Una scelta che comunque condivideva.
    E non che fosse particolarmente turbata dal fatto di star dando le spalle a qualcuno in procinto di attaccarla.
    Bene ora la trafiggo
    Strano che rimarcasse la sua imminente azione.
    Era come se dovesse convincere qualcuno di ciò che stava per fare o della sua decisione. Sé stesso? O i due uomini?
    Fu quel particolare ad alimentare il dubbio che aveva riguardo a ciò che stava per accadere.
    Stava davvero bluffando?
    Se così fosse stato, allora aveva scelto la soluzione più difficile.
    Le variabili in campo quando si ricorreva all’inganno erano davvero molte. Vi erano le abilità del soggetto che mentiva, la sua capacità di regolare il tono della voce, quella di tenere sotto controllo l’espressione del viso e di controllare i movimenti involontari del corpo. Poi vi erano le capacità di ragionamento ed il livello di attenzione del o dei soggetti che si voleva ingannare. Per non parlare del contesto nel quale ci si poteva trovare, che portava a rendere più o meno credibile l’intero bluff.
    Cercò di voltare il capo quel tanto che poteva, sperando di riuscire ad intravedere il ragazzo, per poter capire quale sarebbe stata la traiettoria della lama.
    Per i primi passi sembrò che il giovane mirasse davvero al suo corpo, ma dopo pochi istanti poté notare un leggero cambio di direzione.
    Cerchi di bluffare allora…
    Se avesse avuto più esperienza con la spada, sarebbe riuscito a variare la traiettoria negli ultimi secondi di affondo. Ma ovviamente, senza allenamento, nemmeno lei avrebbe potuto aspirare ad una dimestichezza simile.
    Il cambio di direzione fu evidente ad un occhio attento, ma l’uomo che la stava tenendo a mezz’aria era troppo sicuro di sé e concentrato nell’aspettare il suo volto contrarsi dal dolore per la ferita imminente.
    Fu questa sua eccessiva sicurezza ad impedirgli di accorgersi prima della manovra del ragazzo. Nel suo goffo tentativo di spostarsi dalla traiettoria della lama per poco non inciampò su sé stesso e la wakizashi riuscì comunque a provocargli una ferita abbastanza profonda alla gamba sinistra. Un urlo di rabbia misto a dolore e sorpresa invase l’aria, mentre l’uomo lanciò uno sguardo di fuoco al giovane.
    Con la mente invasa dalla rabbia l’unico pensiero era di avventarsi su colui che lo aveva ferito.
    Lasciò la presa sul collo della ragazza che rotolò fino a fermarsi a pochi passi dall’altro uomo che nel frattempo stava osservando la scena basito.
    La Shinigami cercò di sollevare lo sguardo, tossendo più volte nel tentativo di riprendere a respirare normalmente, anche se la terra e il colpo inferto dalla caduta non le stavano rendendo la cosa facile. Quando riuscì a mettere a fuoco la scena davanti a lei però, la situazione non era migliorata molto. Non per il ragazzo almeno.
    L’uomo era riuscito ad afferrare la lama e la sua presa era salda nonostante la mano stesse iniziando a colare sangue scarlatto. Eppure sembrava che l’adrenalina che aveva in corpo gli impedisse di avvertire il dolore. Con tutta la rabbia che aveva in corpo usò l’altra mano per afferrare la nuca del ragazzo e sbatterlo a terra. Lasciò cadere poi la wakizashi, come se in quel momento sapesse per certo di non averne bisogno per torturare colui che lo aveva ferito.
    Ti spezzerò le ossa una a una piccolo bastardo. Ti ascolterò urlare fino a quando non avrai più fiato in gola e poi ti lascerò agonizzante a terra fino a quando non mi sentirò abbastanza soddisfatto da concederti il lusso di morire…
    Sarebbe potuta rialzarsi e andarsene, lasciando che le cose seguissero il loro corso. Eppure sentiva un fastidiosissimo senso di responsabilità per quel ragazzo che era finito in quella situazione per puro caso e che stava per rimetterci la pelle.
    Forse esagerò quel giorno. Dopotutto avrebbe potuto mettere ko i due uomini senza ricorrere alle armi. Eppure non riuscì a trattenersi. Forse fu il fatto di aver rischiato per ben due volte nella sua vita di essere uccisa da loro. O forse fu l’idea che era certa che nessuno avrebbe sentito la loro mancanza a Rukongai. Anzi, chissà quante vite avevano spezzato quei due briganti.
    Non seppe il motivo preciso e non rimase neppure troppo a rimuginarci sopra.
    Si rialzò con un balzo, facendo leva sulle braccia ed estrasse due pugnali, avventandosi sull’uomo che reggeva ancora in mano, confuso, il portagioie.
    Poco importava del suo contenuto ormai. Non sarebbe di certo valso due vite.
    Piantò i pugnali nel petto dell’avversario e ascoltò il suo ultimo gemito prima di accasciarsi al suolo.
    Il sangue le era colato sulle mani e le aveva sporcato l’abito, ma poco importava.
    Si voltò rapida ed estrasse altri due pugnali.
    Mirò in pochi istanti e li lanciò contro l’ultimo uomo.
    Uno di essi colpì il braccio che reggeva il ragazzo, facendogli mollare la presa e costringendolo a scoprire il busto. Il secondo, lanciato con qualche secondo di ritardo, riuscì quindi a penetrare all’altezza del cuore.
    L’uomo barcollò per qualche istante, spostando lo sguardo da lei, al ragazzo, alla ferita. Poi cadde a terra, in un tonfo sordo.
    Il silenzio tornò a regnare nell’aria, dando l’impressione che niente fosse successo.

    Sollevò le mani, lasciando che lo sguardo indugiasse sul sangue che le ricopriva.
    Non era la prima volta che uccideva qualcuno che non fosse un Hollow.
    Era già successo in passato.
    Una sola volta.
    Uno solo errore.

    Dannazione...
    Eppure sembrava che la sua mente ancora non ci si fosse abituata.
    A patto che fosse possibile abituarsi allo sguardo di qualcuno che moriva davanti a te.
    Fece un sospiro profondo, abbassando le mani e spostando gli occhi sul portagioie che ora giaceva a terra.
    Ignorando completamente il ragazzo a poca distanza da lei, si chinò a raccoglierlo.
    Ora che tutto era finito la curiosità per ciò che era chiuso lì dentro era tornata a fare capolino.
    Anche se, ovviamente, aveva perso la scommessa e quindi non aveva il diritto di appropriarsene.
    Lo aprì lentamente, fino a che non ne mise a fuoco il contenuto.
    Fu a quel punto che la rabbia le incendiò lo stomaco.
    Rocce.
    Tante stupide e pensanti rocce.
    Il vecchio probabilmente aveva svuotato il contenuto del portagioie prima di sganciarlo a lei, riempiendolo in modo che non si notasse la cosa.
    Era furiosa e avrebbe dovuto immaginarselo.
    Eppure, data la velocità con cui era successo tutto, non ci aveva nemmeno pensato.
    Si sarebbe potuto evitare...
    La morte dei due uomini e quella sfiorata del ragazzo.
    E tutto perché non aveva valutato quella stupida ipotesi.
    Lanciò a terra la scatola finemente decorata.
    Sarebbe potuta valere da sola una somma non indifferente, ma non voleva più averla nemmeno sotto gli occhi. Superò il ragazzo, raccogliendo la sua wakizashi e la rinfoderò. Una volta a casa avrebbe pensato a pulirla dal sangue.
    Poi si voltò e iniziò a camminare in direzione del cancello.
    Lo sguardo apatico, come se niente di quello che fosse appena successo l’avesse sfiorata.
    Mentre invece il petto le si riempiva di un fastidioso senso di colpa.
    Le sarebbe passato certo, in fondo non si piangeva sul latte versato.
    Ma era certa che per alcuni giorni non se ne sarebbe liberata.

    -----------------------------------------------------------------------------------------------------------

    Ok, siamo quasi alla fine!
    E’ successo un po’ di tutto.
    Sei ovviamente libero di far reagire il tuo personaggio come preferisci, descrivi bene le sue reazioni interiori ed esteriori a ciò che vede. Sono molto importanti per fare in modo che chi legge riesca ad immedesimarsi in lui.
    Scegli poi bene le parole da dire, perché la Shinigami se ne sta andando, quindi è l’occasione di Takeshi per poter entrare nella Seireitei.
    Come al solito se hai bisogno manda pure un mp :]
    Bye!




    Edited by Ombro Manto - 14/7/2016, 16:57
     
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    Ora i due omoni non erano più un problema,dato che la misteriosa ragazza li aveva appena uccisi,lasciando Takeshi sbalordito.Nonostante Takeshi fosse ancora dolorante,era ancora molto lucido,o almeno credeva di esserlo,e vedere una ragazza che un attimo prima era in pericolo,difendersi con tale maestria ed uccidere due uomini grossi il doppio di lei,lasciò Takeshi letteralmente incredulo,tanto che dubitava quasi di esserselo immaginato.
    Wow che abilità.Aspetta non è che...
    All'improvviso Takeshi ebbe come un lampo di genio:secondo lui c'era una possibilità che la ragazza da lei incontrata fosse proprio uno Shinigami,così avendo una grande occasione a portata di mano,decise di parlarle.Quindi ancora dolorante Takeshi si alzò a fatica e barcollando si diresse verso la ragazza,parlandole.
    Asp-aspetta!Mi hai davvero sorpreso prima contro quei due omoni,non so davvero come rigraziarti.Posso farti una domanda?Non è che per caso sei una Shinigami?
    Dopo aver posto la domanda,Takeshi subito chiese un grande favore alla ragazza,chinando la testa,quasi a voler far intendere che la stesse supplicando.
    La prego,se lo è mi aiuti a seguire le sue orme.Sono venuto qui perche desideravo diventare uno Shinigami,e mi dispiace di averti causato dei guai.Ma ti prego aiutami ad entrare nel Seireitei,farò qualsiasi cosa per sdebitarmi,ma la prego mi aiuti.
    Takeshi sempre mantenendo un aria di umiltà aspettò la risposta della ragazza,aspettando ansiosamente e sperando che la ragazza non le avesse risposto negativamente o peggio lo avrebbe ignorato.
     
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    Are you ready for the black?

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    Farò qualsiasi cosa per sdebitarmi, ma la prego mi aiuti.
    Non pensava che il ragazzo avrebbe avuto il coraggio di rompere il silenzio che era calato da quando i due uomini avevano smesso di respirare.
    Beh, questo spiegava il perché si trovasse proprio lì, davanti ai cancelli del Seireimon, nel momento in cui la situazione aveva iniziato a crollare.
    Si fermò, esitando qualche istante prima di voltarsi.
    Ricordava cosa si provasse nel presentarsi per la prima volta davanti a quelle alte mura, sapendo che il proprio futuro dipenderà dalla decisione di un’altra persona. Sapendo che indietro non potevi tornare, perché infondo indietro non c’è nulla ad aspettarti. Un’esistenza vuota, fatta di mera sopravvivenza.
    Qualunque cosa aveva detto…
    Non che al momento avesse bisogno di qualcosa da quel ragazzo, ma in futuro forse le sarebbe potuto tornare utile. D’altronde non sarebbe stato da lei rinunciare all’occasione di poter guadagnare qualcosa.
    Inoltre era stato a causa di un suo errore di valutazione due vite, per quanto misere, si erano spente. Forse concedere l’ingresso a quell’anima avrebbe alleviato quel fastidiosissimo senso di colpa.
    Abbassò lo sguardo sulle mani ancora tinte di un rosso scarlatto.
    Qualunque cosa eh…
    Puoi forse far sparire questo sangue…

    La sua voce era quasi un sussurro.
    Non era sicura nemmeno che il ragazzo l’avesse sentita.
    Quelle parole erano rivolte più a sé stessa che non al resto del mondo.
    No non puoi…
    Il passato è indelebile.

    Rialzò lo sguardo, posandolo sul giovane.
    In altezza la superava di un bel po’ di centimetri, tuttavia doveva avere all’incirca la sua età. Per quando la mera apparenza potesse contare in un mondo dove il tempo scorreva alieno.

    Sospirò profondamente, come a volersi liberare di tutti quei pensieri e quelle preoccupazioni che le stavano facendo sprecare un sacco di energie inutilmente.
    Come ti chiami?
    Non che le importasse particolarmente, tuttavia le sarebbe servito ricordarsi l’identità di quel ragazzo il giorno in cui ne avrebbe avuto bisogno.
    Sperò che fosse pronto e consapevole di ciò a cui quella scelta lo avrebbe portato. Un anima che sceglieva quella strada non poteva rimanere immacolata per sempre.
    La maggior parte di quelle che varcavano quella soglia poi erano già macchiate o lacerate.
    Una persona indecisa sulla propria esistenza sarebbe corsa via nell’istante stesso in cui la morte gli si fosse parata davanti. Eppure lui era rimasto immobile ad osservare la vita abbandonare due corpi.
    Spero tu sia pronto ad avere le mani sporche di sangue…
    Si voltò e iniziò a camminare in direzione del cancello.
    Verso l’Accademia.
    Sulla strada che avrebbe cambiato la vita di quel ragazzo.
    Sulla strada che avrebbe messo a dura prova la sua anima e che l’avrebbe tinta del rosso del sangue e del nero della morte.
    Riuscire a trovare uno spiraglio di luce ogni giorno sarebbe stato compito suo.

    -----------------------------------------------------------------------------------------------------------

    Ok eccoci qui!
    Scusa per il ritardo.
    Questo è l'ultimo post, descrivi pure liberamente le reazioni del tuo personaggio. Puoi arrivare fino al momento in cui varca il cancello.
    Successivamente un admin si occuperà di aprire il tuo addestramento.
    Buon proseguimento!


     
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    Takeshi restò un po inquietato dalle parole della ragazza,ma lui aveva ancora fiducia in se stesso ed era deciso a vedere le cose anche dal suo punto di vista,quindi era pronto a fare nuove esperienze.
    È davvero così terribile la via che sto per intraprendere?Secondo me i due uomini meritavano quella fine,infondo non voglio considerare la ragazza come un'assassina,ma come una paladina della goustizia,proprio come voglio diventare io.
    Così Takeshi un po intimorito,ma allo stesso tempo sicuro di se decise di seguire la ragazza,quindi disse il suo nome e si apprestò a seguirla.
    Io mi chiamo Takeshi.
    Ora il suo obbiettivo era sempre più vicino,nonostante stesse quasi per ripensarci,Takeshi si decise a seguire la ragazza,quindi preso da mille emozioni,sia felici,che malinconiche,sia dalla soddisfazione,che dall'ansia;Takeshi varcò finalmente i cancelli del Seireitei.
     
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    L'addestramento continua QUI
    (Scusate per la totale mancanza di presanza, but real Life Issues)
    Postate pure, poi cancellerò il mio post a tempo debito.
     
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