Bleach Soul Society

Kindle the fire once again

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    - Kindle the fire once again -

    The Sword x The Mistress x The flame clad Girl







    Nella tenue luce del piccolo bar, risuonava solo il silenzio.
    Beh, almeno sino a qualche secondo prima.
    Nessuno degli avventori seduti ai tavoli mosse un dito.
    Ognuno si limitò ad osservare il proprio drink, alcolico o meno.
    Trovandone immediatamente la vista assai più interessante.
    Nessuno si mosse, o disse qualcosa.
    Era molto più sicuro così.
    Un fracasso infernale riempì l'aria, mentre un giovane dai capelli capelli castani pioveva su uno dei tavolini.
    Nessuno fece caso alla katana che lo seguì immediatamente, finendo a terra con un leggero suono metallico.
    Già, perchè mai avrebbero dovuto?
    Ognuno dei presenti ne aveva una.
    Già, tutte e otto le sagome presenti, uomini o donne, ragazzine o uomini maturi presenti laggiù erano shinigami.
    Erano stati, forse era più corretto dire.
    Poichè ognuno si essi, era un Vizard, una maschera spezzata.
    La voce dell'elemento più pericoloso e peggiore tra essi, fu l'unica a parlare.
    Mentre poggiava il proprio pesante stivale a terra.
    Il volto distorto da una smorfia di disgusto.
    Un bicchiere di carta in mano, pieno di una brodaglia sciaguattante.
    Sei un coglione! Ecco che cosa sei! Sei inutile, uno scarto di liquame, lebbra grigioverde!
    Trenta kilometri, solo trenta kilometri per andarmi a prendere una fottutissima tazza di caffè decente, e quello che mi riporti ora non è altro che una brodaglia appena calduccia!
    Quante volte te lo devo dire che io il caffè lo voglio bollente?
    Dio mio, sei uno spreco di ossigeno! Per caso quando distribuivano l'intelligenza la tua l'hai scambiata per un paio di scarpe nuove?
    A che mi serve un animaletto domestico, se non riesce a portare a termine una semplice commissione?
    Senti che schifezza, ti pare bollente?!

    La coda di cavallo bionda ondeggiante, il seno stranamente prosperoso per una figura così minuta, l'enorme spadone sulla schiena, Shizuku Omaeda la seconda in comando dei Vizard e la de-facto leader della combriccola avanzò verso il giovane a terra carica di rabbia.
    Concluse la frase, gettando il contenuto del bicchiere in faccia al dio della morte a terra.
    Che potè rispondere solo con un urlo strozzato.
    Il caffè non era bollente, era letteralmente incandescente!
    Nonostante il ragazzo fosse stato abituato al calore di fiamme ben più calde, il dolore era comunque notevole.
    Era caldo, talmente caldo che piccole nuvole di vapore si levavano ancora dalla tazza nonostante la temperatura nel locale fosse di circa venti gradi.
    E poi guardati, santoddio, non fai niente tutto il giorno, e meno male che volevi trovare una via alternativa.
    Adesso basta, mi sono rotta le palle di stare dietro ad un cagnolino che non fa nulla a parte mangiare, dormire e cagare tutto il giorno!
    Neppure fossi abbastanza carino da portare a guinzaglio e mostrarti agli altri come un trofeo.
    Perchè non muori e smetti di consumare ossigeno prezioso per gli altri esseri umani?
    Almeno così saresti utile a qualcosa...

    Lo stivale si abbattè impietoso sul corpo a terra, sollevando in aria le poche schegge di legno abbastanza leggere da essere smosse dalla pressione dell'aria.
    La suola di sicurezza doveva far male, molto.
    Se non fosse stato per l'innaturale resistenza del Vizard noto come Shin Kazama, probabilmente un qualunque altro shinigami si sarebbe ritrovato con le costole frantumate.
    Tuttavia la giovane leader del gruppo di mercenari non aveva certo intenzione di fermarsi lì.
    Tutti gli altri Vizard presero i loro drink e si allontanarono, silenziosamente, discretamente.
    Scene del genere erano diventate quasi all'ordine del giorno nel locale clandestino situato sotto il vecchio Hangar.
    E nessuno di loro, nessuno, voleva avere a che fare con Shizuku quando era di cattivo umore.
    Ho speso soldi e risorse per darti una occasione, investendo in quella patetica e triste sit-com che chiami il tuo futuro, e neppure fa ridere o guadagnare un centesimo!
    E io odio perdere denaro!
    Huh? Huh? Allora? Cosa pensi di fare eh? Che ancora sei lontano anni luce dall'estinguere il tuo debito!
    Quasi quasi ti dovrei far diventare un hollow e farti diventare immortale, che ne dici eh?

    2dyz


    Nel dire questo appoggiò con disprezzo quasi tangibile la suola del suo scarpone sul viso del Kazama.
    E lentamente, con consumata perfidia ed un sorrisetto malefico iniziò a girarla piano piano.
    Una sadica, una sadica da manuale.
    Non c'era altro modo per descriverla.
    Così almeno avrei una possibilità di sperare di vedere il tuo debito estinto, visto che ti ci vorrà una eternità.
    Non ho visto ancora un centesimo, e tu invece che rendermi il denaro cosa hai fatto eh?
    Una moto! Hai comprato un ferrovecchio inutile e scassato quasi quanto te!
    Ti sembra corretto eh? Ti sembra corretto?

    Aumentò ancora la pressione, costringendo il giovane ad aprire la bocca per non vederla schiacciata.
    La pelle delle guance già iniziava a tingersi del colore rosato del sangue che iniziava ad affiorare.
    Ancora poco e si sarebbe strappata macchiandolo di sangue fresco.
    Un rivolo di bava fuoriuscì involontariamente dagli angoli della bocca e dalle labbra spaccate, scintillando debolmente sulla suola in metallo dello stivale.
    Nel vederlo la bionda ricercata sorrise.
    UN sorriso diabolico, stavolta di puro piacere.
    Ma guarda come sbavi, ti piace eh? Schifoso masochista! Mi disgusti!
    Euck, che schifo...dovrò bruciare questi abiti e farmi una doccia.
    A volte mi chiedo perchè ho scommesso su di te e sulle tue ridicole balle infiammate dal tuo ego.
    Maledetto maiale presuntuoso.

    Già, una sadica con i fiocchi.
    Tuttavia mentre stava godendosi la sensazione di comando, la giovane improvvisamente si fermò.
    Gli occhi castani viaggiarono nell' aria, lo sguardo perso.
    Il sorriso immediatamente li seguì, per essere presto sostituito da un ghigno malefico.
    Un ghigno così spaventoso che molti hollow avrebbero smesso di mangiare anime umane pur di averlo.
    Un momento...scommettere?
    Sai cosa? Mi è venuta una idea!
    Gioisci scartina, ho trovato un modo per appianare almeno trenta centimetri dalla tua lista dei debiti.
    Ma prima...

    Si girò, i lunghi capelli che ondeggiavano nell'aria come la scia di una stella cometa.
    Il fiocco rosso fuoco parve seguirli come le fiamme di un incendio.
    Mentre se ne andava, imperiosa, verso la botola che portava al sotterraneo.
    Facendo cenno al giovane ferito di seguirla.
    Come se non fosse successo niente.
    E aggiunse, la voce disgustata e carica di fastidio.
    Devo farmi una doccia, non voglio che la puzza di cane mi resti attaccata addosso.
    Che schifo...

    Qualcosa bolliva in pentola.
    E chiunque avesse riconosciuto i sintomi si sarebbe preoccupato.
    Perchè quando Shizuku Omaeda parlava di debiti e crediti, le appariva sempre una certa luce negli occhi.
    Una luce, che era meglio ignorare.
    Una luce sin troppo simile allo scintillio dell'oro.
    E l'oro, come si sa, porta sempre guai.

    [...]

    Poche ore dopo Shin Kazama, doveva ancora capire cosa fosse successo.
    Perchè si trovava in mezzo all'arena sotterranea tanto simile ad un deserto?
    Perchè attorno a lui su due palchi si trovava una trentina di individui?
    Perchè tra di essi si mescolavano liberamente hollow, shinigami, quincy e Arrancar?
    Perchè i Vizard che conosceva si muovevano tra loro raccogliendo scintillanti monete di reishi, Yen e fogli di carta?
    Perchè Shizuku era vestita da coniglietta stile quelle dei casinò?
    Ma soprattutto, perchè era legato mani e piedi ad un grosso palo di cemento nel mezzo del nulla?
    Le corde nere come la notte e le spranghe, appartenevano al Bakudo 99, il Bankin.
    Persino un capitano avrebbe avuto difficoltà a liberarsi da una cosa del genere.
    Accanto a lui Shizuku annuì felice, lieta che avesse ripreso conoscenza.
    Dopo una simile botta in testa molti sarebbero morti.
    Facendogli un occhiolino sollevò in aria l'enorme spadone, e un potente reiatsu si diffuse subito nell'aria.
    Scese il silenzio mentre hollow e Vizard facevano egualmente silenzio.
    Le risate e i muggiti animaleschi si zittirono tutti assieme.
    Solo la voce della traditrice rimase.
    Signore e signori benvenuti, ho il piacere di annunciarvi che ho trovato un nuovo passatempo!
    Si chiama "Indovina quanto ci mette l'idiota a crepare!"...
    Applausi prego!

    Si chinò, come una attrice, nel sentirsi inondata di applausi.
    Era lei la regina del palco, era su di lei che gli occhi di tutti erano puntati.
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    Le grosse orecchie nere imbottite ondeggiarono nell' aria per un istante, prima che lei riprendesse a parlare.
    Il costume di pelle nera le aderiva al corpo come un guanto rivelandone le forme prosperose, così strane per un corpo così minuto.
    Indicò il giovane legato come un salame con la punta dell'enorme spadone e proseguì
    Bene bene signori, vi invito a osservare attentamente l'esemplare accuratamente selezionato per questo gioco, doveva essere uno scimpanzè, ma non ne ho trovati, quindi mi sono dovuta accontentare della migliore alternativa a minor prezzo; non complimentatelo però o penserà di essere un vero essere umano!
    Le risate furono tonanti.
    Corali, sguaiate, come quelle di un gruppo di bestie.
    Di fronte alla prospettiva di vedere del sangue gli animi di umani, kompaku e divoratori di anime si erano tutti allo stesso modo infiammati.
    Beandosi della felicità del pubblico, ma soprattutto dei soldi che giravano per le scommesse, la traditrice sorrise.
    La voce sempre più alta, il sorriso sempre più ampio.
    Mentre a poco a poco l'eccitazione tra il pubblico cresceva.
    Era stata una idea geniale, veramente.
    In breve, faremo fare al nostro piccolo amico una esperienza pre-morte, e vediamo quanto tempo ci impiega prima di morire! Le puntate partono da trenta secondi e millecinquecento Yen, il cambio Almas/Yen è attualmente 1 a 150, quindi fate i vostri conti! Le scommesse iniziano...
    Un ghigno, una piroetta e per Shin il mondo divenne cremisi.
    Ebbe solo il tempo di notare l'enorme spadone, la zampakuto dall'elsa a forma di teschio, che si conficcava nella sua carne.
    Una fontana di sangue fuoriuscì, impregnando il terreno.
    Liquido rosso intenso, misto alla sua stessa linfa vitale.
    Da Ora!
    Lentamente il mondo prese a girare.
    Sempre di più, sempre più veloce, mentre le urla, le risate e le grida di gioia si fondevano.
    C'era chi gridava di arrendersi subito e morire, chi di resistere.
    Almeno sino a quando non avessero raggiunto il valore della loro puntata.
    Sempre più veloce.
    Sempre di più, il mondo divenne nero come la pece.
    Sino a quando non rimase che la voce suadente di Shizuku.
    Divertita, soddisfatta del lavoro.
    Non era una ferita letale.
    Almeno non nell'immediato.
    L'ampia lama aveva evitato tutti gli organi vitali.
    Un colpo preciso, ben mirato.
    Avrebbe impiegato almeno sessanta, ottanta, forse cento minuti prima di morire dissanguato.
    Proprio un lavoro professionale.
    Scimmietta, vedi di non morire, o almeno se proprio devi farlo, fallo dopo due ore.
    Ho scommesso una bella cifretta su di te...Almeno in questo dimostrami che non sei un fallito.
    E che non sei uno coglione che si farà ammazzare come lei, traviato da belle paroline.

    Shin cercò di trovare il fiato per replicarle, ma l'unica cosa che riempiva la sua bocca, invece di parole rabbiose, era solo il salato e metallico sapore del sangue.

    [...]

    Flamesexample
    Flamesexample

    Quando riapri gli occhi, dopo un paio di secondi che sembrano una eternità, il mondo è cambiato.
    Non più l'arena sotterranea, non più la folla esultante.
    No, tutto attorno a te vi è solo il silenzio.
    Niente voci umane o mostruose.
    Sole il lento gorgoglio della lava, il sordo frastuono delle esplosioni e il ruggito crepitante delle lingue di fiamma.
    Un tempio in rovina, nelle viscere di una montagna.
    La pietra corrosa e bruciata dal fuoco, l'aria stessa pare essere scottante e distorta.
    E al centro del fuoco come avvolta da due immense ali di fiamme, il volto dolce di una madre, gli occhi severi di una regina.
    I capelli corvini che si agitano nel vento ribollente, il mantello candido che sbatte nell' aere, sta immobile la regina di questo mondo.
    In trepida attesa del suo consorte.
    Non appena ti scorge, i suoi occhi rilucenti, le iridi simili a globi di oro fuso di riempiono di una luce di felicità.
    Le sue labbra tenere si dischiudono mentre sussurra, l'intera sagoma illuminata da vampe incandescenti.
    Bentornato Master...
    Sapevo che saresti tornato come avevi promesso.
    E immaginavo che questo giorno sarebbe giunto.
    Il giorno in cui ne avresti avuto bisogno.
    Il giorno in cui sarei diventata veramente tua.

    Sorride delicatamente prima.
    Mentre allunga una mano verso di te.
    Ma come ti fai avanti per afferrarla, per prenderla tra le tue, ella la ritrae.
    Come se ne fosse costretta.
    Legata da un giuramento più antico del tempo stesso.
    E con voce rotta dal dispiacere sussurra.
    Combattuta tra i suoi sentimenti e il suo dovere.
    Tuttavia ho promesso anche a mio padre.
    Quel giorno, quando ha dato la vita per me.
    Ho giurato che la mia mano, sarebbe andata solo al più coraggioso.
    Solo al più forte, al più scaltro al più abile.
    Tra tutti i miei pretendenti.
    Dunque Shin, scala questa montagna, supera i suoi guardiani.
    Raggiungi il tempio sulla cima.
    Lì ti aspetterò.

    In pochi secondi il suo corpo inizia a dissolversi in piccole particelle di luce dorata.
    Che risalgono travolte da un vortice d'aria bollente.
    Un geyser, improvvisamente apertosi in mezzo al nulla.
    Nel vederla scomparire così, davanti ai tuoi occhi il dolore, il terrore ti assalgono.
    E' come essere improvvisamente separati da una parte di sè.
    La tua anima stessa, pare spaccarsi in due.
    Sino a quando, il corpo oramai quasi del tutto scomparso del quale rimangono solamente il volto e tracce del torso.
    Avvolta da un turbine di luce, dice semplicemente.
    Avanti, non fare quella faccia.
    Non è un addio in fondo, no?
    E' solo un arrivederci...

    E con queste parole svanisce del tutto.
    Lasciandoti da solo, o almeno, così sarebbe una alternativa migliore.
    L'intera stanza piomba nel buio.
    Tutte le fiamme si spengono assieme.
    Come se qualcuno vi avesse soffiato sopra.
    Come se avessero spento le candeline su una torta, e nulla più resta.
    Lasciandoti nel buio.



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    Sino a quando, una singola luce si accende.
    Nel nulla, una piccola luminescenza, che cresce e cresce.
    Sino a diventare una una vera e propria lingua di fiamme.
    Fiamme verdastre, inquietanti.
    Terribilmente malsane a vedersi.
    E dopo di esse si accendono le stelle.
    Che illuminano debolmente una carne fatta di tenebre.
    Piccole scie di luce, scolpite in una oscurità rinchiusa in una armatura.
    che ben presto diventano un sorriso.
    Un ghigno di luce, in mezzo al nulla.
    Due braccia si sollevano al cielo, e un grido di pura delizia riempie l'intera zona del tempio sotterraneo.
    Caaaarnival- da yo! Caaaaaarnival!
    "E' un Carnevale orsù! E' un Carnevale!"

    E fiamme emergono dalla lava che circonda la spira di roccia su cui ti trovi.
    I fuochi stessi dell'inferno avvampano.
    Furiosi, roventi, ribollenti.
    Le loro vampe ardenti sembrano quasi una unica corale risata.
    Fasciato per metà in una armatura medioevale bianca come l'osso, il cimiero di pure fiamme guizzanti, lui si avvicina.
    Leecher, o meglio, quello che è diventato il tuo hollow interiore.
    Qualcosa che ora come ora, sarebbe meglio chiamare solo come Lui.
    Un qualcosa che non ha bisogno di un nome.
    Anche perchè se ne dovesse avere uno sarebbe purtroppo Shin Kazama.
    Si avvicina, con passi svelti, misurati, come un consumato attore di teatro.
    Le fiamme obbediscono ai suoi comandi, ondeggiando a destra e a sinistra, come il tifo di uno stadio.
    Carnival, ha detto.
    Un Carnevale, e questo forse è tale per lui.
    Così guascone, così sfacciato, così irridente.
    privo di rispetto per chiunque.
    Una creatura che porta i lati negativi e oscuri di Shin al massimo.
    E li esagera, così tanto, da risultare decisamente fastidioso.
    Come se ogni sua mosse, fosse semplicemente tesa a sbeffeggiarti.
    Agita in aria la mano, come a cercare di scacciare un minimo l'allegria di cui pare fasciato.
    Come un venditore ambulante, come un vero intrattenitore.
    Kyahahahahahah! Quanto adoro quella donna!
    No davvero è sempre uno spasso, sapessi quanto tempo ha passato a organizzare tutto questo!
    Spero ti diverta, perchè anche io ci ho lavorato un sacco di tempo!

    Schiocca le dita, e una serie infinita di torce si accende in sequenza.
    Formando un sentiero nell'oscurità.
    Un sentiero a spirale che risale attraverso le viscere della montagna, su, sempre più su, perdendosi nella cima.
    Sino a quando nemmeno la luce stessa ti raggiunge più.
    Cammina verso di te, e più veloce di quanto tu possa percepire ti appare alle spalle, e afferrandoti per il colletto ti tira in piedi.
    Interdetto ti giri per guardarlo negli occhi, ma è già sparito.
    DI nuovo alle tue spalle, la mano portata in alto.
    Le dita a mò di lama e...
    E le sbatte due o tre volte sui tuoi abiti togliendovi la polvere.
    Ti rigiri, e di nuovo alle tue spalle, rapido come il vento, ti rassetta i capelli come un vero maggiordomo!
    A che gioco stà giocando?
    Cosa vuole da te?
    Perchè ti tratta così?
    Tuttavia ad una tua eventuale domanda, replica con un'altra domanda a sua volta.
    Sai qualcosa di mitologia Norrena Master?
    No, certo che no, lo so benissimo.
    Ecco perchè mi trovo qui, davanti a te, oggi, adesso, in questo istante.
    Non sai quanto vorrei farti a pezzi e mangiarti il cuore per impadronirmi del tuo corpo.
    Ma a quanto pare lo spettacolo di oggi non è il mio, e il palcoscenico era già stato occupato.
    Che dramma, che tragedia non è vero?
    E io che desideravo tanto vederti impegnato in un duello mortale con me.
    Beh, mi abituerò, anche se ho sempre preferito le farse alle tragedie.
    Ah, che peccato.
    Sarò il tuo Cicerone, tu il mio Patrizio.
    Io sarò la tua guida tu il mio studente.
    Io sarò il tuo Virgilio, tu il mio Dante.
    Anzi, puoi definirmi la tua ... "maschera" per questo spettacolo!
    Kyahahahahahaha!

    E ride, di gusto.
    Divertito come non mai.
    Da solo, della propria battuta.
    E le fiamme stesse ribollono, tuonano, come anch'esse fossero preda di una gigantesca e incontenibile risata.
    La maschera, colui che indica ai clienti di un cinema la via da prendere per trovare il loro posto nel buio.
    Titolo quantomai strano per una creatura del genere, che da te dovrebbe volere solo la tua completa rovina.
    Ti si affianca, e poggiando una mano fasciata di armatura sulle tua spalle con l'altra ti indica la base della gradinata.
    Già già già, la tua Maschera.
    Che nome perfetto non trovi? Delizioso delizioso!
    Ad ogni modo, se ti dico Siegfried ti suona familiare?
    No, è ovvio come potrebbe?
    Comunque guarda laggiù!

    Ti apostrofa con dileggio, come se parlasse ad un minorato mentale o ad un bambino.
    Un bambino un po' scemo se vogliamo essere precisi.
    Come se uno shinigami potesse conoscere il Nibelungo, di Wagner
    A quanto pare si diverte proprio con poco, il fine umorista.
    Tuttavia come se fosse un pazzo, e forse lo è.
    Lui, inizia a declamare a gran voce, mentre immagini appaiono a mezz'aria.
    Figure di fuoco, che scimmiottano un film del mondo reale.
    Figure abbozzate di donne guerriere, maghi, dei e draghi.
    La valchiria Bryhnhild, per trovare un uomo da amare
    da Othinn in un cerchio di fiamme si fece imprigionare.
    Una montagna alta fino al cielo,
    in cima un fuoco che fermava il gelo.
    Solo un eroe di grande coraggio si sarebbe gettato
    nelle fiamme infernali di niente altro armato.
    Trovata e svegliata la fanciulla guerriera
    costei l'avrebbe amato del tutto sincera.
    Nessun tra gli eroi ormai più provava.
    eccetto Siegfried che di valor brillava.
    Montato il cavallo, stretto il cimiero,
    si incamminò sullo stretto sentiero.
    Tre sfide superò, con grande audacia,
    tre draghi, un gigante e la donna amata.

    La mano che indica la scala e le figure fiammeggianti si ferma.
    Per afferrare improvvisamente il tuo mento.
    E forzatamente lo muove di lato sino a farti incrociare il suo sguardo di pura oscurità.
    Le linee a forma di zanne si dischiudono in un sorrisetto malefico.
    Ordunque Master, rispondi e sii sincero...
    Le hai le palle, per arrivare intero?

    La tua risposta fa scendere il silenzio.
    Per un poco le fiamme si acquietano.
    Per poi riprendere a ruggire.
    Con forza, con intensità.
    Senza requie formano un immenso pilastro che illumina l'intera immensa caverna.
    Perdendosi nell'aria, verso il cielo.
    Come fosse il perno dell'altissima scala a chiocciola.
    E la voce di Lui ancora una volta, come diffusa da un megafono, ti perfora le orecchie.
    Di lui però non c'è traccia.
    Evidentemente ti aspetta più su.
    Al suo posto, conficcata nel terreno, solo una spada.
    Il corpo fisico di Naibuka.
    Oramai in questo spazio solo un involucro privo di poteri.
    Ma pur sempre un arma.
    Bene dunque, che l' opera inizi!
    Fiato alle trombe, suonate i violini, partiamo con il primo movimento!
    Il primo passo, è superare i guardiani della montagna!
    La tua bella è in cima, che ti aspetta!

    E non appena metti piede sul primo gradino, la voce risuona di nuovo.
    Non deludermi però, il pubblico odia le storie noiose!
    E così inizi la lunga lunghissima salita.
    Tantissimi, innumerevoli gradini.
    Più di quanti tu ne possa contare.
    Uno per ogni giorno della tua vita.
    Uno per ogni ricordo.
    Più numerosi della sabbia di una spiaggia.
    D'altronde, come si può misurare gli scalini necessari a percorrere le viscere di una montagna infinita?
    Eppure prosegui, imperterrito, senza requie, senza pause.
    Il fiato corto, le gambe che gridano dolore.
    Ma non ti fermi.
    Perchè sai che lei ti aspetta lassù.
    la tua fedele compagna, la tua più cara amica e forse qualcosa di più.
    Più che una sorella, più che una gemella.
    Indescrivibile è il legame che vi unisce.
    E così, passo dopo passo, giungi infine ad un enorme spiazzo.
    Sarai almeno ad un terzo della montagna, già il fondo nemmeno quasi si vede.
    Ad eccezione della colonna di fuoco che risale nell'aria.
    Lo spiazzo appare vuoto, tuttavia, non appena metti piede sulle pietre che lo compongono queste si illuminano.

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    E dal pavimento, vomitati fuori da lingue di fiamma, tre creature emergono.
    Immensi, feroci, diabolici.
    Giganteschi dragoni di lava fusa.
    Due di essi hanno due teste, mentre il terzo e più grande tre.
    Sulle loro fronti, bizzarri simboli magici simili ai rosoni di una cattedrale, brillano sinistramente.
    E su ognuno di essi è scritto un nome.
    Gula
    Luxuria
    Avaritia
    Superbia
    Ira
    Invidia
    Acedia
    Ruggiscono tutta la loro rabbia verso di te.
    E con violenza animalesca, tutti e tre si scagliano contro di te, contro il tuo corpo.
    I tuoi nervi, immediatamente si preparano al combattimento.
    Ed è allora che la voce del tuo accompagnatore risuona.
    nel nulla, canzonatoria, irrisoria.
    Master, master di non pochi affanni
    Per primi sei giunto agli infernali guardiani.
    Possenti nel corpo, di lava composti.
    Gli umani vizi nei cuori riposti.
    Le fronti dimostrano il vizio fondante,
    Distruggerli puoi con sforzo costante.
    Pensa e ripensa al tuo peccare,
    Che soltanto i più puri posson passare.
    Se questa prova vuoi superare,
    Ai tuoi errori dovrai emendare!

    Fa una pausa e poi prosegue, mentre i tre dragoni dai molteplici colli serpentini si fanno sempre più vicini.
    Ricorda il passato, e scegli sicuro.
    Gli errori fatti quand'eri immaturo.
    Scegli come potrai emendare.
    Ma stai attento non ti sbagliare.
    O le loro zanne del fuoco più puro...
    Ti schiacceranno come un frutto maturo!
    Kyahahahahahahah!



    CITAZIONE
    E così il tuo test Bankai ha inizio.
    Mi aspetto il meglio, e do il meglio!
    La prima prova è, almeno in apparenza semplice.
    Tre enormi dragoni di lava dalle molteplici teste (2,2,3), in apparenza invincibili.
    Sulla fronte di ognuno è inciso un nome, su quella che pare essere una vetrata.
    Un nome che corrisponde ad uno dei sette vizi capitali (Invidia,Gola,Superbia,Accidia,Lussuria,Ira,Avarizia)
    L'unico modo che Shin ha di salvarsi, è ripensare e scegliere uno ad uno, sette episodi della sua storia GDRristica.
    Ognuno dei quali dovrà essere corrispondente ad uno dei sette vizi (Attento a Gola e Lussuria, che non sono così semplici come sembra a prima vista, rifletti attentamente sul significato di questi sette, e non fermarti alle apparenze) e rinnegarlo, meditando ad un modo di emendare per le sue colpe.
    Ogni qual volta ne sceglierai uno e capirai di avere sbagliato, la vetrata corrispondente sulla testa di una delle bestie esploderà, facendo collassare la testa.
    Tutto questo ovviamente evitando e/o subendo autoconclusivamente gli attacchi delle sette teste.
    Buona fortuna.
    E buon lavoro.
    Ho solo una raccomandazione.
    Sii autoconclusivo, epico e riflessivo.
    Ma soprattutto sii lo Shin Kazama più genuino di sempre.
    Spero che il regalo di buon anno ti piaccia!
     
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  2. Danteh ™
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    Dirty business


    Una fottutissima commissione, anche la più banale per Shin Kazama non era affatto una cosa semplice e se malauguratamente lo fosse stata, Shizuku era sempre pronta a rovinare tutto...
    -Sei un coglione! Ecco che cosa sei! Sei inutile, uno scarto di liquame, lebbra grigioverde!
    Trenta kilometri, solo trenta kilometri per andarmi a prendere una fottutissima tazza di caffè decente, e quello che mi riporti ora non è altro che una brodaglia appena calduccia!
    Quante volte te lo devo dire che io il caffè lo voglio bollente?
    Dio mio, sei uno spreco di ossigeno! Per caso quando distribuivano l'intelligenza la tua l'hai scambiata per un paio di scarpe nuove?
    A che mi serve un animaletto domestico, se non riesce a portare a termine una semplice commissione?
    Senti che schifezza, ti pare bollente?!-

    E pensare che era solo all'inizio.
    Shin subì, ancora una volta, nonostante tutto...
    Perchè mai avrebbe dovuto ribellarsi? Aveva fatto la sua scelta e quello era solo un misero prezzo da pagare per raggiungere il suo obbiettivo (debito economico con Shizuku a parte).
    Con i maltrattamenti che erano ormai diventati un'abitudine e l'insano piacere che provava nell'essere calpestato in ogni modo e momento, Shin era diventato il passatempo preferito della cagna bionda.
    Era libero adesso, niente vincoli, niente rigide regole da seguire alla lettera. Tutto sommato a lui andava bene così e poi -per la cronaca- forse la vista della biancheria intima della sadica biondina che l'aveva "accolto" fra loro gli pareva un giusto compromesso durante i pestaggi giornalieri...
    -E poi guardati, santoddio, non fai niente tutto il giorno, e meno male che volevi trovare una via alternativa.
    Adesso basta, mi sono rotta le palle di stare dietro ad un cagnolino che non fa nulla a parte mangiare, dormire e cagare tutto il giorno!
    Neppure fossi abbastanza carino da portare a guinzaglio e mostrarti agli altri come un trofeo.
    Perchè non muori e smetti di consumare ossigeno prezioso per gli altri esseri umani?
    Almeno così saresti utile a qualcosa...-

    Già, ma intanto Shin non sapeva più se imprecare per le ustioni provocate dal caffe che la gentile stronzetta gli aveva versato in pieno viso oppure per l'incontro più che ravvicinato con la suola rinforzata dei suoi stivali...
    *Dannata cagna...!!!*
    La vizard riprese a pestarlo con più veemenza, come se avesse in qualche modo percepito i pensieri del Kazama
    -Ho speso soldi e risorse per darti una occasione, investendo in quella patetica e triste sit-com che chiami il tuo futuro, e neppure fa ridere o guadagnare un centesimo!
    E io odio perdere denaro!
    Huh? Huh? Allora? Cosa pensi di fare eh? Che ancora sei lontano anni luce dall'estinguere il tuo debito!
    Quasi quasi ti dovrei far diventare un hollow e farti diventare immortale, che ne dici eh?-

    Lo stivale affondò ancora di più sul viso di Shin che fu costretto ad assumere una smorfia simile ad un ghigno, mentre del sangue misto a saliva cominciava a colare dai lati della sua bocca. Il suo sguardo invece, per quanto il dolore provato potesse rendere i suoi occhi languidi, era rivolto con strafottenza e malizia verso la zona pubica della vizard, scatenando ancora una volta le sue ire e rendendola se vogliamo ancora più sadica di quanto non fosse
    -Ma guarda come sbavi, ti piace eh? Schifoso masochista! Mi disgusti!
    Euck, che schifo...dovrò bruciare questi abiti e farmi una doccia.
    A volte mi chiedo perchè ho scommesso su di te e sulle tue ridicole balle infiammate dal tuo ego.
    Maledetto maiale presuntuoso.-

    Poi di punto in bianco si fermò e un leggero sollievo invase il volto di Shin che in ogni caso rimase sulla difensiva, come se si aspettasse che la cagna riprendesse il pestaggio
    -Un momento...scommettere?
    Sai cosa? Mi è venuta una idea!
    Gioisci scartina, ho trovato un modo per appianare almeno trenta centimetri dalla tua lista dei debiti.
    Ma prima...-

    La vizard si voltò e come se nulla fosse gli intimò di seguirla...
    Doveva mancarle qualche rotella...No, forse più di qualcuna in effetti...
    -Devo farmi una doccia, non voglio che la puzza di cane mi resti attaccata addosso.
    Che schifo...-

    [...]
    Il presentimento che qualcosa non andasse, Shin lo ebbe non appena riacquistò i sensi. Ancor prima di aprire gli occhi, ancor prima che il suo corpo riprendesse ad accusare le sensazioni dovute al tatto. Il suo udito captò da subito che qualcosa non andava. Un brusio insistente sembrava provenire da due punti distinti ai suoi lati; cercò di portare la mano alla testa per isolare meglio quel sottofondo, ma sembrava essere bloccata...
    Lentamente le palpebre si sollevarono e la luce innaturale del sotterraneo adibito ad arena da addestramento diede lui modo di comprendere meglio la sua attuale situazione. Ciò che lo tratteneva non era altro che un bakudou, un incantesimo di imprigionamento, forse uno dei più potenti in circolazione. Ai lati della sua posizione erano stati assemblati due palchi per quelli che sembravano essere spettatori paganti, a giudicare dal denaro di varia natura che i suoi compagni vizard in quel momento stavano raccogliendo da...
    Gli venne un colpo.
    Un gruppo ben assortito di canaglie e disertori di ogni fazione esistente era li, pronta a godersi uno spettacolo di cui con ogni probabilità lui sarebbe stato l'attrazione principale
    -Gaaaah baka! dovevo aspettarmelo da una stronza sadica come te! Lasciami andare dannata cagna o io ti...-
    Non ebbe il tempo di terminare la fraseche ben presto il brusio cessò a causa dell'improvviso rilascio di reiatsu da parte di Shizuku che accanto a lui esibiva un costume di dubbio gusto, ma sicuramente audace nei punti giusti.
    -Signore e signori benvenuti, ho il piacere di annunciarvi che ho trovato un nuovo passatempo!
    Si chiama "Indovina quanto ci mette l'idiota a crepare!"...
    Applausi prego!-

    Tra urla e risate il pubblico sbeffeggiò il povero Shin che non potè far altro che ingoiare l'ennesimo rospo
    -Bene bene signori, vi invito a osservare attentamente l'esemplare accuratamente selezionato per questo gioco, doveva essere uno scimpanzè, ma non ne ho trovati, quindi mi sono dovuta accontentare della migliore alternativa a minor prezzo; non complimentatelo però o penserà di essere un vero essere umano!-
    Ancora risate e ancora un inchino da colei che aveva organizzato tutta quella messinscena solo per il proprio divertimento. Tornò a parlare e nuovamente la folla tornò ad ascoltare ciò che la cagna aveva loro da dire
    -In breve, faremo fare al nostro piccolo amico una esperienza pre-morte, e vediamo quanto tempo ci impiega prima di morire! Le puntate partono da trenta secondi e millecinquecento Yen, il cambio Almas/Yen è attualmente 1 a 150, quindi fate i vostri conti! Le scommesse iniziano...Da Ora!-
    Non ebbe il tempo di capire nulla. Vide solo la zanpakuto della sua padrona conficcarsi nella sua carne e subito un fiotto di sangue schizzò fuori dalla sua bocca, mentre dalla ferita una quantità più corposa del medesimo liquido rossastro si stava pian piano riversando al suolo, dando il via a quella giostra di sadismo in cui lui era l'unica vittima e Shizuku il suo carnefice. La testa prese a girare, nonostante la ferita non fosse stata inferta con la violenza di un combattimento . Probabilmente il colpo subito alla testa e il relativo disorientamento ancora in atto, unito all'incantesimo che lo teneva prigioniero dovevano aver messo a dura prova le naturali difese del Kazama che prima di sprofondare nell'oblio potè sentire ancora una volta la voce di Shizuku, spietata e calcolatrice come sempre
    -Scimmietta, vedi di non morire, o almeno se proprio devi farlo, fallo dopo due ore.
    Ho scommesso una bella cifretta su di te...Almeno in questo dimostrami che non sei un fallito.
    E che non sei uno coglione che si farà ammazzare come lei, traviato da belle paroline.-

    A chi si riferiva? di chi accidenti stava parlando?
    Ebbe solo il tempo di pensare a qualcosa di figo da ribattere, o forse era solo la sua immaginazione che stava lavorando a sua insaputa

    *Figlia di una lurida cagna, sgualdrina...
    Due ore un paio di coglioni...
    Non avrai la soddisfazione di vincere questa battaglia...
    Sono io che adesso scommetto su me stesso e
    quando mi riprenderò
    verrò a sfondare il tuo bel culetto... *



    [...]

    Ancora una volta si era ritrovato in un altro luogo senza rendersene conto, senza poterlo decidere di sua spontanea volontà. Quel posto però in qualche modo gli era familiare. Non era passato molto tempo dall'ultima volta in cui aveva calcato quel suolo arido e circondato da zampillanti fiumi di lava incandescente. Ancora una volta era nel suo inner world, il luogo dove albergava la fonte del suo potere e dove, solo recentemente anche un altro ospite, seppur meno gradito, aveva deciso di piantare le tende...
    Lei era li, a pochi metri da lui, imperiosa e bella come non mai, i fulgidi capelli corvini che frustavano l'aria sinuosi seguendo l'ondeggiare del mantello che era appartenuto a suo padre...
    -Bentornato Master...
    Sapevo che saresti tornato come avevi promesso.
    E immaginavo che questo giorno sarebbe giunto.
    Il giorno in cui ne avresti avuto bisogno.
    Il giorno in cui sarei diventata veramente tua.-

    Lei, la fonte del suo potere. Naibuka era li davanti gli occhi fissi sul suo possessore colmi di una luce speranzosa ma anche triste in qualche modo
    -Tuttavia ho promesso anche a mio padre.
    Quel giorno, quando ha dato la vita per me.
    Ho giurato che la mia mano, sarebbe andata solo al più coraggioso.
    Solo al più forte, al più scaltro al più abile.
    Tra tutti i miei pretendenti.
    Dunque Shin, scala questa montagna, supera i suoi guardiani.
    Raggiungi il tempio sulla cima.
    Lì ti aspetterò.-

    Un'altra prova lo attendeva. L'ennesima della sua carriera da dio della morte...ex dio della morte. Non sarebbero state mai abbastanza, non fino a quando il suo obbiettivo non fosse stato portato a termine.
    Il che significava sopravvivere ancora, raggiungere i propri limiti e superarli per diventare ancora più forte e in grado di competere con coloro che gli avevano sottratto ciò a cui teneva di più...
    -Avanti, non fare quella faccia.
    Non è un addio in fondo, no?
    E' solo un arrivederci...-

    Di colpo svanì mentre la sua voce diveniva un eco ridondante nella sua testa e la luce si affievolì lasciandolo per qualche istante le buio totale.
    Poi d'improvviso un bagliore, sempre più vicino, il quale portava con se una sensazione di disagio...
    Era lui. Chi altri se no?
    Quell'aura maligna che ne avvolgeva le medievali e strambe fattezze non poteva che essere del suo alter ego, colui che rappresentava il suo lato oscuro
    -Caaaarnival- da yo! Caaaaaarnival!
    Quel pazzo esaltato era li davanti a lui, le fiamme che avevano ripreso a lambire i lati della roccia sulla quale si trovava sembravano danzare al ritmo dei suoi passi, molto simili a quelli di un giullare di corte, solo un po' più sadico e malvagio
    -Kyahahahahahah! Quanto adoro quella donna!
    No davvero è sempre uno spasso, sapessi quanto tempo ha passato a organizzare tutto questo!
    Spero ti diverta, perchè anche io ci ho lavorato un sacco di tempo!-

    Uno schiocco di dita e dinanzi a loro comparve un sentiero che si diramava su per la montagna illuminato dai sinistri bagliori di centinaia di torce.
    -Sai qualcosa di mitologia Norrena Master?
    No, certo che no, lo so benissimo.
    Ecco perchè mi trovo qui, davanti a te, oggi, adesso, in questo istante.
    Non sai quanto vorrei farti a pezzi e mangiarti il cuore per impadronirmi del tuo corpo.
    Ma a quanto pare lo spettacolo di oggi non è il mio, e il palcoscenico era già stato occupato.
    Che dramma, che tragedia non è vero?
    E io che desideravo tanto vederti impegnato in un duello mortale con me.
    Beh, mi abituerò, anche se ho sempre preferito le farse alle tragedie.
    Ah, che peccato.
    Sarò il tuo Cicerone, tu il mio Patrizio.
    Io sarò la tua guida tu il mio studente.
    Io sarò il tuo Virgilio, tu il mio Dante.
    Anzi, puoi definirmi la tua ... "maschera" per questo spettacolo!
    Kyahahahahahaha!-

    Già, una "maschera" ... In fondo era quello il suo ruolo... e sempre lo sarebbe stato.
    Shin però lo ascoltava, non aveva voglia di dargli corda e quindi fare il suo gioco. Si limitò a fissarlo senza proferir parola.
    -Già già già, la tua Maschera.
    Che nome perfetto non trovi? Delizioso delizioso!
    Ad ogni modo, se ti dico Siegfried ti suona familiare?
    No, è ovvio come potrebbe?
    Comunque guarda laggiù!-

    Le fiamme cominciarono a mescolarsi nell'aria, creando forme strane che via via diventavano sempre più nitide e distinte man mano che il suo alter ego citava i versi di una qualche leggenda nordica
    -La valchiria Bryhnhild, per trovare un uomo da amare
    da Othinn in un cerchio di fiamme si fece imprigionare.
    Una montagna alta fino al cielo,
    in cima un fuoco che fermava il gelo.
    Solo un eroe di grande coraggio si sarebbe gettato
    nelle fiamme infernali di niente altro armato.
    Trovata e svegliata la fanciulla guerriera
    costei l'avrebbe amato del tutto sincera.
    Nessun tra gli eroi ormai più provava.
    eccetto Siegfried che di valor brillava.
    Montato il cavallo, stretto il cimiero,
    si incamminò sullo stretto sentiero.
    Tre sfide superò, con grande audacia,
    tre draghi, un gigante e la donna amata.-

    La storia raccontata con enfasi aveva sortito un qualche effetto su Shin che nonostante il calore emanato dalle fiamme circostanti fu scosso da un brivido lungo la schiena. Adesso la situazione cominciava ad essere chiara. Una metafora la si poteva definire...
    L'impresa del prode cavaliere, suonava stranamente familiare vista e considerata la situazione analoga in cui si trovava.
    Poi la gelida mano andò a serrare il suo mento mentre senza fatica portò gli occhi del Kazama all'altezza dei suoi, perfidi e spavaldi come sempre
    Ordunque Master, rispondi e sii sincero...
    Le hai le palle, per arrivare intero?

    -Puoi giurarci!-
    La reazione della sua "maschera" fu probabilmente di stupore, tant'è che le fiamme che sembravano reagire al suo modo d'essere si placarono per qualche secondo per poi riprendere nuovamente a circondarli più forti di prima
    Spinse via il suo interlocutore che per tutta risposta rise sguaiatamente dileguandosi nell'ombra lasciando di se solo l'eco della sua fastidiosa voce e... Una katana, la sua katana quella che l'aveva visto compiere le imprese più ardue.
    Certo, un'arma priva di anima non era che un semplice oggetto e nulla più, ma per Shin quell'arma rappresentava il legame con la parte migliore della sua anima, con la parte da cui per nulla al mondo si sarebbe separato. La raccolse e lanciò uno sguardo di sfida a quella che sembrava essere una scala a chiocciola.
    Raggiunse la base, mentre la sua guida probabilmente si stava divertendo a guardarlo da un qualche punto più in alto
    -Bene dunque, che l' opera inizi!
    Fiato alle trombe, suonate i violini, partiamo con il primo movimento!
    Il primo passo, è superare i guardiani della montagna!
    La tua bella è in cima, che ti aspetta!
    Non deludermi però, il pubblico odia le storie noiose!-

    Shin cominciò la sua salita, correndo per le scale che portavano in cima, il cuore che batteva all'impazzata e un unico obbiettivo in mente.
    Naibuka era tutto ciò che gli restava del suo passato, la cosa più cara che aveva e per la quale avrebbe fatto di tutto.
    Non gli importava quanto pericolosa quella nuova sfida sarebbe stata, sapeva in cuor suo che sarebbe arrivato in cima, di questo ne era pienamente convinto.
    Gli scalini sembravano non finire mai ma non poteva fermarsi, il tempo per prender fiato l'avrebbe trovato dopo, quando tutto sarebbe finito.
    Giunse su un primo grande piazzale, interamente lastricato in pietra.
    Uno sguardo fugace alle sue spalle e si accorse di essere molto in alto, ma in realtà non era nemmeno a metà del suo percorso dove l'unico punto di riferimento era la scalinata infinita che circondava l'imponente colonna di fuoco.
    Sembrava tutto troppo calmo intorno, ma quella sensazione sarebbe svanita presto.
    Tra i solchi del lastricato in pietra, luminescenze come di un fuoco ardente rischiararono l'intera area, preludio al sorgere di tre gigantesche creature dalle sembianze di drago. Ruggenti e iraconde la loro attenzione fu subito per il Kazama
    Multi teste a quanto pareva...
    -Oh, cominciamo bene...!!!-
    Il commento di Shin fu del tutto spontaneo, ma questa volta non era dettato dal voler smorzare la tensione che l'imminente scontro avrebbe suscitato in lui, no...Piuttosto sembrava stranamente sicuro di se... Un commento beffardo in tutto e per tutto, canzonatorio, come canzonatorio fu il monologo della sua guida che da qualche parte, al sicuro dalle tre bestie, si stava godendo lo spettacolo orchestrato ad arte...
    Master, master di non pochi affanni
    Per primi sei giunto agli infernali guardiani.
    Possenti nel corpo, di lava composti.
    Gli umani vizi nei cuori riposti.
    Le fronti dimostrano il vizio fondante,
    Distruggerli puoi con sforzo costante.
    Pensa e ripensa al tuo peccare,
    Che soltanto i più puri posson passare.
    Se questa prova vuoi superare,
    Ai tuoi errori dovrai emendare!

    I suoi errori, i suoi peccati... Era quindi giunto il momento del faccia a faccia.
    Doveva averne passate davvero tante per avere avuto a che fare con tutti i sette vizi capitali...
    Ricorda il passato, e scegli sicuro.
    Gli errori fatti quand'eri immaturo.
    Scegli come potrai emendare.
    Ma stai attento non ti sbagliare.
    O le loro zanne del fuoco più puro...
    Ti schiacceranno come un frutto maturo!
    Kyahahahahahahah!

    Fu il tre teste il primo ad attaccare. Non ebbe tempo di schivarlo completamente, la frustata data con la testa centrale riuscì a colpire Shin quel tanto che bastava per allontanarlo dalla scalinata portandolo in campo aperto sulla piattaforma. La testa ruggì, probabilmente rabbiosa per non essere riuscita a finirlo in un solo colpo...
    -Heh!... Credevi davvero fosse così facile? Ho capito, ti lascerò come dessert...-
    Ira era il suo nome o almeno il simbolo che troneggiava sulla sua testa squamosa...
    La più grossa e con tutta probabilità quella che avrebbe più faticato a sconfiggere.
    Nel frattempo avrebbe dovuto curarsi della coppia di teste adesso più vicina... Superbia e Invidia...
    Ricordava bene quelle sensazioni, così lontane da lui in quel momento ma ancora vivide nei suoi ricordi.
    La prima senza indugio si lanciò a fauci spalancate verso le sue gambe; la evitò per un pelo. Infida la Superbia aveva scelto di menomarlo per poi banchettare indisturbata con il resto del suo corpo.
    Shin comprese le probabili motivazioni che spingevano quella testa ad attaccarlo in maniera indiretta, come quasi a volerlo rendere inoffensivo prima di sferrare il colpo finale. La mente lo portò indietro nel tempo fino alla sua prima vera missione come shinigami.
    Anche quell'arrancar aveva agito in quel modo. L'aveva messo al tappeto, umiliato. Il suo ginocchio adesso era tornato quello di un tempo, ma quella notte oltre ad una cicatrice lasciò su Shin un memento, una nota su quanto ancora acerbo era il suo potere al cospetto dei nuovi nemici della Soul Society e del mondo intero. Come poteva dimenticare?
    Fu li che tutto ebbe inizio, fu li che uno spavaldo neo shinigami della decima divisione subì la sua prima cocente sconfitta dopo aver pensato di essere in grado di sconfiggere ogni avversario senza tenere il minimo conto della possibilità che quest'ultimo potesse essere persino più forte dell'ufficiale che l'aveva scelto per quella missione.
    La testa tentò ancora di mutilarlo, ma egli ogni volta riusciva a schivarla un attimo prima dell'affondo.
    Era giovane, presuntuoso. Abbastanza arrogante da non rendersi conto che non valeva nulla...
    Gli ci erano volute diverse sconfitte per rendersene conto
    -Stolta! Non mi avrai mai! Questa volta so di poterti sconfiggere... non sono più l'idiota presuntuoso di allora...-
    Come se fosse stata pronunciata una formula magica, La testa ebbe un sussulto e arrestò la sua furia nei confronti di Shin. Sembrava interdetta, voleva attaccarlo ma qualcosa al contempo la bloccava.
    Ruggì, ma solo per qualche istante. Poi il simbolo sulla sua pellaccia si illuminò prima di esplodere in mille pezzi...
    La prima era andata, cosa che non rese molto felice le altre teste e soprattutto la sua compagna fino a qualche istante prima
    Invidia.
    Lei si che sapeva come metterlo alle corde. Attacchi rapidi e ripetuti fino alla nausea non sembravano lasciargli scampo.
    Più che un drago sembrava una vipera, lesta e furiosa, mentre attacca la sua preda.
    Era stato così per lui quando aveva incrociato Felio Sanada, Takeo Kikuta, Miranda e tutti coloro che fino ad allora erano sempre stati uno o forse due gradini sopra di lui. Per carità, nei suoi confronti erano sempre stati disponibili, non si erano mai mostrati presuntuosi, non direttamente almeno. Il fatto principale riguardava il loro modo di fare, quei piccoli gesti naturali o quella sicurezza che ostentavano con sorprendente naturalezza gli avevano sempre dato una strana sensazione che comunque non aveva mai assecondato, ma con il senno di poi finalmente era giunto alla conclusione che parallelamente alla sua sensazione di inettitudine, nei loro confronti aveva provato pura e semplice invidia. Un sentimento che in realtà non gli apparteneva e che di sicuro adesso avrebbe potuto fare a meno
    -Stai diventando prevedibile, lascia che sia io a mostrarti come si porta un attacco!-
    Un balzo di Shin contro la testa del drago e un calcione sul muso a seguire bastarono a mettere knockout la bestia che come la precedente dopo pochi secondi si dissolse.
    Ne restavano ancora cinque da affrontare. Il Kazama scartò di lato evitando ancora una volta l'attacco di Ira, la prima testa che aveva provato ad affrontarlo, ma nel farlo subì il colpo di coda della seconda bestia, finendo scaraventato diversi metri più in la sulla piattaforma. Sotto di essa la lava ribolliva di una luce intenza e al tempo stesso sinistra.
    Si rialzò recuperando il corpo senz'anima di Naibuka. I suoi occhi di ghiaccio saettarono sulla sua superficie, riflettendo uno sguardo diverso dal solito... Sembrava più sadico, quasi divertito da quello scontro...
    Gola e Lussuria erano i suoi avversari ora. Due facce della stessa medaglia dopotutto... Lo fissavano complici, come se entrambe avessero la stessa idea di chi avevano di fronte. Per loro Shin era sempre stato il giovane ufficiale ardimentoso e spesso fortunato, troppo fortunato.
    La sua proverbiale capacità di superare sfide giudicate difficili dai più gli aveva procurato fama e onori nel seireitei, ma la verità la conoscevano entrambe quelle due teste...
    L'attaccarono all'unisono, quasi a dimostrargli che per tutto il tempo anche lui aveva agito in quel modo, magari senza rendersene conto. Schivò le loro fauci e si preparò al contrattacco...Forte dei suoi trascorsi e della stima di molti era nata in lui la convinzione che nel bene o nel male se la sarebbe cavata in ogni missione, non preoccupandosi delle eventuali ferite che avrebbe riportato in ognuna di esse.
    Pensava solo alla propria soddisfazione personale, nel sentirsi appagato a scapito di tutte le persone che in silenzio si preoccupavano per lui. Forse anche per quel motivo aveva perso Kangae. Lei davvero non ne poteva più di ricucire tutte le sue ferite, anche se forse quella più grande risiedeva nel suo cuore. Un pugno ben assestato mandò la Lussuria a scontrarsi con la testa gemella. Shin era diventato un altro e forse loro non se ne erano rese conto. Adesso però era tutto diverso, non gli importava più del piacere personale, voleva fare qualcosa per sovvertire il destino delle povere anime bisognose d'aiuto e per farlo avrebbe sacrificato se stesso senza chiedere onori o piaceri in cambio...
    Eh già, il vecchio Kazama non esisteva più... Adesso era solo Shin il vizard...
    Entrambe le teste collassarono dopo qualche istante Il terzo avversario, il tre teste lo stava aspettando, negli occhi delle tre teste era riflessa l'immagine di un uomo ormai nel pieno della sua maturazione e questo non potè che mandale su tutte le furie...
    Ira Accidia e Avarizia si lanciarono in un furioso attacco combinato, Artigli zanne e coda squamosa si alternarono in un susseguirsi di colpi che il Kazama continuava ad evitare e parare indietreggiando sempre più.
    Loro si che continuavano a dargli filo da torcere. Erano nettamente più forti delle altre, forse perché riguardavano faccende non del tutto concluse con il suo passato e che forse un giorno sarebbero tornate a galla.
    Era arrabbiato, si arrabbiato con il mondo intero perchè Miranda gli era stata strappata via prima che potesse dirgli addio, prima che lei potesse vedere l'uomo che era diventato. Non ne aveva forse il diritto?
    Era stata lei in fondo a scoprire le sue potenzialità dopo averlo salvato. Sempre lei gli aveva mostrato il modo per superare i suoi limiti anche a costo di sacrificare tutto ciò in cui aveva sempre riposto fiducia.
    Aveva giurato vendetta all'Organizzazione e aveva deciso di intraprendere una lotta in solitaria per annientarla, ma adesso non era più solo. Shizuku e gli altri erano diventati per lui una famiglia, con i loro pregi e i loro difetti ma pur sempre una famiglia gestita da regole meno opprimenti di quelle assurde vigenti nella soul society.
    Fino a quando aveva indossato lo shihakusho, aveva sempre evitato di instaurare un rapporto profondo con qualcuno per paura di condividere i suoi dubbi e le sue angosce esistenziali. Nemmeno con Kangae si era mai aperto del tutto, avaro com'era di condividere con lei un segreto troppo grande da poter sopportare. Così aveva finito per chiudersi in se stesso, mostrando un volto che in realtà era solo una maschera, atta a celare i suoi veri sentimenti. Anche nello scontro con il capitano Sanada, prima di prendere la decisione che l'aveva portato dov'era la sua accidia aveva preso il sopravvento, andando a mascherare le sue reali intenzioni alla persona ce forse fra tutti l'aveva sempre incoraggiato. Era strano il destino a volte...
    Aveva passato il periodo della sua esistenza da shinigami con una "maschera" addosso per nascondere i suoi veri sentimenti, mentre adesso che aveva una maschera a tutti gli effetti, quei sentimenti erano ormai un lontano ricordo e mai si era sentito più vivo e più sicuro su chi fosse e su cosa volesse davvero...
    -Adesso mi sono rotto di giocare con voi! Andate all'inferno...Ah no, dimenticavo, ci siete già!-
    Le tre teste collassarono una dopo l'altra tra strazianti ruggiti, mente Shin determinato più che mai si apprestava a riprendere la salita che l'avrebbe portato dalla sua fedele compagna.

     
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    IRA



    AVARITIA



    Uno dopo l'altro i colossali dragoni cadono a terra, e scivolano dalla piattaforma.
    I corpi si dissolvono in scaglie di cenere e fiamme, mentre la forza che li animava scompare.
    Gridano la loro rabbia, il loro rancore, il loro disprezzo.
    E infine scompaiono nel nulla.
    Lasciandosi dietro solo l'eco della loro imponente presenza.
    E così rimani da solo...
    O almeno, tale ti piacerebbe rimanere.
    Perchè dopo poco non appena fai per riprendere a camminare, una voce si palesa.
    La solita maledettissima ed estremamente fastidiosa voce.
    Gracchiante e noiosa come solo lui sa essere.
    Ti appare alle spalle, fuoriuscendo da una nube nera come l'inchiostro.
    Le fiamme sull' elmo che scintillano.
    Eppure, sul suo volto di luce, nella tenebra c'è una espressione scocciata.
    Quasi come non fosse contento di vedere che hai superato la prova.
    Schiocca la lingua, mentre inizi a camminare.
    Lingua che tra l'altro non ha, o non sembra avere.
    Visto che il suo volto è completamente bidimensionale, quasi fosse disegnato.
    Gradino dopo gradino le sue parole ti strusciano addosso come un lascivo serpente.
    Nyah nyah nyah...
    Ma come siamo puri oggi.
    E io che pensavo che almeno a lussuria avresti fallito.
    Beh non possiamo avere tutto dalla vita.
    Cooooomunque

    E qui fa una pausa in po' più lunga e scompare.
    Per poi riapparire sdraiato sopra di te.
    Tra le mani quella che sembra essere una piccola consolle per giochi portatile.
    Sul "volto" da disprezzo si è disegnato solo fastidio.
    Suoni e voce sembrano fuoriuscire dal gioco che stà facendo.
    Voci femminili.
    Se non fosse il posto e il momento peggiore potresti quasi definirlo un...
    Simulatore di appuntamenti?
    Per essere il tuo hollow interiore questo tizio è incredibilmente privo di logica.
    Un secondo prima si diverte a fare l'istrione, e quello dopo è tutto svogliato.
    Quasi fosse un otaku della peggior specie.
    Si vabbè, che palle.
    A questo punto non è più divertente.
    Basta, ho deciso, niente più mitologia.
    Troppo profondo per un buzzurro come te.
    Sigfrido, Wagner, tutta roba sprecata, tanto non ci capiresti comunque un acca.
    Ma ne ho una migliore sai?
    Una prova perfetta per un animale come te che sa solo combattere.
    Secondo me ti piacerà...
    Ho solo un consiglio Master

    E in quel momento senti un brivido.
    Qualcosa di brutto stà per succedere.
    E non è solo il tuo sesto senso a dirtelo.
    Ma anche il suo sorriso sornione.
    In quell' istante, ti mostra lo schermo del gioco.
    E quello che vedi è solo una scritta rossa su fondo nero.
    BAD END.
    E sotto una scritta più piccola.
    Vuoi continuare?
    Prima che tu possa replicare l'armatura di fiamme inclina la testa e preme di sì.
    Attento a dove metti i piedi!
    Kuhkahkhakakakakakaa!

    E alla sua risata i piedi ti vengono a mancare.
    I gradini su cui ti trovi, e quelli davanti precipitano all'improvviso nel vuoto.
    E tu con loro.
    Verso il fondo che non riesci a vedere.
    L'unica cosa che balena per un istante davanti ai tuoi occhi è il suo volto.
    Il volto di Leecher.
    Che ride sguaiatamente e fischietta allegro.
    bene bene Master...Game Starto!
    Poi, il buio ti avvolge.
    E torni ad essere niente.

    [...]
    2diirnm



    Quando riapri gli occhi il sole filtra lentamente dalle finestre semiaperte.
    Lentamente ti muovi sul soffice materasso, coprendoti con le coperte.
    Si stà così bene, che vorresti quasi dormire ancora un po'.
    Perchè alzarti poi?
    Meglio restare sotto le coperte.
    Così calde, così accoglienti.
    Ohi Shin-kun...Shin-kun, alzati!
    Due mani forti ti scuotono, cercando di destarti dal sonno.
    Ma imperterrito ti avvolgi ancora nelle coperte, opponendo una debole scusa.
    Non ti vuoi alzare, e perchè dovresti?
    E' così che vuoi stare, anzi.
    E' così che dovresti rimanere, chiunque ti voglia far fare il contrario può morire.
    Ma è inutile.
    Alle tue suppliche, alle tue maledizioni, si sostituisce la voce.
    Che stavolta ti scuote ancora più forte.
    Mooooooou! Shin-kun! Per quanto ancora vuoi restare a poltrire?
    Farai tardi anche oggi!

    Fare tardi?
    Anche oggi?
    Ma che diavolo stà dicendo?
    L'unica cosa che devi e vuoi fare oggi è restare a letto e dormire.
    Ce ne vuole per recuperare le ore di sonno perse.
    Non è mica una vita facile la tua.
    E che diamine, chi diavolo pensa di essere questa persona.
    Se vuoi dormire, oggi dormirai!
    O almeno è il tuo proposito.
    Sino a quando le mani si stufano e ti lasciano andare.
    E' fatta pensi.
    Hai vinto ancora.
    E poi la coperta ti viene brutalmente di dosso costringendoti ad affrontare il freddo esterno.
    Colpito alla sprovvista, ti alzi a sedere sul materasso.
    Inferocito.
    Non puoi perdere un'altro giorno di scuola!
    Tieni ancora gli occhi chiusi qualche istante.
    Come se non volessi lasciar andare via il sonno.
    Soffochi una imprecazione.
    Sbadigli e poi ti giri.
    Dai, vieni giù, che la colazione ti aspetta.
    Ti giri a guardarla in faccia.
    E la mascella ti cade letteralmente.
    Gli occhi si spalancano per la sorpresa.
    Lei è lì, vestita di una familiare divisa scolastica.
    E ti sorride.
    La sorellona Liza, l'ha cucinata apposta per te!
    Attendi un secondo.
    Poi un'altro.
    E un'altro ancora.
    E poi esplodi.
    Non sai perchè, non sai per quale motivo.
    Ma inconsciamente esclami, con grandissima sorpresa.

    EeeeeeeeeeeeeeeeeeeeH???






    Rassegnato scendi al piano di sotto, mentre finisci di indossare la tua divisa.
    Sbadigli scendendo le scale, purtroppo Liza-nee san è così.
    Non sarà la tua vera sorella, ma oramai è così per elezione popolare.
    Quanti giorni per quanti anni sarà venuta a svegliarti e ti avrà preparato la colazione?
    C'è poco da fare, se non fosse per lei, staresti fresco.
    La tua guardiana d'altro canto non è certo un modello di virtù.
    Si può sapere cosa pensavano i tuoi genitori quando sono partiti per quel viaggio in Italia?
    Tutti uguali gli sportivi, sono andati a chissà quale convegno per kendoka e non sono più tornati.
    I bastardi, a vivere la bella vita mentre tu te ne stai qui a marcire.
    Vorresti andartene anche tu da questo dannato paese, dalle sue regole e dal suo maledetto sistema scolastico.
    Quello che ti obbliga ad alzarti tutte le mattine.
    O a farti andare lontano dal letto per la colazione, come testimonia il fischiettare allegro di Liza dalla cucina.
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    Passi dal salotto, e ti fermi, a contemplare la rovina umana distesa sul divano.
    Arrossisci mentre ti chini a raccogliere la coperta che è caduta.
    E' imbarazzante, ma come fa questa donna ad essere la tua tutrice, se non sa nemmeno comportarsi bene?
    Dorme scomposta, riversa sul divano, vestita solo di una maglietta, la biancheria in piena vista.
    Le forme abbondanti e il corpo sensuale alla vista di tutti.
    M-miranda Nee-san! C-copriti che cavolo! Sarò sotto la tua tutela ma sono p-pur sempre un uomo io!
    La bellissima donna si muove sul cuscino, facendo scivolare pericolosamente le mutande sulla stoffa, e schiude gli occhi verde smeraldo, sorridendo.
    Puzza di alcool, e la lattina vuota che ancora stringe in mano certo non aiuta a mostrare quanto responsabile sia questa donna.
    Mai seguito le regole, il suo modo di comportarsi sembra voler sfuggire dal senso comune.
    Già, lei e la sua incredibile insofferenza per le regole.
    Yaaaaaawn O-hayo! Shin-chan, come va stamattina?
    Abbassa la voce, la testa mi uccide, ho bevuto troppo ieri sera...

    Nel dire questo si passa una mano tra i capelli.
    E nel fare questo la sua già striminzita maglietta scivola verso il basso sempre di più, rivelando le spalle chiare e perfette...così parte delle sue dolci colline.
    Il rossore a questo punto arriva a livelli indicibili.
    Con stizza le tiri addosso la coperta.
    Imbarazzatissimo.
    Co-pri-ti! Dannazione!
    Mette il broncio, mentre si avvolge nella coperta e sale al piano di sopra.
    Sigh, Shin-chan è cresciuto...e dire che un tempo facevi anche il bagno con me...
    Vorrà mica dire che stò invecchiando? E poi...huh?
    Shin-chan, che c'è?
    Per caso ti è entrato qualcosa nell'occhio?

    Ti guarda, perplessa.
    E' vero, stai piangendo.
    Come se fossi sollevato, felice.
    Che strano, chissà perchè...
    Ad ogni modo la voce di Liza dalla cucina ti riscuote da quella strana sensazione.
    Oooohi Shin-kun, muoviti o farai tardi!
    A Miranda ci penso io! Lo giuro, se anche stavolta facciamo tardi per colpa sua non rispondo delle mie azioni!
    dai su, esci, esci!

    Dal piano di sopra giunge soffocata la risposta della tua tutrice.
    Attutita dalla porta.
    Ma subito suscita la divertente reazione della sua compagna di classe che a sua volta inizia ad imprecare.
    Già, quelle due sono come cane e gatto.
    Grandi amiche, nonostante tutto, ma lo sono sempre state.
    Con loro due in casa le risate sono sempre state garantite.
    Sospiri, prima di aprire la porta di casa.
    La borsa con i libri a tracolla, la camicia bianca e i pantaloni neri.
    E' veramente una bella giornata.
    Il giardino davanti casa è pieno di fiori.
    Ma il più bello tra essi, ti attende fuori dal cancello.
    O-hayou, Kazama-kun, che combinazione, esci anche tu a quest'ora?
    Pensavo te ne andassi via più tardi di solito.

    Hay, Hay Sadeki, la tua compagna di classe.
    Rimani perplesso per qualche istante.
    Vorresti dire qualcosa, ma non hai le energie per dire chissacchè.
    Hai solo una fugace visione di Liza che ridacchia divertita dalla finestra della cucina.
    La serpe, l'ha fatto apposta, affinchè vi poteste incontrare.
    La fanciulla dai corti capelli color petrolio lancia uno sguardo di tralice, con aria interrogativa.
    Che carina!
    A poco a poco senti il battito del tuo cuore aumentare.
    Che tu avessi una cotta per lei non è certo un segreto.
    Probabilmente gli unici che non se ne sono accorti siete voi due.
    Ah, la gioventù.
    Ad ogni modo Hay ti si rivolge inclinando la testa di lato e sorridendo.
    Beh? Non vieni? Se facciamo tardi chi lo sente il consiglio studentesco...
    E così vi incamminate lungo la strada che porta a scuola.
    Quel lungo viale alberato circondato da ciliegi in fiori.
    Lungo la salita, che conduce a quei cancelli.
    Kokoronaka Gakuen.
    Fianco a fianco.
    Le mani si sfiorano, e tutti e due arrossite.
    Attorno a voi sfilano allo stesso modo decine di studenti in uniforme.
    Delle medie, del liceo, dell' università.
    Volti più o meno familiari.
    Chi più chi meno.
    E per un attimo guardi il cielo.
    Le nuvole sono bianche, in netto contrasto con il cielo azzurro.
    E il sole nero come la pece risplende in cielo.
    ...
    Un secondo, sole nero?
    Ah già, in effetti.
    A pensarci bene, quando ci rifletti, il sole è sempre stato nero.
    In tutti i tuoi ricordi, della tua vita scolastica e dell' infanzia, il sole è sempre stato nero.
    Persino se lo chiedi ad Hay, lei stessa risponde, con aria meravigliata.
    Come? Certo che fai delle domande strane, Kazama-kun.
    Certo che il sole è sempre stato nero, lo puoi vedere anche tu no?
    mah, a volte mi chiedo che cosa ti frulli per la testa.

    E sorride.
    Beh, se lo dice Hay deve essere vero.
    Non ci sono dubbi.
    Così proseguite, e poco prima di arrivare, venite raggiunti da Liza e Miranda.
    E con loro da una terza persona.
    Shin-kuuuuun! Aspetta! Moooou!
    Ti giri, e Hay è la prima ad inchinarsi in segno di cortesia.
    Oh? Miranda-san, liza-san, Sanada-sempai, buon giorno
    Tutti e tre.
    Felio Sanada, Capitano del club di Kendo, e probabile centro del triangolo tra Liza e Miranda.
    Praticamente il tuo idolo.
    Affascinante, colto, dal grande successo con le ragazze.
    E poi, non da meno, il tuo Capitano.
    D'altronde sei o non sei il vice capitano del club di Kendo?
    Siete decisamente una bella coppia.
    Vi rispettate a vicenda, e andate perfettamente d'accordo.
    E' una voce, anche piuttosto fondata però.
    Che l'hanno prossimo, al suo ritiro, scegliera te come capitano.
    Kazama-kun, buon giorno, ti vedo piuttosto mattiniero eh?
    Saluta leggermente imbarazzato, con le due fanciulle che lo strattonano da un lato e dall' altro.
    Ti saluterei anche più cortesemente, ma come puoi vedere ho entrambe le braccia occupate.
    Adiamo ragazze, per favore!

    E a quel punto iniziate tutti quanti a ridere.
    Come una unica grande famiglia.
    Già, in fondo è questo quello che siete.
    Una sola, grande famiglia.
    Ti senti così felice...
    Vorresti che questa situazione durasse per sempre.
    Eh già.
    Questo è proprio un momento magico.
    Infine arrivate ai cancelli.
    E mentre tutti entrano tu aspetti un istante.
    Perchè c'è una sagoma che hai riconosciuto.
    E come confondere quei capelli biondi e quel fiocco?
    Inciti gli altri ad andare avanti, mentre ti muovi verso un angolo del cortile.
    Sotto un albero.
    La camicia bianca e la gonna che ondeggiano nel vento, circondata dai petali di ciliegio c'è lei.
    Ti guarda con occhi color oro,determinata.
    E mormora, a mezza voce.
    29ogz0i)
    Ohi, ce ne hai messo di tempo per arrivare eh?
    Shizuku Omaeda, nota teppista e capo di una gang.
    Famosa per non guardare in faccia nessuno.
    Famosa anche per non avere pietà di nessuno.
    La lista di coloro che ha picchiato è pressochè infinita.
    E allora, tu sarai il prossimo?
    Deglutisci preoccupato quando la vedi avvicinarsi.
    Fa un passo.
    Poi un'alto.
    E quando è a pochi centimetri da te, improvvisamente...
    Esplode.
    Diventa rossa come un peperone e ti schiaffa una lettera in grembo.
    Balbetta, imbarazzata e dice.
    T-tieni! N- non leggerla! N-non farti strane idee! Io...I-io...Kyaaaaaaaaah!
    E con un urlo disperato fugge via in una nube di petali di ciliegio, lasciandoti incredibilmente interdetto.
    Con aria perplessa osservi la lettera.
    Il destinatario è scritto con una calligrafia decisamente femminile e aggraziata.
    Per Kazama-sempai.
    Incredibile.
    E sotto di essa a chiudere la busta c'è un adesivo rosa a forma di...cuore?
    No, non è possibile.
    Non è possibile.
    Non può essere veramente una..
    Improvvisamente la campanella ti riscuote dalla tua concentrazione.
    Imprecando silenziosamente corri verso la scarpiera ed entri nell' edificio.
    Ti cambi le scarpe, con rapidità e poi inizi a salire le scale.
    E' tardi.
    E' tardi.
    Non puoi fare di nuovo tardi.
    Attraversi come un fulmine il corridoio su cui si affacciano le aule dei tuoi sempai.
    E' qui che Felio, Liza e Miranda studiano.
    E poco dopo arrivi finalmente alla porta della tua classe, a metà del secondo piano.
    Con velocità spalanchi la porta e noti come tutti i tuoi compagni si siano seduti, attendendo l' inizio della lezione.
    Del sensei, nessuna traccia.
    E' fatta!
    Sei salvo.
    Anche stavolta l'hai fatta franca!
    ...
    O no.
    Ma bene Kazama...ma bene, è un piacere vedere che sei sempre puntuale...
    A quanto pare da Miranda qualcosa hai imparato, peccato che sia solo la parte peggiore.
    Riuscirai mai a prendere sul serio questa scuola?

    Con voce gelida Takao-sensei ti parla alle spalle.
    La sua è quasi un'aura omicida.
    Ti tira uno scappellotto violentissimo e ti fa cenno di andare al tuo posto.
    Sigh, ma basta perdere tempo, ragazzi oggi ho un annuncio da farvi.
    Abbiamo una nuova studentessa che si trasferirà da noi a partire da oggi.

    In un attimo il chiacchiericcio si sparge come un incendio.
    Una studentessa che si trasferisce qui?
    In questo periodo dell' anno?
    Sarà carina?
    Che persona sarà?
    Sarà simpatica?
    Le sue misure?
    Domande varie, ansia e anticipazione si spargono per la classe come le onde dopo che un sasso è finito in acqua.
    Allora scalmanati che non siete altro, fate silenzio!
    Nuova arrivata, puoi entrare.

    E in quel momento la classe si gela.
    Quando lei entra in classe.
    n6crgh
    Lo sguardo freddo e altero di una regina.
    I lunghi capelli neri che ondeggiano nel vento.
    Gli occhi castano chiaro, ma tanto chiaro da sembrare ottone fuso.
    Il portamento regale, pare proprio una principessa delle favole.
    Nobile, oltre ogni dire.
    E cammina con fare dignitoso attraverso la classe.
    Diretta verso uno dei posti liberi.
    Ignora tutti.
    Il suo sguardo pare nemmeno notarli.
    Hay cerca il tuo sguardo per una opinione.
    Ma rimane interdetta nel notare che non la degni neppure di uno sguardo.
    I tuoi occhi sono fissi in quelli di lei.
    Lei stà guardando.
    E stà guardando proprio te.
    Puoi sentire il tuo battito che aumenta.
    Lei è Naibuka Hitorikami, siate amichevoli con lei.
    Puoi anche metterti a sedere eh...

    Takao sensei non pare neppure troppo scocciato nel vedere che la nuova arrivata lo ignora platealmente.
    Ma a te non importa.
    La vedi avvicinarsi ad ogni passo.
    E ad ogni passo il tuo cuore batte più forte.
    Sempre più forte.
    Pare quasi che voglia uscirti dal petto.
    Possibile che...
    No, perchè dovrebbe guardare te?
    Tu che sei così normale.
    Così...privo di qualcosa di unico.
    Privo di qualcosa che ti renda speciale.
    E abbassi lo sguardo quando si siede accanto a te.
    Cercando di ignorare il martellare del tuo cuore.
    Cercando di fermare il dolore che hai nel petto.
    E così la lezione va avanti.
    Ma le parole di Takao-sensei non arrivano alle tue orecchie.
    Le sue spiegazioni non vengono udite.
    Poichè tutto ciò che senti è il battito ritmico dentro di te.
    Disperatamente cerchi di pensare ad altro.
    E il tuo sguardo si posa sul sole nero lì nel cielo.
    Sei a fissarlo.
    Indubbiamente è strano.
    Ma perchè?
    Perchè questa strana sensazione?
    In tutti i tuoi ricordi il sole è nero.
    In ogni momento della tua vita, quel sole nero era lassù.
    Eppure perchè ti sembra così fuori posto?
    Sei assorto nella sua contemplazione quando un rumore attira la tua attenzione.
    Si tratta di una gomma da cancellare a terra, vicino ai tuoi piedi.
    E' la gomma di Hitorikami-san, deve esserle caduta.
    Ti chini a raccoglierla e la sollevi, ed è lì che te ne accorgi.
    Dentro di essa, infilata all'interno c'è un foglietto.
    Un piccolo pezzo di carta spiegazzato.
    Su cui è scritta solo una semplice e lapidaria frase.

    Shin Kazama, di che colore pensi che sia il sole?






    CITAZIONE
    E così il tuo test Bankai continua.
    Certamente non come te l'immaginavi, ma non di meno, sempre più difficile.
    A quanto pare Leecher si è stufato di assistere alla tua prodezza marziale.
    O forse non lo ha soddisfatto.
    Ad ogni modo ti ha fatto precipitare nel vuoto, incontro a morte certa...
    O forse no?

    Quando hai riaperto gli occhi sei diventato un'altro Shin Kazama.
    Uno Shin in un mondo in pace.
    Uno Shin Kazama in un mondo ideale, senza alcun ricordo della tua vita da shinigami.
    Anzi, per te quelle cose non sono mai accadute.
    I tuoi ricordi, le tue esperienze, il tuo corpo...
    Niente sembra sia mai successo, nè hai memoria di esso.
    Anzi, non è mai accaduto!
    E tu, non hai modo di saperlo.
    Per te questa è la tua vita...
    Un mondo ideale, senza dolore o sofferenza.
    Solo la spensierata vita di uno studente liceale.
    Eppure...
    Eppure qualcosa non torna.
    Il sole nero, le lacrime senza motivo, la misteriosa studentessa trasferitasi...
    E quella domanda.
    Una domanda che richiede una risposta altrettanto concisa.

    QM Point

    La sfida più difficile inizia ora.
    Si tratta di una parte del test, che forse è la più difficile in assoluto.
    Dovrai descrivere la giornata dal punto di vista di questo Shin Kazama, facendo però attenzione al fatto, che questi non è lo Shin che hai gestito finora.
    Lui ha fatto esperienze diverse, ha vissuto un'altra vita, è tutto UN'ALTRO PG.
    Eppure ci sono molte storture in questo mondo, non sai perchè, ma ti suonano strane.
    Si tratta di una dura sfida GDRristica, ma penso potrai superarla.
    Ferma la tua descrizione, al momento in cui scrivi la risposta sul foglietto, e lo passi a Hitorikami-san.

    Buona fortuna!
    (E tu che pensavi che affrontare nemici fosse la parte più difficile...
    Prova ad essere parte di una romantica commedia scolastica.)
     
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  4. Danteh ™
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    School days

    -Nyah nyah nyah...
    Ma come siamo puri oggi.
    E io che pensavo che almeno a lussuria avresti fallito.
    Beh non possiamo avere tutto dalla vita.
    Cooooomunque-

    Dannato Leecher... Cos'altro voleva adesso? Quella sottospecie di giullare era sempre tra i piedi... Beh come poteva essere altrimenti se in realtà era parte del suo essere?
    Due parti così diverse eppure unite da qualcosa che andava oltre ogni logica. Come due facce di una stessa medaglia.
    Sbuffò rassegnato... Non aveva tempo per i giochetti di quel folle, doveva raggiungere la cima al più presto.
    Nel frattempo accortosi del disinteresse del giovane, Leecher scomparve per poi riapparire sopra di lui intento a giocare con una console portatile.
    Ma diamine, cosa accidenti c'era che non andava in quell'essere? Era privo di ogni logica e per giunta era capace di far saltare i nervi a chiunque con quella sua ostentata irriverenza . Shin però non poteva di certo badare a lui e continuò ad ignorarlo, finchè...
    -Si vabbè, che palle.
    A questo punto non è più divertente.
    Basta, ho deciso, niente più mitologia.
    Troppo profondo per un buzzurro come te.
    Sigfrido, Wagner, tutta roba sprecata, tanto non ci capiresti comunque un acca.-

    -Fottiti bastardo...-
    Shin mugugnò in riferimento a quanto detto da quel pagliaccio in armatura.
    Quanto lo detestava. Poteva pensare quel che voleva, ma non gli importava un accidenti di mitologia norrena o "boiate" simili. Lui era li per altri motivi e di certo la sua preoccupazione principale era trarre in salvo la sua compagna, a qualunque costo... In fondo, era questo quello che li rendeva diversi e sempre questo che l'aveva reso il guerriero che era, temprandolo nel corso del tempo
    -Ma ne ho una migliore sai?
    Una prova perfetta per un animale come te che sa solo combattere.
    Secondo me ti piacerà...
    Ho solo un consiglio Master-

    Eccola. Di nuovo quella sensazione spiacevole che accompagnava l'istante precedente a qualche situazione creata ad arte per metterlo in difficoltà. Non c'era verso di cambiare la sua sorte, Shin Kazama seppur con nuovi poteri e nuove convinzioni restava e sarebbe sempre rimasto il classico esempio di come fare per attirarsi addosso tutte le sciagure esistenti al mondo. Probabilmente era scritto nel suo dna...
    Se poi a condire il tutto ci si metteva anche quel saltimbanco da strapazzo e la sua faccia da idiota patentato i problemi sembravano crescere esponenzialmente. Mentre continuava la sua corsa volente o nolente Shin lesse ciò che per qualche istante Leecher gli fece leggere sullo schermo illuminato della console, "BAD END". A quanto pareva però la scelta se continuare o meno il gioco non dipendeva certo da una risposta di Shin che mai sarebbe arrivata
    -Attento a dove metti i piedi!
    Kuhkahkhakakakakakaa!-

    Il pagliaccio pigiò il tasto di conferma, godendosi tra le risa sguaiate l'improvvisa caduta del suo ospite in quel meschino gioco architettato per metterlo ancora una volta alla prova
    -Ghaaaaaah-
    Non si rese nemmeno conto di quanto fosse profondo quel precipizio. Ma che importava? Non aveva alcun senso domandarselo, come non aveva senso quella situazione... Era tutto così illogico, il buio totale lo inghiottì in poco tempo e così a poco a poco anche corpo e mente furono inghiottiti dal nulla... Solo una voce riecheggiava beffarda nel limbo in cui era precipitato suo malgrado
    -bene bene Master...Game Starto!-
    [...]
    Una luce abbagliante, così forte da sembrare innaturale filtrava dai vetri della finestra di fianco al letto.
    Il calore irradiato poi rendeva quel momento talmente piacevole che interromperlo sarebbe stato senza alcun dubbio un delitto...Quindi, a chi importava del resto? Aveva tutto ciò di cui in quel momento sentiva il bisogno...
    Il caldo abbraccio delle coperte era forse la cosa più rilassante che conosceva eppure il sentore che quel momento di pura estasi dei sensi stesse per essere rovinato fece capolino nella sua mente
    -Ohi Shin-kun...Shin-kun, alzati!-
    No. Non era una vocina della sua mente, ma "solo" un fastidioso ronzio proveniente da un punto imprecisato della sua camera.
    Quel ronzio però non ne voleva sapere di cessare e anzi, in seguito ai rifiuti di Shin di abbandonare quel caldo giaciglio, alle vane parole si aggiunsero un paio di braccia che per quanto esili potessero essere cominciarono a scuoterlo con un tale vigore da non riuscire ad ignorarle
    Mooooooou! Shin-kun! Per quanto ancora vuoi restare a poltrire?
    Farai tardi anche oggi!

    *Lasciami dormire! non ho voglia di alzarmi... Figuriamoci di andare a scuola! umpfh*
    Cacciò nuovamente la testa sotto le coperte, sbuffando contro il morbido cuscino che ovattò gran parte del suo breve monologo
    -Non puoi perdere un'altro giorno di scuola!-
    Dannazione. Sembrava quasi fosse la materializzazione fisica della sua coscienza. Ma accidenti perchè non aveva usato i tappi per le orecchie?... Ah si, adesso ricordava, l'ultima volta che l'aveva fatto era finito in ospedale dove poi fortunatamente erano riusciti ad asportarglieli dai padiglioni auricolari senza conseguenze... Strizzò gli occhi sbuffando ancora, poi si rannicchiò tutto prima di sbadigliare in preda agli strascichi di quella sonnolenza che via via lo stava, malgrado i suoi tentativi di resistenza, abbandonando...
    -Dai, vieni giù, che la colazione ti aspetta.-
    Finalmente gli occhi di un azzurro intenso gli si aprirono e il suo sguardo, dapprima appannato, ben presto mise a fuoco colei che amorevolmente e in maniera esasperata aveva cercato di prepararlo per affrontare un'altra giornata, l'ennesima di una blanda vita da studente nel liceo del suo distretto.
    -La sorellona Liza, l'ha cucinata apposta per te!-
    Non appena messa a fuoco la sagoma femminile in piedi accanto a lui, Shin non poté far altro che esclamare sorpreso, anche se in realtà nemmeno lui sapeva per quale motivo la vista della nee san sembrava essergli così strana, inusuale, bizzarra
    -EeeeeeeeeeeeeeeeeeeeH???-
    Ogni giorno la stessa solfa. Non era nemmeno la sua vera sorella! Per quale motivo si disturbava tanto? Ah si, la scuola. E ancora, i suoi genitori. Quei degenerati avevano colto al volo l'occasione di fare un viaggio in Italia con la scusa di frequentare un convegno per kendoka. Essere degli sportivi a quanto pare pagava in qualche modo, d'altronde era pur sempre un viaggio ... Diamine! per quale motivo non avevano portato anche lui? Ah già...sempre la scuola. Quella dannatissima struttura dove ogni santo giorno si dirigeva per dare una parvenza di normalità alla sua piatta vita da studente...
    Liza si era offerta volontaria più volte di preparargli la colazione o fargli da sveglia all'occorrenza, ma quello che Shin continuava a domandarsi era come quella ragazza fosse entrata nell'ambito familiare senza avere effettivi rapporti di parentela con chiunque tra loro.
    Si trascinò lungo il corridoio che separava la sua stanza dal bagno. Arrivato davanti allo specchio lentamente il suo sguardo raggiunse l'altezza giusta per vedere il riflesso del proprio volto.
    Depressione totale. Forse un cadavere in quel momento sarebbe sembrato più vivo. Un paio di volte Shin cercò di migliorare la situazione, lavandosi abbondantemente la faccia con dell'acqua fredda. Parve funzionare, ma la sua espressione non mutò granché... Per quella sarebbe servito altro.
    Indossò la sua divisa scolastica e scese al piano di sotto. Ogni suo passo veniva appesantito dal suo modo di ciondolare lungo il percorso, come se si portasse dietro un macigno. Fu solo quando attraversò il salotto che Shin prese vigore, spinto più che altro dall'improvviso imbarazzo che la sua tutrice gli stava provocando. Miranda giaceva distesa in modo sguaiato e tipicamente maschile sul divano, stravaccata con le gambe e le braccia divaricate una lattina di birra in mano -probabilmente vuota- e la sua biancheria stiminzita in bella vista come se in casa non ci fossero altri cui dover dare conto. Ma che razza di tutrice poteva essere una che quasi ogni sera passava ore davanti la tv a guardare gli incontri di lotta con una birra in mano e un comportamento talmente rozzo da intimorire persino il camionista più agguerrito?
    -M-miranda Nee-san! C-copriti che cavolo! Sarò sotto la tua tutela ma sono p-pur sempre un uomo io!-
    Certo che aveva un corpo invidiabile quella ragazza, I suoi occhi color smeraldo risaltavano la bellezza dei suoi lineamenti, femminili nonostante il comportamento da bifolco e le sue curve erano sensazionali in ogni punto, persino nelle zone in cui il vedo-non vedo creato dall' intimo striminzito la faceva da padrone. I suoi compagni di classe avrebbero fatto a pugni fra loro pur di trovarsi nella sua stessa situazione e lui cosa faceva? Si preoccupava di fare il moralista. Che idiota! Già un perfetto idiota seguito da una tutrice completamente inaffidabile... Che coppia!
    Come avevano potuto i suoi genitori affidarlo ad una persona così irresponsabile da non essere in grado di mantenere un contegno neppure per se stessa?
    -Yaaaaaawn O-hayo! Shin-chan, come va stamattina?
    Abbassa la voce, la testa mi uccide, ho bevuto troppo ieri sera...-

    Senza alcun ritegno, Miranda si mosse, stiracchiandosi ancora sul divano e mostrando ancor di più quelle zone che fin da subito avevano messo in allarme gli ormoni già impazziti del povero Shin. Questo era davvero troppo, anche per lui. Raccolse la coperta che nel frattempo era finita per terra e gliela lanciò addosso completamente rosso in viso
    -Co-pri-ti! Dannazione!-
    Seccata e maliziosa fu la replica della giovane che dal canto suo aveva quasi del tutto smaltito la sbronza del giorno prima e fissava il suo protetto con l'aria di chi la sa lunga
    -Sigh, Shin-chan è cresciuto...e dire che un tempo facevi anche il bagno con me...
    Vorrà mica dire che sto invecchiando? E poi...huh?
    Shin-chan, che c'è?
    Per caso ti è entrato qualcosa nell'occhio?-

    -Uh?-
    Accidenti se stava piangendo!
    Ma per quale motivo? Perchè fissare Miranda gli faceva quell'effetto? Guardarla, averla li davanti a se bastava per riempirgli il cuore di una gioia immensa e nello stesso tempo di una velata tristezza. Più che altro però era gioia, gioia allo stato puro.
    Che sensazione strana... Quello stato emotivo fuso nell'essenza di quelle lacrime cui egli stesso non riusciva a dare una spiegazione logica.
    Durò qualche istante, poi però la voce della nee san lo colse alla sprovvista, interrompendo il contatto con quelle sensazioni
    -Oooohi Shin-kun, muoviti o farai tardi!
    A Miranda ci penso io! Lo giuro, se anche stavolta facciamo tardi per colpa sua non rispondo delle mie azioni!
    dai su, esci, esci!-

    Miranda rispose a tono, mentre nel frattempo si era già dileguata in bagno per rimettersi in sesto. La sua sequela di insulti non era stata per nulla chiara, ma la reazione di Liza a quei brontolii attutiti dalla porta del bagno e probabilmente dalla bocca impastata di dentifricio erano sempre stati, almeno a suo dire, inequivocabili...
    Quelle due erano sempre li a litigare, come se si contendessero ogni cosa, discussione, persona o cosa che fosse. Meglio non intromettersi, quelle due erano davvero capaci di tutto, compreso lo stravolgere la vita delle persone... Però una cosa era da dire. Con loro due in casa non ci si annoiava mai e le risate erano sempre assicurate, il mix perfetto per rendere la sua monotona vita un po' più colorata e divertente.
    Finalmente era pronto per uscire. La divisa scolastica profumava come sempre, Liza nee chan non aveva dimenticato nulla a quanto pareva...
    Shin sospirò, mise la borsa a tracolla e finalmente uscì di casa.
    Il profumo dei fiori del giardino antistante ogni giorno inebriava piacevolmente i suoi sensi. Inspirò a fondo e con gli occhi chiusi per non lasciar andare subito quella piacevole sensazione e non appena li riaprì lei era li, appena fuori dal cancelletto che lo separava dalla strada.
    Tra tutti i fiori del giardino, nessuno per Shin poteva eguagliare quella bellezza che solo un fiore puro come Hay chan sapeva trasmettere.
    -O-hayou, Kazama-kun, che combinazione, esci anche tu a quest'ora?
    Pensavo te ne andassi via più tardi di solito.-

    Era stata Liza, su questo non c'era alcun dubbio. Era quasi sicuro che in quel momento fosse dietro la finestra a spiarli.
    Dannata! Aveva fatto di tutto per farli incontrare.
    Beh, non che la cosa gli dispiacesse però...Shin non sapeva cosa rispondere, preso in contro tempo su tutti i fronti così si limitò a sorridere ed arrossire mentre il suo cuore cominciò a battere forte in petto. Era sempre così quando si trovava in compagnia di Hay.
    -Beh? Non vieni? Se facciamo tardi chi lo sente il consiglio studentesco...-
    Già il consiglio. Sarebbe stato meglio sbrigarsi, un'altra ramanzina per il ritardo di certo non era una cosa piacevole nemmeno per uno che come lui era recidivo in tal senso.
    Camminarono l'uno al fianco dell'altra, gli sguardi bassi e imbarazzati, senza proferire alcuna parola.
    Gli alberi di ciliegio in fiore poi non facevano altro che condire quell'atmosfera con una dose di romanticismo non voluto che pareva inibire entrambi e quando durante il tragitto le loro mani si sfiorarono sia Shin che Hay arrossirono violentemente.
    Quanto era bella però Hay sadeki!
    Shin non sapeva davvero come definire quel che provava ogni volta che era con lei.
    Poco a poco il viale principale si riemì di studenti di tutte le età, volti più o meno conosciuti a Shin che come lui si stavano avvicinando ai cancelli dell'istituto Kokoronaka Gakuen. Sollevò lo sguardo al cielo.
    Era davvero una magnifica giornata, le nuvole in cielo sembravano davvero soffici, perse in un azzurro vivace e illuminate da un sole nero come la pece...
    Un sole nero...
    Si soffermò un attimo, come colto da un fugace dubbio
    -Hay... Hay chan. È sempre stato nero?...Il sole intendo.-
    Ma che domande faceva? era chiaro che lo era sempre stato! I suoi ricordi ne erano la prova eppure provava un certo disagio nonostante conoscesse la realtà dei fatti
    -Come? Certo che fai delle domande strane, Kazama-kun.
    Certo che il sole è sempre stato nero, lo puoi vedere anche tu no?
    mah, a volte mi chiedo che cosa ti frulli per la testa.-

    Già, a volte se lo chiedeva anche lui. Ma in qualche modo sentiva dentro di se qualcosa di indefinito che si agitava. Però se Hay chan era sicura di quell'affermazione, lui che motivo aveva per dubitare delle parole di quella fanciulla?
    Sorrise cordialmente divertita a Shin che ricambiò in un attimo. I suoi dubbi svanirono all'istante, rimpiazzati dalla vista di quel viso sorridente e disarmante.
    -Shin-kuuuuun! Aspetta! Moooou!-
    Liza li aveva raggiunti e assieme a lei c'erano Miranda e un giovane che Shin riconobbe immediatamente...

    -Oh? Miranda-san, Liza-san, Sanada-sempai, buon giorno-
    Sanada sempai. Il ragazzo conteso. Quelle due gli giravano sempre intorno, d'altronde non erano le prime e nemmeno le ultime della sfilza di ragazze che ogni giorno assediavano letteralmente il capitano...
    Già, perchè se per loro era il più brillante ed affascinante studente dell'istituto per lui non solo era il suo capitano al club di kendo, ma praticamente il suo idolo da quando ne aveva memoria.
    -Kazama-kun, buon giorno, ti vedo piuttosto mattiniero eh?-
    Shin guardò truce in direzione di Liza, mentre lei noncurante continuava assieme a Miranda nello strattonare il sempai da una parte all'altra, come se fosse il loro giocattolo personale. Di certo per questo non lo invidiava, non era da lui avere a che fare con così tanta popolarità da essere addirittura conteso oltre per il fatto che, soprattutto Liza e Miranda, le aveva sempre in casa. Però la voce che negli ultimi tempi era circolata velocemente per i corridoi dell'istituto aveva svelato che con tutta probabilità il sempai avrebbe scelto lui come suo successore al comando del club.
    La cosa in effetti lo lusingava tantissimo, d'altronde doveva essere il naturale corso degli eventi visto che ricopriva già la carica di vice, ma sarebbe stato in grado di reggere il confronto con la gestione portata avanti fino ad allora da colui che Shin stesso reputava irraggiungibile?
    -Ti saluterei anche più cortesemente, ma come puoi vedere ho entrambe le braccia occupate.
    Adiamo ragazze, per favore-!

    Shin rise di gusto e con lui anche gli altri in quel momento si accodarono.
    Che splendida sensazione trasmettevano, si sentiva davvero felice in mezzo a quella che poteva definire una famiglia, certo un po' allargata ma per lui era pur sempre una gran bella famiglia...
    Ripresero a camminare e finalmente giunsero all'ingresso. Tutti più o meno intenti ai fatti loro, uno ad uno entrarono Mentre Shin rallentò per poi fermarsi poco dopo restando indietro.
    Hay lo incalzò, l'unica fra tutti ad accorgersi che Shin si era fermato
    -Shin kun, cos'hai? Non vieni?-
    -Tranquilla Hay chan, va avanti io vi raggiungo subito...-
    La ragazza lo guardò perplessa poi però sotto lo sguardo rassicurante del giovane si decise a rientrare lasciando Shin sull'ingresso.
    Non era solo però, qualcosa l'aveva trattenuto anzi a dire la verità qualcuno, una giovane ragazza a dire il vero.
    Lei era li, poco più distante seminascosta all'ombra degli alberi circostanti, la camicetta bianca che ne avvolgeva il corpo minuto ma ben proporzionato la gonna che svolazzava alla leggera brezza accompagnata da alcuni petali di ciliegio.
    -Ohi, ce ne hai messo di tempo per arrivare eh?-
    Shizuku Omaeda. Shin deglutì. Cosa voleva da lui? Se c'era una persona che in quell'istituto poteva destare la sua preoccupazione era proprio quella ragazza.
    Una teppista a tutti gli effetti, a capo della gang di bulli della scuola.
    Da quante ne aveva sentite sul suo conto, doveva essere una tipa davvero pericolosa dato che quasi ogni giorno qualcuno per un motivo o per un altro finiva in infermeria a causa sua. Beh se stava cercando una rissa non gli avrebbe dato quella soddisfazione, non era tipo da mettersi in mostra davanti a tutta la scuola solo per accrescere il suo ego...Non era in altre parole una cosa per Shin Kazama. Lui avrebbe piuttosto cercato una soluzione alternativa, pacifica a dirla tutta... Combattere per il giovane dagli occhi azzurro ghiaccio era l'ultima delle soluzioni, mai la migliore.
    Shizuku gli si avvicinò con fare deciso, mentre Shin si irrigidì un po', inconsapevole delle intenzioni della ragazza.
    Si fermò a brevissima distanza da lui, mentre i suoi occhi che adesso Shin notava per la prima volta essere di un insolito color oro, lo fissavano contornati da un acceso rossore in viso
    -T-tieni! N- non leggerla! N-non farti strane idee! Io...I-io...Kyaaaaaaaaah!-
    Prima che potesse replicare qualcosa, la ragazza scappò a gambe levate lasciandolo interdetto.
    -Una l-letteraaaaa?-
    La calligrafia ben curata e tipicamente femminile, quell'adesivo a forma di cuore usato per sigillarla e poi l'inequivocabile nome del destinatario fecero montare in lui il sospetto fondato che quella fosse una lettera d'amore...
    -Gaaaaah! Ma-ma cosa accidenti ha quella tizia che non va? Doushiteeee?
    Tutto avrebbe potuto immaginare meno che la teppista della scuola avesse un debole per lui. E adesso? Nessuno doveva saperlo, soprattutto le persone a lui più vicine... Il solo pensiero che Liza e gli altri potessero scoprire quella notizia lo fece rabbrividire
    *Maaaaaasakaaaaa!
    Liza e Miranda non devono scoprirlo altrimenti per me sarà la fine di una vita tranquilla...E non deve saperlo neppure Hay chan... anche se non so per quale motivo...*

    Fortunatamente la campanella di inizio delle lezioni suonò, il che voleva anche dire che per l'ennesima volta Shin Kazama era in ritardo.
    Entrò in fretta e furia nell'edificio. Perse qualche istante per cambiarsi le scarpe e riporre furtivamente quella lettera in fondo alla sua tracolla, lontana da sguardi indiscreti per poi dirigersi rapidamente verso la sua classe. Passò di gran fretta davanti le classi di Miranda e del sempai Sanada.
    Perchè la sua classe non era al primo piano? Si chiese mentre col fiatone e finalemente giunto davanti alla sua aula spalancò con forza la porta.
    Tutti si voltarono a guardarlo, seduti e in attesa di cominciare la lezione...
    Beh a quanto pareva, il sensei non era ancora arrivato
    -Fiuuuu!... Sono sal...-
    Ma bene Kazama...ma bene, è un piacere vedere che sei sempre puntuale...
    A quanto pare da Miranda qualcosa hai imparato, peccato che sia solo la parte peggiore.
    Riuscirai mai a prendere sul serio questa scuola?

    Ancor prima di rendersi conto che il sensei era esattamente alle sue spalle, La sua aura omicida lo avvolse, facendogli provare la stessa sensazione di un topo in un angolo braccato da un gatto.
    Il violento colpo di mano si abbattè sul capo di Shin, che frastornato si diresse al suo posto massaggiandosi con vigore la testa
    -Sigh, ma basta perdere tempo, ragazzi oggi ho un annuncio da farvi.
    Abbiamo una nuova studentessa che si trasferirà da noi a partire da oggi.-

    Il brusio generale fu accompagnato da una interminabile sequenza di domande banali tra i suoi compagni di classe. In quelle occasioni e soprattutto se si trattava di nuove ragazze esse diventavano la prassi e così tra le varie ipotesi su che colore fossero i suoi capelli, se fosse carina, se portasse o no biancheria intima colorata o il colore dei suoi occhi anche Shin cominciò a fantasticare sul suo aspetto e su che tipo di persona fosse, ma la voce del sensei stroncò ogni altra possibile ipotesi fantasiosa
    Allora scalmanati che non siete altro, fate silenzio!
    Nuova arrivata, puoi entrare.

    Il silenzio calò all'istante.
    Lei entrò austera, come se fosse di provenienza regale. I suoi lunghi e lucenti capelli corvini ondeggiavano sinuosi alle sue spalle, mentre il suo sguardo freddo sembrava essere estraneo a quella realtà, come perso nel vuoto eppure...
    Gli sguardi di tutti erano fissi su di lei, che nel frattempo aveva preso a camminare lungo le file di banchi per raggiungere uno dei posti vacanti.
    Anche lo sguardo di Shin era rivolto a lei, ai suoi occhi. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso e la cosa più strana era che sorprendentemente lei sembrava ricambiare il suo sguardo. Senza rendersene conto, Shin si era completamente estraniato dal resto della classe, ignorando tutto e tutti.
    Il suo cuore prese a battere violentemente, ma perchè?
    Era una situazione differente da quella accaduta quella stessa mattina con Hay eppure il suo cuore non voleva saperne di fermarsi. Non lo poteva di certo imbrigliare e allora quel battito impazzito continuò imperterrito a martellargli il petto mentre, ignorato dalla diretta interessata, il sensei cercava di presentare la nuova arrivata alla classe
    Lei è Naibuka Hitorikami, siate amichevoli con lei.
    Puoi anche metterti a sedere eh...

    Vicina, sempre più e i suoi occhi non volevano saperne di smettere di fissarlo...
    Perchè lo fissava? C'era qualcosa che non andava in lui?
    No, non c'era nulla di sbagliato in lui... Era allora si trattava di qualcosa di speciale che aveva portato Naibuka Hitorikami a puntare Shin e non togliergli gli occhi di dosso?
    No, assurdo pensare una cosa del genere.
    Era un ragazzo normale con una vita normale.
    Pochi erano i suoi pregi e sicuramente molti più i difetti.
    Cosa poteva aver spinto quella sconosciuta a mostrare tanto interesse solo con lo sguardo?
    Di certo Shin aveva ambizioni particolari, non era e non voleva essere al centro dell'attenzione di nessuno...
    Sentiva il petto che stava quasi per esplodergli per quanto forte il cuore batteva al suo interno
    soprattutto quando la ragazza non andò a sedersi proprio accanto a lui.
    Si sentì avvampare il viso, sicuramente il suo colorito aveva raggiunto una tonalità vicina al rosso scarlatto a causa dell'imbarazzo.
    Abbassò lo sguardo per evitare di incrociare quello di Naibuka a distanza troppo ravvicinata e mentre il sensei, ignaro del conflitto interno che attanagliava Shin prese a spiegare la lezione del giorno, il giovane studente cercò invano un modo per distrarsi ed evitare di pensare che la nuova arrivata aveva scelto di sedersi al suo fianco.
    Poi un'idea gli balenò in mente e pochi istanti dopo il suo sguardo tornò ad indugiare su quel sole nero in alto nel cielo.
    Ancora una volta il dubbio di quella mattina tornò a far capolino nella sua mente.
    Hay chan gli aveva assicurato che il sole era sempre stato nero.
    E allora perchè nel guardarlo provava una sensazione d'angoscia, di irrequietezza malcelata?
    Sembrava come non essere a suo agio nel fissarlo, ma gli sfuggiva il perchè, il nesso logico con quel suo strano e innocuo malessere.
    Nemmeno rimuginare sul passato sembrava essere d'aiuto.
    In ogni suo ricordo il sole era sempre stato nero eppure qualcosa non gli tornava...
    Un rumore attirò la sua attenzione destandolo momentaneamente dalla sua ricerca di una spiegazione a quel suo dubbio.
    La gomma per cancellare della nuova compagna di classe era caduta proprio vicino ai suoi piedi.
    Shin la raccolse, magari sarebbe stato un buon modo per rompere il ghiaccio e cercare di intavolare una conversazione con Hitorikami san senza arrossire, poi si rese conto che in realtà quella gomma era stata buttata li per una ragione.
    Sollevandola Shin notò al suo interno un piccolo pezzo di carta stropicciato. Lo guardò perplesso chiedendosi per quale motivo quella ragazza doveva aver scritto qualcosa su un bigliettino per darlo a qualcuno che non aveva mai visto prima.
    La sua domanda però restò in sospeso perchè ancora più sorpreso Shin sgranò gli occhi dopo aver letto il messaggio

    *Shin Kazama, di che colore pensi che sia il sole?*


    Shin rimase sorpreso, e dentro di lui ogni certezza che fino a quel momento l'aveva accompagnato cominciò pericolosamente a vacillare.
    Conosceva il suo nome... Ma come poteva essere possibile una cosa del genere?
    *Come fa a conoscere il mio nome?*
    No, non era assolutamente possibile per lei saperlo, non si erano mai visti prima di allora.
    Però adesso che ci pensava, perchè aveva avuto quella reazione al solo vederla?
    C'era qualcosa che non gli tornava e poi... Il sole. Si era accorta anche lei che il sole aveva qualcosa di strano?
    Questo voleva dire che non era pazzo e che i suoi dubbi forse non erano infondati...
    *Ma Hay...*
    Andiamo...come poteva dubitare delle parole di Hay chan?
    Guardò il bigliettino, poi fuori dalla finestra e ancora il bigliettino
    la mano si mosse da sola, tutto d'un tratto Shin fu scosso da un fremito, un qualcosa di indefinito.
    Sentiva che in qualche modo quella ragazza era la chiave per capire cosa stesse accadendo e perchè all'improvviso tutte le sue certezze avessero cominciato a dissolversi lasciandolo in balia dei suoi dubbi...
    Girò il bigliettino e scrisse sul retro, con decisione e con una certa fretta

    *Non lo so...Ma di sicuro non è nero.*




     
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    Naibuka Hitorikami, la studentessa appena trasferitasi raccoglie a sua volta la gomma da terra.
    La guarda a lungo, con aria inespressiva.
    Gli occhi dorati che fissano un punto davanti a sè.
    E così rimane per tutta la lezione.
    Senza più degnare di uno sguardo te o il resto del mondo.
    Rimani perplesso, verso così tanta freddezza.
    E lo stesso avviene durante il resto delle lezioni.
    Cambia poco o nulla anche durante le ore di Hako-sensei...
    Sino a quando, alla fine, anche l'argenteo e liberatorio suono della campana che segna la fine dell'orario scolastico risuona nelle aule.
    Tutti quanti si alzano in piedi e fanno per andarsene.
    Vorresti bloccare la fanciulla, chiederle spiegazioni o qualcosa.
    Ma lei ti ignora, ti urta e se ne và.
    Ma tu non la insegui.
    Rimani fermo, immobile sul posto, come paralizzato.
    E' solo dopo che sei rimasto da solo in classe che realizzi di stringere qualcosa in mano.
    E' un piccolo pezzo di carta.
    Un foglio di quaderno strappato, su cui sopra è scritto a penna.
    Con grafia perfetta, elegante, composta, una singola frase.
    Quelle parole che speravi di sentire.
    Sebbene certo non in questa forma.

    Se davvero la pensi così.


    Questo c'è scritto, e poco sotto la scritta continua.

    Allora Shin Kazama, domani a mezzanotte incontrami sul tetto della scuola.
    Guarderemo assieme la Luna, e allora avrai la tua risposta.


    Rimani un po' interdetto nel leggere queste parole.
    Perchè non stasera? Domani è un giorno di festa...
    Perchè non in quel momento, se bastava aspettare di essere da soli?
    E poi perchè la Luna, se ciò che ti sembra strano è il sole?
    E il tetto della scuola?
    Sempre più domande e sempre meno risposte.
    Sei ancora a pensarci quando una voce familiare ti riscuote dai tuoi pensieri e dalle tue elucubrazioni.
    - Oooohi, Kazama-kun, Kazamaaa!
    Dai andiamo, mi sorprende che tu non sia già uscito, di solito sei il primo a voler finire scuola.-

    Hay è sulla porta della classe, che ti invita ad uscire.
    Insieme percorrete il percorso da scuola a casa tua, chiacchierando allegramente e amabilmente.
    Eppure, nonostante tutto, il batticuore è scomparso.
    Tutto sembra così strano, così bizzarro.
    Annuisci con aria assente quando la tua coetanea parla, il tuo pensiero sempre rivolto a lei.
    A Naibuka, la bizzarra studentessa trasferitasi giusto oggi.
    I lunghi capelli neri, l'aria fiera.
    C'è qualcosa di familiare in quei tratti, come se l'avessi già vista.
    Nel tuo cuore si muove un misto di nostalgia e rimpianto.
    Come se fosse una sorella da tempo perduta, una gemella da cui sei stato separato alla nascita.
    Non la conosci, eppure la conosci.
    La sera si rivela essere niente altro che una ripetizione della solita routine.
    Una cena frugale, allegra.
    Liza a cucinare come sempre, Miranda che mangia distrattamente mentre tutti e tre vi ritrovate poi a guardare la televisione assieme.
    La vostra vicina di casa dagli occhi cremisi vi saluta, raggiunta una certa ora, e torna nel suo appartamento, lasciandovi da soli.
    La serata continua ancora un po', sino a quando al momento di andare a letto Miranda ti si avvicina e aggiunge con un sorriso.
    -Shin-chaan, sai che giorno è domani no?-
    Che domande, è l'inizio della Golden week.
    Come non saperlo?
    E' il momento più amato da tutti gli studenti.
    Una pausa di una intera settimana dalle lezioni.
    Una settimana senza compiti, senza esercizi, nè lezioni di sorta.
    Solo e unicamente un periodo di riposo.
    -Bene, allora preparati, perchè domani, andiamo a fare shopping!-
    Attendi un qualche istante nel digerire la risposta.
    Poi silenziosamente annuisci.
    Perchè lo sai.
    Quando Miranda ha quello sguardo, niente le può far cambiare idea.

    [...]




    Tayutama+School+Night
    Alla fine di una lunga giornata, esausto ma felice, torni finalmente a casa.
    Non sei troppo stanco, ma emotivamente è stata una giornata piena di gioia e allegria.
    Qualche imbarazzo sì.
    Ma tutto sommato una perfetta e tranquilla giornata in famiglia.
    Come non ne accadevano da un sacco di tempo.
    Già, un sacco di tempo...
    E ancora ti assale, quella bizzarra malinconia.
    Tuttavia ben presto passa.
    Sarà perchè Miranda è uscita per un appuntamento stasera?
    Ad ogni modo la cosa ti rende solo tutto più facile.
    Atteso che Liza sia uscita, scivoli fuori dalla finestra, e ti avvii verso la scuola.
    La città è buia.
    Molto più buia del solito.
    E solo la pallida luce della luna rischiara le strade...
    Ed è allora che te ne rendi conto.
    La luce...rischiara?
    Come diavolo fa la luna ad essere luminosa, se il sole è nero?
    Dovrebbe essere grigia, o almeno molto meno buia.
    E per un istante il mondo pare distorcersi.
    Come se vi fossero delle interferenze.
    Come se qualcosa non tornasse.
    La realtà sfasa per tornare brevemente ad essere la solita noiosa realtà.
    Niente è cambiato.
    Se non un mal di testa penetrante.
    Niente...
    Se non alcuni flash
    Come di ricordi non tuoi.
    Memorie di un te stesso che non ti appartengono.
    Un abito nero.
    Una antica città sotto il cielo azzurro.
    Un tempio in una foresta al tramonto.
    Un sorriso.
    Eppure è tutto così vago.
    Così assurdo.
    Eppure la vedi, la scuola è lì davanti a te.
    Le tue risposte, ti attendono la sopra.
    Oltre quella salita, dietro quell' ingresso in cima alla collina.
    Così prosegui.
    Ancora e ancora.
    Passo dopo passo.
    Aprendo la porta.
    Salendo le scale, che portano al terrazzo.
    E ad ogni gradino la distorsione ritorna.
    Il mal di testa aumenta, e con esso le fitte.
    Sempre di più, sempre più forte.
    Con ogni gradino la realtà si distorce, i colori mutano, le forme si piegano.
    Mentre quei ricordi iniziano a dilagare, come un fiume in piena.
    Uno dopo l'altro.
    Ricordi di una vita passata a combattere.
    Ricordi di una vita che ora sembra sempre più autentica.
    La vita, di Shin Kazama.
    Guerriero.
    Amico.
    Traditore...
    Shinigami.
    Quei ricordi che mai avevi perso.
    Quei ricordi, che avevi solo dimenticato di avere.
    In questa realtà fittizia.
    Così artigliandoti la testa.
    Respingendo il dolore, infine apri la porta.
    E lei è là.
    In piedi, in mezzo al terrazzo, che ti guarda con i suoi occhi dorati.
    L'espressione imperscrutabile.
    I lunghi capelli neri accarezzati dalla luce della luna.
    -Bentornato...Master-
    Dice, inclinando la testa di lato come farebbe una amorevole sorella maggiore.
    -Finalmente hai ricordato...il mio nome?-
    E dicendo questo cammina verso di te.
    L'uniforme che si muove delicatamente nel vento della sera.
    Sorridi a tua volta, guardandola negli occhi.
    E allunghi la mano, come a voler bloccare il suo passaggio.
    Sorridi, e le rispondi.
    Pronunciando il suo nome.
    Continua a camminare, mormorando appena.
    -Allora procedi senza esitazione Master, perchè la tua prova, è appena iniziata.-
    E attraversa la tua mano, dissolvendosi in un turbine di fiamme.
    Lasciando nel tuo pugno un'arma.
    La tua spada.
    Il tuo cuore.
    La tua anima.
    In una parola, la tua zampakuto.
    La stringi con forza, percependone il contatto.
    Il suo calore, la sua vicinanza, la sua stessa presenza.
    Ti senti completo, è come avere recuperato una parte di te stesso perduta da sempre...
    Chiudi gli occhi per un istante, e respiri a fondo.
    Poi, come un fulmine balzi all' indietro.
    Asfalto e pietra riempiono il tuo campo visivo, mentre una scheggia di ghiaccio lunga più di un metro si conficca nel punto in cui ti trovavi tu pochi istanti prima.
    Come una grottesca scultura, la luce pallida della luna si riflette sulla sua superficie lucida.
    Poi giunge il reiatsu, freddo, impetuoso, roboante come una bufera.
    Una bufera.
    Potente, libera, un fenomeno naturale, da cui quella spada prende il nome.
    La sua spada.
    Un arma che hai imparato a conoscere molto bene.
    Fubuki.
    Pronunci quel nome in un soffio.
    Poco prima che una sagoma appaia sul cornicione, mentre gli alberi sibilano.
    Agitati da un gelido vento etereo che non è di questo mondo.
    Lentamente cammina verso di te.
    La T-shirt nera e attillata, i jeans, le leggere scarpe di tela.
    E poi i lunghi capelli neri raccolti in una coda, gli occhi verdi coperti dalla frangia.
    La pelle abbronzata, e il sorriso sfrontato.
    Facendo compiere eleganti evoluzioni alla sua lama, lei si ferma.
    E ti guarda.
    La sagoma accarezzata dalla luce della luna pare quasi una dea, una divinità discesa dall'astro celeste per incontrare te...e fermarti prima che sia troppo tardi.
    -Shin...dunque il fatto che Naibuka sia nelle tue mani significa che...-
    Le parole le muoiono in gola, prima che il sorriso le scompaia dal volto.
    E un'ombra amara le attraversi l'espressione.
    Sospira brevemente, scuotendo le spalle.
    Con rimpianto, come se pensasse ad un giorno lontano.
    -Già, i tuoi ricordi sono tornati.
    Sono stata una sciocca a credere che vi avresti rinunciato, ma volevo sperare che tu...-

    La mano si stringe sull'impugnatura della sua zampakuto.
    Le nocche sbiancano sotto la pressione.
    Quasi trema, la lunga lama di ghiaccio, così come l'arto che la stringe.
    -Saresti rimasto qui per sempre.-
    Dicendo quelle parole solleva lo sguardo.
    Freddo, ma allo stesso tempo compassionevole e carico di affetto.
    Non puoi non notare come i suoi occhi siano arrossati.
    Come può, come puoi tu, come potete affrontarvi, quando lei ha quella espressione.
    Come potete confrontarvi con tutto quello che vi unisce.
    Hai sognato questo incontro per una vita, sin da quel giorno.
    Sin da quel fatidico momento in cui le hai detto addio per l'ultima volta.
    Lo hai sempre desiderato, sperato, nonostante sapessi che era impossibile.
    Eppure ora è davanti ai tuoi occhi.
    E allora perchè!
    Perchè tu stringi le fiamme nel tuo pugno e lei il ghiaccio.
    Perchè siete opposti come nemici?
    -E' vero, non posso chiederti di restare qui, di non andare...-
    Sussurra brevemente, prima di sollevare la spada davanti a se e puntarne l'estremità verso di te.
    I cristalli di ghiaccio che la formano fremono di reiatsu.



    I suoi occhi carichi di dolore e determinazione in egual misura si fissano nei tuoi.
    In un lungo scambio.
    Un discorso infinito che non ha bisogno di parole.
    Lo sai, lo vedi, lo senti.
    Lo capisci, sopra ogni altra cosa.
    Miranda, non ti lascerà mai andare via di qui, per nessun motivo.
    E nessuno meglio di te lo sa.
    Quando questa donna si mette in testa qualcosa non c'è modo di farle cambiare idea.
    - Ma posso sempre impedirtelo con la forza-
    Un rapido arco, e alle sue spalle una enorme muraglia di ghiaccio si forma, bloccandoti alla vista il resto della visuale della città.
    -Per l'ultima volta Shin...lascia qui quella spada, torna a letto e rimettiti a dormire.
    Domattina sarà come se non fosse mai successo nulla.
    Fallo, prima che io sia costretta a farlo, è l' ultimo avviso che ti faccio.-

    Ma il tuo sguardo rivela già la tua ovvia risposta.
    E' vero, lei è una persona testarda come un mulo, impossibile farle cambiare idea.
    Ma tu...tu sei un suo degno allievo.
    E certo, non sei da meno di lei.
    Non appena la tua risposta giunge, squarciando il silenzio, lo scontro ha inizio.
    Un battito di ciglia, e le scintille riempiono l' aria.
    Un vortice di colpi riempie il breve spazio tra voi due, mentre avanzate l'uno contro l'altra.
    Parata, risposta, parata, affondo.
    Fiamme e ghiaccio si scontrano nell'aria generando un vortice di minuscole particelle d'acqua.
    Il fuoco scioglie il ghiaccio, il freddo sottrae il calore.
    Ancora e ancora l'acciaio rovente di Naibuka incrina la superficie di Fubuki.
    Ancora e ancora il ghiaccio duro come il diamante scheggia il filo di metallo incendiario.
    Due opposti l'uno all'altro, che si respingono e si attraggono.
    Come una coppia generata degli stessi dei, come un infinito atto d'amore.
    Contrasti, incroci, in una danza di fuoco e ghiaccio.
    Le traiettorie pregne di elementi si incontrano ritmicamente generando una sinfonia di metallo vibrante.
    -Uooooooooooooh!-
    -Uraaaaaaaaaaaah!-
    Fendente, affondo, parata, finta,schivata.
    Il valzer mortale ancora una volta si ripete.
    Le scintille si riflettono nei vostri occhi, mentre balzate a distanza l'uno dall'altra.
    Come vedere in uno specchio deformante.
    Ambedue alzate le vostre spade al cielo, mentre il vostro reiatsu si gonfia a dismisura.
    Vi fissate, come se il tempo si fermasse.
    E poi, implacabili come la lama di un boia sprigionate tutta la vostra energia.
    I vostri colpi migliori.
    I loro nomi lacerano l'aria, appena un istante prima della loro genesi.
    -Kisyou!- "Meteora infuocata"
    -Hyouten!- "Ghiaccio celestiale"
    I due proiettili di energia si scontrano esattamente nel mezzo dell'ampia terrazza.
    Il ghiaccio estingue il fuoco, il calore scioglie il reiatsu congelato.
    L'acqua evapora, poco prima di sublimare.
    E infine l'esplosione sparge l'acqua nebulizzata tutto attorno in una devastante esplosione di nebbia.
    Meno di un battito del cuore, e come un faro Naibuka si abbassa.
    L'onda d'urto non si è ancora esaurita, che catturandone la luce anche la forma semi-invisibile di Fubuki la segue.
    E per il tempo conseguente, solo le scie luminose scarlatta e azzurra si incrociano in quel banco di foschia impenetrabile.
    Solo le due sagome luminose delle spade si possono discernere, mentre pare quasi che si inseguano in una folle gara di velocità.
    Scintille e il clangore delle parate sono tutto ciò che si può percepire, sino a quando, con un ultimo incrocio di colpi, una enorme onda d'urto spazza via ciò che offuscava la vista.
    E rimanete laggiù, uno contro l'altra.
    Le lame incrociate in un abbraccio mortale.
    -So cosa stai pensando, Shin...-
    Dice sorridendoti, il viso a pochi centimetri dal suo.
    Puoi quasi sentire il suo profumo, il tepore del suo respiro che si condensa in piccoli cirri sotto l'effetto della vicinanza di Fubuki.
    -Che io non posso batterti, perchè tu sei un ufficiale di seggio, forse addirittura ai livelli di un vice.capitano...e forse è vero-
    Nel dire queste parole abbandona tutta la forza e si allontana con un balzo, mettendo distanza tra voi due.
    Poi solleva la sua zampakuto, e le fa compiere un movimento a frusta.
    A quel gesto in una nube di vapore la sua spada perde la sua forma, per tornare al suo stato sigillato.
    Che si sia arresa?
    No, il suo volto, il suo sguardo.
    Niente di questo lascia supporre che si sia arresa.
    E poi lei...
    Lei è Miranda.
    Ha preferito morire piuttosto che arrendersi.
    Figuriamoci adesso, che sembravate quasi alla pari.
    Ma allora, cosa ha intenzione di fare?
    -Miranda non è in grado di raggiungere il tuo livello.
    L'hai superata, è vero, sei più potente ora di quanto lei sia mai stata, anche senza l'aiuto di quel maledetto orrore mascherato.-

    Solleva la spada verso di te, come se potesse allungarla, trafiggendoti il cuore.
    E dice, con aria benevola.
    -Ma io non sono lei, come tu ben sai. IO non sono la vera Miranda.-
    Il suo reiatsu inizia a gonfiarsi a dismisura.
    Ancora e ancora.
    Sino a superare facilmente il tuo.
    Sino a raggiungere con tranquillità livelli che potrebbero ricordare quasi Felio Sanada, il capitano della III, o Alizabetha Coraciero, la Espada.
    Un livello che Miranda mai ha raggiunto.
    -Io sono la Miranda delle tue memorie.
    La Miranda di un mondo fittizio che non esiste, se non nelle tue memorie e nel tuo cuore.
    Di un mondo che è come tu hai sempre desiderato...-

    La lama di Fubuki inizia a vibrare.
    Naibuka accresce le sue fiamme, come se cercasse di resistere.
    Ma con un rumore simile ad uno sbattere d'ali, come se fosse una torcia al vento, si spenge.
    Il pavimento sotto i tuoi piedi inizia a ricoprirsi di brina, il fiato stesso a gelarsi, sotto l'effetto di quel colossale reiatsu.
    - Sono la Miranda dei tuoi ricordi, la donna che ti ha sempre protetto.
    Che hai sempre amato, il tuo idolo, l'esempio che volevi seguire...
    Colei che è sempre stata irraggiungibile ai tuoi occhi, dunque non devi sorprenderti se io, a differenza di te, sono capace di questo.-

    Chiude gli occhi, e quando li riapre, non vi è più una pupilla.
    Nè iride, nè niente, soltanto ghiaccio.
    Sussurra a bassa voce una parola.
    Un nome che manda un brivido lungo la tua spina dorsale prima...
    E attraverso il mondo dopo.
    Le labbra, coperte da cristalli di neve mormorano.
    Con delicatezza, ma decisione, due sillabe.
    Due semplici sillabe.
    -BAN...KAI-



    Due banali sillabe, ma sufficienti a gelare il mondo.
    Il reiatsu divampa, prima di investirti con la potenza di un ciclone.
    Socchiudi gli occhi sino a quando la tormenta non passa.
    E lei, è di nuovo lì.
    La mano tesa al suo fianco.
    Ma al posto della sua spada, si trova solo il terrore.
    Un terrore, che possiede un nome preciso.
    - Shinra Hyouketsu, Fubuki- "Fubuki, congelatrice del sangue divino"
    Non è una spada.
    Non è forse, neppure una vera e propria arma.
    Sembra più un enorme specchio o un qualche utensile da cucina.
    La cosa tuttavia, non la rende meno preoccupante.
    Non solo le dimensioni di quell'arma sono spropositate, ma lo è anche il reiatsu che vi scorre all' interno!
    E il cambiamento non sembra essere limitato solo all'arma.
    Il corpo stesso di Miranda è mutato assieme ad essa.
    Il braccio che ora impugna Fubuki è completamente trasparente, quasi fosse fatto di ghiaccio a sua volta.
    Mentre tutto il resto della pelle ti miranda è cosparso di minuscoli cristalli congelati.
    Il fermacapelli è divenuto una strana tiara scintillante, simile nella forma ad un enorme fiocco di neve, così come il piccolo collare e i bracciali che portava.
    In tutto e per tutto adesso, sembra una divinità discesa dal cielo.
    Una personificazione dell'inverno giunta per portare il gelo sulla terra.
    Solo la voce è rimasta la stessa.
    Ma ha perso tutto il calore che prima possedeva.
    Come se si fosse immobilizzata anch'essa.
    -Adesso Shin, mi dispiace, ma non ho altra scelta, dovrò metterti a dormire io stessa...
    Visto che sei stato un bambino cattivo, è mio dovere, come tua tutrice, mandarti a letto.-

    Un rapido movimento, e l'enorme arma si abbatte a terra come un martello.
    Dall'impatto sembrerebbe pesare in maniera incredibile, tuttavia Miranda l'ha mossa come se pesasse meno di un fuscello.
    Il colpo non ha ancora smesso di far vibrare la terra, che improvvisamente il tuo istinto ti grida di muoverti, di spostarti, di fare qualcosa.
    Fai appena in tempo a iniziare un balzo all'indietro, che qualcosa emerge da terra.
    Con la velocità del pensiero, una gigantesca torre di infiniti piani, si innalza sino ai cieli proprio nel punto in cui tu ti trovavi poco prima.
    Come una torre, la leggendaria torre di babele, costruita dall'uomo per sfidare dio.
    La torreggiante costruzione lampeggia per qualche istante, prima di spengersi.
    E lasciare al suo posto una esatta copia di ghiaccio massiccio.
    La materia trasparente riluce dei sette colori dell'arcobaleno, come uno splendido prisma.
    Dura ancora qualche istante, e poi anch'essa si disperde, come polvere al vento.
    Anche nel punto di impatto di Shinra Hyouketsu Fubuki si genera la stessa polvere.
    Come se il solo contatto con quell'arma potesse polverizzare ogni cosa.
    -Sei stato veloce Shin, te lo riconosco, ma non abbastanza...-
    Miranda indica con la mano libera il tuo braccio, ed è allora che lo noti.
    Il tuo braccio destro...non esiste più.
    Laddove prima si ergeva la carne, adesso è come se qualcuno avesse semplicemente passato una gomma da cancellare su un disegno.
    Non senti dolore, non senti niente, assolutamente niente, se non terrore.
    Puro, assoluto, totale terrore.
    -Questo è il potere di Fubuki nel suo stato di Bankai...-
    Dice, con la solita aria da insegnante che aveva sempre.
    Copia o meno, è del tutto identica a lei.
    Anzi, forse, è proprio lei, e lo sarebbe stata se non fosse stato per Juggernaut.
    -Tenjou Toumutsuku Kadingir- "Kadingir, la torre che congela il regno celeste"
    Solleva di nuovo il suo bankai, impugnandolo con ambo le mani come fosse un martello e prosegue nella tua spiegazione.
    Gli occhi di ghiacchio oramai inespressivi.
    E ad ogni parola, il terrore invade sempre di più le tue membra.
    -Il solo contatto con la sua superficie è in grado di portare istantaneamente qualcosa alla temperatura di –273,15 gradi centigradi ovvero allo zero assoluto.
    A questa temperatura gli atomi cessano di muoversi, l'acqua evapora direttamente e qualsiasi corpo solido si dissolve in polvere, non importa quanto esso sia resistente o evanescente.
    Ogni cosa, siano esse fiamme, calore, pietra, carne sangue, è destinato ad estinguersi se sfiorato dalla carezza di Fubuki...-

    La dea della morte, e del gelo adesso, solleva per l'ennesima volta la sua arma.
    -Mi dispiace Shin, ma quando ti sveglierai domani, spero saprai perdonarmi...-
    E ancora una volta l'arma capace di congelare persino gli dei si abbatte sul terreno.
    Stavolta è troppo tardi per te per evitarla.
    Senza il tuo braccio destro il tuo equilibrio è già compromesso.
    La luce dei sette colori ti avvolge, come se ti trovassi in un gigantesco prisma.
    Il cielo, la terra, tutto il resto scompare nei colori dell'arcobaleno.
    Prima che ad esso segua l'oscurità.
    Abbagliante, abbacinante, dolorosa, come solo l'eternità può essere.

    Miranda si avvicina lentamente alla enorme torre di ghiaccio che sfida gli dei con la sua mole.
    Solleva la mano di pura neve, e la poggia delicatamente sulla fredda superficie.
    Verso la figura intrappolata al suo interno, sprofondata in un sonno profondo.
    -Mi dispiace Shin, ma non posso permetterti di andartene...-
    Dice, chinando la testa con aria greve.
    -Ho giurato che ti avrei protetto, ed è quello che farò.
    Anche a costo di dover divenire il tuo peggior nemico, anche se dovrò ricevere il tuo odio...
    Io ti impedirò di tornare in quel mondo.
    Resta qui, te ne prego...-

    Piccoli fiocchi di neve iniziano a fluire dai suoi occhi e a disperdersi nel vento.
    -Resta qua, in questa dimensione dove per te non esistono nè rabbia nè tristezza.
    Dove tutto è ciò avresti mai potuto desiderare, dove nessuno ti farà del male.
    Dove noi, possiamo restare ancora insieme, dove io posso posso ancora proteggerti-

    Un ultimo singhiozzo, e poi torna a guardare la tua sagoma, prima di aggiungere.
    -Non puoi andare la fuori, non sei pronto... Ma ora dormi-
    E nel dire questo, sul suo volto, affiora il sorriso di una madre.
    Non legata da legami di sangue, non legata da nessuna parentela.
    Se non da un affetto più grande di qualsiasi altro.
    -Fai il bravo bambino-

    E tutto quello che rimane nel buio è la voce.
    La sua voce.

    Master...

    Dillo...

    Non è il momento di esitare...

    Oramai dovresti averlo capito...

    Dovresti averlo compreso...

    Adesso è il momento...

    Dillo...

    Gridalo...

    Il mio nome...





    CITAZIONE
    - Dunque ci siamo...
    Miranda ha sfoderato il suo Bankai, e la tua fine pare dunque giunta.
    Sprofonderai in un lungo sonno, in una nuova vita, in un mondo senza sofferenza...
    O ti rifiuterai di fare il bravo bambino e andare a dormire?

    Il prossimo post sarà il più difficile di tutti, e lo dovrai dividere in tre parti.

    - La tua giornata con Miranda...
    (E qui hai scelta libera, totale, globale, puoi far accadere QUALUNQUE cosa.
    Qualunque avvenimento tu voglia, succederà finchè rimane nell'ambito di una normale love comedy.
    In fondo, è la tua testa no?)

    - Il combattimento contro di lei.
    Qui dovrai ridescrivere il tutto dal tuo punto di vista, aggiungendo magari il tuo parlato e pensato anche se lo desideri

    e infine la parte più importante.
    - Il vero nome di Naibuka.
    Dì il tuo Bankai, attivalo, e mostra a Miranda quello che sai fare con un singolo attacco.
    Non importa di che genere, è un attacco in cui Shin ha messo tutto se stesso e tutto il suo potere.
    Niente statistiche, non servono
    [Ma NON essere autoconclusivo in questo caso]

    Questa è la forma di Shinra Hyoketsu Fubuki


    Edited by Allen92 - 23/2/2015, 13:35
     
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  6. Danteh ™
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    Ice x Fire

    Indifferenza. Era questo ciò che dopo la risposta di Shin al suo messaggio Naibuka Hitorikami aveva ostentato.
    Non ne conosceva il motivo ma d'un tratto la nuova arrivata che fino ad un attimo prima sembrava avere occhi solo per lui era diventata l'esatto opposto...
    Le lezioni scorsero più lente del solito immerse in una monotonia tale da provocare sonnolenza.
    Shin intanto continuava a chiedersi il perchè di quello strano comportamento... Era forse dovuto a quel che le aveva risposto?...E se si per quale assurdo motivo?
    La campana che sanciva la fine delle lezioni vibrò e tutti i suoi compagni di classe lasciarono l'aula di gran fretta. Naibuka lo sorpassò urtandolo, ma lui rimase interdetto sul da farsi. Si sentiva spaesato, per la prima volta nella sua vita non aveva la minima idea di come comportarsi.
    Sollevò la mano per grattarsi la testa sperando in qualche buona idea e fu in quel momento che si accorse di stringere in essa un nuovo pezzo di carta. Il suo cuore prese a battere all'impazzata. Non gli era chiaro il perchè, ma il solo fatto di aver ottenuto quel biglietto ne aveva azzerato le preoccupazioni.

    Se davvero la pensi così.
    Allora Shin Kazama, domani a mezzanotte incontrami sul tetto della scuola.
    Guarderemo assieme la Luna, e allora avrai la tua risposta.

    Cavoli se quella ragazza non era strana! A mezzanotte sul tetto della scuola a guardare la luna...
    E poi ... Perchè mai domani? Sarebbe stato giorno di festa, perchè non quella sera stessa?... Oltretutto non era la luna che lo preoccupava, ma il sole.
    *Bah inutile pensarci adesso, non ne verrò mai a capo...*
    Magari il suo era un modo come un altro per chiedergli di uscire? No, troppo scontato ed infantile come pensiero... Shin si schiaffeggiò mentalmente evitando di fare supposizioni inutili e fuori luogo. Perchè mai uno schianto di ragazza come quella, per giunta sconosciuta fino a quel momento doveva avere interesse ad uscire con lui? Inoltre c'era un'altra persona per cui il cuore di Shin batteva
    - Oooohi, Kazama-kun, Kazamaaa!
    Dai andiamo, mi sorprende che tu non sia già uscito, di solito sei il primo a voler finire scuola.-

    -Oh...beh io...-
    Biascicò qualche sillaba senza in realtà dire nulla e raggiunse Hay che l'aspettava per proseguire il ritorno insieme.
    Durante tutto il tragitto Hay commentò ciò che era accaduto in quella giornata, le lezioni degli insegnanti che non finivano mai, le solite discussioni tra i bulletti della classe e i secchioni...
    Shin la seguiva o meglio, sembrava seguire il suo discorso, annuendo di tanto in tanto o sorridendo a qualche battuta della sempai, eppure c'era qualcosa che non lo lasciava sereno.
    Non era più quella sensazione di prima, con il cuore che aveva improvvisamente accelerato i battiti, bensì qualcosa di differente, come quando ci si è appena svegliati e si fa fatica a ricordare quel che si è sognato in precedenza.
    Era così che si sentiva, o meglio era questa la percezione che aveva della nuova compagna di classe...
    Naibuka Hitorikami sembrava ricordargli qualcosa di remoto, qualcosa di così perfettamente celato a cui non riusciva a non pensare.
    Aveva un aspetto familiare, come se l'avesse sempre conosciuta eppure per quanto ne avesse memoria non era affatto così...
    I suoi lineamenti, quella lunga chioma fluente e quei suoi occhi intensi non erano a lui nuovi, ma proprio non riusciva a ricordare dove e in che occasione aveva avuto modo di incrociarli per la prima volta.
    -Eccomi! sono a casa!-
    Shin entrò in casa e quasi all'istante i suoi sensi percepirono un odore invitante provenire dalla cucina facendo svanire momentaneamente dai suoi pensieri circa la nuova compagna di classe.
    La cena preparata dalle sapienti mani di Liza chan fu come sempre appagante.
    In realtà Shin non aveva memoria di un singolo evento in cui un qualsiasi piatto preparato da Liza non fosse perfetto...
    La serata proseguì tranquilla o per meglio dire nella norma, con attimi di degustazione alternati a piccoli siparietti che avevano come tema principale la scarsa compostezza a tavola di Miranda o le frecciatine maliziose di entrambe nei confronti di Shin.
    Ben presto però la cena terminò lasciando modo ai tre di godersi un po' di televisione prima di andare a letto.
    Quando anche Liza li salutò per tornare al suo appartamento, Shin decise di seguire il suo esempio dirigendosi in camera sua, pronto per andare a dormire.
    -Shin-chaan, sai che giorno è domani no?-
    L'irruenza di Miranda, nonostante convivesse con lei giorno e notte, era per Shin sempre motivo di disagio, soprattutto se la ragazza sfruttava qualsiasi pretesto per avvinghiarsi a lui e strusciarglisi un po' addosso, probabilmente più per il gusto di vederlo in imbarazzo che per altro...
    Shin non era proprio tagliato per rapportarsi con l'altro sesso, prova ne era la sua scarsa sicurezza quando doveva proporre qualcosa ad Hay sempai senza farle intuire che ci fosse sotto dell'altro.
    -Oh...ehm, ecco... Diamine Miranda, lasciami andare! Vediamo... Ah si, ci sono, domani comincia la Golden week! -
    Non aspettava altro da settimane ormai, un periodo di vacanze senza dover minimamente pensare a scuola compiti e tutto il resto. Proprio il meglio che uno studente potesse desiderare. Inoltre poteva finalmente dedicare più tempo agli allenamenti, ma soprattutto dormire più a lungo senza dover subire ogni mattina traumatici risvegli...
    -Bene, allora preparati, perchè domani, andiamo a fare shopping!-
    Shopping? Con Miranda? Questo voleva dire ore ed ore ininterrotte di frenetici spostamenti tra i negozi del centro per trasportare montagne di buste pacchi e scatole varie pieni di indumenti scarpe e quant'altro la carta di credito di Shin permettesse di pagare...
    *No, no, no, no, no, no!
    Assolutamente no!
    Indiscutibilmente
    Categoricamente
    Decisamente
    Incontrovertibilmente NO!... Dille di no, avanti cosa aspetti?Che faccia giorno?
    Avanti Shin, tira fuori le palle e dille di no, per una volta nella tua vita...*


    Questa volta era determinato, non avrebbe ceduto. Qualche istante di attesa avrebbe sicuramente marcato meglio la sua decisione a riguardo. Alzò lo sguardo e fissò Miranda negli occhi

    -D'accordo...-

    *Alla faccia dell'auto-convinzione! Bella mossa coniglio, Adesso di addio ai tuoi ultimi 3 mesi di risparmi...*

    Beh Shin non era in grado di dire no ad una ragazza, soprattutto se lo sguardo di lei non ammetteva repliche, ma anche conscio delle funeste conseguenze di un eventuale rifiuto. Comunque non tutto il male come si suol dire viene per nuocere. Sarebbero stati soldi ben spesi pur di ridere degli assurdi battibecchi tra Miranda e le clienti dei negozi o le commesse per i motivi più disparati, dai prezzi esagerati al contendersi l'ultima taglia disponibile di un dato capo d'abbigliamento...

    La giornata contro ogni possibile pronostico terminò abbastanza in fretta. Ovviamente Shin era esausto per la frenesia con la quale la sua tutrice si era destreggiata per le vie del centro riempiendolo di volta in volta di pacchi acquistati non sempre a prezzi economici.
    Però aveva avuto ragione... Vedere Miranda litigare con estranei per accaparrarsi la merce in vendita era davvero il massimo.

    -Prendo questo!-

    aveva esordito Miranda tirando fuori dalla cesta della merce in saldo un vestitino a fiori azzurro con dei merletti bianchi in pizzo.
    Era proprio della sua misura, peccato che un altro paio di mani aveva beccato l'altro capo del vestito e adesso la donna, senza mollare la presa fissava con sguardo di sfida Miranda.

    -L'ho visto prima io, quindi togliti di mezzo mocciosa!-

    Disse la donna gonfiando il petto mentre Miranda senza accennare la resa dopo aver dato un rapido sguardo a Shin, che si trovava alle spalle della rivale, sorrise serafica prima di esclamare con tono sorpreso ed innocente

    -D'accordo signora, ma sappia che mentre lei litiga con me, quel ragazzo li, le sta fissando il fondoschiena con uno sguardo da maniaco...-

    Ovviamente non era per niente vero, ma non appena la signora si voltò per individuare il maniaco, a Miranda bastò uno strattone deciso al vestito per sottrarlo alle grinfie della sua rivale che nel frattempo aveva allentato la presa e dileguarsi indisturbata verso la cassa, lasciando Shin in balia della donna...
    -Ehm...signora, a dire il vero io non ho fatto null... -

    *ciaff*

    La mano della donna volò sulla guancia di Shin che si guardò attorno imbarazzato sotto lo sguardo attonito dei presenti

    -Si lo immaginavo, quella mocciosa me l'ha fatta sotto il naso...lo schiaffo? ...ah beh, non sono sposata perciò te l'ho dato perchè mi hai dato della vecchia...-

    Roba da pazzi, ma d'altro canto con Miranda quelle situazioni erano quasi all'ordine del giorno.

    Uscì dal negozio, rosso in viso, più per la vergogna che per il ceffone in se, ma di Miranda nessuna traccia. Si era dileguata nel nulla lasciandolo carico di buste pacchi e quant'altro il suo corpo riuscisse a trasportare...
    -Bisogno d'aiuto?-
    Una voce familiare ruppe quell'atmosfera di imbarazzo all'istante, come se in quel preciso momento ogni persona attorno, ogni schiamazzo o rumore di sottofondo fossero stati attenuati da un abile disc jockey attraverso una console.
    Felio Sanada, il capitano del club di Kendo e suo senpai era a un metro scarso da lui e lo scrutava con un'espressione interdetta tra il divertito e il compassionevole.
    -Sanada senpai, sei tu... No grazie, faccio da solo-
    Ammirava quel ragazzo di poco più grande di lui. In tutto l' istituto era venerato dalle ragazze e rispettato dai ragazzi, ma per Shin, Felio Sanada non era soltanto un senpai. Erano cresciuti giocando insieme fin da bambini... A dispetto dell'anno scarso d'età che li differenziava, Shin era più gracile di Felio e sovente quest'ultimo non perdeva occasione per evidenziare il divario di forza che c'era tra loro due anche con semplici sfide.
    Solitamente era sempre stato Felioi a vincerle ai danni del povero Shin che nonostante tutto, non si era mai dato per vinto.
    Fu probabilmente quello il motivo per cui quell'unica volta Shin riuscì a battere Felio in qualcosa, ma non si era trattato di una semplice sfida, bensì di proteggere una piccola ed indifesa Hay Sadeki da un meticcio evidentemente affamato e molto aggressivo.
    Felio stesso aveva tentato di cacciarlo via, ma il cane aveva aggredito anche lui e solo grazie all'intervento di Shin sia lui che Hay furono tratti in salvo. Agli occhi della piccola quel bambino era diventato il suo salvatore, colui che l'avrebbe protetta in ogni momento come nella più classica delle trame degli anime, per Felio invece quell'atto di Shin aveva annullato di colpo le sue innumerevoli sfide vinte. Per questo forse crescendo e maturando l'aveva designato come suo erede...
    -Oh già che sei qui, avrei bisogno di parlarti...-
    Shin non aveva ancora trovato il momento giusto per farlo, ma qualcosa gli suggeriva che non avrebbe avuto un'altra occasione per beccare il Sanada da solo per potergli parlare indisturbato.
    -Ecco, vedi Felio san, riguardo la carica di presidente del club di Kendo...Non credo che potrò accettare.-
    -Ma come?..Tu...Io credevo...-
    -Ti ringrazio per aver pensato a me, sicuramente avrai fatto le tue valutazioni, ma ritengo di dover scegliere la mia strada da solo, senza vincoli sul mio percorso...Inoltre se credi di dovermi qualcosa sbagli di grosso...Ho sempre compensato la mancanza di forza con la volontà e la determinazione, mantenendo intatto il sincero rispetto nei tuoi confronti, ma seguirò la mia strada con le mie sole forze.-
    Se ne andò, perdendosi tra la folla, lasciando Felio Sanada interdetto su quanto gli era stato detto. Probabilmente non se lo sarebbe mai aspettato o forse aveva idealizzato troppo Shin, ipotizzando fosse come lui...

    [...]

    Miranda non rincasò con lui. Lo liquidò blaterando qualcosa riguardo un appuntamento cui non poteva assolutamente mancare. Shin tornò a casa e finalmente poté liberarsi dei fardelli che aveva dovuto trasportare per tutto il tempo. Ad attenderlo come al solito c'era la sua instancabile vicina tuttofare Liza chan. Quella sera però la cena durò meno del solito e nessuno dei due parlò molto.
    In effetti la mancanza di Miranda si sentiva eccome. Liza risistemò la cucina in un batter d'occhio e dopo aver salutato Shin tornò a casa sua.
    Tutto sommato non poteva chiedere di meglio per come le cose stessero andando.
    Miranda era uscita con un ipotetico spasimante e Liza era rincasata prima del previsto, perciò senza destare sospetti Shin avrebbe potuto tranquillamente raggiungere la nuova compagna di classe nel luogo da lei indicato per avere finalmente la risposta che cercava.
    Senza far rumore il giovane sgattaiolò furtivamente fuori dalla finestra e si diresse senza indugio verso la scuola.
    La città di notte era davvero inquietante, avvolta in un buio quasi totale...L'unica eccezione che gli permetteva di camminare per strada senza andare a sbattere da qualche parte era il chiarore emesso dalla luna...
    Un momento.
    Shin si fermò, interdetto su quel che aveva appena notato e che per tutto il tempo fino ad allora aveva avuto sotto gli occhi, ma senza realmente prestargli la dovuta attenzione.
    *Come è possibile una cosa del genere? Dovrebbe essere il sole ad illuminarla, ma è nero....*
    Un' intuizione, una presa di posizione più marcata su quanto ipotizzato il giorno prima ed ecco che per un attimo o poco più, la realtà che Shin aveva sempre conosciuto parve sfarfallare, come se tutto intorno a lui avesse subito una sorta di interferenza.
    -Ma cosa accidenti... Aaah..ggh!-
    Un improvviso mal di testa, una fitta senza motivo preciso, colse Shin alla sprovvista...O forse no?
    No, non era stata una cosa casuale. Quell'emicrania era stata probabilmente sollecitata da quell'interferenza di poco prima la quale doveva aver forzato qualche ricordo in lui sopito di una vita non sua.
    Cosa avevano a che fare lui con quei ricordi?
    In una carrellata di immagini a tratti sfocate, si era rivisto con addosso un abito nero simile ad un kimono, poi davanti ad un'enorme
    città antica cintata da mura di un bianco purissimo, o anche un tempio antico nel bel mezzo di una foresta al tramonto e ancora un fugace sorriso di un volto sempre più familiare...
    Era vicino alle risposte che cercava, lo sentiva. Doveva solo raggiungere il terrazzo della scuola. Era li in fondo al viale, il maestoso edificio che avrebbe dovuto raggiungere. Le sue gambe cominciarono ad affrettare il passo, veloci, sempre di più, fino a quando Shin non prese a correre, il cuore che aveva ripreso a battere all'impazzata per l'adrenalina che aveva in corpo. La porta di ingresso, la prima scalinata, la seconda, poi una terza e ad ognuna di esse, ad ogni gradino sorpassato quella fitta alla testa tornava sempre più prepotentemente a mostrargli attimi di una vita parallela, sempre più reali, sempre meno sfocati così che, quasi giunto alla porta che dava sul terrazzo, finalmente comprese.
    Shin Kazama o almeno il surrogato che ne aveva fatto le veci in quel mondo che adesso sentiva non appartenergli più non era altro che una menzogna, un patetico tentativo di distorcere quello che in realtà egli era veramente.
    Un ragazzo del liceo senza un briciolo di strafottenza e insicuro di sé?
    No...
    Molto meglio la versione originale, quello che in realtà era sempre stato, ma che per qualche strana ragione aveva dimenticato di essere.
    Uno shinigami o dio della morte che dir si voglia... O forse sarebbe più conveniente dire un traditore, della Soul Society per intenderci, mica roba da poco. In ogni caso un uomo fatto e finito, un guerriero abile e letale che aveva saputo essere anche un buon amico, ma quella probabilmente era un'altra storia.
    Le tempie pulsavano, il mal di testa ormai aveva raggiunto il punto critico. Le mani di Shin andarono ad avvinghiarsi al capo e d'impeto si sollevò riuscendo finalmente a gestire il dolore, poi aprì finalmente la porta del terrazzo.
    Lei era li, in piedi ad attenderlo, la sua lunga chioma illuminata dalla tenue luce della luna e il suo sguardo fiero rivolto a lui
    -Bentornato...Master-
    La sua voce era calda, avvolgente, protettiva, come quella di una sorella maggiore.
    -Finalmente hai ricordato...il mio nome?-
    Gli sussurrò avvicinandosi, ma la domanda era retorica.
    L'aveva compreso non appena Shin le ebbe sorriso di rimando, tendendo al contempo il braccio con il palmo della mano aperto e rivolto verso di lei, come a volerne arrestare il cammino
    -Naibuka...-
    La sua uniforme scolastica svolazzò leggiadra al vento mentre avanzando mormorò ancora
    -Allora procedi senza esitazione Master, perchè la tua prova, è appena iniziata.-
    Poi si disperse in un vortice di fiamme lasciando nella mano del Kazama una lucente katana dalla lama scura e lucida, l'essenza del suo potere, la parte complementare della sua stessa essenza. Percepiva di nuovo il suo calore avvolgente e finalmente stringendola in pugno Shin si sentì nuovamente completo. Chiuse gli occhi un istante per assaporare quel momento, ma durò poco.
    Un rapido balzo all'indietro e i suoi occhi erano nuovamente spalancati, mentre nel punto in cui si trovava un attimo prima, una scheggia di ghiaccio si era conficcata al suolo. La luce della luna ne investì i contorni, dandole l'aspetto di una bizzarra scultura.
    Non era un buon segno. Shin riconobbe subito quel pezzo di ghiaccio, come anche quella folata di reiatsu impetuoso e pungente come una bufera.
    -...Fubuki...-
    Non c'era dubbio su cosa avesse scatenato quell'attacco e soprattutto su chi ne reggesse le redini.
    Snella e prosperosa, la t-shirt fin troppo striminzita che ne lasciava intravedere le prorompenti forme, un paio di jeans a vita bassa con abbinate delle comode scarpe in tela. Comparve dal nulla Miranda, come un felino sul cornicione del terrazzo, il chiarore lunare che ne avvolgeva la figura facendola apparire quasi come una dea, se non fosse che lei un tempo lo era anche stata, ma adesso non più...
    Le cime degli alberi attorno furono smosse all'unisono al suo arrivo, accarezzate dalla gelida brezza che quella ragazza aveva portato con se.
    -Shin...dunque il fatto che Naibuka sia nelle tue mani significa che...-
    Shin non disse nulla, ma continuò a fissarla senza batter ciglio. Adesso che aveva recuperato la memoria era curioso di capire fino a che punto si sarebbe spinta.
    -Già, i tuoi ricordi sono tornati.
    Sono stata una sciocca a credere che vi avresti rinunciato, ma volevo sperare che tu saresti rimasto qui per sempre.-

    L'espressione sul volto di Miranda non lasciava spazio a fraintendimenti. Era delusa, amareggiata, dispiaciuta e il suo corpo in qualche modo sembrava fremere di rabbia o qualcosa di simile.
    Sollevò lo sguardo. I suoi occhi tradivano tutte quelle emozioni che stava cercando a stento di reprimere, l'affetto e la compassione per una persona che ormai non era più sotto la sua ala protettrice e che anzi aveva imparato a volare senza bisogno della sua presenza, ma lei questo non voleva accettarlo e sicuramente avrebbe fatto tutto ciò in suo potere per prolungare la sua permanenza accanto a lei.
    -Non sembra anche a te che sia giunta l'ora di finirla con questa pagliacciata?-
    L'incantesimo di quell'incontro si spezzò riportando entrambi alla realtà dei fatti.
    Dopo il tragico epilogo di quella missione in Siberia e della sua caduta in battaglia, Shin aveva sperato in cuor suo un giorno di poterla rincontrare anche se sapeva che sarebbe stato impossibile. Adesso invece lei era li davanti ai suoi occhi, con gli occhi arrossati forse a causa di qualche lacrima versata di troppo.
    Non era la sua Miranda, questo era chiaro, ma ciò che più lo incuriosiva era il perchè proprio lei fosse li, quasi in attesa di un confronto, sicura di se come lo era sempre stata e circondata da un aura gelida in contrapposizione alla risolutezza e all'ardore di colui che non era più il ragazzino inesperto di un tempo ma un guerriero pronto ad affrontare il suo passato, alimentato da una fornace di ardenti passioni e desiderio di rivalsa.
    -E' vero, non posso chiederti di restare qui, di non andare...-
    Fubuki era adesso puntata contro di lui, chiaro segno che le intenzioni di Miranda non erano per nulla buone. Avrebbe dovuto affrontarla, era evidente adesso, ma l'avrebbe fatto senza rimorso alcuno se fosse servito a renderlo libero da ogni schiavitù mentale
    - Ma posso sempre impedirtelo con la forza-
    Un muro di ghiaccio si sollevò ad un suo semplice gesto. Non sarebbe stata di certo una messinscena del genere a far cambiare idea a Shin. Se c'era una cosa nella quale quei due erano simili, quella era la testardaggine. Nessuno dei due avrebbe mollato, perciò da quello scontro solo uno sarebbe uscito vincitore e Shin sapeva che quel traguardo gli spettava altrimenti tutto quello che aveva passato fino ad allora si sarebbe rivelato vano.
    -Per l'ultima volta Shin...lascia qui quella spada, torna a letto e rimettiti a dormire.
    Domattina sarà come se non fosse mai successo nulla.
    Fallo, prima che io sia costretta a farlo, è l' ultimo avviso che ti faccio.-

    Shin respirò a fondo.
    -Smettila di darmi ordini!Non sei più il mio mentore da molto tempo ormai, ma ancora ti ostini a trattarmi come un ragazzino... Non sono più quello di un tempo, le cose sono cambiate...Io stesso sono cambiato e in parte lo devo anche a te, quindi devo ringraziarti, ma non per questo resterò qui a vivere una menzogna senza poter fare nulla di concreto per cambiare le cose. Ho fatto una promessa a me stesso e non ho alcuna intenzione di tirarmi indietro proprio adesso.-
    Non ci fu bisogno di un'ulteriore risposta da parte di lei. Miranda partì all'attacco, la sua lama pronta ad affondare nelle membra di Shin che a sua volta non perse tempo e cominciò a rispondere colpo su colpo agli attacchi di lei, mentre le due zanpakuto si fronteggiavano in duello le cui memorie si sarebbero protratte nel tempo. ogni tocco tra la scura lama di Shin e quella candida di Miranda produceva acute vibrazioni, contornate da fiotti di scintille che si disperdevano nell'aria creando strani giochi di luce.

    -Uooooooooooooh!-


    -Uraaaaaaaaaaaah!-

    Era uno scontro che a conti fatti non sarebbe mai terminato. All'ennesimo incrocio senza esito delle due mietianime entrambi si allontanarono e d'improvviso, sempre all'unisono i loro reiatsu si gonfiarono, rude, caldo e avvolgente quello di Shin, freddo e pungente quello di Miranda.
    Erano decisi a tutto, lo si poteva leggere nei loro occhi e da come combattevano.

    -Kisyou!- "Meteora infuocata"

    -Hyouten!- "Ghiaccio celestiale"



    I due attacchi si scontrarono esattamente al centro dell'ampio piazzale dove lo scontro tra due anime si stava consumando.
    Il ghiaccio di Fubuki aveva arrestato l'avanzata della sfera di fuoco, rendendola inoffensiva, allo stesso modo ma a parti invertite il calore provocato da Naibuka aveva fatto si che l'attacco della sua nemesi si disperdesse nell'aria, trasformando ogni singolo cristallo di ghiaccio in acqua nebulizzata. nebbia finissima attorniata da sbuffi di vapore si espanse nell'area dello scontro celando l'un l'altro la posizione dell'avversario.
    Ma ai due contendenti questo poco importava, si sarebbero trovati in quella fitta coltre di nebbia, esempio ne era il clangore delle lame che ancora una volta si incrociavano per dichiarare la propria supremazia, precedute unicamente da lucenti scie azzurre e scarlatte.
    Ogni sferzata pareva una danza, ogni rintocco metallico la musica triste che ne accompagnava i passi...
    L'ultimo di questi fu decisamente più forte degli altri e con il suo arrivo la nebbia si diradò di colpo, spazzata via dalla pressione spirituale sprigionata dai due combattenti.
    -So cosa stai pensando, Shin...-
    Ricordava bene il suo profumo, quella fragranza inebriante adesso poteva respirarla di nuovo, anche se solo per pochi istanti.
    -Che io non posso batterti, perchè tu sei un ufficiale di seggio, forse addirittura ai livelli di un vice.capitano...e forse è vero-
    Così dicendo d'improvviso Miranda abbandonò il punto d'impatto e si allontanò mantenendosi a distanza di sicurezza. Che si fosse arresa era altamente improbabile, aveva iniziato lei quello scontro, non si sarebbe data pace fino alla sua conclusione. Questa era Miranda.
    -Miranda non è in grado di raggiungere il tuo livello.
    L'hai superata, è vero, sei più potente ora di quanto lei sia mai stata, anche senza l'aiuto di quel maledetto orrore mascherato.-

    Shin continuò a fissarla in attesa di capire dove volesse andare a parare.
    -Ma io non sono lei, come tu ben sai. IO non sono la vera Miranda.-
    Fu allora che il suo reiatsu riprese a gonfiarsi, ancora e ancora, sempre più in maniera esponenziale, fino a raggiungere livelli che fino ad allora aveva paragonato a personaggi del calibro di Felio Sanada o di Alizabetha Coraciero...
    -Io sono la Miranda delle tue memorie.
    La Miranda di un mondo fittizio che non esiste, se non nelle tue memorie e nel tuo cuore.
    Di un mondo che è come tu hai sempre desiderato...-

    Naibuka allo stesso modo di Shin aveva avvertito il pericolo, ma la sua fiamma con uno schiocco secco si spense, sovrastata dalla mole di gelido reiatsu che adesso ricopriva l'intera area.
    - Sono la Miranda dei tuoi ricordi, la donna che ti ha sempre protetto.
    Che hai sempre amato, il tuo idolo, l'esempio che volevi seguire...
    Colei che è sempre stata irraggiungibile ai tuoi occhi, dunque non devi sorprenderti se io, a differenza di te, sono capace di questo.-

    il pensiero di Shin precedette le parole di Miranda. In realtà lei aveva ragione, nella sua mente, nel suo mondo immaginario lei era ancora li per lui pronta a tutto per proteggerlo e forte di un potere che se fosse stata viva di sicuro avrebbe raggiunto. D'altronde un rilascio totale era riservato a pochi eletti e Shin ne era sicuro, su di lei sarebbe calzato a pennello...

    -BAN...KAI-


    Shin socchiuse gli occhi a seguito della gelida bufera che quelle due sillabe avevano scatenato
    - Shinra Hyouketsu, Fubuki- "Fubuki, congelatrice del sangue divino"
    Un nome da brividi, in tutti i sensi. Da Miranda non si sarebbe aspettato nulla di meno. Ora non solo la sua lama era mutata nella forma, ma anche lei sembrava diversa, con un aspetto molto più austero rispetto al solito, rimarcato da una serie di cristallizzazioni avvenute sul suo corpo che in un certo senso sembravano renderla una sorta di principessa di inverno.
    -Adesso Shin, mi dispiace, ma non ho altra scelta, dovrò metterti a dormire io stessa...
    Visto che sei stato un bambino cattivo, è mio dovere, come tua tutrice, mandarti a letto.-

    Un rapido movimento e quell'arma dall'aspetto strano andò ad impattare col suolo. Senza perder tempo Shin d'istinto balzò all'indietro evitando per un pelo la gigantesca colonna di ghiaccio che dal suolo, proprio nel punto in cui lui si trovava un attimo prima si levò nel cielo, maestosa e micidiale al tempo stesso. Quell'arma era dannatamente pericolosa e sembrava poter dissolvere nel nulla qualsiasi cosa...
    -Sei stato veloce Shin, te lo riconosco, ma non abbastanza...-
    Miranda indicò con la mano libera il braccio destro di Shin e solo in quel momento egli si rese conto che davvero scontrarsi con quel potere poteva costargli caro. Non c'era più, semplicemente. Dalla spalla in giù il suo braccio aveva semplicemente cessato di esistere.
    Deglutì, conscio di essere stato incauto, ma soprattutto fortunato. Era così dunque, Miranda aveva tirato fuori le sue carte migliori. Non ne voleva sapere di perdere quello scontro e adesso probabilmente si stava godendo lo sguardo terrorizzato del suo pupillo.
    -Questo è il potere di Fubuki nel suo stato di Bankai...Tenjou Toumutsuku Kadingir- "Kadingir, la torre che congela il regno celeste"
    Il solo contatto con la sua superficie è in grado di portare istantaneamente qualcosa alla temperatura di –273,15 gradi centigradi ovvero allo zero assoluto.
    A questa temperatura gli atomi cessano di muoversi, l'acqua evapora direttamente e qualsiasi corpo solido si dissolve in polvere, non importa quanto esso sia resistente o evanescente.
    Ogni cosa, siano esse fiamme, calore, pietra, carne sangue, è destinato ad estinguersi se sfiorato dalla carezza di Fubuki...-

    Già, era stato sfiorato appena e il suo braccio adesso non c'era più, cosa sarebbe accaduto se solo quella torre l'avesse investito in pieno?
    Non voleva pensarci, adesso doveva solo trovare il modo per contrastarla, anche se non sarebbe stato affatto facile
    -Mi dispiace Shin, ma quando ti sveglierai domani, spero saprai perdonarmi...-
    Ancora una volta Fubuki colpì il suolo e Shin non potè far nulla per evitare il suo ennesimo attacco.
    Era finita, così in un istante.
    Il pilastro di ghiaccio aveva fatto di Shin il suo prigioniero, avvolto in quella struttura prismatica che risplendeva dei colori dell'arcobaleno. Nel frattempo Miranda si era avvicinata, nei suoi occhi lo sguardo dolce che un tempo gli aveva riservato.
    -Mi dispiace Shin, ma non posso permetterti di andartene...
    Ho giurato che ti avrei protetto, ed è quello che farò.
    Anche a costo di dover divenire il tuo peggior nemico, anche se dovrò ricevere il tuo odio...
    Io ti impedirò di tornare in quel mondo.
    Resta qui, te ne prego...-

    Piccoli fiocchi di candida neve accarezzarono il suo volto partendo dagli occhi per poi disperdersi nell'aria.
    Stava forse piangendo il suo prediletto?
    Shin non poteva saperlo, caduto in una specie di sonno ibernante, mentre la mano di lei carezzava con affetto lo spesso strato di ghiaccio che li separava
    -Resta qua, in questa dimensione dove per te non esistono né rabbia né tristezza.
    Dove tutto è ciò avresti mai potuto desiderare, dove nessuno ti farà del male.
    Dove noi, possiamo restare ancora insieme, dove io posso ancora proteggerti-
    Si, probabilmente stava piangendo e la sua voce adesso nuovamente calda e singhiozzante ne era la prova
    -Non puoi andare la fuori, non sei pronto... Ma ora dormi. Fai il bravo bambino-
    Un sorriso affettuoso come quello di una madre verso il proprio figlio affiorò dalle sue labbra, sicura di aver fatto tutto questo solo e unicamente per lui, per proteggerlo, ancora una volta, come aveva sempre fatto...
    Nulla del discorso di Miranda era giunto a Shin. Magari avrebbe potuto immaginarlo, ma non aveva più alcuna importanza ormai.
    Nonostante il suo stato dormiente il suo cuore era ancora integro e ad esso giunse un'altra voce, quella di colei che adesso di Miranda ne faceva le veci. La voce di colei che adesso era tornata solo per stare al suo fianco e non lasciarlo mai più, pronta a seguirlo ovunque lui decidesse di andare, qualunque cosa decidesse di fare. Una voce avvolgente, sicura, calda e potente più di quanto non fosse mai stata.
    La sua compagna e adesso la sua nuova guida

    Master...

    Dillo...

    Non è il momento di esitare...

    Oramai dovresti averlo capito...

    Dovresti averlo compreso...

    Adesso è il momento...

    Dillo...

    Gridalo...

    Il mio nome...



    Era davvero giunto quel momento. Da quel punto in poi tutto sarebbe cambiato. La sua mente era pronta da tempo ma il suo cuore...
    No lui aveva dovuto affrontare un percorso ben differente, più ntenso e irto di ostacoli, contornato dalla presenza seppur marginale dei fantasmi del suo passato. Miranda era se così lo si poteva definire, l'ultimo tassello di quel puzzle che aspettava solo di essere completato, il più importante, quello che gli avrebbe permesso di elevarsi ad un nuovo livello, cosa che fino a quel momento si era precluso per una non perfetta sincronia tra cuore e mente.
    Tutto finalmente era più chiaro, nessun alone, nessun'ombra aleggiava attorno ai pensieri di Shin, niente che potesse portarlo a pensare di non aver trovato quello che cercava.
    Si, era pronto, bastavano quelle due sillabe e tutto sarebbe mutato, ma solo secondo la sua volontà.
    Il battito del suo cuore, seppure in uno stato di ibernazione non aveva mai smesso di lottare e adesso che la coscienza di Shin stava pian piano tornando in auge, la sua frequenza aveva assunto un ritmo forsennato, probabilmente invaso da un'improvvisa scarica di adrenalina

    *tum - tum, tum - tum, tum - tum....
    tum - tum, tum - tum
    tum - tum...*


    poi di nuovo calma piatta, battiti regolari... preludio a qualcosa di immenso.
    Nel buio assoluto, nel silenzio assordante due semplici sillabe rischiararono di colpo ogni cosa

    -BAN..

    ...KAI-

    Ciò che all'esterno della colonna di ghiaccio si poteva scorgere, era un'innaturale luce scarlatta dalle sfumature arancio-dorate.
    Pareva integra o almeno lo fu fino a quando quella luce non giunse fino ai punti più esterni della stele di ghiaccio che avvolgeva il corpo di Shin.
    Le crepe dalla base presero a salire fino in cima allargandosi e diramandosi negli interstizi creati dalla forma irregolare della struttura di ghiaccio, poi da queste fratture sbuffi di vapore presero ad innalzarsi nella gelida aria notturna mitigandone la temperatura.
    Di colpo la luce abbagliante sembrò convergere su se stessa, ridimensionandosi per poi esplodere assieme all'immensa struttura prismatica che si disperse nell'aria. Al suo posto un vortice di fiamme e reiatsu in un attimo si espanse su tutto il piazzale del terrazzo rendendo la temperatura ben più elevata di quanto non fosse stata fino a quel momento.
    Potente, ecco come si sentiva Shin.
    Il suo reiatsu così come il suo aspetto adesso erano qualcosa di assolutamente grandioso, difficile anche solo poterli descrivere. La maestosa magnificenza risvegliata dal Kazama in quel frangente era qualcosa di assoluto.
    Due spledide ali di fenice luminose e crepitanti adornavano maestose il fisico quasi completamente nudo dell'ex shinigami, coperto unicamente da un lembo di quello che probabilmente un tempo doveva essere stato il suo shihakusho. i suoi lineamenti scolpiti messi ancora più in risalto da uno strano gioco di luci e ombre che si alternavano sul suo corpo scultoreo.Ogni singola parte del suo corpo era adesso una fusione perfetta tra materia ed etere, un connubio impossibile, eppure non c'era un punto sul corpo di shin che non fosse composto da fiamme ardenti.
    Persino il volto era completamente plasmato nelle fiamme mentre i suoi capelli fluenti e ribelli ne adornavano il capo come una criniera sugli elmi degli antichi romani.
    Era fermo li, sospeso a mezz'aria con il capo chino.
    -Naibuka. Akuryo no hitorikami. "Naibuka, divino artiglio del demone fenice"-
    Dunque era questa la vera forma di Naibuka. Un mix perfetto di grazia e potenza divina. un dono destinato solo ai più grandi e valorosi, un dono che Shin aveva finalmente meritato. Fu in quel momento che il suo sguardo andò a cercare colei che invano aveva cercato di imprigionarlo. No, Shin non poteva essere domato era uno spirito libero e nulla avrebbe potuto renderlo schiavo, vincolato. Adesso era libero, libero di sprigionare quel potere che aveva sempre avuto e che adesso era finalmente in grado di controllare.
    -Jinsei no Dankai. Yugure. "Ciclo della vita. Crepuscolo."-
    Non appena Shin pronunciò quelle parole sul suolo cominciarono a crearsi delle profonde crepe che rapide si spinsero in direzione di Miranda. Da esse poi proruppe un'intensa luce , come quella del sole al tramonto e all'improvviso esplosero impetuosi una serie di colonne di fuoco, mirate ad incenerire l'avversario...





     
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