Bleach Soul Society

[Test - Sinful Maiden]

Test Arrancar - Alizabetha Coraciero

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  1. Yami Kaguya
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    The Sloth
    -I-
    There's always a Moron who likes Jokes



    Africa, Deserto del Sahara
    Avamposto 29



    Era stato divertente, non intendeva negarlo. Certo la parte in cui la sua creazione era stata abbattuta era arrivata un pò troppo presto, ma poco importava. La mera apparizione di quel reiatsu ciclonico, in senso letterale, era stato un chiaro esempio di come i suoi avversari avessero dovuto mettere in campo una potenza tale da poter provare che il Mesa era un avversario in grado di dare filo da torcere a un Capitano.
    Era però allo stesso modo inutile, negare che era rimasto deluso dalla facilità con cui la battaglia era finita. C'era ancora molto da perfezionare, soprattutto il giocattolo su cui aveva scommesso di più, che si era rivelato...mediocre, se avesse dovuto definire in una parola la sua performance.
    Le immagini raccolte dal suo insetto spia che stava visionando infatti, non lasciavano molto spazio per elogi in quello scontro.
    L'Espada assunse però un cipiglio davvero corrucciato nella parte finale della "proiezione", quando quella luce immensa aveva reso inutili anche gli occhi dell'insetto. Un vero peccato, non aver potuto preparare in maniera migliore il campo di scontro. Avrebbe potuto ricavare molti più dati, e in sintesi sprecare meno risorse per un risultato che tirando le somme, non era definibile in altro modo se non Esiguo.
    Aveva però in mente, un modo per aggiungere un extra alla sua "ricompensa". Per tale motivo, infatti, aveva dovuto aspettare che gli Shinigami levassero le tende dalla porta Sud. E sempre per tale motivo, stava ingannando il tempo passeggiando tranquillamente su quella sabbia, sicuro delle sue capacità occultative, calpestando le macchie di sangue appartenenti a due Hollow e due Shinigami che si mischiavano fra loro armonicamente.
    Almeno, fino a quando non comparve vicino ai suoi piedi una maschera bianca priva di occhi, i cui versi animaleschi procurarono un sorriso allegro, sul volto del suo padrone.

    Trovato? Ottimo!
    Scavate allora, su, su.

    Sempre camminando con tranquillità, sprezzante delle forze nemiche radunate a nemmeno un chilometro di distanza all'interno dell'avamposto, Raphael si diresse verso un punto del deserto che sembrava ribollire, e lì si fermò, inginocchiandosi con in volto l'espressione di un bambino che non aspetta altro che il permesso per scartare il suo regalo.

    image
    Anche se, osservando il Cero che esplose come un Geyser a pochi centimetri dal suo volto, l'Espada non potè evitare di pensare che fosse anche fin troppo arzillo, per un regalo che avrebbe dovuto essere sull'orlo della morte. Tale pensiero poi non fece altro che rafforzarsi, quando dalla sabbia emerse prima un braccio, e poi il resto del corpo di Antonio Fuentes, con ancora attaccate le teste degli insetti scavatori di Raphael.
    O almeno, ciò che ne rimaneva. Dell'uno, e degli altri.

    Fiuu~... I miei complimenti, Signor Fuentes.
    La trovo bene, come si sente?

    L'ironia presente in tale frase, pronunciata di fronte a un hollow privo di gambe, del braccio sinistro, e di parte del bacino, causarono uno scatto del braccio destro verso l'Espada, che però arretrò prontamente prima di sedersi nella stessa identica posizione, e senza il minimo cambiamento nell'espressione che stava rivolgendo all'ex conquistatore dell'Africa.

    Hijo de puta madre.... tu e i tuoi giocattoli idioti! Che diamine volevi fare, EH?!

    Giocattoli...? Oh, intende questi animaletti da scavo? Le avrebbero risparmiato la fatica di uscire dal suo nascondiglio, se solo non-

    Mi stavano divorando vivo, idiota!

    Ma non è colpa loro, insomma, pensavo di recuperare il cadavere di un perdente, come potevo immaginare-

    SILENZIO!

    Stavolta, sul braccio destro comparve una sfera di energia, che in un attimo divorò la distanza fra il Vasto Lorde e l'Espada, in cerca della carne di quest'ultimo. Carne che però non trovò mai, visto come in un boato la figura del biondo ragazzo svanì dalla vista di Antonio, per riapparire alle sue spalle nella stessa, identica posizione.
    Tranne che per la spada sguainata, con la punta che sfiorava la nuca del Vasto Lorde. E se Antonio avesse potuto vedere anche l'espressione che ora animava i tratti dell'Espada, probabilmente avrebbe compreso la sua situazione.

    ...Riesce ancora a emettere un Cero e un Bala a piena potenza, nelle sue condizioni? Vedo che ha fatto davvero economia di Reiatsu, con quegli Shinigami.

    ...Mpf, tu che ne sai? Li avevo messi in ginocchio-

    E proprio mentre se ne stava in piedi a deriderli, dalla posizione inginocchiata hanno avuto la strada spianata nel pugnalarle lo stomaco. Purtroppo lo sò, quanto ha arruffato le penne prima di venire segato in due...

    ...Cosa?!

    Toccò al Vasto Lorde, in quel momento, percepire l'accumulo di particelle di Reiatsu a pochi centimetri da sè. Senza però le gambe per spostarsi, il risultato fu ben diverso da quello che aveva ottenuto lui nei confronti dell'Espada. La maschera già incrinata di Antonio, andò a sbattere contro la sabbia, mentre con leggiadra eleganza l'Espada saliva sopra il corpo dimezzato del Vasto Lorde con la stessa calma con cui avrebbe potuto calpestare un tappeto.

    Purtroppo, signor Fuentes, stà facendo un pò troppa confusione vomitando Cero e Bala di qua e di là. Se volesse farmi la cortesia di rimanere immobile, vorrei lasciare questo luogo prima che i proprietari delle attenzioni che ha sicuramente attirato vengano a controllare.

    Levati di dosso, razza di-!

    ...Santo cielo, ma mi ascolta quando parlo?
    Ragazzi, basta poltrire, su.

    Con il peso dell'Espada sul collo, Antonio non potè osservare granchè, di ciò che accadeva. Tuttavia potè vedere come i pezzi delle cose che aveva distrutto prima, avessero iniziato a tremare e a spostarsi sulla sua sinistra. Avendo però il volto poggiato a terra appunto sul fianco sinistro, non potè vedere cosa stesse accadendo. Almeno sino a che contro il sole, si stagliò una sagoma alta almeno quattro metri, a forma di verme.

    Ehi! Che stai facendo, Hijo-

    Raccolgo il compenso per il noleggio, Signor Fuentes.
    Per il prestito della mia creatura, avrei potuto accontentarmi dei dati raccolti, se almeno lei ci avesse fatto il favore di spazzare via le ridicole forze che gli Shinigami hanno messo in campo quest'oggi.
    Tuttavia, signor Fuentes...la perdita del Mesa, della battaglia in generale, e della sua privata in particolare, sommate al modo in cui ha sprecato la distrazione che le è stata offerta a opera dei miei compagni...beh.
    Per dirla in poche parole, credo che dovremo rivedere il paragrafo riguardo al nostro "tornaconto", Signor Fuentes.


    Ch-che diamine significa?

    Per la prima volta, il tono di Antonio venne incrinato dalla preoccupazione. Nel momento in cui la furia e l'indignazione per la sua sconfitta si affievolirono ascoltando le parole dell'Arrancar, percepì nuovamente quell'inquietudine che gli aveva provocato al loro primo incontro.
    Ma Raphael Santarosa, non sembrò avere molte altre parole da sprecare per un giocattolo rotto.

    Nulla di che... qualche mese di volontariato, non se ne accorgerà nemmeno.
    Ah certo... a patto che le mie teorie siano tutte corrette. Ma non tema, non permetterò che il corpo di un Vasto Lorde vada sprecato, c'è anche il mio onore come scienziato in gioco.

    Antonio non potè replicare. Nel momento in cui Raphael scese dal suo collo, la terra sotto di lui esplose, e si ritrovò a volteggiare in aria mentre il cielo e la terra si scambiavano di posto in continuazione. Solo quando la gravità iniziò a strappare il suo corpo al cielo, vide che non c'era la terra ad aspettarlo. Uuna sorta di Hollow a forma di verme, con la bocca della maschera spalancata, fu ciò che Antonio vide emergere dalla terra. Dopodichè, quando le sue fauci inghiottirono il Vasto Lorde, non ci fu più nulla per lui se non il buio.

    Mi raccomando, eh. Niente digestione sino a Las Noches, o mi arrabbio.
    Mmmm....credo qui non sia rimasto nulla da fare. Anche se....

    Mentre la Fracciòn attendeva immersa dal muso in giù nella sabbia, Raphael si prese qualche altro minuto per seguire una scia di sangue diversa dalle altre. Rimase a fissarla qualche istante, e dunque si rivolse nuovamente alla Fraccion, ricordando le immagini dello scontro svoltosi su quel terreno un paio d'ore prima.

    ...Recidi il braccio, sigilla i due moncherini all'attacco della spalla, e porta qui l'arto, per cortesia.

    Sotto la sabbia, il corpo del verme si contorse, e le orecchie dell'Espada colsero un grido soffocato dal suo interno, prima che una lingua prensile gli porgesse il braccio rimasto di Antonio. Raphael rimase a osservarlo qualche secondo, e notando alcune particelle di Reiatsu residue dallo scontro, non potè evitare di sorridere, aprendo un garganta per tornare a Las Noches mentre la lingua veniva ritirata di nuovo nella bocca del suo proprietario.
    Tipetta interessante, quella Coraciero. Non vedeva l'ora di essere a casa, aveva un bel pò di materiale su cui lavorare.

    [...]


    Hueco Mundo, Las Noches
    Corridoio Interno



    Di nuovo.
    Raphael aveva consegnato poco prima il suo rapporto al nobile Aizen riguardo la faccenda delle nuove reclute, quando per l'ennesima volta, il palazzo venne scosso da un'esplosione di Reishi. L'espada si scompose un secondo nell'abbassare il suo baricentro, e recuperato l'equilibrio si diresse verso la zona desertica di Las Noches. Ciò però che vide, gli congelò il sorriso sul volto. L'azzurro eterno del cielo, era lacerato lungo una strisca delle dimensioni di un mignolo come larghezza. Certo da quella posizione, il che rendeva l'entità della deformazione spaziale superiore a una cinquantina di metri. Rimase immobile qualche altro secondo, quindi svanì nell'aria, riapparendo qualche centinaio di metri più sotto, accanto a una ragazzina dai capelli rossi anch'essa a debita distanza da un ammasso di polvere e reishi su cui teneva lo sguardo incollato.

    ...Che significa? Marcelita-chan?

    L'idiota numero 2 ha fatto la cazzata pestandosi col numero 1.

    Ah...dunque ci sono Spardas e Vueda, là in mezzo?

    Anche Cruzero, da qualche secondo.

    Oh oh...

    Il biondo si sedette sui talloni con un sorriso allegro in volto, mentre si godeva lo spettacolo della polvere che in pochi secondi si abbassò, privata della forza che le dava origine.

    image
    E nel mezzo di tale polvere, una figura dalle linee femminili fece vorticare la propria spada a frusta nell'aria, prima di riportarla alla forma originaria e dirigersi verso Raphael.

    Ogni responsabile della quiete pubblica la ringrazierebbe per i suoi servigi, Cruzero-san. Un tempismo lodevole.

    Posso dire lo stesso, Santarosa. Avevo ordini di cercarti, ma mi hai risparmiato ulteriori perdite di tempo. Il nobile Aizen ha apprezzato il rapporto, dice di mandare l'invito.
    Da parte mia invece c'è l'avvertimento che se finirà con l'aggiunta di un altro idiota come quei due, al prossimo casino così anzichè fermarli te li sbatterò dritti dentro al tuo laboratorio.


    ... Ma certo, mia signora.

    Il biondo fece un galante inchino verso l'Espada più matura, completo di flessione della gamba non portante e delle braccia a indicare la via verso il palazzo, ma quest'ultima rivolse a quella dimostrazione di finta disponibilità uno sguardo tagliente, prima di incamminarsi verso l'interno del palazzo. Raphael dunque si rimise in posizione eretta, e dopo aver dato un'occhiata a ciò che rimaneva dei due "contendenti", rivolse un sorriso a Marcelita

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    in cui era facile notare una vena di sincero divertimento.

    Marcelita-chan, ti spiacerebbe pensarci tu a Vueda? Non vorrei Spardas se ne approfittasse troppo, una volta in piedi.

    Ehhh?! Ma perchè devo pensarci io!

    Ho un invito da consegnare, a quanto mi è stato riferito, e non vorrei mai far aspettare una signorina, è da maleducati.

    E far fare la crocerossina a un'altra ti pare galante invece?!

    Se non altro è di sicuro il metodo più rapido per strappare Leroy all'estasi masochista in cui presumo si trovi, dopo l'intervento di Cruzero. Conto su di te.

    Raphael abbandò il campo di volata, dirigendosi verso il palazzo prima che la ragazzina avesse il tempo di fare altri capricci. Per altro motivati.
    In ogni caso, in quel momento il biondo Espada non sapeva se essere più sorpreso per la stupidità della Cuarta, che sembrava riunire i difetti peggiori della generazione di Espada precedenti, o per la crescita dell'ultima arrivata degna di nota a Las Noches.
    Ad ogni modo, ricordando le parole della Cruzero, forse quella volta sarebbe stato saggio, o perlomeno non troppo inutile, mettere un pò in riga la loro futura ospite, prima di metterla davanti al signore di Las Noches e a ciò che desiderava da lei.
    Raphael ridacchiò un secondo, e poi andò a dare le disposizioni adeguate. Quella giornata era iniziata nel modo migliore, e se i suoi calcoli fossero andati almeno in parte come nei tre-quattro scenari che si stava immaginando, il mattino dopo sarebbe stato ancora più memorabile.
    Non avrebbe mai benedetto abbastanza il giorno in cui quello Shinigami era giunto nel loro mondo.

    [...]

    Probabilmente non erano pochi, gli Hollow che in fondo disprezzavano Las Noches e la sua struttura sociale. Quel luogo negava l'irrazzionalità, la ferocia, la barbarica lotta per la sopravvivenza. Negava gli istinti che guidavano centinia di esseri in quel mondo, e per certi versi dava libero sfogo a crudeltà perpetrabili solo grazie alla riacquistata ragione dei suoi abitanti. Tralasciando forse il Secondo anello, almeno.
    Quel gruppo di persone vestite di bianco, tuttavia, non erano dirette al Secondo, quanto al Primo anello. In silenzio, marciavano come un plotone perfettamente addestrato, in coppie di due e sotto la guida della solitaria figura che in prima linea, faceva scorrere lo sguardo coperto dalla maschera attorno a sè. E riportandolo quindi sulla strada, dopo aver ottenuto in risposta solo occhiate sottomesse, o in cui il barlume della paura veniva mascherato con un ringhio malcelato, o persino un imitazione altrettanto malriuscita di un sorriso cordiale.
    C'era ben poco da accogliere, nella vista di quelle dodici persone. Eppure questo avrebbero dovuto fare le sue compagne e Alizabetha stessa, nel momento in cui la figura in testa interruppe la marcia dinanzi all'abitazione della Hollow, e delle sue compagne. Colpì due volte la porta con il pugno chiuso, in maniera decisa ma non violenta. Dopodichè, rimise le braccia dietro la schiena, imitato dai suoi dodici sottoposti mentre attendevano la comparsa della padrona di casa, o chi per lei.

    Alizabetha Coraciero-san?
    Sua Eccellenza Aizen richiede la sua presenza al Palazzo.
    E' pregata di venire con noi.

    Una maschera a forma di antilope, una divisa bianca, e altre dodici figure con una maschera a forma di teschio umano e privo di mandibola, silenti, era ciò che si sarebbe presentato alla porta di Alizabetha. La loro vista, di norma era un presagio di morte, e ora erano dinanzi a quella casa. Un invito recapitato da un simile corriere, avrebbe probabilmente fatto nascere vari dubbi nel ricevente, sul fatto di poter presentare rifiuti all'invito in questione.
    L'unica forza armata interna ufficiale di Las Noches, e ciò che più si avvicinava al concetto di organo esecutivo, o meglio a un plotone d'esecuzione, unico ruolo che di norma ricoprivano.

    L'Exequias.

    image


    SPOILER (click to view)

    Bien, bien.
    Come puoi vedere, le tue prodezze con Antonio ti hanno procurato un occhio di riguardo da parte di Raphael, e la tua crescita di recente addirittura le attenzioni di Aizen.
    Tuttavia al momento, credo che la vista di un plotone d'esecuzione non sia esattamente una ricompensa di cui gioire.
    Informa quindi i poveri lettori di cosa è accaduto in soldoni dal giorno dell'avamposto 29, e dunque decidi cosa fare con ciò che ti trovi davanti. Potrai chiedere all'Exequias qualche minuto per riordinare le idee? Farai aspettare "Sua Eccellenza Aizen"? C'è qualche messaggio nascosto nel utilizzare un plotone d'esecuzione come un messaggero e come una scorta personale?
    A te la risposta ;3

     
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    (I): The Calling

    Thou seeks an audience with my mistress?
    As you wish, she will see you.
    But remember to show submission and respect.
    For she is the beacon that shows our way.
    One wrong move...and you're dead meat.








    Le undici figure avanzavano compatte come un unica entità.
    Cinque teschi umani perfettamente proporzionati per lato, le spade che ondeggiavano ritmicamente cadenzate con i passi rapidi delle calzature di velluto nero.
    Una unità militare di aspetto marziale, spietata, inflessibile, fanaticamente fedele ad un solo padrone.
    Niente li fermava o li rallentava.
    I possenti portoni di Las Noches si richiusero al loro passaggio sigillando ancora una volta il grande cielo azzurro che componeva la volta della fortezza.
    Senza un suono, senza un lamento, senza un ordine lo squadrone di arrancar discese la lunga scalinata che portava al primo anello.
    Il suo capitano, una testa scheletrica dalle sembianze di antilope apriva loro la strada, conducendo i sottoposti attraverso il dedalo di viali e viuzze che costellavano la piana come una enorme crosta lattiginosa.
    Hollow di basso rango e gillian, servitori dei potenti Adjuchas che risiedevano in quella zona si spostarono timorosi in silenzio reverenziale al passaggio di quelle figure.
    Persino alcuni Adjuchas chinavano in segno di rispetto la testa, i più audaci addirittura si permettevano di fissarli con disprezzo, ma nessuno, neppure i più stupidi osavano levare un dito contro di loro od ostacolarli.
    Erano la volontà di quel luogo, una diretta emanazione del braccio del padrone di quella città.
    E così con una marcia perfettamente in sincrono il plotone di maschere spezzate si inoltrò all' interno della città, avviandosi verso la costruzione che svettava sopra a tutte.
    La folla di maschere curiose che si erano radunate si disperse con la rapidità di un branco di pesci che abbia scrutato uno squalo famelico.
    Perchè nessuno era desideroso di trovarsi tra i nuovi arrivati e la padrona di quella abitazione.

    A meno di un chilometro di distanza una solitaria figura osservava dal grande balcone della reggia in questione le strade sottostanti.
    Gli occhi rosso cremisi come rubini scrutavano con interesse la piazza mentre analizzava con attenzione i movimenti della folla.
    Una mano fasciata in una armatura simile ad una manica a sbuffo si portò sotto il delicato mento squisitamente umano della sagoma, mentre un sorriso di divertimento si dipinse lentamente su quella parte del suo volto che ora era invisibile.
    Alle sue spalle diverse figure si mossero in preda all' agitazione.
    Ma bastò un cenno del capo della creatura al balcone perchè cessassero il brusio.
    Poi un movimento della mano, e subito si recarono alle loro postazioni.
    Non c'era bisogno di altro perchè capissero.
    Il significato era ben chiaro nelle loro menti, tenersi pronte.
    Una folla di creature dalle sembianze animalesche percorsero rapidamente i corridoi della magione.
    Non si dovevano far trovare impreparate.
    Con uno sbuffo di soddisfazione la padrona della fortezza si scostò dalla finestra e chiamò un nome rivolta verso l'oscurità.
    Con un rumore di vento sibilante una massiccia ma elegante bestia dalle sembianze di lince le si avvicinò e chinò il capo in segno di sottomissione.
    Una sola sillaba della hollow più umanoide e la Adjuchas si chinò a terra lasciando che la sua padrona le salisse in groppa.
    Nessuno avrebbe potuto ricevere un tale onore, tranne lei.
    Lei, a cui tutto era concesso.
    Lei, a cui doveva la sua vita e la sua attuale evoluzione.
    Un altra folata di vento e scomparve nelle tenebre.

    Nel frattempo il plotone di Arrancar era giunto davanti al massiccio portone che segnava l' ingresso alla dimora della hollow che era il loro obbiettivo.
    Un portale di pietra, decorato con poche semplici volute e due enormi porchie al centro di ognuno dei battenti.
    Ai lati dell' ingresso due grandi colonne di roccia si ergevano fieramente a sfidare il cielo, una pallida replica delle imponenti torri sulla cima della cupola della fortezza centrale, che ospitavano gli alloggi degli Espada e la sala del trono nel punto più alto di tutta Las Noches.
    I muri erano composti di dura pietra, e stranamente lisci per essere stati scavati direttamente nella nuda roccia che componeva le mura perimetrali.
    Ill suo precedente proprietario aveva fatto un ottimo lavoro, e sicuramente doveva essere rimasto decisamente dispiaciuto quando la nuova inquilina lo aveva gentilmente invitato ad andarsene.
    Ora però non era più un problema, la sua carcassa era stata ritrovata nella piazza centrale il giorno stessa del suo rifiuto.
    Le leggi di Las Noches prevedevano il divieto assoluto di atti di violenza all' interno delle strade.
    Ma questa regola non prevedeva gli scontri che avvenivano all' interno delle abitazioni.
    Molti lo sapevano, e spesso un invito per una visita si traduceva il più delle volte come una sfida vera e propria.
    Certo, talvolta gli scontri degeneravano sino nelle piazze, ma era solo in quel caso che a loro toccava intervenire.
    Stavolta non era stato il caso però.
    Con lentezza esasperante i battenti scorsero su se stessi, e i cardini su cui era imperniata la porta girarono con un rumore estremamente fastidioso di sfregmento di pietra.
    Senza variare assolutamente il passo lo squadrone entrò nei meandri della abitazione.
    Passando però accanto ai battenti il gruppo non potè fare a meno di notare un piccolo particolare.
    Quelle che sembravano grandi borchie erano in realtà maschere, maschere di Gillian, strappate da divoratori di anime ancora vivi a giudicare dalla loro forma ancora stabile.
    Chiunque si sarebbe scomposto o anche solo preoccupato, ma loro no.
    Avevano visto molto di peggio, e quando i loro ordini lo avevano contemplato, avevano fatto anche di peggio.
    La paura, non era un lusso che potevano permettersi.
    Senza tentennare proseguirono nella loro traversata.
    Oltrepassarono i due hollows dalle sembianze quadrupedi che stavano inginocchiate davanti all' ingresso del cortile interno, i quali li degnarono a malapena di una occhiata carica di astio e disprezzo.
    Passarono rapidamente oltre il lungo colonnato che li separava dal salone centrale ignorando la pletora di maschere che decorava le pareti e le occasionali statue che intervallavano gli spazi, opera sicuramente degli artisti arrancar della fortezza, che per Almas erano disposti anche a soddifare i capricci di una clientela selezionata chiaro segno del prestigio di cui godeva l' oggetto della loro presenza in quel luogos.
    Infine giunsero davanti ad un'altra porta, questa però decisamente più piccola e più semplice, la cui sola decorazione era fornita da due maniglie di materiale simile all' ottone.
    Materiale più che mai raro nella terra della notte eterna, ma non introvabile, questo era certo.
    Negli ultimi tempi erano sempre di più gli hollows che si guadagnavano Almas riportando piccoli oggetti dal mondo dei vivi per raggranellare Almas.
    Anche se questo era un hobby più proprio della fortezza che altro.
    In fondo però non c'era da stupirsi, la padrona di quelle terre aveva sempre dimostrato un attaccamento al mondo dei vivi.
    Una hollow dalle sembianze che si sarebbero potute definire umanoidi, se non fosse stato per la lunga coda uncinata e le due falci ossee che aveva sulla schiena, aprì loro la seconda porta, facendoli così accedere alla sala centrale.
    Una grande stanza di circa cento metri di diametro rappresentava il cuore di quell' edificio, oltre solo una scalinata che portava ad un ampio balcone.
    E al centro della stanza, sul fondo, un grande trono in pietra, unico elemento decorativo della stanza, ma di fattura estremamente pregevole, scavato nella roccia stessa dello Hueco mundo e scolpito da mani abilissime.
    Il gruppo di figure si fermò al centro della stanza e attese l' arrivo della loro preda.
    La quale, come ogni padrona di casa che si rispetti non si fece aspettare.

    image
    Ma quale gradita sorpresa...i signori dell'Exequias!
    Disse una voce dall' alto delle scale.
    Alizabetha Coraciero scese lentamente con passo sicuro i gradini della ampia scala a spirale scavata nella roccia.
    Alta una testa meno dei membri dell' unità punitiva di Las Noches la hollow si presentava esattamente come un normalissimo essere umano, fatta eccezione per i pezzi di armatura che le coprivano il corpo.
    Una ampia maschera di forma semisferica le copriva la parte superiore della testa, perfettamente liscia con la sola eccezione di un unico lungo corno che le partiva dal mezzo della fronte, come una lama sguainata.
    La parte degli occhi era coperta dai resti di una visiera che un tempo aveva fatto parte del muso della maschera, ma che adesso, a causa della luce che la illuminava sembrava fatta di vetro, e non di un sottile strato di oscurità.
    Al di sotto di essa due occhi cremisi scutavano con attenzione i visitatori, con l' aria sorniona di un gatto che gioca con la preda.
    Le braccia erano fasciate in due frammenti ossei simili a maniche a sbuffo, così come il torso, avvolto da una armatura che pareva quasi una gonna decorata a frange.
    Le gambe invece scivolavano con delicatezza nonostante le sottili piastre che le rivestivano, andando a formare una struttura simile a scarpe con un tacco estremamente alto.
    Ma quello che più attirava l' attenzione erano le quattro strutture ossee simili ad ali, che le adornavano le spalle, coprendola come un mantello.
    Quelle, e la terrificante pressione spirituale che promanava dal suo corpo, un torrente di energia a mala pena repressa, quantificabile, se non superiore a quello di alcuni tra gli stessi espada.
    Tutto, persino l' aspetto fisico, lasciava comprendere una cosa fondamentale, quella che adesso stava scendendo la lunga scalinata era oramai prossima a divenire lo stadio più alto dell' evoluzione tra gli hollows.
    Una creatura dotata di immensi poteri, in grado di cancellare intere orde di creature inferiori con un cenno della mano.
    La divoratrice di anime scese gli ultimi gradini scortata da una massiccia creatura dalle sembianze feline, una Adjuchas, che la seguiva da una certa distanza e con malcelato rispetto, la testa e le orecchie basse, la coda diritta, segno del disagio che la presenza degli Exequias le provocava.
    Senza prestarle troppa attenzione la Vastolorde, perchè tale la si poteva praticamente considerare, si sedette sul suo seggio, e con aria sfrontata, ma cercando di apparire il più benevola possibile indicò il nulla che la circondava.
    Benvenuti nella mia umile dimora, accomodatevi
    Era una offesa neanche troppo nascosta, ma come previsto i servi di Las Noches non mossero neanche un dito.
    Fanaticamente fedeli ai propri ordini non avevano spazio che per le capacità combattive e la spietatezza, figurarsi per una cosa inutile come le emozioni.
    Sempre mantenendo un'aria di superiorità accavallò le gambe e poggiò il mento su una delle mani, puntellandosi con uno dei braccioli del trono.
    Quella costruzione di pietra massiccia le era costata una vera e propria fortuna in almas, ma i servigi di uno dei migliori scultori della fortezza erano un lusso che si poteva permettere.
    Aveva cercato in ogni modo di rendere quel piccolo pezzo di arredamento, l' unico della sala, un vero gioiello.
    Istoriato con disegni di maschere, le borchie stesse dei braccioli erano piccole maschere estratte a creature di basso rango, così come le decorazioni sui bordi erano composte di zanne estratte alle stesse, il tutto incastonato nella pietra per far sì che queste ultime non si dissolvessero, traendo energia dalla pietra stessa.
    UN seggio consono ad una creatura del suo rango, si era detta, e come tutte le regine che si rispettino, anche il luogo ove risiedeva doveva incutere le stesse sensazioni che lei stessa provocava.
    Paura, rispetto, sottomissione.
    Tuttavia quello che la guidava in questo momento era la curiosità.
    Perchè erano giunti a tanto?
    Non un semplice emissario, ma gli Exequias in persona.
    Posso però chiedere cosa porta a giungere sin qui l' artiglio dei signori di Las Noches?
    Senza troppi peli sulla lingua rese noto il motivo della sua perplessità.
    GLi Exequias erano un corpo che si occupava della sicurezza di Las Noches.
    Oltre al gruppo originale con l' aumentare delle dimensioni della città se ne erano aggiunti altri gruppi, ma gli originali rimanevano comunque i migliori e i più fidati.
    In effetti suonava abbastanza strana come cosa, se volevano intimorirla in un qualche modo probabilmente avrebbero inviato uno degli Espada, un membro della guardia di elitè di Aizen.
    No, c'era certamente qualcosa sotto, qualche significato che attualmente le sfuggiva.
    Forse volevano saggiare le sue capacità o mandarle un avvertimento attraverso questo corpo di elitè?
    Tutto poteva essere.
    C'erano diversi gruppi di Exequias che agivano per conto di Las Noches, ma il comandante di questo era l' unico che rispondeva direttamente ad Aizen e non ai comandi di un qualunque Espada.
    Cosa avessero in mente era un mistero.
    Poteva fare solo una cosa per scoprirlo, ed era la seguente.
    Chiederglielo direttamente.
    Con il tono più cortese di cui era disponibile si chinò leggermente in avanti e chiese con aria lievemente curiosa.
    Suppongo che non si tratti affatto di una visita di piacere...giusto señor Rudobone?
    La risposta la lasciò perplessa e amareggiata in parti uguali.
    Come una macchina il famigerato arrancar dalle sembianze di antilope si litò a riportare un semplice messaggio.
    Parlò come una delle segreterie telefoniche del mondo dei vivi, mentre i suoi sottoposti non dissero nemmeno una parola, muti, come i morti di cui prendevano l' aspetto.
    CITAZIONE
    Alizabetha Coraciero-san?
    Sua Eccellenza Aizen richiede la sua presenza al Palazzo.
    E' pregata di venire con noi.

    La cosa si faceva interessante.
    Un invito nella tana nel lupo.
    Nel gergo di Las Noches un invito presso la tana di un hollow era sinonimo di scontro alla morte.
    Dunque era qiesto che volevano...
    In effetti era prevedibile, dopotutto si era fatta un certo nome all' interno del primo anello e in parte anche all' interno delle mura della fortezza stessa.
    Si trattava di una sfida bella e buona.
    Accidenti... un invito formale in pieno rispetto di tutte le regole dell' etichetta...
    Disse, prima di rendersi conto di una cosa.
    Con chi aveva a che fare non era un hollow normale.
    Aizen Sousuke, quello che tutti chiamavano il traditore, un ex-shinigami della Soul Society di immenso potere.
    Un capitano per di più.
    Ne aveva conosciuto uno e aveva provato sulla sua persona la loro potenza...
    Forse avrebbe potuto batterlo però, dopotutto le sue capacità si erano affinate da allora.
    Avrebbe potuto anche ottenere il controllo di quella enorme fortezza, e forse sarebbe riuscita a fargli sputare anche il segreto per liberarsi di quella dannata maschera.
    Sì, era una occasione da non perdere.
    Quella terra sarebbe diventata il suo eden, per lei e per le sue compagne.
    Al diavolo Aizen, al diavolo gli Espada.
    Avrebbe preteso per lei quello che le spettava.
    E nessuno glielo avrebbe impedito.
    Sarebbe alquanto scortese rifutare una offerta posta in questi termini così formali e amichevoli.
    Datemi il tempo di sistemare alcuni dettagli e possiamo partire subito.

    La voce bassa e sibilante di Beatriz la trattenne.
    La hollow dalle sembianze di Lince le si avvicinò, e inchinandosi al suo fianco le sibilò con aria preoccupata.
    Mia signora, è chiaro che si tratta di una trappola! Non potete certo...
    Lei non si scompose, stese la mano ponendola avanti al volto della sua seguace e con aria sdegnosa le rivolse uno sguardo di disprezzo tale da farla rabbrividire sul posto e farle rizzare il candido pelo che aveva sulla schiena.
    Beatriz, tu ti preoccupi troppo, mi ritieni forse in grado di non sapere badare a me stessa?
    La Adjuchas si chinò in segno di rispetto e sottomissione, e con aria di scusa mormorò abbattuta mentre la sua coda frustava pigramente l' aria.
    Raramente ALizabetha Coraciero si adirava con una di loro.
    Ma quelle poche volte in cui era successo aveva loro insegnato a non contraddirla troppo onde evitare una dolorosa ma giusta punizione.
    M-mia signora, sono spiacente, non intendevo mancarvi di rispetto...
    La hollow sorrise con codiscendenza e perdono, mentre scherzosamente le carezzava la folta criniera bionda attorno alla maschera.
    Così come si scaldava facilmente, altrettanto facilmente era prona al perdono.
    Lo immaginavo, ma so che lo facevi nel mio interesse e ti perdono... tu avverti le altre che tornerò più tardi e cancella tutti i miei impegni per i prossimi giorni.
    Con sdegnosa altezzosità si alzò in piedi ed iniziò a scendere ad uno ad uno i cinque gradini che la speravano da terra.
    Allargò le braccia con entusiasmo e si portò accanto a Rudobone, superandolo dirigendosi in direzione della porta.
    Immediatamente imitata da quello che sembrava essere il suo corpo di guardia.
    La sua scorta...
    E anche i suoi momentanei carcerieri.
    Bene signori, fatemi strada, non è affatto bene far aspettare i padroni di casa.
    Mentre la porta si richiudeva alle sue spalle proiettandola verso il futuro, gli occhi cremisi della vastolorde si fissarono sul pinnacolo più alto della fortezza, che svettava sulla cupola.
    Quello era il luogo in cui risiedeva Sousuke Aizen.
    Il luogo in cui tutta la storia di Las Noches era iniziata...
    Sono proprio curiosa di vedere questo famigerato Aizen... chissà, magari si rivelerà essere un piacevole passatempo...
    E il luogo dove la storia di Aizen sarebbe finita.
    Finita, per dare origine ad una nuova leggenda.
    La sua.

     
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  3. Yami Kaguya
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    The Sloth
    -II-
    God's Way of Asking Things



    Hueco Mundo, Las Noches
    Primo Anello

    image

    Ma certo.

    Che fosse rimasto lusingato dalla fama guadagnata, sorpreso dall'energia spirituale di tutto riguardo che Alizabetha emanava, o divertito dall'atteggiamento della Hollow, quelle orbite vuote insieme alla struttura scheletrica dell'elmo di Rudobone non avrebbero probabilmente mostrato mai una qualsiasi di quelle emozioni. Senza quindi degnare di un altro sguardo le altre occupanti di quella casa, e per certi versi Alizabetha stessa, la nuova formazione poligonale attorno alla Vasto Lorde ritornò sui suoi passi, percorrendo le vie del Primo Anello in direzione del palazzo di Las Noches.


    Hueco Mundo, Las Noches
    Stanze Personali di Aizen Sosuke



    Da cui a sua volta, una figura stava seguendo il drappello con lo sguardo, data la sua natura di spettacolo principale, per quel giorno.

    ..Ara...Stanno facendo un bel casino là sotto, Aizen-taicho. Non è che qualcuno si monta la testa, a usare l'Exequias come un giocattolo?

    Non lo è?

    La figura dagli occhi socchiusi che si stava sporgendo verso l'esterno del palazzo, rivolse il consueto sorriso divertito al suo superiore, mentre questi al contrario sembrava immerso in una sorta di meditazione, immobile su quel trono conquistato con così poca fatica. Con la testa reclinata alla sua destra, e appoggiata sul dorso della mano corrispondente, il signore di Las Noches sarebbe quasi potuto sembrare immerso in uno stato d'animo talmente rilassato, da essere contagioso.
    Tale visione però, fece solo aumentare il sorriso da parte di Ichimaru, mentre tornava a fissare la strada, e il gruppo ormai prossimo all'entrata.

    ...Hai ancora la faccia divertita, Taicho.

    ..Ah sì?




    Hueco Mundo, Las Noches
    Palazzo


    Fu una passeggiata senza dubbio noiosa. L'Exequias dimostrava ogni secondo di essere la peggiore compagnia possibile, e per quanto educata nei confronti della loro ospite, l'intera squadra non la degnava di uno sguardo.
    Veniva quasi da pensare che i membri dai teschi umani, fossero dotati di ancora meno umanità del loro capo-squadra.
    Che ad ogni modo, dopo aver percorso alcuni corridoi, fece fermare il suo seguito in uno decisamente più ampio degli altri, e per la precisione dinanzi a una porta. Porta su cui Rudobone battè due colpi, prima di farsi rispettosamente da parte, così da permettere ad Alizabetha di starvi davanti. Anche perchè nella formazione semisferica in cui gli altri dieci uomini si disposero, non c'era molto altro spazio in cui stare.

    Prego, Coraciero-san.


    image

    Santarosa-sama? E' arrivata la sua ospite.

    In risposta a tali parole, si udì il rumore di un qualche tipo di meccanismo, provenire dalla porta. Dopodichè, questa si aprì di scatto, e Alizabetha vide che un cilindro posto su un carrello si stava dirigendo come un treno in corsa verso di lei. Prima però che potesse fare qualsiasi cosa, le ruote del carello stesso vennero bloccate di scatto, facendo scivolare il cilindro sulla superficie liscia su cui era posto. A evitare che finisse addosso alla ragazza, ci pensarono le sbarre di sicurezza che rivestivano tutti i lati del carello stesso.
    Ciò però non le risparmiò un faccia a faccia, con una vecchia conoscenza. Ovvero il corpo martoriato e apparentemente morto di Antonio, o almeno ciò che sembrava essere lui. Nulla era rimasto dell'elegante maschera che aveva incorniciato ogni parola del suo ultimo nemico, se non una sorta di versione più stratificata e rozza di un rivestimento in placche ossee del volto, sulla cui fronte ora svettava un corno nero. Anche il resto della struttura fisica si era decisamente ingrossato, ma in quegli occhi sgranati non era difficile rivedere l'ex conquistatore dell'Africa.
    Per quanto in essi, fosse allo stesso modo visibile una cosa nuova, per la Vasto Lorde.
    Ovvero quello che sembrava Terrore.

    Oh? Abbiamo visit-
    EH?! Santo cielo, è lei la famosa Coraciero-san?
    Su su, spostate questa roba, dai.

    La figura di un ragazzo biondo dall'aria affannata, fu ciò che attirò l'attenzione della ragazza, dopo quella specie di copia di Antonio Fuentes in formalina, o quello che era. L'Exequias scelse quel momento per aprirsi nuovamente a ventaglio, e quindi permettere al carrello, spinto da un qualche tipo di Hollow minore, di abbandonare l'entrata e incamminarsi lungo il corridoio, verso un altro angolo del palazzo.

    image
    E nel mentre, il ragazzo fece qualche respiro profondo sfogliando un taccuino, sotto lo sguardo atono dell'Exequias e quello di Alizabetha.

    Mmmh...sì, può andare.
    Rudobone-san, andiamo! Avrebbe dovuto avvisarmi che era Lei, l'ospite!
    Davvero, mi scusi, signorina, non era mia intenzione darle il benvenuto in una maniera così volgare...


    ...Vi porgo le mie scuse Santarosa-sama, Coraciero-san.
    Se però non necessita di altro, Santarosa-sama...


    Ah sì, sì. Siete congedati, ottimo lavoro.
    Prego, Coraciero-san. Se vuole seguirmi, sua Eccellenza l'attende.
    Il mio nome è Rapahel Santarosa, è un piacere conoscerla.

    Non era difficile sentire puzza di bruciato, in tutta quella situazione. L'espressione del ragazzo, a chi avesse conosciuto Gin Ichimaru, sarebbe sembrato uno strano caso di Deja-vù, con tutta probabilità. A parte una lieve vena di preoccupazione nel momento in cui aveva riconosciuto Alizabetha, il resto del discorso era stato pronunciato a mò di lamentela, ma con un'espressione che non esprimeva lo stesso stato d'animo.
    Ad ogni modo, le presentazioni del ragazzo arrivarono in contemporanea all'educato inchino di Rudobone, e al suo spostarsi in direzione opposta a quella dei due ragazzi, seguito dalla sua squadra. Il cambio di accompagnatore, però, non sembrò fare molta differenza. Raphael emanava di sicuro un'aura più amichevole, ma probabilmente l'intera situazione non lasciava molto spazio alle chiacchiere.
    Il fatto poi che la durata di quella seconda passeggiata fu decisamente più corta rispetto alla prima, non migliorò le cose.

    Prego, entri pure.

    Senza un'altra parola, Raphael aprì la porta, e iniziò a camminare in un salone di dimensioni decisamente notevoli. Dalla porta si entrava in quella che sembrava più una piccola piazza che una stanza, e nella semioscurità erano visibili un paio di decine di pilastri neri. Tuttavia il tempo di notare l'arredamento spartano quanto monumentale, e Alizabetha avrebbe potuto sentire, non appena entrata nella stanza, la sensazione quasi tattile di uno sguardo che si posava sulla sua persona.
    Facile immaginarne la provenienza. Alzando lo sguardo a sua volta, Liza avrebbe potuto vedere facilmente come sulla cima di un blocco di pietra a una quarantina di metri dall'entrata, ci fosse una figura seduta, con lo sguardo puntato su di lei.

    image
    Prima però che potesse rompere lei il silenzio, una voce tranquilla e quasi suadente riempì l'aria, chiaramente udibile a discapito della distanza fra loro.

    Benvenuta, Ojou-chan.

    Accanto a lei, Alizabetha potè osservare Raphael prodigarsi in un inchino decisamente profondo, prima di tornare a guardarla con il sorriso amichevole di prima. L’uomo che sedeva su quel trono posto tanto in alto, era chiaramente un essere che non apparteneva alla loro specie.

    image
    Tuttavia indossava il bianco degli Espada, e anzi ciò avrebbe anche potuto chiarire eventualmente, quale fosse l’identità del precursore di tale scelta stilistica.
    Quell’uomo però, per molti versi non sembrava tener testa alle leggende che seguivano il suo nome. Possenza spirituale, aspetto, sottoposti... sembrava strano, credere che colui che aveva strappato Las Noches al dominio dei Vasto Lorde per poi ricostruirne la struttura sociale e fisica, fosse quell'uomo dalla pettinatura anche piuttosto originale.
    Eppure doveva essere così. Altrimenti nulla di quel luogo avrebbe avuto senso, e la Vasto Lorde avrebbe potuto giocare con un uomo in vena di prendersi tante confidenze al primo incontro. Uomo, che lentamente si alzò dal suo trono, scendendo sino a raggiungere la sua ospit, e nel mentre continuando il suo discorso, quasi in un monologo.

    Il tuo nome...è Alizabetha Coraciero, non è vero?
    Vorrei porgerti le mie scuse, nel caso l'Exequias ti abbia causato qualche tipo di stress.
    Non ti ho invitata qui per un motivo che richiedesse un simile corriere, non devi temere.


    Probabilmente sarebbe stato chiaro, a quel punto. Quell'uomo non si stava semplicemente prendendo confidenze. La stava trattando come ciò che le sue parti scoperte mostravano. Una adolescente, impaurita per essere stata chiamata dalla sicurezza della scuola nell'ufficio del preside.
    Sì, forse nei suoi ricordi da umana c'era qualcosa del genere. Peccato che Aizen non avesse davanti Kinaru Kisaki, ma Alizabetha Coraciero.
    Sembrava stesse giocando a ignorare l'essenza dell'essere che aveva davanti, fermandosi invece al suo aspetto esteriore. O almeno a ciò che di umano ancora le rimaneva.

    Ti và un thè? Mi auguro tu non appartenga a quelle categorie di persone che preferiscono discutere in piedi, di certe questioni.

    Dubbio legittimo, a parte il fatto che ancora non erano state menzionate, quelle "questioni". Tuttavia il signore di Las Noches si incamminò autonomamente verso una porta secondaria, giungendo a un tavolo con undici sedie disposte attorno ad esso. Una sola, era nella posizione di "capo tavola". E con un pò di intuito, era facile immaginare cosa avvenisse di norma fra quelle quattro pareti. Il fatto che Aizen si fosse messo a capotavola dopo essere entrato, chiariva inoltre la gerarchia dei posti.
    Forse.

    image


    Ad ogni modo, Aizen una volta seduto al suo posto non ne indicò uno in particolare alla hollow, nel farle cenno di sedersi. Che fosse una prova o meno, però, qualcosa le diceva di non rimuginare troppo, sotto lo sguardo tranquillo di quell'umano. Raphael era rimasto indietro, il che significava che una volta che la ragazza avesse preso posto, solo un inserviente sarebbe entrato nella camera per qualche secondo. Esso svolse il suo compito, ponendo una tazza di thè dinanzi a ciascuno degli occupanti del tavolo. Dopodichè, sparì così com'era entrato.
    Ora la ragazza era davvero da sola con Aizen Sosuke. Nessun Espada in giro, nessuno dei suoi portaborse, solo un tavolo a dividere la ragazza dai suoi eventuali propositi di occupare la sedia su cui stava l'ex Shinigami.
    Ma a bloccarla, ci fu qualcos'altro. Ovvero il rumore di una leva, a qualche metro da Aizen.
    Forse non erano davvero soli, in quella stanza.

    image

    image
    E in risposta a quel rumore, il centro del tavolo si aprì, dando vita a un cerchio di luce. In cui iniziarono a intravedersi delle immagini, prima sfocate, e poi sempre più nitide.
    Avrebbe quasi potuto giurare di vedere il sorriso di Aizen allargarsi, mentre i fotogrammi scorrevano.

    E così era questa, la tua forma precedente, Liza? Minacciosa, eppure delicata...un'ottima evoluzione, immagino tu ne sia orgogliosa. O sbaglio?


    Prima Antonio, e ora quello che sembrava un filmato del suo combattimento con lui. Osservare quelle riprese rendeva il tutto assurdo, dovevano averla inquadrata da nemmeno cento metri di distanza, come era possibile che nessuno, fra Shinigami e Hollow, si fosse reso conto di essere sul palco di uno spettacolo ripreso amatorialmente?
    Non ci furono altri commenti, da parte di Aizen. Le mise semplicemente davanti quelle immagini, che rapidamente mostrarono il suo arrivo, il suo allearsi con gli Shinigami....e infine, il suo salvarne uno. In quell'attimo, la riproduzione si fermò. Lei era stata trafitta, e lo shinigami era salvo. Solo il tintinnio della tazza di Aizen che veniva riportata sul piatto, interruppe il silenzio di quel fermo immagine. Solo allora, Aizen staccò lo sguardo dal filmato, e lo riportò sulla Vasto Lorde.

    Posso presumere che ora ti sia più chiaro, il motivo per cui ti ho fatto condurre sin qui?

    Un'altra domanda che attendeva una risposta decisamente difficile da formulare. Cos'era, volevano accusarla di tradimento? Il signore di Las Noches era un guardone che non voleva rotture di stereotipi fra chi abitava la fortezza? Voleva rinfacciarle la sua decisione? E se così fosse stato, intendeva farlo in bene o in male?

    Ti piacciono gli Shinigami, Liza?


    Ennesima domanda ambigua. Iniziavano quasi a sembrare parole a vuoto, eppure lo sguardo di Aizen non era

    image
    cambiato di una virgola. Si aspettava una risposta, e solo allora avrebbe continuato.

    Io apprezzo il libero arbitrio, Liza. E tu mi hai dato una dimostrazione quantomai rara, di come non ci siano decisioni a noi precluse, se lo vogliamo.
    Concorderai con me che è stata quantomai azzardata, quella che hai fatto. Tuttavia credo tu sia la persona giusta, a cui porre un'altra domanda, tenendo conto di queste immagini.
    Devo però chiederti, se ti senti soddisfatta di ciò che hai. Del potere che ti ha fatto entrare a testa alta fra queste mura.

    Fra i vari fili formati da tutti quei discorsi, seguire quello principale avrebbe anche potuto rivelarsi un'impresa non da poco, per la hollow. Aizen però sembrava farle un "favore", nel presentarle delle domande ambigue, eppure dirette, alla fine di ogni frase. E quell'ultima, era decisamente personale. Alizabetha era consapevole, di essere a un passo dal diventare una Vasto Lorde. Era palese, che il suo potere era non solo cresciuto rapidamente, ma anche in grado di aumentare ulteriormente.
    Eppure quelle parole erano diffcili da fraintendere. Quell'uomo, stava insinuando che quella sua crescita fosse qualcosa di tutto sommato qualcosa di cui non avrebbe dovuto accontentarsi. Stava forse facendo appello all'ambizione della Hollow? Come se si fosse accontentata di uno dei risultati raggiunti da quando aveva smesso di essere Juggernaut!

    Quel tuo corpo, Liza, ha dei limiti imposti dalla natura stessa delle sue Reishi. Puoi impegnarti quanto vuoi, rialzarti e abbattere altri Vasto Lorde, se lo vorrai.
    Ma come puoi vedere....persino al massimo della tua forza, prima o poi, farai anche tu la sua fine.

    Aizen indicò lo schermo, ora di nuovo intento a proiettare immagini. Indicò il momento in cui Antonio scagliò quel Cero nero, e quello in cui la luce accecante prodotta dal Capitano del Gotei XIII si rivelò superiore e letale per il conquistatore d'Africa. O meglio, quasi letale. Ma non vi furono altre immagini da guardare, e Aizen tornò quindi a concentrare il suo sguardo su Alizabetha.

    L'aumento della propria forza, è inevitabilmente mutilato dal raggiungimento dei propri limiti. Nessun guerriero, può arrivare a possedere la stessa forza di un altro. E non c'è modo di aumentare la propria oltre un livello prefissato al momento della propria nascita, e quindi colmare eventuali dislivelli con quella di un nemico.


    image
    Sei molto vicina al tuo, Alizabetha. Sei ancora incompleta, ma trasudi già il Reiatsu proprio della tua forma evolutiva finale. Pochi là fuori, potrebbero tenerti testa a quel punto.
    Se però schioccassi le dita, non usciresti viva da qui dentro.

    Fu un attimo. Guardandolo, per un attimo la ragazza si sentì mancare il respiro, e se non fosse stata seduta, probabilmente anche le gambe. La pressione spirituale di Antonio non era nulla, se confrontata a ciò che provava ora. Non si trattava di un peso su di sè, o un malessere fisico.
    Somigliava molto a una paura primordiale...ma non era così semplice da descrivere. Non era, come quando era stata faccia a faccia con un Vasto Lorde completo. Quella poteva essere un timore animalesco nei confronti di un essere che avrebbe potuto privarla della vita.
    Ora, probabilmente sentiva la paura derivata dall'incapacità di afferrare cosa fosse, l'essere a cui si trovava davanti.
    Come era apparsa, però, tale sensazione svanì. Aizen si alzò tranquillamente, mentre il servitore di prima ripassò dopo qualche secondo a raccogliere le tazze e i piattini. Il signore di Las Noches si diresse di nuovo alla porta, e solo sul suo limitare, si rivolse nuovamente ad Alizabetha.

    Tu che hai salvato uno Shinigami, credo sia una delle persone più adatte a poter acquisire una parte dei loro poteri. Ti ho chiamata qui, per offrirti l'opportunità di diventare un Arrancar, Alizabetha Coraciero. Spezzando quella maschera che hai in volto, potrai morire. E dopo essere morta, rinascere. I limiti che hai ora, non conteranno più dopo quel momento.
    Preferisco mettere in chiaro, a questo punto, che io sono l'unico a poter infrangere quei limiti. Tuttavia non apprezzo nè costringere le persone, nè attendere i loro comodi col rischio di un nulla di fatto.
    Ti lascio dunque qualche minuto di privacy per permetterti di pensare, ma mi aspetto una risposta a breve, Liza. Se sei interessata, raggiungimi nell'altra stanza. Altrimenti rimani dove sei. Hai la mia parola che per oggi non riceverai danno, per mia mano.

    Dopo quelle parole, Aizen Sosuke lasciò la stanza, richiudendo la porta dietro di sè. Alizabetha era di fronte a una scelta, forse un onore.
    Com'era però che suonava anche troppo bene, quell'offerta buttata in tavola di punto in bianco?
    SPOILER (click to view)

    Muwha ha ha!
    Eh-emh <.<'''''
    Beh, hai fatto conoscenza con Aizen, ogni altra parola immagino sia superflua per descrivere la situazione.
    Comunque, questo è un semplice post gdr. Valuta l'"offetta che noppuoi rifiudaaare", e dicci le tue impressioni su quest'essere dalla pettinatura Cool e sul diventare una Maschera Spezzata u____u

     
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    (II): He, who rules the world

    All the days of his life
    He walked without fear
    All who's lives he touched
    Were made better for knowing him
    As he returned goodness with good
    So true is justice and retribution In failing
    Cracked the Earth, Slayed the Gods of Thunder
    Men and beast will be torn asunder
    Into the Fight he owns the right
    For he is the King of kings








    I vicoli ed il dedalo di stradine strette e malagevoli che circondavano la fortezza di Las Noches erano ormai alle spalle, le piccole,fragili e squadrate costruzioni in pietra bianca parevano ora solo un mucchio di dadi gettati a caso sulla pianura sterminata.
    Una baraccopoli disordinata e caotica, brulicante di vita persistente e ostinata, ricettacolo di ferocia e violenza in egual misura.
    Un luogo da incubo dove l' anarchia era la moneta di scambio, e il pagamento più rapido era un artiglio nella schiena, almeno lontano da occhi indiscreti.
    La calma era irreale, il vocio e gli schiamazzi sembravano svaniti, solo un silenzio opprimente avvolgeva le figure biancovestite che percorrevano rapidamente il lastricato senza fermarsi nemmeno per un solo istante; gli scheletrici volti impassibili e le mani poggiate alle katane legate ai loro fianchi.
    Avanti al piccolo gruppo stava invece soltanto una immensa scalinata in pietra bianca, colossale, ciclopica, centinaia di gradini che sembravano sfidare il cielo.
    Per la precisione erano novantanove.
    Novantanove piccole piattaforme che introducevano alla più grande e potente cittadella dell' Hueco Mundo.
    Una fortezza invincibile, imprendibile, solida come l' eternità, come la notte da cui prendeva il nome; un degno rifugio per il dominatore di quelle terre.
    La Cupola centrale si stagliava nel cielo come un occhio gigante, un riflesso solido della perenne luna alta nel cielo.
    Un simulacro per quei cieli irraggiungibili precipitato sulla terra.
    Le undici torri sulla sommità che parevano perforare la volta celeste.
    E sulla vetta delle più alte di queste giaceva la sala del trono.
    Un posto adatto all'essere che intendeva superare gli dei ed ergersi al di sopra di loro.
    Ma niente di questo impressionava Alizabetha Coraciero.
    La fortezza era una vista comune per lei, ben conosceva la torreggiante sagoma del Senzaikyuu che poteva essere vista sin dalla più estrema periferia del rukongai, quelle poche volte che aveva osato mettere piede nella Soul Society...
    Tuttavia per un essere nato e cresciuto nella squallida e sterile pianura delle dune della morte quella struttura così opprimente sicuramente doveva rappresentare qualcosa da temere.
    Senza alcuna fatica la vastolorde scalò ogni gradino con consumata destrezza e ben misurata eleganza, con aria sdegnosa da regina quale era.
    li exequias tenevano dietro con ammirevole precisione, senza variare neanche di un passo la formazione, quasi fossero tutti una stessa unica e fluida entità.
    Una muraglia che le impediva ogni via di fuga...beninteso che non aveva alcuna intenzione di liberarsi di loro, se avesse voluto l' avrebbe fatto senza pensarci due volte e senza neppure troppo sforzo, ma sapeva che sarebbe stato uno sbaglio.
    E poi non ne aveva voglia, era una fatica inutile.
    Infine dopo un tempo che sembrava infinito giunsero di fronte ai torreggianti cancelli della fortezza.
    Due enormi e mastodontiche lastre di pietra cinerea serravano l' ingresso rettangolare come una unica immensa massa di materiale.
    Eppure senza apparente motivo lentamente iniziarono ad aprirsi, con un rumore di pergamena antica e di un soffio di vento, girrono su cardini invisibili, schiudendo a poco a poco un nuovo mondo.
    UNa improvvisa quantomai inaspettata lama di luce ferì gli occhi della hollow che istintivamente si parò con il braccio destro.
    Gli esecutori invece, non fecero nemmeno il disturbo di coprirsi gli occhi, continuarono semplicemente ad avanzare con lei.
    Tutto questo però ad Alizabetha Coraciero non importava più oramai.
    L'unica cosa che ora vedeva era il cielo.
    Una distesa blu color del mare, illuminata da un sole invisibile, poche rade nuvole nel cielo ed un gradevole refolo di aria tiepida rendevano la scena alquanto surreale; come era possibile che nel mondo della tenebra eterna vi fosse il giorno?
    La divoratrice di anime si concesse un breve sorriso nel sentire il vento sulla pelle.
    No,"sentire" non era decisamente il termine giusto per definire quello che provava in quel momento: il verbo sentire comprendeva il provare una sensazione, trarne delle emozioni ed esserne appagati o scocciati.
    Nel suo caso era più corretto dire che stava subendo il vento sul corpo, dato che ogni altra emozione al di fuori di quelle riservate alla violenza e alla tristezza le erano sconosciute.
    O meglio, permanevano come un lontano ricordo, ma niente di più.
    Non provava niente a vedere il tramonto, alla presenza di quel paesaggio, al prurito dato da una piuma, al tiepido contatto con i raggi del sole.
    Solo paura, odio e rabbia.
    Era quello il motivo che l' aveva portata laggiù.
    Gli Arrancar, le maschere spezzate, potevano avere una soluzione al suo problema, parevano normalissimi esseri umani.
    Ma tutto riguardo alla loro origine era avvolto nel mistero.
    Sollevò lo sguardo alla volta celeste e si sentì risucchiata in quel blu infinito e avvolgente, poteva quasi volare, perdersi in quel mare infinito precipitato nel mondo oscuro, e racchiuso in quella cupola.
    Già, l' oscurità ovunque e il giorno sostituito all' oscurità di un enorme palazzo.
    Chiunque fosse questo Aizen si poteva dire tutto di lui, tranne che non avesse senso dell' umorismo.
    Gli exequias si erano posizionati attorno a lei, e parevano essersi fermati per darle il tempo di ammirare quei luoghi così estranei ad un abitante delle dune, immobili sull' attenti come soldati perfettamente addestrati.
    Con un cenno del capo fece cenno loro di attendere un momento.
    Sollevò il capo e guardò per l' ultima volta una nuvola solitaria sulla sommità della cupola che ondeggiava pigramente nell' aria, priva di pensieri e di altre triviali preoccupazioni...sarebbe stato bello essere come loro.
    Sorrise ancora una volta, poi abbasso lo sguardo avanti a se.
    Aveva visto abbastanza, per il resto ci sarebbe comunque stato tempo dopo.
    Con una giravolta tornò a guardare verso l' edificio che aveva avanti e scivolando con grazia sulla sabbia si fece scortare dalle sue temporanee guardie del corpo sino all' entrata.
    Laggiù attese, sino a quando Rudobone, con passi misurati si avvicinò alla porta e con un rapido gesto della mano guantata l' aprì, spalancandole un lungo corridoio che introduceva ad un ampio salone
    Prego, Coraciero-san.
    Santarosa-sama? E' arrivata la sua ospite.
    Lei ringraziò brevemente con un cenno del capo ed entrò, senza mostrare alcuna esitazione e a testa alta.
    Non poteva mostrarsi debole, non laggiù, non in quel luogo, dopotutto adesso si trovava nella tana del lupo.
    I suoi pensieri furono interrotti dall' arrivo di un macchinario ben strano.
    Sembrava un cilindro pieno di un qualche genere di liquido di bizzarra natura, e si stava dirigendo verso di lei, sospinto da ruote che giravano come impazzite sul' impiantito liscio e privo di freni.
    Senza troppo scomposrsi sollevò un piede e bloccò la struttura a pochi centimetri dalla sua faccia.
    Il pesante blocco di vetro rotolò un paio di volte lungo le sbarre di protezione di acciaio poste lungo tutto il suo perimetro prima di fermarsi direttamente davanti al viso della divoratrice.
    L' acqua torbida iniziò a schiarirsi rapidamente, sino a rivelare una sagoma nerastra e indistinta...oltre a due occhi sbarrati, color del tramonto.
    Sbarrati come in preda al terrore la fissavano intensamente, quasi volessero scandagliare ogni centimetro del suo corpo.
    Della creatura che un tempo doveva essere stato un hollow non rimaneva che la struttura fisica e pochi brandelli di maschera, il resto era un ammasso amorfo e illogico di muscoli, ossa, tendini e cartilagini, un qualcosa di raziocinantemente orrendo e anatomicamente allucinante.
    Eppure c' era qualcosa in quegli occhi, qualcosa di ulteriore rispetto al terrore...
    Disprezzo? No, era forse più corretto arlare di rabbia...
    Qualcosa però le suonava familiare in quello sguardo.
    Sentiva di averlo già visto da qualche parte, ma dove.
    Hm? Eppure...
    Poi una singola piuma nera di dimensioni risibili fluttuò nel liquido davanti al volto distorto e devastato della creatura.
    Aveva già assistito ad una scena del genere,e neanche troppo tempo fa.
    Pian piano tutto tornava ad avere una forma, il raggio nero, le piume sul collare che si spargevano nell' aria, la maschera e quegli occhi così fieri e altezzosi...
    La risposta le affiorò alle labbra.
    Fuentes? Kh.
    Sibilò con tutto il disgusto che possedeva.
    Dunque era quello il prezzo del fallimento, a tanto potevano giungere le mani dei signori di Las Noches.
    Retribuzione divina, chi si ergeva in alto prima o poi era destinato a cadere dal suo piedistallo, e se poi vi si assommava anche l' orgoglio, doppia superbia, doppia caduta.
    Quello che prima era stato uno dei più potenti dominatori del deserto Africano adesso era niente di più che un involucro macilento e inguardabile, inadatto a qualunque scopo avessero epr lui in serbo i suoi nuovi padroni.
    Distolse lo sguardo da quella pietosa visione e si voltò a guardare la figura che stava arrivando.
    CITAZIONE
    Oh? Abbiamo visit-
    EH?! Santo cielo, è lei la famosa Coraciero-san?
    Su su, spostate questa roba, dai.

    image
    Si trattava di un giovane biondo, dall' aria stranamente amichevole ed estremamente affabile...forse troppo.
    C'era un qualcosa nei suoi modi di di fare che li faceva sembrare sin troppo artefatti, sembrava un sempente pronto a colpire non appena si fosse abbassata la guardia.
    Lo si poteva benissimo capire, sotto una patina di modi gentili e disponibili si celava un mostro freddo e calcoclatore.
    O almeno lei lo capiva meglio di altri, dopotutto per molto tempo anche lei era stata come lui, quando ancora rispondeva al nome di Painter.
    Nel frattempo un hollow di rango infimo aveva iniziato a spingere il macchinario verso l' uscita.
    Con lentezza esasperante il cilindro le passò a fianco; Liza degno appena di uno sguardo la sagoma ingobbita e bozzoluta al suo interno, e si limitò a commentare lapidariamente in un soffio la dipartita dell'essere che una volta l'aveva derisa per averlo guardato dall' alto in basso.
    Era ironico come le parti stavolta si fossero invertite.
    Peccato, che non ce ne sarebbero state altre.
    Adiòs Fuentes.
    Sibilò lei con la voce carica di disprezzo e pietà.
    Una sentenza lapidaria, sdegnosa.
    Lui, non sarebbe mai stato superiore a lei, mai più.
    Lei lo sapeva...e anche lui.
    Un banale commento, e con quello, Antonio fu consegnato all' oblio.
    CITAZIONE
    Mmmh...sì, può andare.
    Rudobone-san, andiamo! Avrebbe dovuto avvisarmi che era Lei, l'ospite!
    Davvero, mi scusi, signorina, non era mia intenzione darle il benvenuto in una maniera così volgare...

    Cortese, per essere un pazzo maniaco assassino almeno la metà di quello che si mormorva in giro.
    Tuttavia era strano, non era arrivata che da un paio di mesi e già si spargevano in giro voci su di lei?
    Possibile che fosse diventata una celebrità in così poco tempo?
    Eppure aveva fatto di tutto per mantenere un basso profilo mentre recuperava le forze dopo la battaglia in Africa...
    In segno di rispetto accennò un inchino aggraziato e con il suo miglior tono di rispetto e considerazione aggiunse, fingendosi sinceramente lusingata
    Si figuri, non è stata certo una sorpresa quanto il sapere che i signori di Las Noches mi conoscono di fama...ohohoh
    Si esse un risolino carico di presunzione.
    La consideravano una di quegli hollow ossessionati dal potere e dall' onore?
    Credevano che basassero un po' di complimenti per farle abbassare la guardia?
    Beh, si sbagliavano, se quella doveva essere una battaglia a colpi di diplomazia e frecciatine così sarebbe stato.
    Avrebbero scoperto a loro spese che Alizabetha Coraciero era capace di ferire con le mani e con le parole allo stesso modo.
    Stava per aggiungere un'altro commento acido quando il leader della prima squadra di Exequias si intromise con un inchino splendidamente eseguio, imitato dai suoi commilitoni, sempre in sincrono, sempre con la consueta compostezza.
    CITAZIONE
    ...Vi porgo le mie scuse Santarosa-sama, Coraciero-san.
    Se però non necessita di altro, Santarosa-sama...

    Ricambiando per l' ennesima volta l' inchino Liza sfoderò un sorriso amichevole di circostanza e si fece da parte, per permettere al gruppetto di passare, portandosi al fianco di Santarosa.
    Nessun problema, immagino abbiate molte cose di cui occuparvi
    L'aspetto del giovane, o lmeno così pareva, era sin troppo giovanile, esprimeva tutto quello che lei avrebbe voluto.
    Ma da dove venissero questi Arrancar era un mistero.
    Un giorno alla comparsa di questo Aizen avevano iniziato ad arrivare anche queste maschere spezzate.
    E con loro la civiltà.
    In un certo senso li invidiava, li invidiava eccome.
    Una volta sconfitto questa "Sua Eccellenza" avrebbe dovuto fare un po' di domande a questi risvegliati.
    In un modo o nell' altro avrebbe saputo quello che voleva.
    CITAZIONE
    Ah sì, sì. Siete congedati, ottimo lavoro.
    Prego, Coraciero-san. Se vuole seguirmi, sua Eccellenza l'attende.
    Il mio nome è Rapahel Santarosa, è un piacere conoscerla.

    Si ritrasse per un attimo, se avesse potuto sarebbe anche arrossita.
    Quel tipo era veramente una sorpresa continua, sempre sorridente, ottimista, se non avesse sentito le voci sul suo conto avrebbe anche potuto cascarci, ma il vantaggio di essere una hollow che parlava prima di uccidere era quello, essere sempre un passo avanti al proprio interlocutore.
    Senor santarosa, il piacere è tutto mio
    Disse lei inclinando leggermente la testa e socchiudendo gli occhi.
    Ho sentito molto parlare di lei nel primo anello, certo, non sempre con termini molto lusinghieri...ma certo vedo che le voci almeno sul suo aspetto erano decisamente infondate...
    Era una frecciatina non troppo nascosta.
    Era chiaro che Raphael sapeva cosa si diceva sul suo conto...
    "Segaossa","Attacchino","Dottor morte","pazzo sorridente","sorriso assassino" erano solo alcuni degli epiteti più gentili con cui erano soliti chiamarlo.
    I suoi laboratori, appena fuori dalla fortezza, erano un continuo formicolare di urla di dolore, e gli scarti degli esperimenti, se così li si voleva chiamare, erano meta di un costante pellegrinaggio da parte degli hollows inferiori, sempre desiderosi di un pasto gratis.
    Certo, le descrizioni che lo volevano come un gigante alto tre metri dalle molteplici braccia forse erano un po' esagerate....
    Ma forse era proprio questo di lui ad essere veramente inquietante.
    Chissà se manteneva quella sua espressione perennemente sorridente anche mentre sezionava le proprie cavie, in effetti più ci pensava e più le sembrava la perenne espressione di un ragazzino che si diverte a strappare le ali ad una mosca indifesa.
    Stese la mano e indicò con il palmo rivolto verso l' alto i menadri della fortezza, freddi, ma illuminati dalla luce del sole all' esterno.
    Prego, mi faccia strada, non vorrei far aspettare il padrone di casa...
    Così entrambi proseguirono lungo il corridoio.
    Lungo il tragitto l' espada si mostrò decisamente una compagnia più interessante del previsto, sempre disponibile, affabile, un cicerone di tutto rispetto per essere capace di rendere così interessanti le noiose mura...
    E il tutto senza pronunciare neppure una parola.
    Almeno sino a quando non giunsero davanti ad un enorme portale
    E anche lì il biondo hollow fu estremamente lapidario con le parole.
    Una sola parola, ma pesante come un macigno
    CITAZIONE
    Prego

    Era detta con intento cordiale...
    Ma stranamente le suonava come una condanna a morte

    La stanza era deserta, enorme, ma priva completamente di elementi decorativi, se si eccettuava le nere colonne di ossidiana, o di un qualunque altro materiale dalle proprietà simili che sembravano sostenere l' immane peso della struttura soprastante.
    Tutto ciò non era però sufficiente a levarle di dosso la pressione che sentva su di sè, l' opprimente peso di un soffitto che poteva caderle addosso da un momento all' altro.
    Odiava i luoghi chiusi, lei era fatta per fluttuare lenta nel cielo, per muoversi e passeggiare o stare pigramente sdraiata all' aria aperta...non per strisciare nelle ombre sotto terra come una larva biancastra e indolente.
    La sensazione non sembrava voler svanire, quando ad un tratto qualcosa in lei si mosse.
    Non era definibile in termini umani, "sesto senso", "istinto", "premonizione" erano solo astrazioni ideate dai viventi per descriverla e quantificarla, ma in linea di base rimaneva ancora un qualcosa di oscuro.
    Quel percepire una presenza imponente vicina.
    Si sentiva osservata, preoccupata, tesa come quando aveva affrontato la ragazzina a Lavenworth o Fuentes nelle dune...
    Era la sensazione dell' inferiorità, dell' osservare un potere più grande, ciò che permetteva ai demoni mascherati di fuggire nel momento più propizio.
    Eppure era sola in quella stanza, o almeno non come le era sembrato in un primo momento.
    Davanti a lei, a circa una cinquantina di metri stava un altissimo scranno di pietra bianca.
    Spoglio, privo di decorazioni, apparentemente incapace di incutere timore non sembrva affatto lo scranno del signore di Las Noches; e perchè mai avrebbe dovuto.
    La sola presenza dell' uomo che vi sedeva sopra era più che sufficiente ad affermare e ribadire quei concetti mille e più volte.
    CITAZIONE
    Benvenuta, Ojou-chan.

    Disse, con voce suadente e sin troppo comprensiva, come quella di un adulto che tranquillizza un ragazzino che ha combinato una marachella.
    Affascinante, alto, snello ma perfettamente proporzionato, lineamenti degni di una scultura partorita dal meglio della statuaria greca.
    Gli occhi profondi come l' oceano, che sembravano capaci di scrutare sin nelle profondità della sua anima, parevano due nocciole perfette, un colore degno del legno più pregiato.
    Il tutto, l' insieme armonioso delle parti che lo componevano era coronato poi all' estremo, da una patina quasi palpabile di superiorità e di sicurezza in sè stesso.
    Promanava quello che difficilmente si sarebbe potuto definire con il termine "Carisma".
    Con le bianche vesti, di foggia simile a quelle degli Exequias, che ondeggiavano pigramente nell' aria, questi discese con grazia ed eleganza i gradini che lo separavano dal terreno.
    Il suo discorso non si interruppe mentre si muoveva.
    Ogni suo minimo gesto, studiato o naturale che fosse, sembrava accentuare la sua superiorità nei suoi confronti.
    Per modo di comportarsi ricordava molto Painter, la stessa superbia, il modo di porsi, la parlantina fluida : ma laddove Painter inseriva battutine e motteggi di spirito per darsi un contegno, lo shinigami traditore suppliva con una presenza talmente risplendente da suonare quasi irritante...
    Tuttavia il suo effetto lo sortiva eccome.
    CITAZIONE
    Il tuo nome...è Alizabetha Coraciero, non è vero?
    Vorrei porgerti le mie scuse, nel caso l'Exequias ti abbia causato qualche tipo di stress.
    Non ti ho invitata qui per un motivo che richiedesse un simile corriere, non devi temere.

    Paralizzata da quella visione così immensa rimase come paralizzata.
    image
    Come la rana davanti al serpente, immobile, impossibilitata a muovere un solo muscolo, eccetto quelli del collo, che seguivano i ritmici passi che piano piano scendevano i lisci grdini di pietra bianca.
    No, non era esatto, non era che non poteva muoversi, era il suo stesso corpo a rifiutarsi di farlo.
    Il suo sguardo si sentiva come obbligato a osservare quella splendente creatura muoversi verso di lei.
    C'era qualcosa in lui di assolutamente inconcepibile, che lo poneva al di sopra di tutto ciò che aveva visto finora.
    Solo una frase sfuggì dalle sue labbra mentro lo fissava attentamente, adeso che era a pochissimi passi da lei.
    Sousuke...Aizen...
    Non era una battuta, e neanche una osservazione pungente.
    Si era limitata semplicemente a riportare un fatto compiuto.
    Quello davanti a lei era il sovrano di Las Noches, l' essere considerato il più potente dell' hueco mundo.
    E la sua presenza teneva fede a gran parte delle leggende che circolavano sul suo conto.
    Ma lei era ALizabetha Coraciero, aveva dei principi, e non sarebbe bastato certo un sorriso smagliante ed un bell' aspetto per conquistarla.
    Stava per rispondere a tono quando un'altra frase di Aizen la gelò sul posto.
    CITAZIONE
    Ti và un thè? Mi auguro tu non appartenga a quelle categorie di persone che preferiscono discutere in piedi, di certe questioni.

    Era allibita.
    Non solo questo shinigami era incredibilmente potente, ma anche abbastanza educato da strapparle quasi un sorriso.
    Era la prima volta dalla sua trasformazione che qualcuno la invitava a prendere un thè...
    Era bizzarro, non sapeva come comportarsi, che cosa dire, come fare, come agire.
    Come diavolo faceva quest' uomo a farla naufragare con frasi così semplici e disarmanti.
    Prima mandava l' unità punitiva a prenderla, poi le mostrava il destino di coloro che fallivano, e infine le offriva da bere.
    Senza possibilità di rispondere lo vide dirigersi verso una delle porte laterali, e da lì nell' ennesima stanza.
    Anche qui arredo spartano, dieci sedie, una più grande a capotavola, e una tavolata assai lunga, abbastanza da accogliere una considerevole cifra.
    Dieci più uno, non ci voleva un genio per capire cosa rappresentava quel luogo.
    Il sanctum della fortezza, la sala delle riunioni in cui Aizen si riuniva con i suoi Espada.
    Laggiù veniva deciso il destino dell'Hueco Mundo e degli altri mondi.
    Era quello il luogo dove migliaia di vite venivano intessute e distrutte con una sola parola.
    Ogni decisione presa all' interno di quelle sedie, era legge.
    E uno di quegli scranni adesso aspettava di essere scelto da lei.
    Con la coda dell' occhio vide il traditore della Soul Society sedersi, e a sua volta, con tutta la grazia possibile, lei stessa scelse uno dei due scranni all' opposto della tavolata.
    Non solo voleva evidenziare la sua indipendenza dall' ex-capitano della quinta, ma anche tenerlo d' occhio in casi di mosse brusche o sospette.
    Stava prendendo un thè, ma era un passatempo sul filo del rasoio: la tensione, almeno da parte sua, era pressochè palpabile.
    Con rapidità un servitore anonimo versò a entrambi una copiosa dose di liquido ramato.
    The occidentale, ben diverso da quello a cui era abituata, ma che di recente aveva scoperto.
    Tuttavia al momento le suonava come una presa di giro.
    Sollevò la tazzina e ne bevve un sorso.
    Come tutte le altre volte...sapeva di cenere.
    Oramai aveva perso il senso del gusto, i cibi non erano più niente di più che sabbia, il dolce, il salato, l' amaro...unicamente un lontano ricordo.
    Solo l' amore per la tenera carne delle anime rimaneva, ma quella era una pietanza che aveva deciso di smettere di mangiare.


    La conversazione si era interrotta giusto il tempo necessario di dare ad Aizen la possibilità di attivare un misterioso macchinario posto sulla superficie della lastra di pietra nera che fungeva da tavolo.
    Un lievissimo rumore di ingranaggi, una lastra che scorreva sul suo asse, rivelando una piccola conca luminescente, e nell' arco di pochi secondi una piccola colonna di luce si sollevò dal centro della liscia superficie nera proiettando immagini che purtroppo le erano sin troppo familiari.
    Era una sorta di ripresa, un filme ripreso in presa diretta da un ottimo regista.
    Notevoli scene d' azione ed ottimi effetti speciali.
    C'era solo un problema, uno di quegli attori era lei.
    Qualcuno o qualcosa aveva ripreso quelle immagini di nascosto, un qualcuno abbastanza abile da non far notare la propria presenza e a sopravvivere in quel carnaio che era divenuto l' avamposto 29.
    Ma la cosa peggiore era il momento particolare che stava venendo proiettato.
    Sembrava di vivere un deja-vu.
    Quello shinigami, Kikuta, bloccato dalla fatica.
    La lancia di pura oscurità serica che famelica divorava lo spazio che la separava dal dio della morte, e lei che si intrometteva.
    Silenziosamente Liza imprecò per la sua mancanza di cautela; come aveva fatto ad essere così stupida da farsi scoprire in un momento così imbarazzante.
    Lentamente strinse i pugni...
    Era una situazione decisamente esente dai suoi piani.
    Il mondo le stava crollando addosso.
    Se avesse potuto avrebbe sudato, l' ansia la stava divorando, sentiva su di sè lo sguardo indagatore ed infinito nella sua profondità del signore degli Espada.
    Cosa avrebbe potuto dire, cosa avrebbe potuto fare, pur di far finire quell' ordalia.
    L' improvviso tintinnare della tazza del suo attuale interlocutore ebbe su di lei lo stesso effetto di una doccia fredda.
    Immediatamente le fece alzare lo sguardo verso l' uomo seduto all' altro capo della tavola.
    Avrebbe potuto giurare che stesse sorridendo, mentre commentava le immagini davanti a lui.
    CITAZIONE
    E così era questa, la tua forma precedente, Liza? Minacciosa, eppure delicata...un'ottima evoluzione, immagino tu ne sia orgogliosa. O sbaglio?

    Più lo ascoltava e più quell' essere sfuggiva dalla sua comprensione, più il tempo passava e più lo vedeva come una creatura aliena, distaccata dal mondo.
    Anche in questo caso.
    Era un complimento sincero, un velato insulto, oppure una semplice considerazione?
    Per la prima volta dopo tanti anni, dopo una cosatante ricerca di creature con le quali conversare, comprendersi e sfogarsi, Alizabetha Coraciero non riusciva a parlare.
    Aveva finalmente trovato un interlocutore che la ascoltava, e le rispondeva...
    E non riusciva ad esprimere i propri pensieri.
    Senza curarsi della sua mancanza di parole lo shinigami traditore proseguì.
    CITAZIONE
    Posso presumere che ora ti sia più chiaro, il motivo per cui ti ho fatto condurre sin qui?

    Fu solo grazie al proprio incredibile autocontrollo che Liza non scoppiò a ridere.
    Comprendere il motivo della sua presenza?
    E come avrebbe potuto?
    Avrebbe voluto urlargli che non capiva niente, che il suo modo di fare criptico l' aveva portata ai limiti della sopportazione, che la doppiezza in quel modo di rapportarsi la mandava in bestia, che tutta questa conversazione a senso unico stava andando a finire nel caos più completo.
    Ma non lo fece.
    Avrebbe voluto, ma il suo corpo non reagiva.
    Era come una ragazzina davanti al genitore durante una ramanzina.
    Muta, con lo sguardo basso, subiva le parole, nemmeno le ascoltava.
    Lei, che aveva raggiunto uno degli stadi più alti dell' evoluzione degli hollows, sembrava una adolescente sparita.
    Quell' essere aveva la capacità di strapparle l' armatura che la ricopriva, di estrarre la piccola e indifesa Kinaru dal suo involucro di potenza.
    Pian piano iniziava a capire cosa veramente trovassero gli hollows di così terrificante in Sosuke Aizen.
    Essi portavano le loro terribili maschere per proteggere i loro cuori insicuri dal mondo esterno.
    Malui, lui aveva la capacità di vedere oltre i volti di ceramica bianca.
    Lui poteva mettere a nudo le loro debolezze, e il tutto senza neppure estrarre la zampakuto.
    Iniziava a comprenderlo, ma nulla l' avrebbe potuta preparare alla successiva frase di quella persona che sempre più stava assumendo ai suoi occhi i di un dio.
    CITAZIONE
    Ti piacciono gli Shinigami, Liza?

    Si bloccò all' improvviso, i suoi pensieri focalizzati solo su quell' unica semplice frase.
    Lo sentiva, lui Voleva una risposta.
    E con voce tremante, lei, una vastolorde, rispose.
    S-sì, trovo c-che siano....u-una c-compagnia....migliore...di t-tanti...hollows.
    Lui sembrò sorridere, e proseguì imperterrito, come se si fosse aspettato una risposta del genere.
    CITAZIONE
    Io apprezzo il libero arbitrio, Liza. E tu mi hai dato una dimostrazione quantomai rara, di come non ci siano decisioni a noi precluse, se lo vogliamo.
    Concorderai con me che è stata quantomai azzardata, quella che hai fatto. Tuttavia credo tu sia la persona giusta, a cui porre un'altra domanda, tenendo conto di queste immagini.
    Devo però chiederti, se ti senti soddisfatta di ciò che hai. Del potere che ti ha fatto entrare a testa alta fra queste mura.

    Cosa intendeva, si chiese perplessa, mentre disperatamente cercava di darsi un contegno, di sollevare lo sguardo.
    Sembrava che tutta la sua baldanza fosse scomparsa tutta d'un tratto.
    Il sentire quegli occhi così splendidi fissi su di sè la sconvolgeva, la stordiva, rendeva tutto molto più difficile.
    Doveva colpire al più presto se voleva avere una possibilità di vittoria.
    CITAZIONE
    Quel tuo corpo, Liza, ha dei limiti imposti dalla natura stessa delle sue Reishi. Puoi impegnarti quanto vuoi, rialzarti e abbattere altri Vasto Lorde, se lo vorrai.
    Ma come puoi vedere....persino al massimo della tua forza, prima o poi, farai anche tu la sua fine.

    Era chiaro.
    Aveva visto Fuentes.
    Sapeva quale era il prezzo del fallimento, ma non le importava, sapeva quali sarebbero state le conseguenze della sua scelta sin da quando era rinata da Juggernaut.
    Sin dal primo istante aveva visto che sarebbe stata una strada senza ritorno, ma aveva accettato i rischi, sospinta dalla convinzione che se il ritorno le era precluso, avrebbe comunque avuto infinite strade avanti a sè.
    CITAZIONE
    L'aumento della propria forza, è inevitabilmente mutilato dal raggiungimento dei propri limiti. Nessun guerriero, può arrivare a possedere la stessa forza di un altro. E non c'è modo di aumentare la propria oltre un livello prefissato al momento della propria nascita, e quindi colmare eventuali dislivelli con quella di un nemico.

    E ora questo shinigami traditore le negava pure quella esile speranza.
    Esisteva a suo dire una unica fine, quella del fallimento.
    Non poteva accettarlo, non voleva.
    Non dopo tutta la strada che aveva fatto.
    Strinse ancora più forte i pugni, sino a far sbiancare le nocche.
    Il suo reiatsu iniziò a gonfiarsi e a trasudare dagli interstizi lungo la sua armatura, sino a quando la luminescenza verdastra non la avvolse completamente, come un manto di energia sfrigolante.
    Piccole fratture iniziarono ad apparire lungo la superficie del tavolo attorno ai suoi punti, mentre per la prima volta trovò il coraggio di fissare negli occhi Aizen, con uno sguardo di sfida.
    E lui parlò, con parole pesanti come macigni.
    CITAZIONE
    Sei molto vicina al tuo, Alizabetha. Sei ancora incompleta, ma trasudi già il Reiatsu proprio della tua forma evolutiva finale. Pochi là fuori, potrebbero tenerti testa a quel punto.
    Se però schioccassi le dita, non usciresti viva da qui dentro.

    image
    E fu allora che rilasciò il suo reiatsu rendendolo finalmente visibile ai suoi occhi.
    Era stata una stupida a non capirlo, quella sensazione che la metteva in allarme non era il suo sguardo, era il suo reiatsu, una presenza viva, costante, che saturava l' aria attorno a lei come un gas invisibile.
    Una massa di reiatsu incomprensibile, assurdamente massiccia, stupidamente grande, oltre ogni sua immaginazione.
    Solo una volta aveva provato una sensazione simile, in russia.
    Anche questa volta capiva di trovarsi davanti a qualcosa di inesplicabile, di non definibile in termini mortali se non come "Dio"
    Fu come se all' improvviso una montagna fosse apparsa davanti a lei.
    No, non era invisibile, era solo talmente grande che non era riuscita ad accorgersene.
    Un mare di materia appiccicosa e densa la coprì, facendola affondare e spengendo ogni barlume della sua energia spirituale.
    La massa fluida le ostruì le vie respiratorie e ogni poro della pelle.
    Stava annegando, e sarebbe morta così.
    Che maniera patetica di morire.
    Poi improvvisamente riemerse dal mare.
    Ansimando pesantemente e a fatica cercò di respirare ancora una volta.
    Tossì, annaspando in cerca di aria e aprì gli occhi.
    Era sdraiata sul tavolo, il thè sparso attorno a lei, laddove aveva rovesciato la tazzina cadendovici sopra.
    Era talmente shoccata dalla massiccia potenza di quel reiatsu che si era persino dimenticata di respirare.
    Solo allora capì quanto era stata stupida.
    Davvero aveva voluto uccidere un essere del genere?
    Sarebbe stato come se una formica avesse voluto distruggere non un elefante, non un palazzo, ma un intero pianeta da sola.
    Era una azione impossibile.
    Nessuno avrebbe mai potuto affrontare una "cosa" del genere, nemmeno i cosiddetti capitani.
    Quell' uomo esulava da ogni classificazione.
    Ne era certa, tra tanti esseri che si fregiavano di un simile titolo solo lui ne era degno, solo lui era degno di essere chiamato
    "Dio"
    Una entità irraggiungibile.
    Ma quell' essere non aveva ancora finito.
    Aveva ancora un ultimo annuncio da darle.
    CITAZIONE
    Tu che hai salvato uno Shinigami, credo sia una delle persone più adatte a poter acquisire una parte dei loro poteri. Ti ho chiamata qui, per offrirti l'opportunità di diventare un Arrancar, Alizabetha Coraciero. Spezzando quella maschera che hai in volto, potrai morire. E dopo essere morta, rinascere. I limiti che hai ora, non conteranno più dopo quel momento.
    Preferisco mettere in chiaro, a questo punto, che io sono l'unico a poter infrangere quei limiti. Tuttavia non apprezzo nè costringere le persone, nè attendere i loro comodi col rischio di un nulla di fatto.
    Ti lascio dunque qualche minuto di privacy per permetterti di pensare, ma mi aspetto una risposta a breve, Liza. Se sei interessata, raggiungimi nell'altra stanza. Altrimenti rimani dove sei. Hai la mia parola che per oggi non riceverai danno, per mia mano.

    E così sparì, lasciandola ansante, sola con tutti i suoi dubbi e le sue convinzioni, ridotte in pezzi.
    Le ci vollero alcuni minuti per riguadagnare la sua compostezza, ma al termine di quelli si prese la testa tra le mani ed iniziò a singhiozzare, digrignando i denti...
    ...kuso*(merda)...
    A cosa era servita tutta la sua preparazione, a cosa tutti quei sacrifici?
    Come poteva esserci un muro sempre più alto dietro il precedente?
    Per quale scopo aveva fatto tutta quella strada?
    Ma soprattutto con che faccia avrebbe potuto presentarsi a Beatriz, a Lupe, ad Amaya e alle altre?
    Sconfitta ancora una volta, l' ennesima.
    ...kuso...
    Con rabbia abbattè il pugno destro contro il piano di pietra del tavolo, scuotendolo sin nelle fondamenta.
    Dopo anni, le lacrime, nere come la pece, scendevano da sotto la maschera liberamente.
    Una delle poche emozioni non toccate dalla trasformazione in hollow, la tristezza, la disillusione, adesso aveva libero sfogo.
    ...kuso...
    Un' altro pugno, schegge di ardesia schizzarono ovunque mentre un ampio cratere si apriva sulla superficie del tavolo delle riunioni.
    Era dunque quello il prezzo da pagare per una stilla di potere in più?
    Sottomettersi ad un essere di potenza quasi divina...
    Ma lei avrebbe potuto accettarlo?
    Lei, che si era sempre fatta vanto della sua libertà.
    Per scalare quell' ennesimo muro sarebbe valsa la pena farsi legare un collare?
    Era quella la scelta che si stava apprestando a compiere, e non solo la sua, dalla decisione che avrebbe preso sarebbero derivati i destini di tutte le sue compagne.
    Avrebbe avuto il coraggio di scegliere per tutte loro?
    Una vita di servitù, sarebbe stato un prezzo troppo carò per superare i propri limiti?
    ...kusokurae!*(All' inferno!)...
    Sferrò un ultimo devastante pugno alla tavola, che stavolta non resse all' urto.
    Frammenti di pietra schizzarono in tutte le direzioni, mentre il possente tavolo crollava su sè stesso in una nuvola di polvere.
    La nube ondeggiò per alcuni secondi immobile, per separarsi al passaggio di una sagoma avvolta da una cappa di energia verde malsano.
    Alizabetha Coraciero si pose davanti alla porta nella quale era entrato Aizen, e stringendo con forza uno degli stipiti lo riempì di crepe, prima di sollevare lo sguardo rigato da due lunghe strisciate nere lungo le guance.
    La vastolorde fissò l' oscurità della camera, prima di mormorare a denti stretti.
    Se...se davvero puoi infrangere i limiti tra hollow e shinigami...
    Se davvero puoi liberarmi da questa maledizione...

    Fece una pausa per poi continuare, alzando la voce, quasi desiderasse spasmodicamente una risposta.
    Dimostramelo, provami che davvero possiedi i poteri di un Dio!
    E se davvero è così...

    Soppesò le parole con cautela...
    Per poi lasciar andare liberamente la lingua.
    Non aveva più bisogno della sua dignità, aveva fatto la sua scelta.
    Prendi il mio corpo, la mia anima, la mia stessa vita...
    esse saranno tue.

    Sperava solo di aver riposto la sua fiducia nella persona giusta.
    Non era più una questione di fortuna adesso.
    Si sarebbe affidata al suo nuovo dio.

    CITAZIONE
    Gah, sono devastato, però spero sia all' altezza
    Non vedo l' ora di vedere il seguito.




     
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  5. Yami Kaguya
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    The Sloth
    -III-
    When The Light Bringer God Blesses Me



    Dio?

    Alizabetha aveva parlato all'oscurità, e ora l'oscurità le stava rispondendo. La luce della stanza in cui si trovava, era la sola cosa che le permetteva di vedere la linea di confine con l'altra. O di vedere in generale.
    Quando infatti oltrepassò quella soglia, anche quella luce le fu negata. La porta si chiuse dietro di lei, e l'immensità della stanza immersa nelle tenebre sembrò raddoppiarne le dimensioni. E tutto ciò finì probabilmente per farla sentire ancora più smarrita di prima.

    Mi confesso sorpreso, Liza. Piacevolmente, sorpreso.
    Dopo averti visto mostrare le zanne a un Vasto Lorde, contavo di dover rinunciare a qualcosa di più prezioso di un tavolo, per averti qui dentro.

    Certo, questo se la voce di Aizen non avesse continuato ad arrivarle alle orecchie. Immutata, rispetto a prima. Cordiale, eppure totalmente insensibile allo sfogo di rabbia e alle lacrime che avevano accompagnato la risposta della Vasto Lorde. Aizen Sosuke non trasudava nemmeno un pizzico di arroganza, nè di reale sorpresa nelle sue parole. Non trasudava niente di niente. Come se non ci fosse alcuna differenza, fra un'entità immateriale come le tenebre, e lui stesso.
    A differenza delle tenebre però, lui continuava a parlarle. E quella voce era l'unica cosa che permetteva ad Alizabetha di capire dove andare, camminando alla cieca. In bene o in male.

    Conserverò tuttavia la speranza, che tale parola non solchi mai le tue labbra una seconda volta.
    Per quanto, ironicamente, tu sia qui per superare i limiti della tua specie e insieme quelli di un Dio della Morte. E diventare qualcosa che superi, quel tipo di Dio.

    Voluta o meno, in quell'ultima frase c'era stata però una lieve alterazione di quel tono tranquillo. Quella "speranza", portava con sè una sensazione quasi di rassegnazione, nel modo in cui suonava in rapporto all'intera frase. E di per sè come speranza era alquanto strana, visto il comportamento tenuto sino ad allora dal signore di Las Noches. Il potere della creazione, non era forse ciò che ancora mancava a qualunque essere vivente? Non era il traguardo che aveva raggiunto, introducendo nell'Hueco Mundo i nuovi organismi denominati Arrancar?
    Forse no. Forse non amava le luci della ribalta. Forse c'era qualcosa, dietro a quel "miracolo".
    O forse puntava a ottenere un potere ben diverso, da quel giocare a fare Dio usando gli Hollow come creta.

    Ciò che otterrai, ne è la prova più lampante.
    Ovvero..una cosa come questa.

    All'improvviso, nelle tenebre scintillò qualcosa. Aizen era in piedi in un cerchio di luce con un diametro di un paio di metri, e teneva una katana in mano ma con la punta posta in modo perpendicolare al terreno. La giacca dell'Ex shinigami ora era aperta, e un fodero vuoto chiariva cosa fosse quella lama. Prima ancora che il suo padrone lo spiegasse a parole.

    Immagino non ci sia bisogno, di dire che questa è la fonte dei poteri personali di ogni Shinigami. Questa, è la mia Zanpakuto.
    Il suo nome, è Kyoka Suigetsu.

    Aizen rimase zitto qualche secondo, dopo aver pronunciato quel nome. E forse, quella fu la prima cosa "strana" che fece, da quando aveva iniziato a parlarle.

    image

    image
    A distogliere la sua attenzione dallo Shinigami però, fu l'accensione di una seconda luce. Che stavolta, andò a illuminare una porzione di pavimento vuota, su cui però si diresse Aizen, riposta la propria zanpakuto. Stese dunque la mano verso il terreno, e quest'ultimo sembrò rispondere a un richiamo, facendo emergere un cilindro alto poco meno di un metro. E di nuovo, quando la mano dell'ex Shinigami sfiorò la cima del cilindro, questo si aprì, rivelando una sfera nera grande quanto una noce, rinchiusa in un quadrato di vetro.

    image


    Era un oggetto talmente piccolo e all'apparenza fragile, da poter essere calpestato senza sforzo. Eppure c'era qualcosa, in quella...Cosa, che portava l'istinto dell'osservatore a ricordare il detto "le apparenze ingannano".
    E la spiegazione, arrivò ancora una volta prontamente.

    Hai pronunciato molti "se", prima, Liza. E' un ottima mentalità.
    Non devi ancora, infatti, credere in me. Anch'io, come voi, sono guidato dal desiderio di infrangere i miei limiti.
    Anch'io, muovo i miei passi in questo mondo perchè ho una strada che desidero percorrere.
    Ecco perchè non ti dirò mai, di credere in me. Desidero solo che tu mi segua, credendo però solo a ciò che su tale cammino incontrerai.
    E per il momento, puoi credere in ciò che ti permetterà di fare ciò che ti chiedo.
    Questo, è l'Hougyoku. E quelli attorno a te, sono i tuoi futuri fratelli e sorelle.

    In mano ad Aizen, stava quel gioiello che sembrava quasi pulsare in risonanza con l'energia del signore del palazzo. E mentre il cerchio di luce aumentava le sue dimensioni, Alizabetha potè percepire che i due, non erano da soli. Una, poi due, tre...potè contare sei presenze attorno a sè, prima che il cerchio smettesse di allargarsi. Nessuno di loro, era riconoscibile. Un braccio, una gamba, una schiena...metà del loro corpo era occultato, ma le loro energie erano dei biglietti da visita sufficienti a mettere una pulce nell'orecchio sulla loro identità.
    Tuttavia Alizabetha aveva "di meglio" da fare, in quel momento. Loro, erano dei meri testimoni. Chi contava in quella stanza, alla fine era ancora l'uomo con in mano la sfera. L'ospite d'onore, era ancora Lei.

    Questo oggetto, è ciò che stà alla base del tuo ultimo atto evolutivo.
    Come puoi immaginare dal nome, è lui il vero responsabile della nascita degli Arrancar. Il vero potere "divino", in questa stanza.
    Ora quindi siediti, Liza. Sarà solo questione di qualche minuto.
    Dopo, potrai decidere da te in cosa credere, e in cosa no.


    Quella era la Sua cerimonia. E non appena si fosse seduta, avrebbe capito che Aizen aveva appena mentito su una cosa. Quella gemma poteva essere anche "divina". Ma il Reiatsu che Aizen sprigionò, e a cui essa reagì, era un motore altrettanto grande e pesante. Il cubo di vetro attorno all'Hougyoku si allargò, e andò a formare un secondo cubo più grande, in cui invece venne rinchiusa la Vasto Lorde. E quindi lentamente, dei filamenti sottili come quelli dei ragni andarono ad avvolgere poco alla volta il corpo di Alizabetha. Più i fili avanzavano, più il suo corpo si intorpidiva. Tuttavia quel Reiatsu immenso, le impediva ogni movimento.
    Non fu di sicuro piacevole. Quando i fili arrivarono al petto, i polmoni della ragazza sembrarono rifiutarsi di continuare a funzionare. A tutti gli effetti, non ci sarebbe stato nulla da stupirsi se fosse morta per soffocamento.
    Persino in quel frangente però, non le era concessa pace.

    image
    Quella voce, sembrava essersi assunta il ruolo di Caronte, in quel frangente.

    ..Sai, Liza?
    Alcune volte, i membri della tua razza mi incuriosiscono.
    Basta guardarvi, per capire quanto sia ironica la vostra natura. Un attimo, per cogliere come il vostro stesso corpo
    sembri voler ottenere nuovamente la propria forma originale.
    Ottenere una forma irriconoscibile, rispetto a quella con cui tale evoluzione è cominciata.
    Riguadagnate razionalità, soffocate l'istinto...arrivate persino a provare affetto, o noia, dimenticando l'odio e la fame.

    Stavolta nemmeno lui, sapeva se Alizabetha riusciva a sentirlo. Eppure, avrebbe voluto capire cosa si celava dietro alla scelta della Hollow. Forse per manovrarla, forse per curiosità.
    Forse semplicemente per osservare se era davvero pronta, per ciò che l'avrebbe aspettata dopo la rottura di quel cubo.

    Finora, ho incontrato chi aveva perso la propria fede in tutto ciò che non poteva osservare.
    Chi non voleva uccidere per diventare più forte.
    Chi aveva perso la propria vitalità, ottenuto il dominio del proprio mondo.
    E infine chi avrebbe persino rinunciato al proprio potere, pur di poter vivere di nuovo in un branco.
    Erano gli dei, di questo mondo. Ma erano anche schiacciati dalla disperazione della loro umanità crescente.
    A tale riguardo, tu cosa puoi dirmi Liza?
    Anche tu, sei una Vasto Lorde che ha recuperato il proprio cuore?

    Era strano, porre domande a qualcuno ormai più simile a una mummia priva di vita, che a un essere vivente. Tuttavia Aizen non si aspettava risposte, e forse solo una parte remota della coscienza ormai assopita della Hollow, l'aveva sentito.
    Tale risposta, se anche fosse stata prodotta, probabilmente non avrebbe mai lasciato quelle labbra.
    SPOILER (click to view)
    Ok, allora....
    Beh, in due parole: benvenuto al tuo test Bankai, Allen-kun u_u O almeno a qualcosa di simile.
    Come il tuo fratelloide, ora hai cinque post per evolverti una volta, e quindi evolverti ancora.
    Nei primi tre, fai ciò che avevi in mente: ricorda cosa è successo, come Liza è diventata una Vasto Lorde. Insomma, stai morendo, non è forse normale rivedere la propria vita che scorre? :sese:
    Fatti questi tre, si giudica il grado VL. Dunque superata la fase di morte, inizieremo con la rinascita arrancar.
    Questo è il mio piano, se ti và fai, altrimenti vai direttamente alla rinascita, come preferisci.
    P.s. Da oggi sei sotto l'influsso di Kyoka-chan ^^''' Scusa ;P
     
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    (III): Tales from the other side I
    -Coven of egos-



    In my heart, in my soul
    I really hate to pay this toll
    Should be strong, young and bold
    But the only thing I feel is pain...





    CITAZIONE
    Dio?

    La voce sembraa provenire dall' oscurità più assoluta.
    Vuota, impenetrabile, un velo che la circondava e le impediva di percepire il resto del mondo.
    Tutto ciò che la spingeva ad andare avanti era la voce.
    Il suo unico punto di riferimento in quella sconfinata distesa di nulla assoluto.
    Senza prestare troppa attenzione a quello che la circondava avanzò a testa alta nel buio.
    Non esitò, non tentennò.
    Ora come ora, poteva solo andare avanti.
    Si concesse solo una piccola osservazione personale, mormorando rivolta più a sè stessa che a ciò che la circondava
    Perchè, non è forse così?
    Come in risposta a quella domanda le porte si richiusero alle sue spalle, sigillando l' uscita.
    Sembrava un modo molto cortese e indiretto per implicare che non avrebbe avuto risposta.
    Poi Aizen parlò di nuovo.
    CITAZIONE
    Mi confesso sorpreso, Liza. Piacevolmente, sorpreso.
    Dopo averti visto mostrare le zanne a un Vasto Lorde, contavo di dover rinunciare a qualcosa di più prezioso di un tavolo, per averti qui dentro.

    Confidando che l' oscurità nascondesse le sue reazioni si permise di sogghignare, e di lasciarsi sfuggire un leggero sbuffo di divertimento.
    In effetti aveva decisamente dato spettacolo nella stanza attigua, una dimostrazione di forza abbastanza infantile, e che neppure l'aveva aiutata a smaltire la rabbia, anzi, aveva avuto solo l' effetto di danneggiare ulteriormente la sua immagine agli occhi del suo nuovo padrone.
    La voce del signore di Las Noches la distolse però da quelle considerazioni così triviali.
    Inarcò un sopracciglio sotto la maschera nel notare che la voce dello shinigami traditore era improvvisamente diventata molto più seria e profonda di prima, quasi lo scocciasse pronunciare quelle parole.
    CITAZIONE
    Conserverò tuttavia la speranza, che tale parola non solchi mai le tue labbra una seconda volta.
    Per quanto, ironicamente, tu sia qui per superare i limiti della tua specie e insieme quelli di un Dio della Morte. E diventare qualcosa che superi, quel tipo di Dio.

    Chinò la testa in segno di sottomissione.
    Poteva sentire la pressione del suo reiatsu sulle proprie spalle....
    Non aveva nessun interesse nel deluderlo, non avrebbe voluto.
    Non voleva sentire la parola dio? E quindi l' avrebbe accontentato.
    Se questo è ciò che desiderate...purchè il prezzo sia all' altezza.
    Era una frase semplice, ma che implicava tutto quel poco dubbio che le restava.
    Come se le avesse letto ancora una volta nel pensiero il suo nuovo signore le rispose.
    CITAZIONE
    Ciò che otterrai, ne è la prova più lampante.
    Ovvero..una cosa come questa.

    Con quella che le parve una lentezza esasperante Aizen estrasse dal fodero che portava al fianco una katana del tutto anonima.
    Ma non poteva sbagliarsi...
    Poteva sentirlo a pelle, sentiva che quella spada agognava di azzannare la loro carne.
    Certo, in maniera più contenuta rispetto a molte altre che aveva percepito nel corso della sua vita...
    Ma il suo istinto non si sbagliava.
    Quella...è una Zampakuto?
    Chiese pur conoscendo già in cuor suo la risposta.
    CITAZIONE
    Immagino non ci sia bisogno, di dire che questa è la fonte dei poteri personali di ogni Shinigami. Questa, è la mia Zanpakuto.
    Il suo nome, è Kyoka Suigetsu.

    Hm, era divertente...
    Era un messaggio non troppo velato.
    "Io posso rilasciare in un qualunque momento..."
    Sottile, ma forse un po' troppo ovvio per uno shinigami della sua caratura.
    CITAZIONE
    Hai pronunciato molti "se", prima, Liza. E' un ottima mentalità.
    Non devi ancora, infatti, credere in me. Anch'io, come voi, sono guidato dal desiderio di infrangere i miei limiti.
    Anch'io, muovo i miei passi in questo mondo perchè ho una strada che desidero percorrere.
    Ecco perchè non ti dirò mai, di credere in me. Desidero solo che tu mi segua, credendo però solo a ciò che su tale cammino incontrerai.
    E per il momento, puoi credere in ciò che ti permetterà di fare ciò che ti chiedo.
    Questo, è l'Hougyoku. E quelli attorno a te, sono i tuoi futuri fratelli e sorelle.

    Osservò con attenzione quella piccola sfera nera.
    Sembrava una cosetta da niente.
    Una misera perlina di materiale color ossidiana.
    Del tutto innocuo a vedersi.
    Eppure, a giudicare dalla cura con cui lo shinigami lo custodiva, doveva essere qualcosa di davvero importante.
    Poi osservò le figure che la circondavano.
    E percepì il loro reiatsu...
    Tutti quanti potenti, quanto se non più di lei.
    Hm, un notevole comitato di benvenuto...
    Disse a mezza voce.
    CITAZIONE
    Questo oggetto, è ciò che stà alla base del tuo ultimo atto evolutivo.
    Come puoi immaginare dal nome, è lui il vero responsabile della nascita degli Arrancar. Il vero potere "divino", in questa stanza.
    Ora quindi siediti, Liza. Sarà solo questione di qualche minuto.
    Dopo, potrai decidere da te in cosa credere, e in cosa no.

    Senza ulteriori commenti si inchinò davanti al suo nuovo signore.
    Si sentiva troppo sopraffatta da quello che stava accadendo per proferire parola.
    Disse semplicemente in tono affermativo.
    Come desiderate...
    In un istante tutto accadde.
    Un reiatsu terrificante, che non poteva essere descritto in alcun modo...
    se non divino.
    Una infinità di bende lucenti la avvolsero.
    Pian piano le cancllarono la visuale.
    E a poco a poco sentì la propria coscienza che la abbandonava.
    Poco prima di perdere conoscenza sentì delle parole.
    Ma avrebbe potuto essere un sogno.
    Un sogno, che sarebbe presto divenuto realtà...
    CITAZIONE
    ..Sai, Liza?
    Alcune volte, i membri della tua razza mi incuriosiscono.
    Basta guardarvi, per capire quanto sia ironica la vostra natura. Un attimo, per cogliere come il vostro stesso corpo
    sembri voler ottenere nuovamente la propria forma originale.
    Ottenere una forma irriconoscibile, rispetto a quella con cui tale evoluzione è cominciata.
    Riguadagnate razionalità, soffocate l'istinto...arrivate persino a provare affetto, o noia, dimenticando l'odio e la fame.
    Finora, ho incontrato chi aveva perso la propria fede in tutto ciò che non poteva osservare.
    Chi non voleva uccidere per diventare più forte.
    Chi aveva perso la propria vitalità, ottenuto il dominio del proprio mondo.
    E infine chi avrebbe persino rinunciato al proprio potere, pur di poter vivere di nuovo in un branco.
    Erano gli dei, di questo mondo. Ma erano anche schiacciati dalla disperazione della loro umanità crescente.
    A tale riguardo, tu cosa puoi dirmi Liza?
    Anche tu, sei una Vasto Lorde che ha recuperato il proprio cuore?



    Improvvisamente fu il buio.
    Rapido, strisciante, come una viscida creatura proveniente da un' altro mondo.
    Una presenza costante, familiare, onnipresente nella sua vita.
    Ma mai l' aveva sentita così aliena...
    Sembrava di sprofondare in un gelido abisso, un buio senza inizio ne fine.
    Più profondo di qualsiasi altra cosa.
    Infinito.
    Inospitale.
    La sua anima come una foglia oscillava in quella voragine inconcepibile al pensiero.
    Immota come una parete di liscio vetro.
    Stava precipitando nel nulla.
    No, cadere non era il termine giusto.
    Non sapeva più dire se stava salendo o scendendo, o semplicemente andando a diritto.
    Non sapeva se era diritta o a testa all' ingiù.
    L' alto, il basso, la profondità...erano concetti del tutto assenti in quella tetra caligine.
    A tutti gli effetti non vedeva niente.
    Non sentiva niente.
    Non provava niente.
    Quello era lo stato primigenio dell' anima.
    Non il subconscio, non l' inconscio...
    Era una dimensione del tutto assente nei criteri di classificazione dell' essere umano.
    Una dimensione in cui tutto era possibile, in cui i concetti basilari della fisica erano semplici e pie illusioni.
    In quel luogo, dominava l' assenza totale di regole...
    Persino l' anarchia era bandita da quelle profondità.
    Faceva freddo...
    La piccola sagoma si aggomitolò su sè stessa, cercando invano calore da qualunque parte del suo corpo.
    Le piastre di osso erano gelide come il ghiaccio.
    Anche la pelle lo era, pallida e atermica come quella di un cadavere.
    Era morta.
    O meglio, tutto in quel luogo era morto.
    Sterile, e privo di vita.
    Tremando cercò di riscaldarsi in ogni modo, sfregandosi il corpo con le mani, soffiando sulla carne viva.
    Ma il suo corpo era rigido per la bassa temperatura, e il suo fiato era una tempesta di neve.
    Cercò di piangere, ma le lacrime si erano gelate anch'esse.
    Cercò di urlare, ma la lingua oramai era rigida come pietra.
    Sarebbe finita così, solidificata in una parodia di una patetica statua.
    Faceva freddo...
    Così tanto freddo...
    E aveva sonno...

    Così chiuse gli occhi, e cedette al torpore che la invadeva...

    Era così caldo...


    Quando riaprì gli occhi si accorse di trovarsi circondata da candide coperte.
    Lenzuola fresce di bucato, odorose di sapone e pulito.
    Il gelo era scomparso, sostituito da una temperatura pari a quella di un corpo febbricitante.
    Era piacevole, ma anche fastidioso.
    Con un moto di stizza gettò a terra le coperte, e si alzò in piedi.
    Si trovava al centro di una enorme stanza, e attorno a lei quattro piedistalli vuoti.
    Chiuse gli occhi e su ognuno di loro vi vide assisa una figura.
    Ognuna diversa dall' altra, ma tutte avevano in comune una cosa...
    La maschera, e l' armatura che ne avvolgeva il corpo.
    Ognuno sedeva su un trono diverso, ma ovviamente mai avrebbe potuto non riconoscerli.
    Li conosceva benissimo, uno per uno.
    E come non avrebbe potuto?
    Lei era stata ognuno di loro, avevavissuto la loro vita, aveva provato quello che avevano provato loro...
    E non le era piaciuto.
    Aveva oltrepassato la loro esistenza, aveva schiacciato il loro ego.
    Ed era sopravvissuta.
    Le loro voci risuonarono nell' aria.
    Benvenuta...
    -Benvenuta...-

    Benvenuta...
    Curioso...
    Sentire nuovamente quelle voci le dava un senso di appartenza, sembrava quasi di essere a casa.
    Certo, c'era solo un cosa che non andava, anzi due.
    Primo, quelle voci non le sopportava.
    Secondo, quelle creature non dovevano essere lì.
    Erano morte, distrutte, svanite nei suoi pensieri e dalla sua vita come neve al sole.
    Sperava non le avrebbe riviste mai più, e invece...
    Eccole là, avanti a lei, ancora una volta.
    Ma questo non era certo il momento di rivangare il passato.
    Aizen l' aveva rispedita quaggiù per un motivo preciso, e se voleva una prova della sua fedeltà...
    Beh, l'avrebbe avuta.
    Avrebbe calpestato il suo passato e ne avrebbe impilato i resti sotto i piedi, per tornare in cima a quell' eternità senza fondo.
    Non importava il prezzo da pagare, se al termine di quella strada avesse raggiunto il suo scopo.
    Ma che gradita sorpresa...
    Disse con aria poco convinta e assolutamente derisoria.
    Nella sua voce c'era un ben marcato tono di scherno.
    E io che pensavo di essermi liberata una volta per tutte di voi...
    O almeno di due di voi, le altre, beh, suppongo non sia comunque la prima volta che le incontro.

    Si grattò nervosamente la nuca prima di riprendere a parlare; non prima di accorgersi però, che la sua maschera era scomparsa.
    Aveva il solito aspetto di tutte le volte in cui si era ritrovata all' interno della sua mente...
    Un ghigno di soddisfazione le attraversò il volto mentre realizzava l' entità di quello che aveva attorno.
    Era molto più semplice ora orientarsi.
    C'era stata tante di quelle volte laggiù.
    Adesso sapeva come fare.
    Chiuse gli occhi e si concentrò un secondo.
    Quando li riaprì vide che finalmente si trovava dove avrebbe voluto essere.
    Laddove vi erano le tenebre più assolute adesso si stagliava uno sconfinato campo di grano sotto un cielo notturno.
    Solo i troni rimanevano, e su di essi le figure ancora avvolte nelle ombre.
    In quel luogo lei aveva il controllo, e lo sapeva, adesso più che mai.
    Immaginò di avere indosso la sua uniforme e in un battito di ciglia se la ritrovò indosso.
    Poi desiderò a sua volta un trono, e quello emerse dagli arbusti dorati a sfidare il cielo.
    Vi si sedette sopra, trovandolo comodo come aveva immaginato, e poggiando pigramente la testa su un pugno, come aveva visto fare ad Aizen domandò.
    Perfetto, adesso che ci siamo tutti direi che possiamo iniziare...
    Per iniziare, cosa ci fate VOI qui?



     
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    (IV): Tales from the other side II
    -The Chaser-



    She felt that her whole life was some kind of dream
    and she sometimes wondered whose it was
    and whether they were enjoying it.




    SPOILER (click to view)
    Liza (Attuale)
    -Liza (Adjuchas)-
    Juggernaut

    Painter
    *???????*







    Senza nulla aggiungere fissò le figure che la circondavano aspettando una risposta.
    Risposta che non sembrava voler arrivare.
    Tutte e tre stavano immobili sui loro scranni, evidentemente sorpresi dell' aspetto che il mondo attorno a loro aveva assunto.
    Persino il mantenere il loro attuale aspetto costava loro una grande quantità di energia.
    La loro ospite, e allo stesso tempo padrona di casa, era diventata moto più potente negli ultimi tempi.
    Ma nessuno di loro poteva cedere.
    Nessuno di loro poteva permetterselo senza combattere.
    Un pigro gesto della mano, e il vento che soffiava in quello sterminato campo di grano si fermò, per essere sostituito da una tiepida brezza estiva.
    La voce della signora si levò, alta, imperiosa, venata di fastidio.
    SI stava facendo troppo tardi.
    Allora? Stò aspettando una risposta....
    Non tardò ad arrivare.
    La creatura seduta alla sua destra si levò dal suo seggio e si alzò in piedi per poi camminare con passi lenti e misurati al centro dello spiazzo che separava i sedili.
    La luce della luna si riflesse sulla sua armatura candida, formata quasi esclusivamente da sinuose linee curve.
    Morbide nel design, per conferire areodinamicità ma affilate come rasoi.
    Due enormi spallacci simili ad ali, una corazza pettorale trapassata da un foro all' altezza del cuore, piastre di armatura sottile e drappeggiata, simile in tutto e per tutto ad un elegante abito da sera.
    E due occhi, verdi come smeraldi e carichi di intelligenza felina che spiccavano da quella che un osservatore poco attento avrebbe potuto descrivere come una testa dotata di becco.
    Ma non era esatto, era più un unico insieme, un singolo pezzo di porcellana finissima simile ad un onda sinuosa.
    Le dita segmentate, inguainate in una pelle elastica dal colore grigiastro scrocchiarono mentre contraeva la mano destra tradendo l' eccitazione e la preoccupazione per il pesante compito che la attendeva.
    -Credo che tocchi a me farmi avanti per prima...-
    Non ci potevano essere dubbi.
    In quei due metri e mezzo di pura eleganza era racchiuso un momento fondamentale della vita dell' essere che si preparava a diventare Vastolorde.
    Un periodo felice, nemmeno troppo remoto, durante il quale aveva agognato la libertà.
    Durante il quale aveva combatutto molte battaglie inseguendo una utopica felicità che sempre le era sfuggita dalle mani.
    Quando era diventata Adjuchas aveva ottenuto il vero controllo di tutta se stessa.
    E finalmente aveva conseguito la possibilità di inseguire i propri sogni.
    Una normalità assurda per una creatura come lei, che dell' infrangere la norma aveva fatto la sua regola di vita.
    E lei parlò, con la sua stessa voce, priva però del disprezzo e della superiorità, ma velata da un lieve sentore di spensieratezza.
    Ah, come era bella la gioventù, quando da rinata credeva di poter fare qualunque cosa.
    Quando riteneva che per afferrare un desiderio fossero sufficienti artigli ed una determinazione di ferro.
    Come si sbagliava...e presto se ne sarebbe data una dimostrazione.
    -Ne è passato di tempo...o meglio, credo che tu conosca me, ma io non conosco te.
    Io sono Alizabetha Coraciero-

    Una presentazione non necessaria, eppure incredibilmente bizzarra.
    Era strano sentirsiparlare così, specialmente da una propria versione più giovane.
    Era dunque una resa di conti con il proprio passato?
    Sembrava proprio così.
    Si sarebbe dovuta affrontare e sconfiggere...
    Un compito facile sulla carta.
    O almeno lo sarebbe stato nel mondo reale, dove ad un aumento dell' età corrispondeva un considerevole incremento della potenza.
    Ma laggiù si trovava nella sua mente.
    In quel luogo quello che contava era la forza di volontà.
    Ciò che veramente faceva la differenza era la determinazione e la purezza di intenti.
    Solo concentrandosi allo spasimo verso un singolo pensiero si era in grado di materializzarlo e renderlo tangibile.
    Era un mondo bizzarro, dove paradossalmente un bambino di pochi mesi era in grado di massacrare senza sforzo una schiera di uomini robusti e nerboruti, probabilmente senza neanche rendersene conto.
    Anche io, tuttavia devo confessare che incontrarti qui è per me una vera sorpresa...pensavo che fossimo la stessa persona
    In effetti era vero, ammise mentalmente mentre parlava.
    Sapeva che un tempo la sua mente si era frammentata in una miriade di personalità diverse.
    Ricordava anche dei tempi in cui era un gillian, di come era possedere le menti di centinaia di migliaia di altre creature.
    Ma sperava di essersi lasciata tutto alle spalle con la sua trasformazione in Adjuchas.
    Che fosse stata proprio lei, proprio la forma che aveva davanti a scindersi, per lei rimaneva una incognita troppo grande per essere spiegata a parole.
    Perchè lei?
    Perchè proprio lei, che sperava fosse stata solo un capitolo passato della sua esistenza?
    Forse la soluzione stava proprio in quella parola così vaga e indistinta.
    "Passato".
    Si trattava forse di vendetta?
    La risposta le giunse dalle ultime labbra che si sarebbe aspettata la pronunciassero.
    -Anche io, ma non posso fare a meno di constatare che hai preso una strada diversa da quella che mi ero prefissata.
    Tu sai che io stessa nutro il tuo identico disprezzo per gli altri, tuttavia solo su una cosa mi trovo d'accordo con loro, e cioè che la via che hai scelto non è ciò che desideravo.
    Ed è per questo che ho deciso che sarò io a fermarti, e a riportare questo corpo sulla via per la libertà-

    Dunque era così.
    Non si trattava di un desiderio malcelato di vendetta, no.
    Alla base si trovava una motivazione che, se ne avesse riconosciuto l'esistenza, avrebbe anche potuto chiamare Amore.
    Ma le era impossibile ora come ora dare una definizione a quella parola così vaga che sembrava muovere tutto il genere umano.
    Libertà aveva detto di voler difendere.
    Ma perchè...
    perchè doveva essere così.
    Lei stessa era l' unica persona da cui avrebbe mai accettato un consiglio.
    E dunque si giungeva a questo?
    Avrebbe di nuovo dovuto uccidere una parte di sè stessa?
    Come aveva fatto con Painter.
    Come aveva fatto con Juggernaut.
    Ancora una volta il ciclo si sarebbe ripetuto.
    L' avrebbe sopportato o sarebbe crollata davanti ad una scelta così grande?
    LA risposta era molto semplice.
    Ah sì? Interessante...C'è solo un problema...Non te lo posso permettere.
    NO.
    Mai l' avrebbe fatto.
    Aveva non solo il proprio orgoglio da difendere, ma anche la sua personale libertà di scelta.
    Se lei era in controllo a lei sola sarebbe stato permesso di decidere il proprio destino.
    Se volevano essere loro a dominare, beh, prima avrebbero dovuto dimostrare di esserle superiori.
    E quella era tutta un'altra faccenda.
    L' altra Alizabetha commentò tristemente scuotendo le pesanti spalle.
    -Come era prevedibile, Ma non posso darti torto, in fondo siamo la stessa persona, al tuo posto io avrei fatto lo stesso.-
    Sospirò, con una gestualità che la fece sorridere.
    Dopotutto non c'era dubbio, erano entrambe la stessa persona.
    Era come guardarsi allo specchio, solo che solitamente la tua immagina riflessa non cerca di ucciderti.
    Sospirando a sua volta la padrona di quei luoghi aggiunse intristita.
    Davvero non c'è modo di sistemare la faccenda in modo pacifico?
    Doveva provarci.
    Non voleva combattere in quel momento, men che meno con sè stessa.
    Primo perchè detestava combattere contro un essere identico a lei, con il quale condivideva ricordi e memorie.
    E secondo, perchè era decisamente una rottura di scatole di dimensioni colossali.
    Sapeva che entrambe detestavano ricorrere alla violenza fisica tranne quando era neccessario.
    Fu per questo che le successive parole pronunciate dalla sua controparte più antica la sorpresero oltremodo.
    -No, solo una di noi due uscirà vincitrice da questo scontro.
    Non possono coesistere due personalità distinte in questo corpo.
    E ora in guardia!-

    In un lampo tra le mani della Adjuchas apparve una lunga lancia.
    Bianca come la neve, assolutamente priva di tratti distintivi.
    Non era propriamente un materiale di quelli del mondo esterno.
    No, si trattava della sua stessa maschera, un ammasso di memorie,ricordi...
    La sua stessa essenza era condensata in quell' arma dall' aspetto così inquietante.
    E finalmente Alizabetha coraciero vide il volto che si era celato sotto quella maschera per così tanti anni.
    Il suo volto.
    Come quello che si era scelta quando aveva affrontato Painter.
    Come quello che lo stesso Painter le aveva mostrato a sua volta.
    Dunque si trattava del suo vero aspetto.
    Si maledì, come aveva potuto dimenticarlo?
    Non ebbe tempo per scagliare un'altro rimarco.
    Facendo compiere alla lunga arma ad asta una decina di giri su sè stessa la Adjuchas il cui volto adesso era visibile, tinto di determinazione si lanciò contro di lei.
    La splendente lancia calò verso la sua testa in un rutilante arco risplendente di un candore ultraterreno.
    Rapida più di quanto non fosse mai stata Liza immaginò istantaneamente una spada che si materializzasse nella sua mano.
    Kh!
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    Fece appena in tempo a sibilare la creatura.
    L'impatto fu tremendo.
    Schegge di acciaio generato dal pensiero vennero proiettate in tutte le direzioni mentre la lama si spezzava sotto l' effetto del tremendo colpo.
    Il corpo giovanile della ultima forma della divoratrice venne scagliato a parecchi metri di distanza, atterrando nel campo di grano alle sue spalle in una nuvola di polvere e residui di steli dorati.
    Con un sogghigno di soddisfazione il massiccio corpo corazzato della Adjuchas si avvicinò a passi misurati al lugo dell' atterraggio.
    La lancia dalla lama pesante e ricurva, più simile ad una alabarda che ad una lancia invero, nella sua mano sibilava per il calore generato dall' impatto, ma appariva ancora solida nella sua integrità.
    E come poteva essere altrimenti.
    Quella lama era la materalializzazione di tutti i suoi desideri e di tutte le sue speranze.
    Con espressione dura il volto da adolescente fissò con i suoi occhi verdi smeraldo la sagoma che a fatica si stava rialzando.
    -Normalmente contro di te non avrei possibilità, ma qui è diverso...
    Qui posso vincere, ti dimostrerò che la mia determinazione è superiore alla tua!-

    Tossendo e sputacchiando gocce di icore nerastro che gocciolavano dal taglio sulla sua fronte Liza si alzò in piedi, ripulendosi la ferita con il dorso della mano.
    Solo la sua prontezza di riflessi aveva evitato che la pesante lama le aprisse in due la testa come un frutto maturo.
    Se l' era cavata piuttosto a buon mercato dopotutto.
    Eppure lo sapeva, capiva che non bastava quello che aveva fatto finora.
    La sua determinazione non era stata abbastanza forte.
    In effetti era giusto così, non sarebbe stato un test alla sua altezza se non avesse avuto almeno un grado di difficoltà pari a questo.
    Chiuse gli occhi ed iniziò ad immaginare la sua nuova arma...
    No, non era ancora tempo, si disse scuotendo la testa.
    Aveva ancora qualcosa da dire prima di ricominciare un nuovo scambio di colpi.
    Sollevò lo sguardo e fissò i suoi occhi in quelli della ragazza fasciata nell' armatura bianco latte.
    Eppure io non capisco...perchè ti ostini a perorare la tua causa, cosa è che non ti soddisfa delle mie scelte, dovresti sapere meglio di me, che stò facendo tutto questo per noi!
    La sua avversaria scosse tristemente la testa abbassando l' arma.
    Pensò alcuni istanti e poi rispose, i capelli neri e fluenti che ondeggiavano nella tiepida brezza, rilucendo sotto la luna pallida alta nel cielo.
    La sua voce era divenuta estremamente seria e carica di risentimento.
    Nel suo sguardo poteva leggere un misto di delusione e disprezzo.
    Era una cosa che faceva male...molto male.
    Soprattutto perchè adesso sapeva che quello era qualcosa che una parte di lei pensava di sè stessa.
    Come aveva potuto vivere sinora ignorando una cosa del genere?
    Davvero si conosceva così poco?
    Davvero ignorava così tante cose della sua autentica essenza?
    -No, non è vero-
    Udire quelle parole fu come uno schiaffo sonoro e violento.
    Traballò sui suoi piedi e sprofondò in ginocchio sul soffice suolo terroso.
    Le spighe di grano le carezzarono le guance, ma lei non sentiva più niente.
    Era dunque così che sarebbe finita. dunque, aveva minato le sue certezze.
    A poco a poco l' uniforme scolastica scomparve dissolvendosi in schegge di luce, rivelando l' armatura che le ricopriva il corpo.
    Il suo corpo stava tornando ad essere quello che era nella realtà.
    Le quattro appendici sulla sua schiena, un piccolo residuo di quelle che erano state le sue ali da Adjuchas sgorgarono dalla sua schiena come le elitre di un insetto troppo cresciuto, agitando le spighe color del bronzo.
    Inerte ascoltò le sue stesse parole.
    Questo era quello che davvero pensava dell' ipocrisia che stava seguendo.
    Di quella mancanza di considerazione verso i suoi veri sentimenti che sino ad ora l' aveva spinta in avanti senza un vero scopo.
    Ricercava solo il potere...
    -Lo stai facendo per te stessa, per inseguire uno stupido sogno infantile hai deciso persino di gettare via la tua libertà.
    Quella stessa libertà che IO avevo giurato di difendere a qualunque costo!-

    Un brivido scosse la piccola sagoma a terra dopo queste parole.
    Si sbagliava.
    Quella parte del suo subconscio si sbagliava.
    Quella che lei inseguiva non era la sua libertà...
    Si levò in piedi, con calma esasperante sollevò la mano destra davanti a sè.
    I capelli le coprivano il volto nascondendolo alla vista.
    E forse sarebbe stato meglio così.
    Quando parlò la sua voce era resa rauca dal pianto prima trattenuto, ma quello che veramente faceva tremare le sue parole era la rabbia a stento trattenuta che da esse traspariva.
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    Rabbia mista a delusione, per avere mostrato la sua debolezza, per aver esposto un lato di sè che avrebbe preferito tenere occulto e mai rivelare a nessuno, mai conoscere nel lungo arco della sua vita.
    Quella esperienza le aveva mostrato uno scorcio di quella che ancora era la disunità che separava il suo essere.
    E le dava adesso la possibilità di porvi rimedio.
    Non parlare di cose che non sai...
    Disse quasi sibilando, mentre nella sua mente prendeva forma una immagine.
    Particelle sparse nell' aria si condensarono, come limatura di ferro attratta da un magnete.
    Pian piano davanti alla sagoma eretta si disegnò il profilo di una spada di foggia occidentale.
    Era la prima immagina che le era venuta in mente, ma era più che sufficiente.
    Focalizzò la propria attenzione su quel singolo pensiero e vi immise tutta la sua forza di volontà.
    Tutto il suo essere affluì a quella creazione.
    Non poteva permettersi tentennamenti, non aveva spazio per le indecisioni.
    Un singolo marginale errore nella creazione della sua arma le sarebbe stato fatale.
    Stavolta non sarebbe stata così fortunata, se la lama della sua avessersaria avesse trovato una crepa nella struttura di ideali il costrutto si sarebbe spezzato come un fuscello.
    Mentre parlava il suo disprezzo e la sua ira si condensarono come una nebbia rossa attorno alla lama in fase di proiezione.
    Anche la luna in alto nel cielo, quasi si tingesse di sangue divenne di un intenso colore cremisi.
    Tu non sai niente di me, tu non sai niente di quello che ho visto, di quello che ho provato...
    Di cosa sia la vera libertà.

    Le sue parole erano rabbiose, pregne di una tristezza indescrivibile.
    Erano le stesse parole che erano state rivolte a painter da lei stessa pochi anni prima.
    Il parallelismo senza dubbio era un vero e proprio veleno per la proiezione mentale della Adjuchas.
    Essere paragonata al proprio aguzzino, una sorte decisamente poco invidiabile.
    soprattutto per una persona presuntuosa come lei.
    Tuttavia non si scompose, scrollò l' armatura e smuovendo le spalle commentò lapidariamente e sbrigativamente.
    -No, ma posso immaginarlo...-
    Fu un grave errore.
    La ragazzà inguainata nell' armatura più leggera sbottò con un ringhio a mala pena trattenuto agitando in un ampio arco la mano, spingendo a terra le spighe circostanti.
    Aveva ritrovato la propria certezza, la propria determinazione.
    Adesso il confornto sarebbe stato alla pari, solo la volontà più forte avrebbe trionfato.
    Adesso i giochi si erano riaperti.
    La Adjuchas soppesò la propria lancia e si preparò a riportarsi in posizione di guardia in preparazione dell' attacco imminente.
    Poteva sentire chiaramente la pressione dell' aria aumentare.
    Eppure un sogghigno di soddisfazione le si dipinse appena sui lineamenti.
    UN combattimento come questo succedeva una volta nella vita.
    La più anziana delle due creature gemelle proseguì
    Vedi che non capisci? Non puoi immaginarlo, nessuno potrebbe...come potresti concepire un...
    Le mancavano le parole.
    Era difficile formulare un concetto come quello.
    Come poteva descrivere una creatura come lo shinigami traditore?
    La risposta era molto semplice, non poteva.
    C'era solo un termine per classificare un personaggio del genre, ed era...
    Un Dio.
    Un potere così grande da annichilire la tua stessa essenza e riplasmarla da zero.

    Con un aria sbalordita sul volto la sagoma corazzata preparò la propria alabarda e fece un paio di passi avanti, la più tetra determinazione scritta sul volto a caratteri invisibili, ma perfettamente comprensibili.
    Quelle frasi non avevano senso, si disse, perchè citarle adesso?
    Perchè si ostinava a resistere nonostante la stoltezza delle sue azioni?
    La frase le sorse spontanea dalle sue labbra.
    -Non ti capisco...
    Tutto quello che ricevette in risposta fu il ghigno della sola e unica ALizabetha Coraciero che potesse esistere.
    Quello, e lo sfavillio della sua nuova lama alla luce della luna.
    Strana coincidenza, ma adesso che la luna era diventata cremisi, persino gli occhi della aspirante Vastolorde parevano divenuti di un intenso cremisi.
    Lo so, ed ecco perchè fallirai, ecco perchè perderai.
    E in un lampo si lanciò in avanti.
    Troppo rapida per essere seguita con lo sguardo.
    L' unico segno tangibile del suo passaggio era la lunga scia rossa che il riflesso dei suoi occhi volpini pareva tracciare al suo passaggio.
    Disperatamente la Adjuchas sollevò la propria arma per parare il primo colpo, un fendente orizzontale che l' avrebbe certamente divisa a metà se non si fosse intromessa l' asta della sua arma.
    Scinitille volarono dal cozzo delle volontà che le due armi rappresentavano, disperdendosi nell' aria come fugaci lucciole.
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    Un colpo, e poi un altro, e un altro ancora.
    Era una pioggia spietata di fendenti pressochè imparabili, un diluvio di attacchi rabbiosi, completamnte privi di tecnica ma che compensavano con l' impeto che stava dietro ognuno di essi.
    Un ennesimo fendente orizzontale venne portato contro di lei a velocità folle.
    Ma stavolta era pronta, si scansò di lato e controbattè a sua volta con un tondo approfittando della maggiore portata della sua arma.
    La sua avversaria fu altrettanto rapida e vi scivolò semplicemente sotto, facendo passare il colpo al di sopra della sua testa.
    Entrambe le due contendenti saltarono indietro prima di balzare nuovamente l'una addosso all' altra nel più completo silenzio.
    Un nuovo scambio di colpi troppo rapido per esistere nel mondo reale ebbe luogo.
    Ad ogni parata si contrapponeva un nuovo assalto più pericoloso del precedente, ma nessuna delle due appariva determinata a cedere.
    Ancora una volta si lanciarono all' assalto incrociando le loro armi in un titanico confronto di forze che agitò il grano attorno a loro sollevando una nube di spighe che rimasero sospese in aria come per magia, sollevate dalla pressione dei colpi.
    Digrignando i denti per lo sforzo di mantenere la propria posizione in assalto Liza sibilò con fatica.
    Adesso ho a portata di mano la mia libertà, la mia indipendenza.
    Adesso posso riprendere finalmente in mano tutte quelle gioie che non ho mai potuto apprezzare, tutte quelle emozioni che mi sono state negate sin dal momento in cui sono stata costretta ad indossare quella maschera.

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    Sganciò da quella presa la sua spada e si produsse in altri due colpi assolutamente letali.
    Alizabetha sarebbe stata decapitata da quella forbce letale se non si fosse mossa con altrettanta rapidità.
    Fece un paio di passi all' indietro e roteando l' alabarda si produsse in un affondo fulmineo e diritto avanti a lei.
    Con un grugnito di rabbia l' altra riuscì miracolosamente a pararsi con il piatto della spada.
    Volò indietro di alcuni metri ma si riprese appena in tempo per evitare un ulteriore attacco.
    Con il fiato pesante ed affannato sollevò la sua arma e la puntò verso il collo della sua altra metà.
    Ho gettato via la mia libertà dici?
    E così sia, sarei disposta a perdere gambe e braccia, a sacrificare persino il mio libero arbitrio, ad incatenare la mia stessa anima ad una creatura come Sousuke Aizen pur di sentire ancora una volta il fresco del vento, il profumo dei fiori l' emozione del guardare un tramonto.

    Ancora una volta ripresero il loro combattimento, la loro danza mortale.
    Si girarono attorno in circolo, ognuna cercando eventuali punti deboli nella guardia dell' altra.
    Poi improvvisamente Liza sollevò lo sguardo e fissò i suoi nuovi occhi color rubino nello sguardo dell' altra.
    Inspirò e disse con un tono che non ammetteva repliche.
    E tu non mi fermerai.
    Scattò rapidissima, invisibile.
    La sua spada saettò come mercurio liquido in un turbine di colpi furiosi.
    Scie di aria ionizzata accompagnavano i suoi inarrestabili fendenti, generate dall' elettricità statica che aveva iniziato a coprire la lama a causa del reiatsu che stava iniziando ad invadere la sua mente, persino nel suo subconscio si stava materializzando materia reale.
    Con crescente difficoltà la parte più antica riuscì a deflettere i colpi, ma con orrore notò una cosa.
    Numerose crepe stavano apparendo sulla superficie della bianca albarda.
    La fanciulla dagli occhi carminio sorrise, e sollevò in alto la spada con una espressione di trionfa dipinta in viso.
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    Nessuno di voi ci riuscirà.
    Simile all' ira di un dio spietato l' incarnazione della volontà di Alizabetha si schiantò sulla lama candida che si frapponeva tra lei e la testa appartenente alla sua più recente nemesi.
    Una nemesi che però non riusciva ad odiare in nessun modo.
    Le due strutture di volontà si conforntarono strenuamente per numerosi secondi, che parvero interminabili come anni.
    Nessuna delle due sembrava destinata a spezzarsi.
    La figura corazzata sollevò lo sguardo color smeraldo verso la vincitrice di quella battaglia, e sorrise.
    La lama dell' alabarda si spezzò in una cascata di frammenti.
    Ma il colpo che doveva giungere non arrivò.
    L' essere che adesso a pieno diritto poteva chiamarsi Alizabetha Coraciero ripose la propria arma e con un inchino estremamente cortese mormorò...
    Addio Alizabetha.
    La sua determinazione era stata spezzata, adesso non aveva più motivo di esistere.
    Aveva perso, e sapeva che avrebbe accettato il suo destino.
    La massiccia forma in armatura si portò indice e medio alla fronte e poi li allontanò di colpo in segno di commiato.
    -Adiòs Alizabetha.-
    Mormorò lei...e scomparve, portata via dal vento.





    Resterà la maschera di te nel mondo eterna
    Immutevole, sospeso, ora su di te l'alloro
    Sarai epica illusione, tu l'anelito d'azione
    luce perpetua...

    Liza sollevò lo sguardo alla immensa forma del suo secondo sfidante.
    Immenso, grande come una montagna dalle fattezze stranamente draconiche il colosso in armatura si sollevò dal suo gigantesco seggio, ammantato di tenebre e di morte in egual misura.
    La sua immensa maschera carica di sdegno, sui lineamenti rettiliani il disprezzo più totale.
    Quando parlò lo fece con una voce stranamente musicale, corale quasi, come se migliaia di voci agonizzanti avessero iniziato a parlare tutte in sincrono e a gemere tutte assieme.
    -E così la nostra aspirante Vastolorde ha deciso di fare sul serio...-

    La roboante risata chioccia di Juggernaut sembrò riempire l'aere con la sua fastidiosa multitonalità.
    Immenso, torreggiante, il gillian avanzò con passo fiero e carico di presunzione, calpestando le spighe dove fino a pochi secondi prima era stata la forma evoluta che direttamente da lui era nata.
    E come i miti antichi, lo aveva ucciso alla nascita.
    Cosa ci facesse qui non era un mistero, la sua appartenenza a questo conciclio non era certo una sorpresa, il fatto che ancora fosse presente invece di essere scappato invece sì.
    -Di tirare fuori i suoi artigli...e così il fegato di combattere ce l' hai vero?-

    Disse con la perenne espressione di sdegno che lo aveva contraddistinto.
    Juggernaut, il signore delle dune occidentali.
    Juggernaut il mietitore di dei della morte.
    Juggernaut, il divoratore di schiere di mortali.
    Uccisore di Lloyd.....Assassino di Miranda......
    Le sue colpe erano innumerevoli, i suoi rimorsi invece, incredibilmente pochi.
    Solo uno, quello di avere perso il duello più importante della sua vita.
    Quello con sè stesso.
    Alizabetha, adesso l' unica a potersi fregiare di quel nome, non lo degnò neanche di uno sguardo.
    Nella sua mano ciò che rimaneva della alabarda bianca come la neve.
    Poche schegge spezzate, di un passato e di una parte di sè che aveva perso per sempre.
    Disse semplicemente, secca, lapidaria, come se parlasse ad un insetto fastidioso.
    Vattene
    Il colosso rise, più forte, la sua voce ed il lezzo di morte coprirono la zona antistante come un sudario.


    Condanna! Disfatta! Per me,
    la sola che non ha più te...
    Svanirà l'umanità, involucro fugace
    Gloria brucerà la vita, limpida virtù nel mito

    Quella piccola stupida osava sfidarlo.
    Adesso, in quel luogo, dove finalmente poteva vincere.
    Adesso, che i suoi poteri erano aumentati esponenzialmente in quell' esilio forzato.
    Rese noto tutto il suo scetticismo muovendo le grandi zampe artigliate ponendosi a fianco della piccola ed apparentemente indifesa ragazzina.
    La annichilì con la sua immensità e la sua mole gargantuelica.
    -Non mi ritenere come quella piccola peste, ho avuto tempo di riflettere sul nostro pasato scontro, e non sono più quello di prima...-

    Trasudava fiducia in sè stesso.
    L' oscurita che ne avvolgeva le carni si agitò come fosse viva e sembrò cercare di assimilare l' aria che la circondava.
    Gorgogiando di piacere ultraterreno nell' essere nuovamente in possesso della sua forma fisica, sebbene in un sogno il colossale demone gorgogliò
    -Adesso siamo tutti e 164.573 uniti in un solo scopo...-

    Sulla maschera si dipinse una strana espressione simile in tutto e per tutto ad un ghigno sadico da maniaco omicida.
    Le due grandi zanne si incurvarono leggermente verso l' esterno, dandogli la bizzarra espressione di un uomo che si sia imbucato ad una festa e cerchi disperatamente il tavolo del buffet.
    Tuttavia nei suoi occhi nonostante tutta la sua boria si leggeva il dubbio, l' incertezza.
    Non era più certo delle sue capacità.
    -Io mi chiedo...sarai capace di affrontare una intera armata di noi?-

    Ancora una volta la fanciulla lo zittì bruscamente.
    Sparisci
    Stava iniziando a seccarsi dei suoi continui interventi.
    Voleva dedicare un minuto di silenzio e contemplazione per ciò che era appena accaduto, ma quel bruto ignorante sembrava intenzionato ad impedirglielo ad ogni corsto.
    -Non credo...-

    Ribattè lui piccato sollevando lentamente una enorme mano artigliata quasi a voler prendere la luna cremisi che splendeva nel cielo.
    I suoi artigli rapaci, affilati come rasoi ticchettarono allegramente nell' aria notturna.
    Sembrava un bambino a cui fosse stata finalmente revocata una punizione che durava da una settimana.
    O, come nel suo caso, da un tempo infinito, lungo una vita.
    Il suo reiatsu verde pallido si gonfiò, donando ai contorni della sua figura una luminescenza spettrale e terrificante.
    Sembrava veramente l' uomo nero delle leggende.
    Una torreggiante massa di osso e oscurità scaturita dagli incubi del genre umano.
    Era terribile, orribile a vedersi, e sapeva di esserlo.
    -Non ti permetterò di gettare al vento il mio progetto di dominare l' Hueco Mundo piegando la tua testolina vuota a quel tizio solo perchè ha un bel reiatsu.-

    Il suo tono divoce si ridusse appena ad un sussurro carico di minaccia.
    Sollevò il braccio destro pronto a colpire e a schiacciare quella pulce per poi reclamare ciò che sarebbe stato suo di diritto.

    Non più fragile mortale
    Non più intimo compagno
    sguardo celato...
    Condanna! Disfatta! Per me,
    la sola che non ha più te...

    -La Sola- Fate stay Night OST

    Un semplice gesto, rapido, sbrigativo, ma assolutamente letale.
    Tuttavia avea ancora qualcosa da dire...
    GOnfiò il petto in preda all'orgoglio ed assaporò quel momento fino alla fine.
    I suoi propositi presto sarebbero giunti a compimento.
    -Juggernaut non si inginocchia davanti a nessuno, nè mai lo farà! Preferisco morire in piedi che...uh?-

    Il suo sguardo si posò sul volto della ragazzina sotto di lui.
    E si bloccò all' istante, nel vedere il suo sguardo.
    Non l' avrebbe mai potuto dimenticare.
    Alieno, terrificante, indescrivibile...lui, Juggernaut, e tutte le anime che lo componevano nel medesimo istante ebbero...paura.
    Loro, creature nate dalla paura stessa, temevano per la loro stessa vita.
    Sotto quello sguardo cremisi ed impietoso il corpo del Gillian fu scosso da un tremito incontrollabile.
    Tutti gli atomi della sua essenza ne vennero scossi, la sua stessa anima si raggomitolò in mondo al suo fisico possente.
    Sparisci ho detto!
    Disse di nuovo lei.
    Stavolta con un tono che non lasciava spazio a repliche, la fanciulla lo guardò con una intensità tale, che persino la più misera delle anime che lo componeva si sentì analizzata e sezionata, fatta apezzi sotto quella osservatrice impietosa.
    Con orrore il possente demone vide il suo corpo sparire, dissolversi, esattamente come quello della Adjuchas.
    Schegge di materia nera come la notte volarono via nel vento, fondendosi con le sue ultime maledizioni.
    -Ma cosa? Cosa mi hai...Tu...nooooo, non di nuovo....non ancora.....io non posso!....Strega!....-

    I suoi ultimi frammenti si dispersero come foglie al vento, senza lasciare altro che l' eco della sua presenza.
    Detto da lui, suonava quasi come un complimento.

    Infine si girò verso la terza figura, che applaudendo allegramente iniziò con calma serafica a scendere i gradini del terzo trono.
    Lo guardò con aria neutra.
    Oramai si era quasi abituata alla sua presenza.
    Sollevò da terra la spada e la puntò verso la figura che si stava avvicinando.
    E in quanto a te...
    Agitando la testa mascherata dai lunghi capelli violacei, la maschera priva di lineamenti distorta in un sorriso di scherno, l' hollow longilineo ondeggiò a destra e sinistra come un ubriaco, prima di fermarsi a circa dieci metri da lei.
    Schioccò le dita e il trono si abbassò a livello del terreno.
    Adesso era divenuto uan sontuosa poltrona dall' aria estremamente comoda.
    Le zanne scoperte sotto il bordo della maschera schioccarono sonoramente una o due volte, mentre in rapida successione apparvero davanti all' hollow un tavolino, due tazze di tè ed una teiera di foggia occidentale.
    Facendo segno di no con l' indice la creatura le fece cenno di riporre la spada e di accomodarsi.
    Liza si sentì avvampare di rabbia.
    Aveva dimenticato quanto potesse essere fastidioso Painter.
    Ahi ahi ahi...
    Mormorò lui con aria offesa sollevando una tazzina stranamente delicata e di pregefole fattura.
    Sembrava in tutto e per tutto un nobiluomo inglese che sia stato sorpreso da una visita inaspettata durante una partita a golf.
    Eppure c'era qualcosa di strano in lui.
    Sembrava stanco, provato, come se la vita non fosse stata generosa con lui.
    Non sarebbe suonato strano, se non fosse stato per il fatto che gli hollows non potevano invecchiare, figurarsi poi cadere in depressione.
    Avrebbe voluto poter dire che in tutti quegli anni era maturato...ma sarebbe stata una speranza inutile.
    Agitò la mano ed una sedia identica alla sua apparve dal nulla, seguita a ruota da un vassoio carico di dolci.
    Tutta questa premura in un certo senso era sospetta, tuttavia incuriosita seguì l' invito dell0 hollow a sedersi.
    Rilassati, non ho voglia di mettermi a discutere, a differenza degli altri non ho voglia di combattere una battaglia che ho già perso in partenza.
    Si mise comoda e osservò con cura il corpo del suo antico avversario.
    Non c'era dubbio, quello che aveva davanti era il suo incubo peggiore.
    Quel ghigno sadico, irridente, le appendici alari scheletriche, le mani fasciate da una sottile armatura.
    E quel modo di fare così insolente.
    No, non c'erano dubbi, un essere fastidioso poteva solo essere lui in persona, e non un parto della sua immaginazione.
    Io ti avevo distrutto...
    Disse lei mentre sollevava un biscotto di forma circolare con aria sospettosa.
    Lo mordicchio con prudenza e per poco non si strozzò...
    Era davvero buono!
    Adesso la faccenda si faceva davvero sospetta.
    Come punto nell' orgoglio la creatura che si faceva chiamare Eshi Kisaki si portò una mano sul plesso solare e distendendosi lungo lo schienale della poltrona appoggiò sgraziatamente le lunghe gambe corazzate e segmentate, come quelle di un bizzarro insetto sul tavolo.
    Beh, in teoria è così, ma questa è la tua mente ricordi? Finchè continuerai a ricordarti di me io continuerò ad esistere in un angolo della tua mente...per sempre.
    Nel pronunciare quelle parole un sorrisetto divertito apparve sulle labbra di entrambi nello stesso istante.
    Questo perchè entrambi sapevano che stava mentendo.
    Lei sorrideva perchè sapeva che in realtà lui non sarebbe comunque mai tornato.
    Lui sorrideva perchè lei aveva già capito tutto.
    Questo semplificava le cose.
    Non sarebbe servito a nulla combattere, lui aveva già perso una volta.
    A cosa sarebbe sevito farlo nuovamente?
    Anche se era un hollow aveva comunque un codice da rispettare, certo, disprezzava il codice d'onore altrui, ma lui era un attore consumato, e sapeva che il pubblico non odiava niente più di un attore che si rifiutasse di uscire di scena.
    Solevò con consumata eleganza la tazzina e sorseggiò il tè caldo.
    Inclinò la testa, e in un istante lo scenario cambiò.
    La luna tramontò e sorse il sole sino a raggiungere lo Zenit.
    IL grano marcì di colpo per trasformarsi in un prato verde smeraldo perfettamente curato.
    Se doveva andarsene tanto valeva farlo in un posto che gli aggradava.
    Vide lo sguardo della sua peggiore nemica e seppe che era d'accordo anche lei.
    Il demone sospirò e disse, con aria rassegnata.
    So che è inutile, ma ci terrei a ricordarti a cosa stai rinunciando...
    Lei sorbì in silenzio la bevanda tiepida ascoltando svogliatamente le parole di Painter.
    Aveva imparato a non dargli ascolto.
    Le solite parole melliflue parevano volerla sempre raggirare, anche quando faceva sul serio.
    Come è possibile che tu voglia anteporre la tua libertà al raggiungimento dei tuoi sogni?
    Lei lo guardò sottecchi con aria annoiata.
    Tutti facevano la stessa domanda.
    Sempre e comunque, possibile che non volessero capire?
    No, meglio, non potevano capire.
    si gratto una guancia e poggiata la tazzina si stiracchiò nell' aria fresca e pomeridiana che avvolgeva quel nuovo scenario.
    Sbadigliò e aggiunse stropicciandosi l' occhio destro.
    Lascia stare, non capiresti mai...
    Si sentiva stanca, sonnolenta...
    Non ne poteva più di quella compagnia così pessima, voleva semplicemente andarsene.
    Probabile, in effetti non sono stato forse io a rinunciare volontariamente a cose così inutili come le emozioni?
    Mai parole furono più vere, si concesse di pensare lei.
    Forse si sbagliava, forse Painter era davvero maturato negli ultimi tempi.
    Comunque così è come stanno le cose, hai fatto la tua scelta e io non ti fermerò.
    Strano ma vero...era davvero divenuto una creatura quasi passabile?
    O meglio non posso farlo, anche se solo il cielo sa quanto io muoia dalla voglia di farlo...
    Ma avanti, avanza verso la prossima tappa di questa noiosissima sciarada e falla finita con queste lagne da melodramma insopportabili, sai che detesto le cose sdolcinate.

    Sul volto di lei apparve un sorriso felino carico di perfidia.
    Soppesò con calma le parole e disse, con il suo tono più riconoscente.
    Grazie Painter, sei diventato davvero uno splendido essere umano...
    Lui schizzò in piedi come una molla facendo dissolvere in un istante tutto quello che stava loro intorno.
    Maledetta impertinente!...
    L' essere estremamente permaloso parve richiudersi in sè stesso, e con un atteggiamento da primadonna le diede le spalle offeso, fingendo di ignorarla.
    La cosa le strappò un risolino divertito...
    Era quasi paradossale vedere una creatura così tronfia e arrogante comportarsi come un bambino piccolo.
    La personalità di Liza fece per proseguire il suo viaggio quando la voce di Eishi le giunse alle orecchie.
    Era un avvertimento che mescolava una rabbia impotente e bruciante ad un malcelato orgoglio.
    Non ti voltare...
    Disse in un soffio.
    L' ultima mmagine che voglio vedere nella mia breve vita è chi mi ha abbattuto procedere a testa alta, senza rimpianti.
    Lei sghignazzò vistosamente e con aria allegra, quasi andasse ad una scampagnata fischiettò contenta.
    E chi ne ha...
    Fece un altro passo e poi si fermò, laggiù, immobile, con lo sguardo perso nel vuoto.
    Abbassò lo sguardo verso l'erba e la vide incresparsi come un mare in tempesta sotto raffiche di vento tiepido ma impietoso.
    Sentiva che anche l' ultima immagine di Painter stava svanendo per sempre dalla sua vita.
    Fece appena in tempo a mormorare...
    Ah,quasi dimenticavo.
    Si girò e regalò al suo peggior nemico, oramai scomparso sin quasi alla vita il più solare sorriso che avesse mai fatto.
    Gli mimò un rapido bacio con la mano e disse, nella maniera più affettuosa possibile.
    Arigatò Painter
    Le ultime parole di Eishi Kisaki quasi le strapparono una risata.
    La maschera si inarcò in una espressione di puro disprezzo, e con la sua espressione più derisoria l' hollow sputò per terra.
    Neanche una ultima soddisfazione le lasciava quella ragazzina così impertinente.
    Il vento soffiò imperioso, spazzandolo via, ma non prima che riuscisse a sibilare con stizza, sapendo di aver perso anche l' ultima schermaglia verbale della sua esistenza.
    Tch...che dannatissima carogna...
    Disse infastidito.
    Poi sentì il sole tiepido carezzargli il corpo, e si arrese alla luce.

    image




    Anche Liza chiuse gli occhi all' apparire di quella luce così intensa, solo che quando li riaprì si ritrovò nel nulla più assoluto.
    Bianco a perdita d' occhio.
    Nessun punto di riferimento.
    E questo cosa significa? Dove diavolo mi trovo adesso?
    UNa voce giovanile, tipicamente femminile risuonò alle sue spalle.
    Una voce che però non conosceva.
    *Questo è l' Inizio Alizabetha Coraciero, più indietro di così non si torna...*
    Lei rimase interdetta nel girarsi.
    Avanti a lei un piccolo trono vuoto, e ai piedi di questo una ragazzina, dai corti capelli color acquamarina.
    Trovò appena il tempo di replicare
    Un momento...dove è il resto delle mie memorie?
    Lei la guardò con un'aria mista di pietà e compatimento.
    *Non ce ne sono, e tu ormai dovresti averlo capito...*
    A mala pena riuscì a dare forma alle parole...
    Ma tu...chi diavolo sei...
    La risposta che ricevette da quella ragazzetta non fece altro che gelarla sul posto.
    *IO sono Kinaru Kisaki...è un piacere conoscerti...Alizabetha Coraciero*




    Edited by Allen92 - 25/5/2011, 17:05
     
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    (V): Tales from the other side III
    -The me of tomorrow-




    I want to see tomorrow’s “me”.
    And let me just leap over today which is not going well at all.
    I want to see tomorrow’s “me”.
    Casually acting like an adult, I want to see my profile.

    I want to see tomorrow’s “me”.
    And make my sudden quick bursts of anger step twice into a fleeting dream.
    I want to see tomorrow’s “me”.
    ‘Cause I can’t seemingly say all the important things.

    Doing my best everyday, putting my full heart into it.
    Smiling and being able to say “I’m alright”.

    I want to be like that, noticing slowly,that I am confused and hurt.
    I feel like an dummy, I’m not angry at all.
    Maybe I’m just frustrated.

    The tomorrow’s “me” would be lively
    Like a blooming flower’s strength that need not wait for spring to come.
    The liveliness of tomorrow’s “me”
    Would not say things like “Just stay with me for a while longer”

    I want to see tomorrow’s “you”.
    And let you see tomorrow’s “me”.

    Dummy.

    Smile for tomorrow.


    Shizuka Ito - Ashita no watashi


    ashita no watashi ni aitai
    umaku ikanai kyou nanka tobikoete shimau no
    ashita no watashi ni aitai
    nanigenaku otonabita yokogao mite mitai

    ashita no watashi ni aitai
    isogu hohabani yattsu atari nidan tobashi no yume
    ashita no watashi ni aitai
    taisetsu na koto bakari umaku tsutawaranai

    mainichi wo ganbatte mune hatte tatakatte
    heiki da yo chanto waratte ieru watashi ni naru

    sukoshi zutsu kigatsuite
    mechakucha ni kizutsuite
    BAKA mitai okottenai yo tabun kuyashii dake

    ashita no watashi wa genki
    haru wo matanai tsuyogari de hiraku hana no you ni
    ashita no watashi no genki
    "mou sukoshi soba ni ite" sonna fuu ni ienai

    ashita no KIMI ni aitai
    ashita no watashi de aitai

    "baka..."

    waratte. ashita wa.


    Shizuka Ito - Ashita no watashi









    Inizialmente sorpresa dalla improvvisa apparizione di quella che sembrava essere la sua ennesima controparte Alizabetha Coraciero si passò la mano lungo la fronte.
    Era stato tutto un susseguirsi di scontri, e per quanto fosse diventata potente o determinata la stanchezza stava iniziando a farsi sentire, e a pesare come un macigno sulle sue condizioni fisiche.
    Si sentiva provata, privata di tutte le energie accumulate sino a quel momento...ma non solo.
    C'era qualcosa in quell' ambiente così vuoto che la sconvolgeva profondamente, che sembrava indurla a smarrirsi in una foresta di contraddizioni.
    Riscosse la mente da quelle considerazioni cercando di scrollarsi di dosso quel disagio che stava provando e apostrofò la nuova venuta con il tono più perplesso che poteva trovare al momento.
    Tsk...ho sempre saputo di avere personalità con manie di grandezza, ma questa le batte tutte...
    Lasciò che il suo nervosismo si manifestasse sotto forma di una lieve luminescenza verdastra che avvolse il suo corpo, e struffiando leggermente tra parola e parola sibilò con astio, vicina a perdere veramente le staffe per la prima volta in quella avventura da incubo.
    Stammi a sentire, ho passato i quaranta minuti più stressanti della mia vita, e in questo momento sono piuttosto suscettibile.
    Strinse i pugni in preda all'irritazione, sforzandosi all'inverosimile per evitare di colpire quella piccola ed esile figura.
    Non l' avrebbe fatto, non l' avrebbe colpita, nonostante fosse una hollow, una Vastolorde, un demone, aveva ancora dei principi, quella davanti a laei era sè stessa, e a maggior ragione una bambina.
    QUei suoi pugni erano necessari a distruggere coloro che minacciavano la sua esistenza, servivano come estensione della volontà di Aizen, non per colpire una ragazzina almeno all' apparenza inerme.
    Però doveva rompere quell' impasse.
    A questo fine sibilò ancora, mettendo un paio di passi di distanza tra lei e la sua interlocutrice, in maniera tale da poterla guardare negli occhi.
    Fissa, senza esitare.
    E vide il suo riflesso negli occhi di lei, occhi, che a loro volta non mostravano esitazione.
    Quindi lo dico per i tuo bene, fatti da parte...
    Tuttavia adesso suonavano come parole vuote.
    Capiva che neppure quella fantomatica Kinaru avrebbe ceduto terreno.
    Nessuna delle due aveva intenzione di cessare le proprie richieste.
    RImasero nel più completo silenzio per un tempo indefinito, inquantificabile.
    Nessuna delle due mosse un muscolo, si trattava di una titanica battaglia di volontà, la prima ad arrendersi avrebbe perso.
    Come era sempre stato d'altronde.
    Solo la volontà più forte aveva il diritto di dominare.
    Eppure la prima a spezzare quel silenzio tombale e a passare all' offensiva fu proprio quella figura minuta dai capelli verde acqua.
    Scosse le spalle e sospirò, quasi avesse a che fare con una bambina di pochi anni, con la stessa noia e fastidio di quei genitori troppo premurosi che sottostanno a ogni piccola richiesta dei figli.
    *Hm, divertente, dunque ancora ti ostini a negare la realtà dei fatti?*
    Un brivido attraversò la schiena di Liza.
    Sentiva che in quelle parole si celava un affondo micidiale, una frase criptica, che però riusciva a comprendere quanto capace fosse di infrangere tutti i suoi sogni e speranze.
    La realtà dei fatti, una parola grossa, in una dimensione dove di reale c'era solo la loro anima, se sempre ne avessero avuta una.
    La bambina parlò di nuovo, la voce argentina non tradiva neppure la più piccola emozione.
    Sembrava una statua, una bambola di porcellana dalle fattezze delicate eppure impersonali.
    Priva di ogni emozione...e forse era questo a renderla veramente inquieta.
    *Eppure la dimostrazione dovrebbe essere davanti ai tuoi occhi*
    Un sogghigno increspò il volto della hollow, mentre sentiva il suo disagio aumentare.
    Sentiva che si stava apprestando qualcosa di terrificante, di pesante, una vera e propria devastazione.
    Ma non sapeva di cosa si trattava.
    Non poteva fare niente, se non buon viso a cattivo gioco, confidando di poter sopportare qualunque cosa il destino, e sè stessa, avrebbero potuto tirarle contro.
    Ah sì? E dove sarebbe? Io non la vedo!
    Poi qualcosa accadde.
    Il vuoto sembrò farsi più opprimente, più pressante, quasi stesse minacciando di schiacciarla.
    Conosceva bene quella sensazione, quella di sentirsi stritolata dal nulla più assoluto.
    L' aveva provata Painter, dopo essere stato sottoposto ad un delicato tocco della Zampakuto di Felio Sanada.
    Quella ala serica, che ancora l' aveva tormentato nei suoi incubi negli anni a venire.
    Eppure stavolta quella sensazione era ancora più pressante, opprimente...
    Per la prima volta in tanti anni Alizabetha si scoprì invasa da una ansia incomprensibile.
    Niente avrebbe potuto scuoterla in quel momento, quanto fecero le parole di Kinaru.
    *Appunto, in questo luogo dovrebbero essere riuniti tutti i tuoi ricordi della tua vita da umana,
    eppure dove sono, io non li vedo.*

    A fatica riuscì a rispondere, mentre gocce di sudore scivolavano lungo la sua fronte corrucciata.
    Gli occhi color rubino scintillarono, lucidi, alla luce del chiarore emesso da quel nulla così assurdamente inverosimile.
    Con orrore si accorse che la sua mano destra aveva iniziato a tremare, colta da brividi insostenibili.
    Replicò con parole a cui ormai non credeva nemmeno lei, un ultimo disperato barlume di autoconservazione.
    Tsk, questi tuoi giochetti stanno iniziando a stufarmi...se pensi davvero che possa farmi confondere dalle tue parole...
    Ma la risposta della ragazzina fu lapidaria, irrevocabile, funerea, come una condanna a morte.
    Quelle parole le strapparono quel poco di forza che le restava, precipitandola in ginocchio.
    *E allora avanti, dimostramelo...dimmi quale era il tuo gusto di gelato preferito, come si chiamava la tua migliore amica, quale era il tuo fiore preferito...*
    Con la mente cercò di ritrovare quei frammenti di passato, di ricercare il bandolo della matassa, di focalizzare un pensiero.
    Ma era inutile, le risposte a quelle domande le sfuggivano, come pesci non appena percepiscano l'approssimarsi di un predatore.
    Forse aveva ragione...?
    Come quel pensiero attraversò la sua mente le sue forze svanirono.
    Fissando un punto nel vuoto sotto di lei, in quel nulla che formava il suo piano d'appoggio, singhiozzò a fatica
    Io...Io...
    Come annoiata da quella sciarada la piccola ragazzina fece un passo in avanti, e con impazienza esclamò, mettendole furia.
    *Allora!*
    Avrebbe voluto rispondere, ma non poteva.
    Avrebbe voluto conoscere le risposte...ma non le sapeva.
    I suoi occhi si socchiusero, mentre il suo campo visivo si offuscava.
    Io...
    Non poteva sopportare ancora quella situazione, non avrebbe retto ancora per molto.
    Sentiva che stava per perdere tutta la poca sicurezza che le rimaneva.
    Sarebbe svanita nel nulla, avrebbe perso la sua indipendenza, sarebbe scomparsa nel nulla dopo tutta la fatica fatta sino a quel momento.
    Proprio quando pensava di aver raggiunto il fondo la personalità che affermava di essere la progenitrice parlò nuovamente.
    Parole ancora più pesanti, ancora più incombenti.
    *Ti rinfrescherò io la memoria, il Mio gusto di gelato preferito era il tè verde, la mia migliore amica si chiamava Sayako Isayama, il mio fiore preferito era il garofano... *
    Ogni parola era come un colpo di maglio.
    Ogni sillaba una nuova ferita che si apriva.
    *Tu non sai niente Alizabetha Coraciero, niente di quello che eri... *
    Cosa avrebbe potuto rispondere a quella ragazzina?
    Nulla, in fondo sapeva che aveva ragione.
    Quella era stata la sua vita, un cumulo di menzogne, un mucchio di ideali presi in prestito da qualcun'altro.
    *E come potresti, visto che tu sei una parte di me, una copia ben fatta, ma non l' originale.*

    La sua aspirazione dunque, quella di liberarsi dal giogo della fame incombente, non era altro che una chimera inesistente?
    Per ottenere la sua liberazione, che cosa ironica, avrebbe dovuto uccidersi, farsi da parte.
    No, una parte di lei si rifiutava di accettarlo, di seguire quella scelta.
    Io...
    Disse, prendendo la parola dopo troppo tempo, la voce ora molto più salda di prima.
    *Hai voluto vivere la tua vita, ignorando me reclusa in quell' angolo buio e remoto...*
    Nel frattempo, senza dare segno di sentirla l' altra proseguì.
    Quelle parole non le erano nuove, le aveva sentite una infinità di volte, pronunciate da lei stessa nel corso degli anni, l' unica cosa che in effetti le univa entrambe.
    Una unità di intenti irrealizzabile per entrambe, ma chiaramente ottenibile da una sola di loro due.
    UN desiderio accarezzato da lungo tempo, e finalmene a portata di mano egualmente sia per lei che per se stessa.
    *E questo posso perdonartelo, tutti abbiamo il diritto di vivere la nostra vita.
    Ma tu, tu lo hai fatto usando me come pretesto, e questo non posso perdonartelo.*

    Quelle parole in un certo senso scossero ancora una volta la sua determinazione.
    E così io...io sarei solo un parto della tua immaginazione giusto?
    Nella sua voce però, a dispetto di quello che si poteva pensare, non si leggeva la rassegnazione, bensì la volontà di chi voleva rialzarsi ancora.
    Stava riacquistando le forze e la sicurezza.
    Un poco alla volta, ma costantemente.
    In cosa dovrei essere diversa da Painter, o da Juggernaut...o da chiunque altro...
    In tutto era la risposta.
    E da quella piccola idea, traeva tutte le energie possibili per andare avanti.
    *Non hai idea di quello che ho dovuto sopportare rinchiusa in quella gabbia buia, nel meandro più profondo della mia stessa coscienza...*
    Parole vuote.
    Le aveva sentite tante di quelle volte ormai...
    *Nel vedere gli altri manipolare il mio corpo a piacimento...*
    Sempre la solita storia, ne aveva abbastanza.
    Avrebbe potuto dare una svolta a quella sciarada così noiosa, avrebbe potuto scrivere la parola fine a quella tediosa storia.
    *Sentire la mia libertà allontanarsi giorno dopo giorno...*
    Concluse, a pochi passi da lei.

    Liza chiuse gli occhi, inspirò a fondo e si erse in tutta la sua altezza.
    Un'ombra scese a coprire il suo viso, mista a ciocche di capelli neri come la notte, e sibilò con un tono di voce inconcepibile per la situazione.
    Come potrei saperlo? Pffft...ahahahahah!
    Già, stava ridendo.
    In una situazione del genere stava ridendo a crepapelle.
    Forse era impazzita?
    No, non era mai stata meglio.
    Ebbene, forse posso non aver vissuto in prima persona le tue sofferenze...
    Disse, mentre dalla frangia sbucava un occhio dalla pupilla rosso sangue, mai così serio in vita sua.
    Ma le ho provate, sulla mia pelle, nel mio cuore, le ho vissute come se fossero mie.
    Kinaru fece un passo indietro.
    Era bizzarro come una figura prostrata al suolo sino a pochi secondi prima adesso potesse promanare una così pressante aura di minaccia.
    Quindi non ti permetto di considerarti l' essere più sfortunato di questo mondo.
    La voce era come una cascata, inarrestabile.
    LE parole le venivano alla mente con una forza mai provata prima, sapeva perfettamente cosa dire, come si si fosse preparata da sempre un sim ile discorso.
    Vuoi sapere perchè io sono dove sono ora e non lo sei tu?
    Sogghignò e disse, incrociando le braccia davanti al petto.
    Perchè a differenza di te, che sei rimasta la solita piagnucolona io mi sono rialzata, ho fatto tutto ciò che tu non hai avuto il coraggio di fare...
    Sollevò l' indice e lo puntò verso la ragazzina dai capelli verde acqua.
    E a differenza di te...è me, che Sua Eccellenza Aizen stà aspettando!

    image
    E in quell' istante il mondo crollò.
    Il bianco che la circondava sembrò riempirsi di crepe a vista d' occhio.
    Un rumore di ghiaccio fessurato si diffuse nell' aria.
    Grandi schegge di materiale perlaceo si staccarono dall' orizzonte, dissolvendosi in una miriade di particelle di luce, e al di là di esse apparve il mondo che era stato tenuto recluso per tutto quel tempo.
    Le spighe di grano dorato, la luna solitaria nel cielo.
    E in mezzo a quel campo sconfinato, rimasero solo loro due.
    Lei, vincitrice, e l'altra, piangente
    *S-sniff...k-kh...perchè...perchè deve finire così...uh?*
    Disse la più anziana,anche se non lo sembrava, in fondo era rimasta pur sempre la solita ragazzina.
    Grosse lacrime ne solcavano le guance.
    Liza sbuffò annoiata, e in un impeto di velocità le afferrò il polso sollevandola da terra.
    E così sarebbe finita, l' avrebbe distrutta e la sua vita sarebbe finita così, nelle tenebre.
    Come era stato.
    Tentò solo debolmente di sottrarsi a quella stretta.
    *C-cosa fai, lasciami! Che cosa vuoi fare, lo sapevo che non avresti capito!*
    La vastolorde sorrise, mentre le puliva le lacrime dal volto infantile.
    Cosa voglio fare? Mi pare semplice...
    Sollevò la mano a pugno e sussurrò, mentre sembrava stringere l' enorme luna nella mano.
    Lo hai detto tu stessa, che hai sempre vissuto in quel minuscolo angolo buio e solitario della tua mente no?
    L' altra annuì debolmente.
    *S-sì...*
    Con un aria misteriosa Alizabetha Coraciero scrocchiò la mano guantata e strinse con forza.
    La luna andò in frantumi, rivelando uno squarcio che le avrebbe condotte entrambi al di fuori di quel regno onirico.
    Aveva vinto, e lo avrebbe fatto su tutta la linea.
    Lo sentiva...
    Bene, e allora preparati, perchè ho intenzione di mostrarti il mondo che c'è la fuori.
    Sarebbe stata copmpleta, stavolta per sempre.



    Edited by Allen92 - 25/5/2011, 17:05
     
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  9. Yami Kaguya
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    The Sloth
    -IV-
    Self-confidence vs Faith

    Then God said,
    “Take your son, your only son,
    whom you love, and go to the region of Moriah.
    Sacrifice him there as a burnt offering”



    Oh? E questo che significa?

    Rapahel alzò la testa con un pizzico di sorpresa, quando il silenzio in cui si era immerso venne infranto da una voce. Voltandosi verso la fonte, si ritrovò di fronte un ragazzo dalla pelle scura, i cui capelli lunghi raccolti in una coda ora pendevano dalla sua spalla destra, visto come si fosse chinato per parlare all'orecchio dell'Espada, a sua volta seduto.

    Cosa pensi che significhi? Sua Eccellenza stà utilizzando l'Hougyoku, non lo vedi?

    Il nuovo arrivato guardò in faccia il biondo, e con uno scatto del braccio gli assestò un pugno in testa degno di un karateka intento a frantumare delle tegole. Tuttavia prima che il colpo potesse arrivare a destinazione, la testa di Raphael si era già spostata, e fu quindi la mano del ragazzo a ricevere e bloccare quel colpo a sorpresa.

    Quante volte ti devo ripetere che le menti geniali sono anche delicate? Se ti irrita la differenza intellettiva in termini di comprensione quando guardiamo la stessa cosa, non è colpa mia.

    cosa stà succedendo, la mia domanda riguardava il chi, deficiente.

    Aahh...giusto, tu eri..."indisposto", quando sua Eccellenza ci ha informato delle sue intenzioni per oggi. E' una Vasto Lorde che ha rivelato schemi comportamentali a dir poco unici, un soggetto degno di interesse, cosa su cui sua Eccellenza concorda con me. Si chiama Alizabetha Coraciero.

    Mentre parlava, Raphael era tornato a guardare il cubo di energia in cui era rinchiusa Liza, e a sua volta il nuovo arrivato aveva preso posto, ascoltando le parole del biondo con un cipiglio però decisamente meno entusiasta.

    ..E che ci sarebbe d'interessante, nell'ennesima mocciosa?

    Uuuuh... come siamo ingrati, qualcuno si è già dimenticato chi si è presa la briga di riportarlo a casa, dopo che la senpai gli ha rifilato una batosta senza eguali?

    Eh? Guarda che avrei preferito starmene nella sabbia, che essere trascinato come un sacco di patate per mezza Las Noches, che cazzo.

    La prossima volta evita di attaccare Leroy, allora. Si può sapere perchè sei sempre così nervoso?

    Stavolta, Raphael non riuscì a schivarlo. La mano del nuovo arrivato si mosse verso il colletto dell'espada, e afferratolo saldamente, lo tirò verso il torso, così che i due finirono per fissarsi negli occhi. Lo sguardo omicida del primo, contro quello rilassato di Raphael. Nessuno dei due mosse un muscolo per qualche secondo, poi il ragazzo parlò, lasciando andare il suo compagno.

    C'è un limite alle domande idiote, Raphael.

    Ma certo. Così come ci dovrebbe essere un limite alla tua capacità di autocontrollo, ma visto il tuo comportamento presumo che il mondo intero sia così cattivo da fartelo superare in ogni cosa che fà.

    Divertente, detto dal tizio più irritante dell'Hueco Mundo.

    Oh, ma io-

    Miguel? Raphael?
    La nostra ospite stà attraversando un momento difficile, potreste essere così gentili da abbassare i toni?

    La discussione dei due, venne interrotta dalla voce di Aizen, la cui mano stava ancora sopra all'Hougyoku, pulsante e sempre più pieno di crepe. I due si voltarono all'unisono, e all'unisono fecero un lieve inchino in direzione dello Shinigami, anche se dava loro le spalle. Non passò molto però, prima che il primo parlasse di nuovo.

    Posso chiederle cosa ne pensa sinora, Aizen-sama?

    Oh, nulla, per il momento. Ma mi aspetto una risposta interessante, fra poco.

    Miguel si zittì di nuovo, e quindi si avvicinò a Raphael, il cui sguardo era tornato a farsi vivo, mentre guardava il suo superiore.

    Non mi sono perso la parte divertente, allora?

    Oh no, affatto. Credo inizi ora.

    D'un tratto, la sagoma avvolta nei filamenti di Reishi che racchiudeva Liza, ebbe uno spasmo tale che se non fosse stata trattenuta nella posizione inginocchiata nel cubo, si sarebbe probabilmente alzata con la sola forza dei piedi, il cui collo era a contatto col terreno nella classica posizione del seiza. Aizen non mosse però un muscolo, di fronte a quella chiara immagine di sofferenza. Anzi, allargò di poco il suo sorriso.

    Gin? Saresti così gentile da preparare ciò che sai? Credo che la nostra ospite si sia finalmente incamminata nella direzione giusta.

    Sulla soglia, Ichimaru allargò a sua volta il permanente sorriso che solcava il suo volto, prima di inoltrarsi nei corridoi di Las Noches. La sagoma nel frattempo continuava ad avere brevi quanto intensi spasmi, e a un occhio attento sarebbe stato possibile notare che alcune parti di quella sagoma, si stavano contraendo come le spire di un serpente.

    Bene, Liza...concludiamo, ti và?

    [...]

    Shinigamificazione, e Hollowificazione. Quella sfera nera, era la base di tutto, il responsabile di entrambe le procedure.
    E allora perchè, erano così diverse? L'hollowificazione era simile a un cancro, per il Konpaku. Nel 100% dei casi un konpaku qualunque non resisteva al processo. Nel caso di uno Shinigami, la resistenza dell'anima poteva arrivare a provocare la nascita di un essere inclassificabile, persino con l'esistenza di Vizard e Arrancar. Era un processo che poteva a buon fine nel 50% dei casi, e per quello Aizen l'aveva abbandonato.
    La Shinigamificazione, andava a buon fine nel 100% dei casi. Ciò però non voleva dire, che il prezzo da pagare fosse irrisorio.
    Le due entità all'interno di quella sagoma che all'esterno si stava contorcendo, l'avrebbero capito ben presto. Per un hollow, la rottura della propria maschera significa la morte. E proprio in ciò, consiste l'Arrancarizzazzione.

    Dolore alle dita. Alle mani. Ai piedi. Alle braccia. Alle gambe. Allo stomaco. Alla schiena. Al petto. E soprattutto alla testa. Un dolore tale da poter far credere a Liza, che le stessero strappando la pelle di dosso. E non era la sola, ad avere problemi. Il mondo che Alizabheta aveva aperto, stava collassando su entrambe le sue personalità. Come un buco nero, ogni parte di esso si stava restringendo, ripiegandosi su sè stesso come una coperta. Il tutto verso Liza, chiara origine della distorsione. Stava succedendo qualcosa, alla Vasto Lorde, a cui sembrava Kinaru non potesse prendere parte. Non era difficile infatti immaginare, che quel mondo si sarebbe ripiegato sulla ragazza, probabilmente ricoprendola. Forse era perchè il suo nuovo corpo stava prendendo forma, o forse per chissà cosa. Tuttavia la domanda che veniva spontaneo porsi, riguardava le conseguenze di quella situazione. In uno spazio concepito per una sola persona, cosa sarebbe successo se ce ne fossero state due?
    La risposta non sembrava piacevole. Non ci sarebbero state sparizioni o rimedi di quel tipo. Erano in due, lo spazio era per una sola, e se anche una delle due avesse deciso di sacrificarsi per l'altra, la sua massa corporea sarebbe comuque stata presente.
    Sarebbe di sicuro stata ironica come situazione, vista dall'esterno. Dopo tante lotte per definire la personalità primaria, tutte quelle sopravvissute avrebbero finito per annientarsi a vicenda. Non sembravano esserci altre conclusioni possibili, in quello scenario dove Liza era assalita da dolori atroci, e Kinaru sembrava poter solo stare a guardare la padrona di quel corpo, ricevere il dolore che quest'ultimo stava provando.
    Aizen non aveva accennato nulla di simile, e anzi ritrovarsi in una trappola quando si era totalmente offerta a lui, sembrava una ben misera retribuzione da parte di Dio per un suo fedele.
    Aveva forse sbagliato, a lasciare in vita Kinaru? O anche senza di lei, quello spazio si sarebbe comunque richiuso sulla Vasto Lorde fino a stritolarla?
    Molte domande. D'altronde in punto di morte, per gli umani non c'è molto altro da fare, se non pensare.
    SPOILER (click to view)
    Spero che sia accettabile u_u
    Comunque, in poche parole la tua forma di Vasto Lorde stà venendo stritolata, prima di venire ricomposta. E all'hougyoku a quanto pare non è piaciuto che ci siano due entità spirituali quasi allo stesso livello, nello stesso corpo. Ovviamente Liza non lo sà, ma ovviamente non è che se viene stritolata muore in automatico. Tuttavia non si può dire lo stesso per Kinaru, dunque lo scopo è arrivare alla fine con entrambe le ragazze in uno stato presentabile.
    Buon post, per dubbi sai dove sono.
     
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    (VI): Tales from the other side III
    -The dark side of the light-



    Inside…discover me
    I’m lost in the dark
    Affection and hatred are living in everyone

    Your inner feelings… where did you go?
    Holdings hearts together now

    Oh break through the dark
    Wish dusk comes the truth
    Let the world shine for you







    In principio fu la luce...
    Poi venne il dolore.
    Una scarica intensa, terrificante, di una intensità senza pari come mai ne aveva provate.
    No, mai in vita sua aveva sentito una sofferenza più atroce.
    Nè quando Sanada aveva reciso di netto un braccio a Painter
    Nè quando a Lavenworth aveva avvertito la spasmodica sete dell' astinenza da reiatsu
    Neppure quando la sua maschera era stata tagliata al momento della trasformazione in Juggernaut...
    Figuriamoci poi se poteva essere paragonato al gelido morso della zampakuto di Miranda o alla lancia d'ombra di Fuentes.
    Era come se qualcuno o qualcosa di indefinito stesse lacerando la sua forma corporea con decine di artigli affilati come rasoi.
    Come chiodi conficcati in ogni sua giuntura, come olio bollente versato su tutto il suo corpo.
    Cadde a terra boccheggiando, mentre un rivolo di saliva colò dalle sue labbra socchiuse.
    Una ulteriore fitta di pura agonia le trapassò il cervello, facendola annaspare per tentare di continuare a respirare, e un lamento risalì lungo la sua gola torturata.
    Gaaaaaaaah...gaaah!
    Dunque era questo che si provava al momento di morire.
    In verità aveva sperato di meglio, ma al momento riflettere su questa cosa era l' ultimo dei suoi problemi.
    La piccola figura al suo fianco, che non recava alcuno di quei sintomi eccettuato un lieve mal di testa e nausea le si avvicinò, e posandole una mano sulla spalla la girò a sè, in maniera da poterla guardare dritta negli occhi.
    La scosse con relativa violenza, e con gli occhi offuscati da sconcerto e rabbia le gridò a pochi centimetri dal viso, con i capelli verde acqua che ondeggiavano nell' aria del mondo oramai morente e in continua trasformazione.
    *Ti avevo detto che era una sciocchezza, cosa vuoi fare, ci ucciderai entrambe!*
    Alizabetha ingoiò il dolore che le squassava il petto, e con un ghigno divertito spostò lo sguardo in alto verso la crepa aperta nel cielo.
    Con una finta aria di indifferenza e menefreghismo fischiettò un motivetto improvvisato sul momento e borbottò cercando si sottrarsi alla presa di quelle fragili braccia.
    Hmph, lo vedi? Sempre a rinunciare prima ancora di provare, e poi hai il coraggio di lamentarti delle tue sfortune...
    Come ebbe detto queste parole inclinò indietro la testa, e un istante dopo la mosse in avanti, facendo collidere le fronti di entrambe con un cozzo sonoro.
    La più piccola delle due anime si scostò indietro massaggiandosi la fronte, mentre Liza mettendo le mani sui fianchi e dissimulando il dolore che la pervadeva muovendo avanti e indietro l' indice, come a prodursi in una ramanzina da maestrina delle elementari disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
    Niente rischio, niente guadagno, lo sai?
    Un po' per la sorpresa un po' per l'incredulità nell' udire quelle parole Kinaru rimase a bocca spalancata per un paio di secondi, mentre la sua fronte iniziava a diventare rossa per la violenza dell' impatto.
    Arrivata a metà della frase però riuscì a riprendersi in tempo e a riprendere il discorso.
    *Ouch...e questo per cosa era? Non ha senso agire così: un conto è sfidare la sorte...*
    Allargò le braccia per indicare il mondo attorno a lei, che adesso fluiva come acqua, distorcendosi in un flusso continuo di immagini multicolori.
    Un mondo dopo l' altro veniva assorbito dall' anomalia che si era aperta nel cielo.
    Il mondo di carne e di pitture che era stato l'intero universo di Painter collassò su se stesso, riducendosi in migliaia di schegge luccicanti.
    La pittura sulle tele si incendiò mentre la carne marciva e si necrotizzava trasformandosi in polvere.
    Il mare di sangue e maschere in cui aveva dimorato Juggernaut evaporò in grandi nubi di nebbia scarlatta mentre i volti degli hollows che aveva assorbito si infrangevano come specchi l' uno dopo l' altro.
    *... ma sacrificarsi così non ha alcun senso!*
    Mentre diceva questa frase alle loro spalle dal terreno emerse una enorme guglia di pietra bianca, la caverna in cui Alizabetha aveva dimorato per molti anni nel mare delle sabbie.
    Impervia alla devastazione che la circondava Liza si grattò il mento, e con aria stupita mormorò, sollevando lo sguardo al cielo.
    Ah no?
    Era rimasta seria così a lungo, che trovava enormemente divertente pèunzecchiare così la sua nuova compagna.
    Era tanto che non si divertiva così a parlare con qualcuno, e fosse stata anche sè stessa, non avrebbe comunque perso quella opportunità.
    Stare a contatto con lei era un po' come tornare ad avere quei vecchi sentimenti di una volta, prima di quando aveva rinunciato alla propria umanità.
    Esasperata, la bambina dai capelli verde acqua si passò la mano sulla fronte, e sospirando abbattuta mormorò.
    *Come si fa ad essere così stupidi! Tutti questi anni non ti hanno insegnato niente? Solo il più forte sopravvive, il debole muore.*
    Come faceva a non capire, perchè si ostinava a fare la finta tonta?
    Non capiva che rischiavano di essere distrutte entrambe?
    Quando rialzò lo sguardo vide che negli occhi cremisi della sua interlocutrice era tornata la serietà.
    Adesso però vi leggeva anche una punta di rabbia, e troppo tardi si rese conto di aver ottenuto l' effetto voluto, anche se così facendo aveva rivelato una parte di sè che mai avrebbe voluto far emergere.
    Adesso piantala, mi sembra di sentire Painter parlare...
    Fu come una randellata nello stomaco.
    Era comprensibile, dopotutto cosa era Painter, se non una parte di lei?
    Però sentirselo dire in questa maniera non era esattamente il massimo.
    La riscosse dai suoi pensieri l' energica risposta della sua controparte più giovane.
    Così carica di determinazione...
    Ce ne andremo tutte e due, oramai ho deciso!
    Mentre si apprestava a replicare anche l' enorme struttura di pietra candida si riempì di crepe ed iniziò a crollare con uno schianto che fece trmare il cielo e la terra.
    Enormi massi delle dimensioni di un camioncino caddero a terrà, frantumando la realtà come fosse stata cartapesta.
    Enormi voragini si aprivano nel tessuto stesso della realtà, aprendosi su un inferno di caos vorticante e incomprensibile.
    Centinaia di migliaia di mondi esistevano in quel mare ribollente, uno per ogni spirito assorbito dalla hollow.
    Una amalgama indescrivibile con termini umani, che poco alla volta veniva assorbita in quell' universo che si stava formando, una nuova mente, ed un nuovo corpo si potevano intravedere al di là delle fratture.
    Come un enorme embrione una nuova vita si stava venendo a formare, ma per un corpo serviva una mente, non due.
    Ciò che stava accadendo non aveva senso, era una violazione delle leggi della natura.
    Un hollow, una creatura nata dall' odio e dall' egoismo, non poteva, non doveva altro che essere una mente guidata dalla volontà di divenire sempre più forte.
    Che questa volontà scegliesse di salvare qualcosa era inconcepibile, una legge fissata da dio
    Ma Dio aveva stabilito anche che hollow e shinigami fossero due entità distinte...
    Dunque voler risvegliare poteri da shinigami in un divoratore di anime, non era forse anche esso un affronto al creatore?
    O il creatore aveva voluto modificare una propria legge?
    Perchè quello era ciò che Sousuke Aizen era, una entità al pari di un dio, onnipotente, onniveggente, invincibile.
    Eppure ciò a Kinaru non interessava.
    Quello che voleva era semplicemente vedere soddisfatto il proprio sogno.
    Fuggire dalla prigione in cui era rimasta rinchiusa...anche l' annullamento sarebbe stata una alternativa percorribile.
    *Dannata testarda, ma si può sapere che cosa ti passa per la testa? Cosa ti fa pensare che io me ne voglia andare da qui...*
    Liza stava per rispondere, quando all' improvviso il terreno sotto di lei cedette.
    Tentò di muoversi, ma in quell' istante l' ennesima fitta di dolore le funestò l' intero corpo, paralizzandola.
    Gh!
    Mentre precipitava stese la mano nel disperato tentativo si frenare la caduta, ma i suoi muscoli non le obbedirono, bloccati da un gelo che le pervadeva il sistema nervoso.
    Non le obbediva, quel corpo spirituale così inutile, al pari di un corpo mortale si sarebbe dunque rivelato essere la sua tomba?
    Che ironia, proprio nella sua mente, dove pensava di poter essere più libera che in qualunque altro luogo, avrebbe incontrato la sua fine?
    Non era divertente, era arrivata così vicina alla meta.
    Poteva sentire il nuovo mondo che la chiamava, che la attirava a sè...
    Eppure capiva che in quelle condizioni difficilmente avrebbe potuto sopravvivere, non se gettata in quel caos ribollente priva di un vero e proprio controllo sulle sue azioni.
    Chiuse gli occhi preparandosi alla sua fine...
    Almeno così la piccoletta avrebbe potuto cavarsela in qualche modo.
    Poi percepì l' ennesimo strappo muscolare, sembrava che la spalla stesse andando a fuoco...
    Stranamente però poteva percepire uno strano tepore umido, come di sudore...
    Realizzò solo dopo, percependo qualcosa di simile ad un grugnito di dolore.
    Huh?
    Mormorò meravigliata, nel vedere che la piccola Kinaru l' aveva afferrata per il polso, e la sua piccola mano era tutto quello che si frapponeva tra lei e l' annullamento completo.
    La fissò in volto, e quello che vide le piacque.
    Determinazione, volontà di sopravvivere...e una punta di rabbia?
    Strano, molto strano.
    Eppure nonostante quel corpo così fragile sembrava in grado di reggere il suo peso senza problemi, miracoli della mente mortale...
    Lentamente, a con determinazione, iniziò a tirarla in alto, verso la salvezza offerta dal bordo ancora inegro di quello che era stato il suo universo e la sua architettura mentale.
    LE spighe dorate una dopo l' altra abbandonavano il terreno, trascinate dalla forza attrattiva della crepa tra gli universi immaginari.
    *Ghhhh*
    Ghignando malignamente e socchiudendo gli occhi cremisi la vastolorde ridacchiò divertita dalla situazione.
    E allora lo vedi che dopotutto anche tu non hai voglia di andartene da sola?
    Sul viso della piccola si dipinse il fastidio ed un rossore diffuso.
    POi rendendosi conto della sua reazione esagerata distolse lo sguardo, e replicò con aria offesa.
    *Aaaaaaaaah, fai silenzio! Mi sono mossa senza pensarci!*
    Meravigliata da quella crepa nella altrimenti armatura psicologica della sua originale Liza borbottò a mezza voce...
    T-tsun...
    POi, in quella posizione entrambe...
    risero, a crepapelle, sino alle lacrime, come se non ci fosse stato un domani.




    Heh...heheh....hehehehehehehe....



    *Pffffft....hehehehehe.....*




    Poi ad interrompere quel momento idilliaco ci pensò Kinaru, tirando oltre il bordo il corpo inerte della compagna.
    *Nrgh!*
    Liza da parte sua osservò il cielo, guardando con preoccupazione crescente gli universi che si scontravano estinguendosi nel nulla e riplasmandosi in una nuova forma.
    Comprendendo di non avere più tempo si girò verso la piccoletta, e con un cenno del capo disse con urgenza.
    Se ti sei decisa finalmente, usciamo da qui!
    Con aria perplessa Kinaru portò i piccoli pugni ai fianchi, in un gesto che ricordava tanto l' atteggiamento di Liza di poco prima, e replicò a sua volta, con un tono vagamente accusatorio.
    E del tutto comprensibile vista anche la situazione in cui si trovavano.
    Attorno a loro intere vite di ricordi ed esperienze venivano annichilite, scomposte agli elementi basilari che le componevano, in teoria era possibile, ma come pensavano di sfuggire a quelle energie titaniche?
    Diede voce ai suoi pensieri.
    *E come pensi di farlo?*
    Non l' avesse mai detto.
    La vastolorde si girò e con un sorriso del tutto innocente sorrise e disse candidamente, come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.
    E' semplice, credendoci a sufficienza!
    Rimase a bocca aperta...
    In effetti era vero, quello era un mondo in cui solo desiderandolo tutto era possibile...
    Ma dire una cosa del genere sembrava una battuta fuoriuscita da uno Shonen manga.
    Sospirò e si colpì con aria abbattuta la fronte con il palmo della mano.
    *Kami misericordiosi, ti hanno mai detto che sei una stupida?*
    La risposta fu incredibilmente ovvia.
    Con un risolino imbarazzato la personalità della vastolorde rispose.
    Tante di quelle volte che ho perso il conto, ma se non altro non ho mai preso un raffreddore in vita mia!
    Non c'era niente da fare, erano la stessa persona, ma che una creatura come Alizabetha Coraciero possedesse un lato così infantile ed incredibilmente svampito la sorprendeva assai.
    *Tch...e io avrei perso contro di te?*
    Disse abbattuta.
    Scrollando le spalle Alizabetha ridacchiò
    Mi spiace, così è la vita
    POi afferrò per un braccio la sua controparte, e la strattonò con forza con sè.
    Trillò divertita e disse.
    E adesso....
    Senza preavviso saltò nella voragine verso l' amalgama, tenendo per mano Kinaru
    ...Saltaaaaaaa!
    L' unico commento della ragazzina, mentre precipitavano entrambe verso la loro nuovo vita fun un semplice...



    *...Baka...*







    Edited by Allen92 - 25/5/2011, 17:06
     
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  11. Yami Kaguya
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    The Sloth
    -V-
    Eve and...Eve?



    Il silenzio in quella stanza era quasi totale, dopo l'ultimo scambio di battute fra il signore di Las Noches e uno dei migliori membri della sua guardia personale. Gli unici rumori percebili erano i vari respiri dei presenti, e nient'altro. Uno dei "vantaggi" della Shinigamificazione, era anche quello. Non c'era bisogno di un vasto spazio in cui il corpo del Konpaku potesse dare sfogo alle sue nuove capacità, mentre la sua anima si dibatteva sino a prenderne il controllo, o a perderlo del tutto. L'interno del cubo era come uno spazio a sè rispetto a tutto ciò che lo circondava.
    Probabilmente era per quello, che per quante volte una parte del corpo di Liza ne colpisse la superficie, nè un suono nè una vibrazione si ripercuotevano all'esterno di quella forma geomatrica. E intanto la forma al suo interno, si faceva sempre più esile, sempre più simile a quelle attorno a lei. Sino a che gli spasmi finirono, la sudetta sagoma si rilassò come se le avessero reciso ogni terminazione nervosa del corpo.
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    E a quel punto un sorriso solcò di nuovo le labbra di Aizen.

    ...Direi che è ora di svegliarsi,Liza.

    A quelle parole, l'energia spirituale di Aizen si innalzò un'altra volta, provocando un fremito nella sfera nera innanzi a lui. Dalle crepe spuntarono delle piccole protuberanze, che muovendosi verso le dita tese dell'ex Shinigami, finirono per penetrarne le carni. Per qualche secondo, divennero una cosa sola. E per un istante, quella sfera nera divenne capace di dare alle luce ciò che la natura non poteva concepire.


    Come se fosse stato colpito da un martello, con un sonoro crack il cubo si riempì di crepe, così come il corpo di Liza, che iniziò a risplendere dall'interno.
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    Liberando infine tutto ciò che il cubo aveva trattenuto dentro di sè, ovvero un energia varie volte superiore persino a quella di un Capitano e di quasi ogni altro essere vivente presente in quella stanza. Persino Aizen, si concesse per un secondo un'espressione stupita, di fronte al livello di energia che l'arrancar ora di fronte a lui stava liberando, man mano che la formazione del nuovo corpo spirituale in cui sarebbe stata contenuta tale energia procedeva. Molti dei presenti si alzarono in piedi, alcuni mettendo persino mano alle proprie armi e avvicinandosi un pò di più al cubo, pronti a difendere il loro signore.
    Raphael Santarosa non era comunque fra questi. Rare volte l'Espada aveva avuto una simile espressione di gioia in faccia, mentre la figura ormai quasi totalmente priva di bende, sembrava intenzionata a raggiungere il livello di una stella, come luminosità.
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    Di una stella poi, condivideva anche la forma, a ben guardare. In un primo momento, il corpo che uscì dalle bende poteva sembrare deforme, dato che era possibile contare fino a 8, come arti presenti. Fu a quella visione, che Aizen ritornò alla sua espressione divertita, e Raphael se possibile ne assunse persino una più entusiasta. Il bello dell'evoluzione, era che a volte accadevano cose come quella che ora stava loro di fronte, la figura femminile che diventava sempre più definita in maniera proporzionale alla diminuzione della sua luminosità.
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    Anche se era meglio parlare di due, figure. Così com'era avvenuto già una volta, per qualche motivo sconosciuto il nuovo potere di Liza si era diviso sì in due, ma non fra un corpo di carne e uno di ferro, bensì fra due esseri distinti. Esseri che in un primo momento avevano creato insieme il corpo della figura femminile avvolta nella luce, e che ora si stavano lentamente separando l'uno dall'altro, dimezzando anche l'energia spirituale da essa posseduta.
    L'ultima volta, una scissione era successa per volontà stessa dell'Hollow, ma questo non sembrava essere il caso. Probabilmente dunque, il corpo spirituale aveva rifiutato un tale livello di energia concentrato in un unico essere. O forse era stata colpa dell'esistenza contemporanea delle due menti di Liza e Kinaru, elemento a cui l'hougyoku aveva forse reagito meccanicamente producendo due corpi. O alla fine, la Shinigamificazione non era davvero perfetta al 100 per cento.
    In ogni caso, rimaneva il fatto che tutto finì entro pochi secondi. La stanza tornò nella penombra in cui era rimasta fino a poco prima, e la lieve tensione nata da quell'ammasso di luce era già svanita da tempo. Dove prima stava il corpo di una Vasto Lorde, ora giacevano due corpi decisamente più minuti: uno per costituzione fisica, e l'altro perchè privo di tutte le parti ossee che aveva impiegato centinaia di giorni a forgiare.
    Se non per un singolo pezzo, unica cosa insieme a un foro nella carne delle due ragazze, che chiariva la loro natura inumana.
    Come molte volte accadeva, alla fine gli hollow sotto quelle maschere inquietanti erano uomini e donne dalla bellezza decisamente fuori dal comune. Ed era arrivato il momento, per Liza, di tornare a uno stile di vita dove sarebbe stato volto dai lineamenti delicati, e non una maschera, a salutarla allo specchio.
    Per quanto al momento, avrebbe dovuto gestire un problema che molto probabilmente, le avrebbe fatto sentire subito la mancanza di una maschera a coprirle la faccia.

    Corpo niente male, per una fanciulla ancora acerba...

    ...Leroy...

    Rimetti a posto la lingua, idiota. Vediamo di non aggiungere "pedofilo" alla tua fedina.

    Ma che discorsi fai, Marcelita-chan...gli arrancar non invecchiano, sai?

    La pedofilia rimane un crimine, sai?

    Quanto sei carina quando ti attacchi ai dettagli..


    Le orecchie di Liza, probabilmente si aspettavano discorsi più seri, al battesimo della sua nascita. Tuttavia sembrava quei discorsi folli seguiti da rumori sordi fin troppo simili a un martello che sbatte contro il pavimento, erano tutto ciò che passava il convento.
    O meglio, quasi tutto.
    Il fatto che fosse totalmente nuda e che Aizen la stesse fissando con un sorriso soddisfatto, avrebbe probabilmente messo in secondo piano molte cose.

    Ti ricordi per caso quali sono le tue misure, Liza? Dopo tanto tempo, tornare a indossare dei vestiti può risultare un grattacapo, per voi Arrancar.
    Nel caso, segui pure il sarto nell'altra stanza, penserà a tutto lui. Approfittane per familiarizzare con il tuo nuovo corpo. Mi aspetto di vederti vestita e con una spiegazione, per la tua piccola amica.
    Posso per prima cosa suggerire delle presentazioni da parte vostra... nuove compagne?



    Quelle parole sarebbero stare rivolte all'Arrancar nello stesso identico modo di prima, quasi che Aizen non registrasse la nudità di Liza come un cambiamento nel suo aspetto più rilevante di una macchia su una manica. Il signore di Las Noches dopo tali parole si limitò a fare cenno a un altro inserviente di occuparsi della ragazza, mentre lui e gli altri Espada ancora presenti lasciavano la sala.
    Liza sarebbe rimasta da sola, con quella che a conti fatti, era la sua controparte, forse il contenitore di Kinaru.
    Era interessante che fosse stato chiesto a lei, di dare spiegazioni riguardo ai risultati di ciò che solo Sosuke Aizen capiva appieno.
    Forse voleva solo darle qualcosa da pensare per superare l'imbarazzo. Chi poteva saperlo.
    Forse voleva solo tenerla impegnata qualche minuto, visto cosa stava accadendo nella sala accanto.

    [...]

    ...E quello che diamine era, Raphael?

    Un'arrancar che ha suddiviso la propria anima e il proprio corpo in due, no? Mica è qualcosa di mai visto prima. Vedere te così teso dopo la cinqucentonovantaduesima volta che vedi una cosa simile, casomai, è strano.

    Sei tu che mi sembri troppo rilassato, invece. Hai visto che forza aveva, appena nata? Quella è pericolosa.

    Era, al massimo. Non può mica rinascere per la terza volta, ormai è andata, la sua forza si è dimezzata. Anche quando imparerà a fare la Resurreccion, non otterrà mai più così facilmente quel Reiatsu.
    E se anche fosse, non rappresenterebbe mai un problema per sua Eccellenza. Ora piantala di farti i trip mentali, Aizen-sama ti stà aspettando.


    ...Cosa hai detto? E per-

    Miguel Vueda non potè mai finire la risposta. Appena i due entrarono nella sala del "trono" di Aizen, la vista del suo sorriso bastò, a chiudere la bocca a entrambi.
    Riconoscere quando Sosuke Aizen mostrava un certo sorriso, era la prima regola di sopravvivenza, a Las Noches.

    [...]

    Mentre Liza otteneva nuovi vestiti, nuove sensazioni, e una conoscenza magari migliore della nuova compagna che aveva ottenuto insieme a tutto ciò, nulla sembrò accadere, di strano.
    Poco dopo però, quando ne espresse il desiderio o dopo una ventina di minuti, l'arrancar venne nuovamente richiesta e condotta al cospetto di Aizen. Che stavolta l'accolse accompagnato unicamente da due, delle persone presenti al suo "battesimo": ovvero Raphael, e Miguel.
    Sarebbe di sicuro stato facile notare, che quest'ultimo non aveva un bel colorito, a differenza della solita espressione allegra di Raphael.
    Prima però che Liza potesse pronunciare una sola parola, fu Aizen a parlare. Tornando al registro delle domande particolari, apparentemente.

    Bentornata, Liza. Ti stanno bene, quegli abiti.
    Prima però che tu parli, avrei una richiesta, da farti.
    Ti dispiacerebbe, ordinare alla tua amica di inginocchiarsi prima a te, e poi a me?

    Non sarebbe stato difficile, capire che quella non era esattamente una richiesta "normale". Se anche non fosse avvenuto nulla, però, Aizen non avrebbe mostrato evidenti reazioni. Ne a uno, nè all'altro dei due possibili risultati della sua richiesta. Avrebbe semplicemente continuato, chiarendo subito per quale motivo, le due erano state nuovamente chiamate al suo cospetto.

    Sai, Liza? Qui a Las Noches, è mia abitudine numerare gli Arrancar che creo. Ottengono un numero relativo alla loro nascita, a scalare secondo quanti Arrancar sono nati prima di loro. Il fine dovrebbe essere quello di creare una sorta di sistema gerarchico, sotto certi punti di vista.
    A riguardo, immagino tu ti sia fatta un'idea, di chi siano gli Espada, e di chi fossero i testimoni della tua rinascita di poco fà.



    Sembrava fossero tornati i trucchi dialettici, in quelle frasi. Non occorreva sforzarsi, per capire che Aizen stava cercando di far ricordare all'ex Vasto Lorde gli Arrancar che si definivano Espada. Che si fregiavano di un numero inferiore a 11 non perchè fossero nati per primi, ma perchè minore era il numero, maggiore era la loro capacità distruttiva.
    E il perchè voleva che la ragazza si concentrasse sulle gerarchie, divenne chiaro altrettanto presto.

    Voi due siete rispettivamente l'Arrancar 792, e 793. Ciò non implica che siate inferiori ai precedenti 782, ma come immagino saprai già...gli Espada detengono diritto di vita e di morte, su di voi.



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    Aizen rimase quindi in silenzio, poggiando il mento sul dorso della propria mano destra, con il braccio relativo a sua volta appoggiato alla sedia. Rimase alcuni secondi in silenzio, e quindi concluse. Con una frase che provocò un lieve allargamento nel sorriso di Raphael, e un cipiglio più corrucciato in Miguel.
    Una domanda pronunciata con un tono talmente provocatorio, da far quasi ridere.

    Mi chiedevo però una cosa, visto cosa è successo poco fà.
    C'è per caso la possibilità che tu abbia intenzione di presentarmi delle rimostranze, a riguardo?

     
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    Because I had too many important things
    and I couldn't choose between them alone,
    I clung to meaningless conversation
    In the twilight hours when loneliness poured over me

    Because tomorrow I will meet my true self
    and turn into a wind that'll blow out towards the wilderness

    Amidst a floating dream, the singing stars
    In a time that I can't keep up with
    are revolving on the sky of eternity
    When I flip away with a finger a tear that fell on my cheek
    A falling fragment of a dream
    it rises up to the sky, turning into blue light

    Because tomorrow I'll pick up my torn wings,
    turn into a bird and flap ahead towards the wilderness





    In principio era il verbo
    CITAZIONE
    ...Direi che è ora di svegliarsi,Liza.

    Poi venne la luce.n calore mai provato prima.
    Terrificante, avvolgente, accecante, una radiazione luminosa simile a quella di una piccola stella.
    Risplendente di una luce che dissolveva tutto ciò che incontrava, cancellando tutto, persino le ombre stesse.
    Dissolvendo la sua vita sino a quel momento...
    Improvvisamente una crepa si aprì nella maschera, poi un' altra, e un'altra ancora in una pioggia di detriti color dell' osso.
    In pochi istanti sulla liscia superficie si era formato un reticolo di fratture, una ragnatela di danni che l' avvolgeva completamente.
    Fu come ua martellata invisibile, un colpo di maglio così forte da farle rimbombare tutto il corpo.
    In secondi che parvero ore, la maschera e le parti che la componevano parvero perdere coesione, ed iniziarono a tremare come preda di una paura atavica.
    E la degenerazione iniziò, accompagnata da uno stridio acuto.
    Luminosi nastri di scintille multicolori iniziarono a fuoriuscire dagli interstizi simili a vapori luccicanti, sparando contro la barriera di energia sottili frammenti affilati come rasoi.
    Poi il tutto si arrestò...prima di contrarsi e scoppiare in una nuvola di reiatsu e reishi nebulizzate.
    E dall' interno di quella massa amorfa fuoriuscì un fiume di energia vitale, un torrente in piena di anime torturate e lamentose.
    E in mezzo ad esse una sola che sembrava accoglierle tutte entro il suo abbraccio d'acciaio.
    Nel mezzo di quel flusso due spiriti lottavano disperatamente per mantenere una coesione compatta, ma i loro sforzi erano del tutto inutili.
    I flussi spirituali le investirono entrambe, strappando grossi frammenti dalla loro forma eterea, riplasmandole a seconda del caso, togliendo all' una per dare all' altra.
    Nonostante i suoi sforzi, la più potente delle due iniziò a strappare grandi brani di essenza alla sua compagna, proprio come in un sistema di stelle binarie, accrescendo la propria massa a scapito della seconda.
    Il loro passato, presente, futuro, si fusero inestricabilmente, al punto che oramai nessuna delle due poteva dire quale di loro fosse l' originale.
    In fondo, avevano ottenuto quello che nel profondo speravano.
    Per un poco il loro spirito aleggiò sopra il mare del loro essere, poi come obbedendo ad un segnale convenuto, ad un richiamo, ognuna di loro due generò un corpo dalla materia eterica che le circondava e vi si insediò, pasmandolo senza alcuna logica, lasciando che la sostanza le rivestisse come un abito di seta, aderendo ai loro spiriti e stratificandosi, foglio dopo foglio, sino a quando la loro rinascita non fu completa.
    Ancora luce, poi dolore, ed infine una corrente che le investì, colmandole di qualcosa che da tempo avevano irrimediabilmente smarrito.
    Emozioni,ricordi,sentimenti.... i terribili assassini del presente.
    Ma in fondo, era ciò a cui avevano sempre aspirato.
    Un sospiro, un battito di un cuore fantasma, ed il mondo si svelò avanti a loro.

    Fu allora che Alizabetha Coraciero riaprì gli occhi.
    Era inginocchiata davanti alla imponente sagoma di Aizen, lo sguardo rivolto verso il pavimento.
    Le piastrelle di pietra nera erano gelide al tatto, non abbastanza da provocarle dolore, dopotutto era una holow, molto più potente di qualsiasi debole umano, ma abbastanza da causarle un certo disagio.
    Rimase così un paio di secondi, cercando di non pensare al disagio che provava in quel momento...
    Poi si fermò, come una macchina a cui si incastri un delicato ingranaggio.
    Disagio? Feddo? Fastidio?
    Solo in quell' istante realizzò cosa era successo.
    Nel pavimento vide riflessa la sua immagine, e per la prima volta potè vedere il suo vero volto.
    Non bianco come le ossa, ma il tiepido colore della carne che tante volte aveva sognato nella sua mente.
    Poteva sentire il sangue che scorreva nelle sue vene,e il cuore fantasma che stava pompando sangue lungo le sue vene e le sue arterie riempiendola di vita.
    Allo stesso tempo era viva, ma sentiva dentro di se quel sentimento di onnipontenza che accompagnava tutti i Menos...quello, ma non la sua eterna compagna, la fame.
    Era libera da quella maledizione, e adesso il mondo sarebbe stato ai suoi ordini, tutti si sarebbero inchinati a lei, e dunque, di traslato, si sarebbero sottomessi al suo padrone.
    Così, in quella posizone, inizio a ridacchiare di soddisfazione
    Mpfh...uhuhuh...uhuhuhuhuh
    Iniziò dapprima con un risolino di compiacimento, per poi degenerare in una fortissima risata argentina carica di gioia e soddisfazione.
    Levò lo sguardo al soffitto e chiuse gli occhi lasciando che l' euforia la pervadesse da capo a piedi.
    Era una sensazione bellissima, finalmente, aveva tra le mani la felicità.
    Ed era la cos apiù bella che avesse mai avuto.
    Hahahahahahahaha! E così queste sono l' ansia e la gioia? Meraviglioso!Solo adesso capisco quante cose ho perso in tutti questi anni
    Disse rivolta più che altro a se stessa.
    Poi chinò nuovamente il capo in un gesto di deferenza e fissò con attenzione le calzature del signore di Las Noches, l' unica parte di lui che si sentiva di voler guardare in questo momento.
    Inspirò profondamente e aggiunse.
    Mio signore, e tutto questo lo devo a voi, non vi sarò mai abbastanza grata per l' opportunità che mi avete concesso...
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    Avrebbe voluto agiungere altro, ma una voce monocorde la interruppe.
    Aveva un tono molto più pacato del suo, più basso e serioso, quasi fosse stata epurata di tutte le emozioni e i sentimenti.
    Tuttavia nel tono di quelle parole si poteva benissimo percepire quello che voleva esternare, prova del fatto che non tanto, non possedesse sentimenti, quanto la capacità di esprimerli.
    Senza la minima inflessione la figura alle sue spalle disse.
    Mi scuso per la scortesia dimostratale mio signore
    Chi aveva parlato era stata una ragazzina di non più di quattordici anni, alta la metà di lei, dai capelli color verde acqua e dagli occhi carminio, luminosi, ma opachi, come privi di quella scintilla che testimonia la volontà di agire e di imporsi.
    Con lentezza si sollevò dalla lastra di pietra su cui era seduta e si schiarì la voce scendendo con agilità sorprendente dal suo seggio, atterrando con la grazie di un gatto e tutta la compostezza che ci si potrebbe aspettare in una persona di alto lignaggio.
    Ma suppongo che mia sorella parlasse per entrambe con le sue parole.
    Con un aria mista di sbalordimento e sorpresa Liza abbassò lo sguardo nuovamente.
    In effetti lo aveva sempre saputo, sin dal primo momento.
    Loro due erano due facce della stessa medaglia, una parte per il tutto.
    Entrambe erano Coraciero, più che sorelle, carne della loro carne, spirito del loro spirito, anima della loro anima.
    Erano la stessa creatura.
    Poi Aizen parlò nuovamente, e con parole che la fecero desiderare non essere mai venuta al mondo.




    CITAZIONE
    Ti ricordi per caso quali sono le tue misure, Liza? Dopo tanto tempo, tornare a indossare dei vestiti può risultare un grattacapo, per voi Arrancar.
    Nel caso, segui pure il sarto nell'altra stanza, penserà a tutto lui. Approfittane per familiarizzare con il tuo nuovo corpo. Mi aspetto di vederti vestita e con una spiegazione, per la tua piccola amica.
    Posso per prima cosa suggerire delle presentazioni da parte vostra... nuove compagne?

    Rimase un paio di secondi in silenzio, mentre per la prima volta osò alzare gli occhi.
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    Eh?
    Chiese inconsciamente mentre iniziava a realizzare.
    Per usare un eufemismo che una certa hollow amava usare...
    Era MOLTO nuda...
    Senza niente con cui pararsi Liza capì che forse, l' essere tornata in possesso delle proprie emozioni era un'arma a doppio taglio.
    Senty il sangue affluire al volto ed imporporarlo, mentre arrossiva vistosamente a velocità folle, sino ad assumere un colorito assai simile a quello di un tramonto nel pieno del suo fulgore.
    Ah...ah...aaaah....
    Singhiozzò incolsutamente, mentre gli occhi color rubino, adesso un tutt'uno con il resto del volto si velavano di lacrime.
    Cercò di mormorare qualcosa o almeno di coprirsi disperatamente con le braccia, ma la cosa sembrava decisamente difficile.
    Poi una voce abbastanza rude, ma che di noto aveva ben poco le giunse alle orecchie.
    CITAZIONE
    Corpo niente male, per una fanciulla ancora acerba...

    Chi aveva parlato era stato uno dei dieci Espada, un tipo dall' aria che si sarebbe potuta definire tutto fuorchè "Affidabile".
    Con un moto di stizza la giovane Arrancar si alzò in piedi, prima di comprirsi alla bene e meglio con le mani, ricordandosi della propria attuale condizione.
    Hya...Iya-------n!?
    Un leggero lamento di imbarazzo si frammise nella sua mente ad una ondata di panico.
    Non sapeva che cosa fare, non sapeva come agire, che cosa dire.
    E quindi fece la prima cosa che le veniva in mente.
    Si abbassò di scatto e coprendosi accucciata a terra, svelse un pezzo di pavimentazione e lo tirò verso la figura che aveva parlato urlando di stizza e con una sensazione che non ricordava più da tempo, vergogna.
    K-kyaaaaah!
    Il proiettile colpì il suo bersaglio con un rumore sordo, accompagnato da una nuvola di sangue e da un rumore di materia umidiccia sparsa in giro.
    Dalla postazione si poteva vedere solo una sagoma riversa a terra e cosparsa di sangue.
    A parlare fu dunque una ragazzina dai capelli rossi, la stessa che lo aveva redarguito prima: non era possibile vedere bene, ma pareva stesse toccando qualcosa sul pavimento con il manico di un enorme martello.
    Sai una cosa Leroy? Mi piace la nuova arrivata, penso che andremo d'accordo.
    Cercando disperatamente un qualcosa con cui ripararsi la neonata Arrancar afferrò la prima cosa a portata di mano e la interpose tra sè e gli sguardi dei suoi nuovi "Fratelli".
    Qualunque cosa, purchè le permettesse di poter riaprire gli occhi senza voler sprofondare nelle più atroci profondità della terra sarebbe stata gradita.
    Fu abbastanza inquietante quando la sua copertura le rispose.
    Sorella....tutto ciò è....imbarazzante....
    Riaprì di poco gli occhi, solo per notare che in quel momento si stava riparando dietro al corpo della sua Fracciòn.
    Nonostante l' aria inespressiva poteva vedere che la picccola non era esattamente contenta di quella situazione, e probabilmente la cosa sarebbe anche potuta precipitare se Aizen non avesse improvvisamente deciso di andarsene dalla stanza con i suoi sottoposti, lasciandola solo in compagnia di quello che sembrava essere un semplice servitore, nonostante la maschera spezzata che portava in volto.
    Ringraziando silenziosamente il suo nuovo signore e tutte le possibili divinità di ogni genere di pantheon disposto ad ascoltarla per quel salvataggio all' ultimo secondo ed ignorando l' estrema maleducazione del suo gesto e giustificandola unicamente con la propria imbarazzantissima condizione Liza si inchinò verso il gruppo che stava uscendo dalla porta, ed esclamò con ansia frammista da una sorta di pianto isterico.
    Alizabetha ed Helena Coraciero al vostro servizio vostra eccellenza, fratelli e sorelle, scusateci per la nostra eccessiva reazione, ed imploriamo il vostro perdono
    Le rispose la stessa voce rozza di prima, leggermente biascicante, dal termine della lunga striscia di sangue che partiva dalla pietra che aveva lanciato sino ad arrivare al groviglio di membra spezzate che stava venendo trascinato a terra, e che a poco a poco stava iniziando a riassumere connotati che si sarebbero potuti definire umani.
    Scuse un C***o! Mi hai ammazzato dannazione a te! E' la seconda volta che succede oggi! Se non fossi stata una ragazza ti avrei già spiccato la testa dal bus...
    Non finì la frase, a causa di un enorme martello che lo colpì alla nuca, lanciandolo oltre la porta in una spirale si sangue e ossa fratturate.
    La ragazza bassina e dai capelli rossi, che presto avrebbe scoperto rispondere al nome di Marcelita Macillion sibilò con il viso imbrattato di sangue ma sorridente.
    Non ti preoccupare nuova arrivata...scuse accettate...
    Ed uscirono tutti quanti, lasciando entrambe le sorelle incredibilmente imbarazzate, ed in egual misura perplesse ed inquietate.

    Non appena furono passati circa trenta secondi, nel più completo silenzio, Liza crollò a terra, la testa tra le mani e gli occhi lucidi, singhiozzando in preda ad una tremenda crisi isterica.
    E' stato imbarazzantissimo!
    Scosse la testa mentre si appoggiava disperata al tavolo di marmo ed una lacrimuccia faceva capolino all' angolo dei suoi occhi.
    Credevo di morire, oddio! Perchè nessuno mi ha detto che mi sarei ritrovata in queste condizioni....
    Aveva riacquistato le emozioni solo pochi minuti fa eppure stavano già tracimando, si era trattato di una vera e propria reazione di rigetto, non li aveva usati per più di vent'anni eppure sembrava la cosa più naturale di questo mondo.
    Era qualcosa che non aveva mai fatto, ma era come andare in bicicletta.
    Una volta che si impara non si dimentica più.
    Kami misericordiosi, sua eccellenza era proprio lì davanti, e mi ha vista, tutti mi hanno vistaaaa!
    E perchè tu non mi hai detto niente -ne?

    Helena non si scompose, e con la solita calma serafica si avvicinò al servitore e gli citò una sfilza di numeri apparentemente senza senso.
    Per quanto concerne mia sorella 160, 77, 56, 78
    Invece per me130, 67 , 48, 63.
    Hmmmm, lo stile è a vostra discrezione, basta che per mia sorella sia comodo e che permetta una buona libertà di movimento, in quanto al mio invece non importa il genere, uno molto semplice ed essenziale andrà benissimo, i dettagli li rifiniremo poi.

    Grattandosi il cranio con un aria dubbiosa e seguendo con lo sguardo con lo sguardo il valletto che si allontanava, la vastolorde chiese alla minore con un sorriso sulle labbra, mentre giocherellava con i capelli neri che le arrivavano alle spalle e si tastava il frammento di maschera di forma semisferica che le bloccava la chioma in due ciuffi scomposti.
    Helena, si può sapere cosa stavi confabulando con qul tizio -ne?
    La fracciòn si girò e con aria del tutto naturale e perfettamente calma disse.
    Hm, ho solo dato disposizioni per la realizzazione delle nostre uniformi, niente di importante.
    Liza rimase a bocca aperta per alcuni istanti, gli occhi carminio spalancati a fissare un punto lontano oltre l' orizzonte, dove si vedeva in braccio a sua eccellenza, vestita in uno splendido abito bianco da sposa, circondati da folle di Arrancar adoranti, lui e lei, la sua regina.
    Insieme dominavano l' hueco Mundo, lui, sorridente, che si cinava su di lei e...
    Come un vetro che andava in pezzi l' intera scena scomparve dalle sue fantasie.
    Tutti i suoi progetti rovinati così!
    Coooooosa? Noooo, i miei piani, i miei progetti...tu....tu....gwaaah!
    strillò in preda alla rabbia mentre afferrava il cranio della sorella minore in una morsa di acciaio ed iniziava a stringere.
    L' altra non si lamentò neppure, si limitò ad aggiungere senza variare espressione neppure stavolta.
    Sorella...mi fai male...e poi...sono già arrivate...
    Con aria meravigliata la arrancar si girò per notare, inarcando un sopracciglio con aria interrogativa, che il servo era già lì, in mano aveva due abiti di colore misto, tra il marrone e il porpora, con inserti di un bianco abbagliante.
    Stava per chiedere qualcosa ma si interruppe.
    Avrebbe voluto dire che erano perfetti, ma si astenne dal dire una così stupida ovvietà: almeno su una cosa adesso era sicura, entrambe avevano gli stessi gusti.
    Con l' aria più sicura di sè possibile, si avvicinò agli abiti e prese per sè il più grande, passando alla sorella il secondo.
    Lo indossò con un unico fluido gesto, e serrò le chiusure che bloccavano i lunghi guanti e stivali rispettivamente alla spalla e alla coscia, poi scosse il fiancale di stoffa, che le arrivava alle caviglie.
    Mentre helena si finiva di sistemare si prese i capelli e li osservò attentamente.
    Così non andavano bene, le davano un'aria decisamente trasandata.
    Fischiettando un motivetto probabilmente preso da un cartone della sua infanzia prese due piccoli nastri di quello che rimaneva delle bende di reishi che l' avevano avvolta e ne approfittò per legarsi i ciuffi ribelli in due codini, decisamente in tema con i due pezzi di osso che portava ai lati del cranio.
    Quando ritenne di essere a posto e ne ebbe conferma da Helena inspirò profondamente, e dopo aver osservato con attenzione la porta avanti a lei si fece coraggio, e cercando di dimenticare l' incidente di poco prima spalancò con forza le porte, rientrando nella stanza delle udienze.
    Mentre i suoi stivali calpestavano le piastrelle di onice nera per la prima volta sentì qualcosa di diverso dal disgusto che aveva provato ogni giorno della sua esistenza da hollow.
    Adesso, finalmente, poteva essere orgogliosa di sè.



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    Lui era sempre laggiù.
    Sul suo trono, eterno, irraggiungibile, il potere lo ammantava come un sontuoso mantello regale.
    Era splendido.
    E lei sapeva di appartenergli.
    Lui aveva diritto di vita e di morte su di lei, e anche lui lo sapeva.
    Fu solo per questo motivo che esitò un istante quando Aizen le chiese con gentilezza.
    CITAZIONE
    Bentornata, Liza. Ti stanno bene, quegli abiti.
    Prima però che tu parli, avrei una richiesta, da farti.
    Ti dispiacerebbe, ordinare alla tua amica di inginocchiarsi prima a te, e poi a me?

    Senza esitazione entranmbe si inginocchiarono in segno di medeltà, un ginocchio poggiato a terra, la testa bassa, fissa sul terreno, il braccio destro piegato sul petto teso ad offrire una spada, la stessa che fino a poco prima le pendeva dal fianco, una spada ridicola a suo modo, fatta di metallo grezzo, venata del colore del sangue.
    Un blocco di acciaio inerte, inutile in tutto e per tutto poichè caso più unico che raro, non era quella la fonte dei suoi poteri, non era laggiù che era accumulata la sua essenza.
    Con voce serissima Liza parlò per entrambe.
    Assolutamente mio signore, voi lo sapete benissimo: io e mia sorella vi apparteniamo, e se ne voleste conferma siamo pronte a giurarvi ancora una volta eterna fedeltà, voi ci avete dato la vita ed essa vi appartiene, saremo la vostra spada e il vostro scudo se solo lo vorrete.
    Come se non avesse sentito il dio della morte traditore proseguì, imperterrito.
    Ovviamente non aveva bisogno di conferme, lui.
    Il mondo infatti si divideva in coloro che gli obbedivano e in coloro che soccombevano.
    Non esisteva altra distinzione.
    E in fondo, un vero dio aveva forse suoi pari?
    CITAZIONE
    Sai, Liza? Qui a Las Noches, è mia abitudine numerare gli Arrancar che creo. Ottengono un numero relativo alla loro nascita, a scalare secondo quanti Arrancar sono nati prima di loro. Il fine dovrebbe essere quello di creare una sorta di sistema gerarchico, sotto certi punti di vista.
    A riguardo, immagino tu ti sia fatta un'idea, di chi siano gli Espada, e di chi fossero i testimoni della tua rinascita di poco fà.
    Voi due siete rispettivamente l'Arrancar 792, e 793. Ciò non implica che siate inferiori ai precedenti 782, ma come immagino saprai già...gli Espada detengono diritto di vita e di morte, su di voi.

    Inginocchiata a terra, con lo sguardo celato dalla testa, Liza sogghignò divertita.
    Aveva già capito dove sua eccellenza voleva arrivare, e chi sarebbe stata lei per deluderlo?
    Tuttavia doveva dosare bene le parole, troppa presunzione non era consona ad una del suo rango.
    Aizen le stava offrendo una ricompensa per i suoi sevigi, e lei l' avrebbe umilmente accetata, ma non lo avrebbe disonorato prendendola come un atto dovuto.
    CITAZIONE
    Mi chiedevo però una cosa, visto cosa è successo poco fà.
    C'è per caso la possibilità che tu abbia intenzione di presentarmi delle rimostranze, a riguardo?

    Inspirò e disse, sollevando lo sguardo sino ad incrociare quello del suo padrone, permettendosi un brevissimo cenno di intesa.
    Vostra eccellenza, voi mi avete dato la vita, dunque chi sono io per discutere il vostro giudizio.
    Chi meglio di voi può conoscere quale è il posto che mi spetta di diritto?
    Come unica rimostranza posso solo dire questo, affinchè non venga scambiata per superbia da parte mia.
    Siete voi ad avermi creato, pertanto la mia vita, come ho ripetuto più volte, siete solo voi che possedete il diritto di toglierla.

    Scoccò uno sguardo velenoso ai due espada sul fondo della stanza
    Non ne convenite anche voi-ne?




    Edited by Allen92 - 25/5/2011, 17:13
     
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  13. Yami Kaguya
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    The Sloth
    -VI-
    Cuarta


    Interessante scelta di parole, Liza.
    Tuttavia, non ho intenzione, di chiudermi in difesa dietro a uno scudo.
    Ciò che stò cercando, è proprio una spada.
    Kaname...

    Tre figure si mossero nella stanza, a quelle parole. Prima Raphael, che aveva replicato all'ultima domanda di Liza con un lieve allargamento del suo sorriso. Quindi l'altro ragazzo dalla pelle scura, che invece non aveva modificato in alcun modo la sua espressione. D'altronde corrucciato era, e corrucciato rimase, mentre entrambi andavano a posizionarsi accanto alle Coraciero.
    image
    Il terzo elemento, comparve dal nulla. Liza potè avvertirne la presenza, unicamente dal fatto che le sue orecchie percepirono un rumore simile a quello di un vestito agitato da un forte vento. Nel momento in cui si fosse voltata, o se l'avesse fatto, avrebbe visto un altro uomo dalle pelle scura e con degli occhiali in viso, tenere in mano l'estremità di un pezzo di stoffa. L'altra estremità, avvolse lo spazio attorno a tutti e cinque come a delimitare una sfera invisibile, separandoli dalla vista di Aizen.
    Dopodichè, il tutto sparì dalla vista dell'ex Shinigami, che si limitò a chiudere gli occhi e attendere, mentre altre due figure, dopo aver bussato alla porta, facevano la loro comparsa in quella specie di sala del trono.
    Un ragazzo dai capelli neri, e uno dai capelli d'argento. Argento, che forse per tale motivo era stato scelto nel dargli un nome.

    Ara? Liza-chan è già partita?

    Qualche secondo fà, in effetti. Miguel sembrava piuttosto impaziente di iniziare, dopo la nostra piccola chiacchierata. A tal proposito, Rey... ti spiace..?

    Subito, eccellenza.

    Il ragazzo dai capelli neri non mosse un muscolo, ma dietro di lui lo spazio si distorse in tre punti disposti a triangolo, formando un passaggio nel vuoto per alcuni secondi.

    image

    Tuttavia dopo alcuni istanti, al vuoto si aggiunsero le immagini di un deserto.
    E su tale deserto, stavano in piedi le cinque figure svanite da quella stanza poco prima.
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    ...Eppure mi era parso di capire, che "per oggi" non le sarebbe stato fatto del male, Taicho.

    ...Se ricordo bene, le mie parole sono state "Non per mia mano", Gin. Ritieni forse, che io stia venendo meno alla parola data?


    Ichimaru non rispose, se non nella solita maniera. Era difficile, cogliere su quel volto un momento in cui sembrava esprimere un giudizio su un qualunque argomento. Anche in quel caso, la sua espressione non cambiò poi tanto. Non era nemmeno possibile capire se fosse tutto sommato interessato, a ciò che sarebbe avvenuto di lì a poco su quegli "schermi".
    Aizen tuttavia, sembrava nuovamente quanto sinceramente divertito, nel vedere ciò che di lì a poco avvenne.

    [...]

    Aizen sparì dalla vista di Liza, nel giro di pochi secondi. Dopodichè le due Arrancar si ritrovarono insieme ai loro accompagnatori in un luogo totalmente diverso, un deserto simile a quello dell'hueco mundo ma su cui splendeva l'eterno sole di Las Noches, e in cui erano piantati qua e là degli immensi cilindri di pietra, dalle funzioni ignote.
    L'uomo che le aveva condotte lì, ritirò il drappo evidentemente utilizzato in tale operazione senza una parola. E sempre in silenzio, andò ad appoggiarsi a qualche decina di metri da loro, limitandosi quindi a stare in piedi a osservarli.
    A chiarire le idee sulla situazione in cui Liza si trovava, ci pensò come in precedenza Raphael.
    image

    Bene, signori e signorine. Siamo qui oggi, a partire da due fatti incresciosi.
    Il primo, è che la qui presente Liza ha chiarito che finire uccisa per un capriccio dei suoi fratelli non gli và troppo a genio. Ciò si estende, ovviamente, ad Helena-chan.
    Il secondo invece, è che il qui presente Miguel Vueda si è...offerto volontario, per permettere al sottoscritto di valutare se Liza-san meriti un deciso decurtamento nelle cifre che identificano il suo rango fra noi tutti.
    Detto in due parole, l'ultimo che rimane in piedi decreterà chi dei due merita di essere una delle dieci Spade al servizio di sua Eccellenza.
    Iniziate quando volete, ragazzi. Ricordo solo a Vueda..di rispettare le regole di sua Eccellenza, sotto la cupola di Las Noches. Per il resto...non ci sono regole, che vinca il migliore.



    Raphael si allontanò, ma nel farlo si lasciò alle spalle, come granelli di sabbia, una quantità indefinita di insetti spirituali. D'altronde, se aveva acconsentito a osservare un altro degli sciocchi scontri di Vueda, era anche perchè voleva avere quanto prima, i dati riguardanti a quella ragazza. Capacità fisiche, mentali, spirituali.... non c'era mai niente migliore di un combattimento, per valutare qualcuno al meglio. E ora avrebbe persino potuto osservarla da vicino, diversamente da quanto era successo in Africa.
    Aizen aveva giustificato la sua "fretta" con Vueda, ma tutto sommato sembrava essere il biondo Espada, quello più bramoso di vedere quello scontro iniziare.

    [...]

    CITAZIONE

    Sarò sincero con te, Miguel.
    Desidero che quella ragazza prenda il tuo posto, fra gli Espada. Comprendo ciò che turba il tuo cuore, ma credevo di essere stato chiaro, quando vi ho radunati qui a Las Noches. Dato che non siete più Hollow, comportamenti come i tuoi a volte, devono essere evitati, sotto questa cupola.
    Tuttavia, sono disposto a perdonarti, errare è umano. E sono sicuro che fai del tuo meglio, per contenerti.
    C'è però una cosa, che vorrei tu facessi. Elimina la nostra nuova sorella, insieme alla sua Fraccion ovviamente. Se lo farai, allora chiuderò un occhio su ciò che è successo.
    Ti stà bene, come accordo?


    Miguel sbattè le palpebre un paio di volte, all'arrivo. Non gli era mai piaciuto, quel metodo di spostamento spaziale. Tuttavia capiva, che fosse meglio tenere la bocca chiusa per un pò. E che forse, doveva smetterla con le recite.
    Ignorò il discorso di Raphael, celando il disgusto per come sapesse benissimo, che stava solo cercando di usarlo contro quella ragazzina a mò di uno stimolo. Quel biondo vedeva ogni cosa, come un mero esperimento con cause ed effetti che si concatenavano nello svolgersi di un qualsiasi avvenimento.
    Per questo non gli piaceva. Al momento però, non era lui il suo problema più immediato. Stava rischiando di perdere il suo stato sociale, per colpa dell'ultima arrivata. Il numero cardinale, che significava così tanto per lui.
    Non avrebbe potuto permetterlo. Non l'avrebbe mai, permesso.

    ..Immagino che altre chiacchiere, siano inutili.
    Come hai sentito, mi chiamo Miguel Vueda. Sono qui oggi per rispedirti da dove sei venuta, o scherzi a parte, perchè se vuoi essere una di noi, và a cercarti il posto di qualcun'altro, piccola. Sinceramente concordo con Marcelita, e finchè tratterai così Leroy, credo che andremmo d'accordo.
    Tuttavia se ora sfoderi la spada...non potremo proprio essere amici, immagino.



    Una parte di lui credeva che l'ascoltasse, e un'altra non si faceva nessun tipo di illusione. Nessuno di loro due, avrebbe dato le spalle all'altro. Qualsiasi fossero i loro desideri, d'altronde, poco importava.
    Nel momento in cui Aizen li aveva messi uno di fronte all'altro in quel modo, avrebbe solo potuto combattere, e forse uccidersi. Semplicemente perchè dall'altra parte di un Garganta in miniatura, quell'Uomo li stava guardando con quel desiderio.
    Miguel non battè quindi ciglio quando la ragazza non fece come gli era stato detto. Non l'aveva fatto nemmeno lui, d'altronde.

    ...Immagino sia la prima volta, o almeno che lo sia dopo decenni, che prendi in mano una spada. Ti concedo dunque quattro fendenti per tentare di abituarti, Alizabetha. Dopodichè, farò sul serio.
    Mettiti in guardia, avanti. E se preferisci, manda la tua sorellina da un'altra parte.

    Miguel attese. Qualunque fosse stato il numero di avversarie e le condizioni in cui queste si fossero dichiarate pronte al combattimento. Nel momento esatto in cui ritenne che le sue condizioni fossero state soddisfatte, e almeno Liza fosse stata in guardia, lo scontro sarebbe per lui cominciato.
    Non iniziò con foga. Estrasse la spada, una comune katana dalla guardia che ricordava una farfalla come foggia, e sferrò dunque un tondo diritto da destra a sinistra, mirando alla spalla sinistra dell'Arrancar. Se Helena fosse stata ancora presente, allora il colpo successivo sarebbe stato indirizzato a lei, con un altro tondo nella medesima zona della sorella, solo stavolta rovescio, portato da sinistra a destra, una volta ritirata la spada dopo il primo attacco. Altrimenti, il bersaglio di tale colpo sarebbe stata sempre Liza, senza altri cambiamenti.

    Vueda indietreggiò di qualche metro, e quindi portò gli altri due attacchi da lui promessi. Un montante prima, portato dal terreno sino a sopra la testa dell'Arrancar nelle intenzioni di Vueda, e un fendente poi, secondo la medesima traiettoria del primo colpo, solo contraria come verso. Inoltre, durante il caricamento del montante la punta della spada era stata fatta affondare di poco nella sabbia, dunque se fosse stata schivata, era piuttosto probabile che la sabbia sollevata dall'attacco del ragazzo portato con quella premessa, potesse disturbare la vista di Liza nel reagire al montante.
    Tuttavia, i problemi sarebbero arrivati allora. I quattro fendenti promessi, erano finiti. E ora era il Reiatsu di Miguel, la minaccia più immediata per Liza. E per la precisione, ciò che tale energia stava andando a formare.
    ...Bala.
    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE

    Bala - Proiettile Hollow

    Descrizione: Una versione depotenziata del cero, ma più veloce (+1 tacca velocità esecutore). Per lanciare la tecnica si concentra del Reiatsu in un braccio, e lo si rilascia attraverso un pugno verso l'avversario. La tecnica è accompagnata da un rumore simile ad una cannonata e da un cerchio di fumo che si sviluppa a metà strada tra l'utilizzatore e il bersaglio. Una volta raggiunto il bersaglio, se questo è a terra, alzerà un grande polverone. Si può utilizzare la tecnica semplicemente per alzare il cosiddetto polverone, direzionandola invece che verso il nemico verso terra. Le ferite procurate dal Bala sono di ustioni medio-leggere.

    Restrizioni:
    Solo Adjuchas, Vasto Lorde e le loro evoluzioni Arrancar.
    Grado: Adjucas
    Consumo: Medio


    La mano libera dell'Arrancar si chiuse a pugno, e il braccio carico di un energia azzurrina andò a stendersi così da scagliarla come un pugno a distanza, verso il plesso solare della sua avversaria.Sia che si fosse allontanata, sia che fosse ancora di fronte all'Espada.
    Espada, che avrebbe atteso un singolo istante, prima della sua prossima mossa. Avrebbe atteso di vedere la reazione della ragazza, prima di muoversi di nuovo. Dopodichè, al primo accenno di volersi spostare o di voler semplicemente parare il colpo, Vueda avrebbe convogliato la sua energia nei piedi.
    E con un boato, causato dal superamento per un istante del muro del suono, avrebbe cercato di portarsi alle spalle della ragazza, utilizzando il Sonido.
    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE

    Sonido - Rombo

    Descrizione: UUna mossa molto simile allo Shunpo utilizzato dagli Shinigami, ma con un effetto differente. Questa mossa permette un movimento quasi istantaneo che rompe la barriera del suono, e si sente come un leggero "botto".
    E' possibile sfruttare il Sonido solo in fase offensiva, sottoforma di movimento rapidissimo i cui effetti varieranno a seconda dell'energia posseduta dal proprio avversario.
    In caso di energie pari o inferiori all'utilizzatore il Sonido consente di muoversi in un qualunque punto dello spazio entro la distanza massima percorribile. Colui o coloro che lo osservano non possono determinare il punto di arrivo, cosa che renderà quest'arte simile ad una forma limitata di teletrasporto.
    Diversamente, se l'avversario possiede di una energia superiore all'utilizzatore, l'impiego di questa tecnica permette l'impiego di un normale movimento, dotato però di un bonus in velocità pari a +8 tacche.
    In entrambi i casi non è possibile sferrare attacchi o preparare tecniche nel corso dello spostamento, e quelli che seguiranno non beneficeranno di altri vantaggi al di fuori dell'effetto sorpresa (se applicabile).

    In situazioni diverse dal combattimento è possibile applicare questa tecnica a piacere senza alcun consumo, tenendo però conto che persino tra gli Espada ve ne sono pochi in grado di impiegarla consecutivamente e che l'uso sconsiderato può provocare spossatezza e rapido esaurimento delle energie (a discrezione del QM).

    Restrizioni:
    Nessuna
    Grado: Arrancar Ex-Gillian
    Consumo: Medio-Alto


    Una volta giunto a destinazione, avrebbe quindi puntato la spada dritta alla testa della sua avversaria, pronto a terminare lo scontro.
    Cosa che però, non avvenne in ogni caso. Avrebbe atteso la reazione di Liza, ed in ogni caso si sarebbe limitato dunque a mettere di nuovo qualche metro di distanza fra loro.

    Solo dopo essersi rimesso in guardia, avrebbe parlato.

    Ora è il tuo turno, Alizabetha.
    Io non ti ritengo adatta a essere una dei migliori, ma se tu invece lo credi...non ho scelta.
    Il qui presente Miguel Vueda, Cuarta Espada, ti farà cambiare idea.



    Nella sala, Aizen sorrise. Una delle mosse di Miguel, era sembrato all'ex Shinigami un tentativo di facilitarsi le cose, da parte dell'Espada. Brutto modo di iniziare, ma allo stesso tempo una mossa saggia, cercare di sfruttare la temporanea ignoranza di Alizabetha.
    Sarebbe stato uno scontro interessante, se Liza avesse risposto alle sue aspettative come immaginava. Altrimenti, beh....
    Spade più deboli di una che gli dava più problemi che soddisfazioni, erano inutili nello stesso modo.

    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE

    L'utente Allen92 ottiene l'energia Viola, e il Grado Arrancar Ex-Vasto Lorde. Può modificare la scheda di conseguenza.


    E così questo è il tuo avversario, il successore di Ulquiorra-sama U_____U
    Non ci sono immagini per ora, ma se fai il bravo vedrai al prossimo *3*
    Per il resto, gli attacchi sono portati tutti con il medesimo valore di Zanjutsu, però leggermente depotenziati rispetto a un'energia viola. Considerali con "forza" crescente, quindi se non pari i primi due al massimo ti rovina il vestito, se non pari gli altri al massimo fà tagli superficiali, e il Bala...è un bala x°D
    Se a quel punto si stia ancora trattenendo o no....chi lo sà ;3
    Spero sia accettabile, per eventuali errori a me le rimostranze le puoi fare senza problemi, non ti mando Espada contro u___u
    Buon post :riot:

    CITAZIONE
    Miguel Vueda - 4a Espada
    Stats: ???
    Attacchi: 1 - Tondo dx a sx 2- tondo sx a dx 3- Montante con sabbia se completato 4 - Fendente alla testa 5 - Bala al petto 6 - Sonido



    Edited by Yami Kaguya - 13/5/2011, 18:48
     
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    Keep dancing! Don't wait!
    If I don't give an answer.
    Hello, do you continue to hear me?
    A new rule, it's a spoiled child's game

    Chase after me! Go past me!
    The downfall will happen in 30 beats
    I'm shocked! The earth is dust in the air
    As I thought, the foot don't listen,
    Dancing like feathers in the wind...
    And look, I'm already behind you.

    Lune Angel Tai: Uchuu de Koi wa
    -Galaxy Angel Rune OP-





    Contrariamente a quello che pensava, contrariamente a quello che avrebbe voluto fare, Liza non si voltò ad osservare i suoi due compagni di viaggio, nè a guardare lo sconosciuto dalla pelle scura mentre il panno li avvolgeva, trasportandoli tutti quanti in un altro luogo.
    No, nemmeno per un istante distolse lo sguardo dalla sagoma immobile di Aizen, assiso sul suo scranno e perennemente sorridente.
    Non avrebbe perso neppure uno dei preziosi secondi che aveva a disposizione.
    Pochi istanti per imprimere nella sua memoria quel volto, consapevole che avrebbe potuto non rivederlo mai più.
    Sentiva in coloro che le stavano a fianco l' aura di pericolosità che promanavano, mista al loro respiro.
    Percepiva la loro potenza come piccole scariche statiche che le danzavano sulla pelle.
    Praticamente erano tutti al suo livello, e forse in un duello uno contro uno avrebbe potuto avere qualche chance.
    Ma contro tre avversari di quella portata...ne dubitava.
    Mentre il drappo la avvolgeva assieme agli altri rivolse un breve cenno di commiato con il capo, rivolto al suo signore, e chiuse gli occhi, mentre lo spazio si distorceva trasportandoli a destinazione.
    Fu come un pugno nello stomaco, come se tutte le sue viscere venissero tutto d' un tratto strappate via.
    Tuttavia non si mosse, non si lamentò, non diede cenno di dolore...
    E perchè mai avrebbe dovuto?
    Ora come ora, poteva sopportare tutto.
    Percepì chiaramente due nuove emozioni, ritrovarle una dopo l' altra era come fare una nuova scoperta, come ritrovare foto sbiadite di ricordi a lungo perduti.
    Ansia, e frammista ad essa anche eccitazione, il brivido della battaglia, ma anche lo stimolo a fare nuove esperienze.
    Inspirò, e riaprì gli occhi, quando il vento delicato che spirava all' interno della cupolale carezzò il volto, solleticandole la pelle con minuscoli e finissimi granelli di reishi.
    Si dovette trattenere per non iniziare a ridere senza costrutto.
    Finalmente aveva raggiunto i suoi sogni, aveva ottenuto quello che aveva sempre desiderato.
    E diversamente dalle altre volte, stavolta avrebbe dovuto combattere non per conquistare, ma per difendere quello che aveva ottenuto.
    Si schermò il volto, quando la luce artificiale la investì abbagliandola per un momento.
    E fu solo allora che si rese conto di quanto fosse bello il cielo di Las Noches.
    Per quanto finto, era comunque uno spettacolo invidiabile, che sortiva l' effetto sicuramente voluto di farla sentire minuscola.
    Sghignazzò a mezza voce, mentre si sistemava i capelli togliendoli dagli occhi e preparandosi per quello che sicuramente sarebbe avvenuto subito dopo.
    Huh, però, tutto si può dire di sua eccellenza tranne che abbia cattivo gusto
    Come se avesse reagito al suono della sua voce il sempre sorridente Raphael inizò a parlare.
    Ora che era tornata in possesso delle proprie emozioni riusciva meglio a capire cosa la disturbava di quel tipo.
    Il suo sorriso perenne non ispirava buonumore, anzi, era quasi irritante, irrisorio, si poteva chiaramente distinguere che era come una maschera volta a nascondere i suoi veri pensieri e le sue intenzioni.
    Ecco cosa veramente non le andava a genio.
    Il fatto che l' espada, nonostante avesse spezzato la propria maschera che ne nascondeva il vero volto avesse deciso di indossarne un'altra.
    Una tale scelta proprio non la condivideva.
    Eppure cercò di ignorare il fastidio derivante da quella realizzazione e si concentrò solo sulle sue parole.
    CITAZIONE
    Bene, signori e signorine. Siamo qui oggi, a partire da due fatti incresciosi.
    Il primo, è che la qui presente Liza ha chiarito che finire uccisa per un capriccio dei suoi fratelli non gli và troppo a genio. Ciò si estende, ovviamente, ad Helena-chan.
    Il secondo invece, è che il qui presente Miguel Vueda si è...offerto volontario, per permettere al sottoscritto di valutare se Liza-san meriti un deciso decurtamento nelle cifre che identificano il suo rango fra noi tutti.
    Detto in due parole, l'ultimo che rimane in piedi decreterà chi dei due merita di essere una delle dieci Spade al servizio di sua Eccellenza.
    Iniziate quando volete, ragazzi. Ricordo solo a Vueda..di rispettare le regole di sua Eccellenza, sotto la cupola di Las Noches. Per il resto...non ci sono regole, che vinca il migliore.

    E così sua eccellenza aveva già preparato tutto...
    Non poteva fare altro che sentirsi colpita da quanto lo sguardo di quello shinigami potesse spingersi avanti tra le pieghe del tempo.
    La sua capacità tattico-strategica, la sua pianificazione, erano del tutto impeccabili.
    Si mormorava che con un solo sguardo quell' uomo potesse vedere tra le pieghe del futuro di un individuo...
    Una esagerazione sicuramente, ma in fondo anche questa era una delle caratteritiche degli dei.
    Hm, invero era forse l'unica persona che fino a quel momento aveva ritenuto essere veramente un Dio della morte.
    Sospirò pesantemente, mentre iniziava a comprendere le parole di Santarosa.
    In parole povere adesso avrebbe dovuto affrontare quell' altro espada, Vueda, in un combattimento senza tregua.
    O meglio, un duello.
    Già, se non altro sarebbe stato un bel combattimento, non uno di quei ridicoli bagni di sangue, un vero e proprio scontro alll' insegna della finezza e dell' eleganza.
    Se proprio avrebbe dovuto combattere ancora, beh, almeno ne avrebbe tratto soddisfazione.
    Diede comunque voce a quello che in fondo non poteva non provare.
    Dannazione, pensavo che prima o poi avrei fatto questo passo, ma così è un po' bruciare le tappe...Fukou-da (Che iella)...
    Poi si girò verso il suo avversario, tale Miguel Vueda, e con un inchino appena accennato gli si pose davanti a circa una trentina di metri di distanza, mettendo tra loro due Santarosa e l' uomo che Aizen aveva chiamato Kaname Tousen.
    Quest' ultimo, chiaramente uno shinigami, al contrario del compagno se ne stava in silenzio, evidentemente disinteressato a quello che stava accadendo, il volto coperto da un paio di pesanti occhiali da sole.
    Osservò anche l' area dove avrebbe avuto luogo lo scontro, un pezzo di deserto privo di qualsivoglia riparo.
    Non c'era modo migliore per ribadire un semplice messaggio: niente trucchi, niente bassezze, un duello pulito ed elegante, dove solo la propria abilità e capacità di combattere avrebbero avuto peso.
    Liza ridacchiò lugubramente tra sè e sè, se quello era quell che il suo signore voleva, beh, l' avrebbe avuto.
    Passati alcuni secondi fu la volta di Vueda di farsi avanti con le proprie richieste.
    Un suggerimento che lei stessa avrebbe sperato venisse espresso.
    CITAZIONE
    ...Immagino sia la prima volta, o almeno che lo sia dopo decenni, che prendi in mano una spada. Ti concedo dunque quattro fendenti per tentare di abituarti, Alizabetha. Dopodichè, farò sul serio.
    Mettiti in guardia, avanti. E se preferisci, manda la tua sorellina da un'altra parte.

    Assentì silenziosamente e chinò leggermente il capo in segno di ringraziamento...
    Non avere Helena a cui badare avrebbe sicuramente reso più semplici le cose per lei, non doversi preoccupare della sorella le avrebbe tolto un vero peso dal cuore.
    Le poggiò la mano sul capo e scompigliandole i capelli, la sospinse leggermente verso i due che stavano aspettando di lato, certa che in una posizione del genere non avrebbe avuto di che temere per la sua salute.
    Helena, ti spiace?
    Non un lamento, non una protesta.
    Disse semplicemente.
    Sorella...come desideri...
    Non un lamento, mai avrebbe potuto fare una cosa del genere.
    Tutte e due sapevano cosa era meglio per loro, Helena non avendo alcuna capacità combattiva sarebbe stata solo un peso durante la battaglia e avere qualcuno a cui pensare sarebbe stato decisamente troppo, specie con un avversario del genere.
    Stava per incamminarsi quando all' improvviso si girò, i capelli verde acqua ondeggianti dietro la nuca.
    si portò una mano al piccolo petto e mormorò a bassa voce, con un tono che non era niente più di un sussurro.
    Giusto una cosa...Tu non sai come usare una spada...
    Il sorriso di Liza fu agghiacciante.
    Non tanto per l' aspetto, no, piuttosto lo si sarebbe detto solare...
    Quasi incosciente.
    Era il sorriso di chi sapeva perfettamente di stare facendo un errore colossale, ma nonostante tutto non le importava assolutamente.
    Beh, posso sempre improvvisare-ne?
    L' altra non si scompose, sbuffando solo leggermente ma senza neppure una frase di protesta si girò, la fissò negli occhi per alcuni secondi con uno sguardo di disapprovazionecosì gelido e tagliente che avrebbe probabilmente potuto ghiacciare l' inferno e poi con naturlezza e senza affrettare il passo ma muovendosi con calma, con educazione impressionante fece un inchino cortese ad entrambi e si andò a posizionare tra i due di fianco al terreno di scontro.
    Certa che la distanza che la separava da Helena fosse ormai sufficiente Liza si girò a sua volta verso il suo avversario e sorrise inclinando la testa di lato.
    Grazie della pazienza señor Vueda...



    Disse in un soffio mentre estraeva la rozza spada dal fodero.
    Color del ferro ossidato venata di rosso rubino, era veramente una vista impressionante.
    Sembrava uno scarto di lavorzione del ferro, la guardia appena sbozzata sembrava estratta dalle viscere della terra e montata su una spada, niente di più, niente di meno.
    Solo il filo era tagliente come un rasoio, la lama invece al contrario della sua controparte era levigata come uno specchio, sibilante mentre tagliava l' aria avanti a sè.
    Con un sogghigno e con una abilità che sorprese anche lei fece roteare un paio di volte Dainslèif sul dorso della mano e la soppesò con attenzione...
    image
    A differenza di quello che il suo aspetto decisamente rozzo, in netto contrasto con l' elegante arma di Vueda, poteva far supporre era insospettabilmente leggera, non proprio una piuma, ma di fronte alla sua nuova complessione muscolare e al reiatsu che le scorreva nelle vene pareva un fuscello in quanto a maneggevolezza.
    Inspirò e assunse quella che un osservatore caritatevole avrebbe potuto definire una posizione di guardia.
    Una mano tenuta lungo il fianco, l' altra a reggere la spada avanti a sè, il busto ruotato di tre quarti per offrire meno superficie da colpire al nemico.
    Chiuse per un paio di secondi gli occhi e poi disse in un soffio riaprendoli, brillanti di determinazione.
    Direi che possiamo iniziare-yo
    A onor del vero va detto che Vueda la prese letteralmente in parola.
    Rapido come una folgore scattò in avanti, abbassando la spada in un arco rutilante di morte, con la chiara intenzione di sparare il busto e la parte ad esso soprastante dal resto del corpo.
    Era veloce, ma non quanto lei.
    Se un tempo aveva avuto serie difficoltà a vedere Fuentes adesso le sembrava di discernere chiaramente i movimenti di un vastolorde di livello quasi pari al suo, certo, non con la facilità che si aspettava, ma abbastanza facilmente da poter interporre la zampakuto e parare il colpo.
    Tuttavia le sue capacità con la spada non erano altrettanto tali.
    Le due armi si scontrarono a metà strada, il colpo dell' espada parallelo al terreno, il suo perpendicolare.
    La loro forza si equivaleva, ma la sua posizione era decisamente di svantaggio.
    Quando Miguel ritrasse la sua arma per un nuovo attacco infatti, la neo-arrancar si trovò estremamente sbilanciata.
    Vite la punta della katana avvicinarsi, e capì che non avrebbe potuto interporre la sua per parare.
    Fece dunque un disperato passo indietro, e sentì chiaramente il freddo metallo lambirle un fianco.
    Solo un leggero taglietto nella sua uniforme testimoniava il passaggio della lama, ma capì che se il suo avversario avesse usato tutta la sua forza difficilmente avrebbe potuto nuovamente ingerire qualcosa senza vederselo risbucare da sotto le costole.
    Ma non aveva tempo di riflettere sui suoi errori.
    Con la coda dell' occhio vide la guardia a farfalla della lama sollevarsi verso il suo collo, accompagnata da uno sbuffo di sabbia.
    NOn avrebbe potuto parare neppure questo, quindi, si sarebbe limitata ad assecondare il colpo.
    Tirò la testa all' indietro sollevando il mento all' ultimo secondo, giusto per sentire come una sferzata all' altezza della clavicola.
    Non era niente di più che un misero taglietto
    1 ferita Marginale
    ma più che il danno, quello che le dava più noia era la ferita al suo orgoglio.
    Era un corpo nuovo di zecca, e già sapeva che l' avrebbe riempito di tagli e abrasioni.
    Poi, venne la sabbia.
    Un trucco non proprio corretto, ma vista la posta in gioco era più che accettabile, in fondo in palio vi era uno dei posti di comando più ambiti di Las Noches...
    Normalmente un trucchetto del genere non sarebbe stato un problema per una hollow come lei, il suo pesquisa era perfettamente in grado di registrare gli attacchi in arrivo, esattamente come un senso aggiuntivo che tutti i divoratori di anime percepivano, tuttavia in un duello del genere, nel quale gli attacchi erano portati in frazioni di secondo, anche un istante poteva esserle fatale.
    E non appena chiuse per un battito di ciglia gli occhi lo capì.
    Sentiva che il copo stava arrivando, ma da dove?
    Aveva solo una chanche di salvarsi la vita, e doveva scommettere la puntata più grande della sua vita.
    Vueda voleva concludere lo scontro in fretta, o così aveva detto, quindi probabilmente avrebbe puntato alla testa...
    Ma da dove? Da destra o da sinistra?
    Improvvisamente ebbe un deja-vù.
    Francia, museo delle cerdi di Madàme Tussaud, un incontro che Painter non avrebbe dimenticato per il resto dei suoi giorni.
    Felio Sanada, momentaneamente sorpreso da una fiorita di aculei fuoriusciti dalla chioma di Eishi, temporaneamente accecato, aveva regito in preda all' istinto parando il colpo...un fendente alla testa.
    Se fosse stata Painter avrebbe attaccato da destra verso sinistra...
    Ma lei non lo era, e quindi mai lo avrebbe fatto.
    Sollevò Dainslèif per parare un colpo proveniente dal nulla.
    Un impatto violentissimo, e la katana proveniente da destra venne intercettata dalla sua, venendo bloccata in una cascata di scintille.
    Lei non si sarebbe mai comportata come Painter, odiava combattere...ma Vueda, beh, lui era un'altro paio di maniche.
    Mentre si allontanavano l' uno dall' altra scrociando le spade, la Vastolorde tirò un sospiro di sollievo.
    Aveva guadagnato altri secondi di vita.
    Poi percepì l' addensarsi del reiatsu, abbassò lo sguardo e sentì, prima di vedere, il colpo in arrivo.
    CITAZIONE
    ...Bala.

    Era ancora a metà del salto e non aveva tempo di creare una piattaforma di reiatsu su cui saltare.
    Sorrise.
    Adesso sì che si iniziava a fare sul serio.
    Si preparò all' impatto ed incrociò le braccia davanti al petto, la spada ben stretta in pugno con la punta rivolta verso il basso.
    Poi l' esplosione ed una nuvola di sabbia, dalla quale la maschera spezzata fuoriuscì come una meteora, entrambe gli avambracci anneriti e lividi
    1 ferita Media
    , fumanti per il colpo appena ricevuto.
    Conficcò la punta della spada nel terreno, e la fece affondare per parecchi centimetri, interrompendo così il suo volo a metà, per poi poggiare gli stivali a terra, in una nube di polvere e reischi finissime.
    Tch!
    Sbuffò indolenzita mentre si massaggiava le zone colpite ed estraeva l' arma dal terreno, agitandola per rimuovere i detriti che erano rimasti nella guardia.
    Poi udì un botto attutito dal terreno, e percepì un mutamento nel reiatsu circostante.
    Non si dovette nemmeno girare per capire quello che era successo, anche grazie alla katana che si ritrovò a pochi centimetri dalla base del collo.
    Un sonido da manuale, neppure lo aveva visto, anche se a sua discolpa poteva solo dire di non essersi concentrata al massimo.
    mugolò infastidita per essersi fatta sorprendere come una novellina, si aspettava di ricevere un colpo di punta che l' avrebbe ridotta in fin di vita, ma quest' ultimo non arrivò.
    Cosa ssai sorprendente, Vueda era un uomo di parola.
    Tuttavia le sue parole furono più dolorose di un qualunque fendente avrebbe potuto sferrarle.
    CITAZIONE
    Ora è il tuo turno, Alizabetha.
    Io non ti ritengo adatta a essere una dei migliori, ma se tu invece lo credi...non ho scelta.
    Il qui presente Miguel Vueda, Cuarta Espada, ti farà cambiare idea.

    image
    Abbassò la spada e rilassò i muscoli, con un misto di rassegnazione e sollievo, come a prendere atto della suepriorità del suo nemico.
    Sapevano tutti e due che si trattava di una tregua momentanea, un breve interludio di equanimità, e poi sarebbero tornati entrambi ad essere l' Espada e la nuova arrivata...
    Ma per un breve istante non furono altro che due contendenti, due duellanti al termine di un primo sfoggio di abilità non indifferente tra l' altro.
    Disse semplicemente, mentre sentiva Vueda mettere un paio di metri di distanza tra loro due.
    Senza muoversi da quella posizione e dando sempre le spalle a Vueda la aspirante espada scosse semplicemente le spalle come se non ci fosse nulla da fare.
    Disse però con allegria, con l' aria sorniona di un gatto.
    Huff, mi trovo davvero in una posizione tale da non poter rifiutare...
    Nel frattempo si mosse, più rapida del fulmine.
    I suoi piedi danzarono sulla sabbia, andando ad una velocità dale da non toccare quasi il terreno, il reiatsu che pervadeva ogni cellula delle sue gambe la muoveva più veloce del suono.
    Sembrava di danzare nell' aria, ogni passo erano metri che scomparivano in istanti, in frazioni di millesimi di secondo.
    Dava sempre le spalle a Vueda, ma era anche dietro alla sua di schiena.
    E non metaforicamente.
    Per un brevissimo istante vi furono ben due Alizabetha Coraciero, non copie, ma veri corpi reali.
    Si era trattato di uno spostamento a velocità incredibile, talmente rapido che tutto quello che era rimasto era una immagine residua perfettamente tangibile.
    Miguel Vueda l' aveva appena ammesso, la riteneva più debole di lui, la sottovalutava.
    Un movimento che sarebbe durato un solo istante, ma come aveva scoperto lei stessa era più che sufficiente per trovare una falla nella guardia di qualcuno.
    Il Gemeros Sonido
    Nome: Gemeros Sonido - Rombo Gemello-.

    image

    Descrizione: Letale variante del Sonido: sfruttando la velocità accresciuta di quest'ultima tecnica, l'Hollow raggiunge un tale livello di mobilità da dare l'impressione di moltiplicarsi in due o più soggetti distinti.
    Solo la sfocatura dei numerosi corpi è in grado di svelare il segreto di questa tecnica... Chiunque la esegue gode delle seguenti regole:
    - Non essendo una tecnica illusoria, ma una serie di rapidi spostamenti, ogni simil-clone può attaccare ed essere ferito. Non esiste alcun corpo principale, dal momento che tutti sono il medesimo Hollow.
    - In fase difensiva, OGNI simil-clone gode della velocità dell'Hollow originale (ovvero aumentata di due tacche)
    - In fase offensiva, nonostante il potenziamento garantito dal Sonido, ogni Hollow può agire al massimo alla sua velocità di base (quindi non aumentata dalla tecnica). Il tempo impiegato per muoversi da un simil-clone all'altro vanifica il bonus alla velocità.
    - Nel corso dell'esecuzione, nessuno dei simil-cloni può eseguire tecniche né impiegare altro Reiatsu. Questa tecnica è troppo complessa per ammettere qualsivoglia distrazione.
    Restrizioni: Energia Blu o Superiore, occorre conoscere la tecnica Sonido.
    Grado: Arrancar Ex-Adjuchas
    Consumo: Medio-Alto per turno (2 copie) Alto per turno (3 copie) Elevato per turno (5 copie)

    Come fu alle spalle di Miguel aveva appena finito la frase precedente.
    Ghignò e disse in tono derisorio.
    O almeno è quello che direi se quella fosse davvero la mia testa-ne
    E calò Dainslèif in un rutilante arco di morte.
    La sua manoavvampò di reiatsu
    + 1 medio/basso a forza
    600»800
    verde pallido mentre si apprestava a colpire in una ampia sferzata diagonale la schiena esposta dell' arrancar.
    Se avesse effettivamente colpito, poi avrebbe seguito un semplice calcio nell' area già ferita, non tanto potente da frantumare le costole ma abbastanza da provocare un intenso dolore e da permetterle di mettere sufficiente distanza tra lei e Vueda sfruttandolo come piano d' appoggio improvvisato.
    Non appena l' altro tornò a guardarla mise le mani sui fianchi, e inclinò leggermente il corpo di lato sorridendo con l' aria di chi la sa lunga.
    E' stato divertente Miguel-san, è passato davvero tanto tempo dall' ultima volta che ho provato ad incrociare l' arma di qualcuno in un vero duello...
    Poi si gratò la guancia, prima di aggiungere come ulteriore motteggio.
    Voleva che lo capisse, che non sarebbe stat a subire in silenzio, gli avrebbe reso tutto con gli interessi, niente sarebbe passato invendicato e non ripagato cento volte di più.
    Nemmeno le punzecchiature.
    Spero non mi porterai rancore per quando prenderò il tuo posto...
    Poi stese la mano libera avanti a sè e lo incitò a farsi sotto, a combattere.
    Ma avanti, cosa aspetti
    Socchiuse gli occhi e aggiunse indicando lo scenario accanto a sè.
    Sua eccellenza ci stà sicuramente osservando, e noi non vogliamo deluderlo- ne?
    Il divertimento iniziava ora...

    Statistiche generali ~ »


    Nome × Alizabetha Coraciero | Età x 19 (35 Effettivi) | Razza × Hollow (Arrancar)
    | Energia × Viola | Grado × (Vastolorde)

    Forza × 600 | Velocità × 700 | Resistenza x 600
    Zanjutsu × 700 | Kidou × 600

    Statistiche turno in corso:
    Forza 600 » 800
    Velocità » 700
    Resistenza » 600
    Zanjutsu » 700
    Kidou » 600
    Ferite » 39/46
    Reiatsu » /20/26 bassi
    Reiatsu (Marginali) »80/104

    Status » Non-rilascio

    Condizioni fisiche »Ferite da ustione e contusioni sugli avambracci,
    Taglio di risibile entità sulla clavicola
    Tecniche usate» Gemeros Sonido
    Categoria » Hollow
    Grado» Arrancar (Vastolorde)
    Energia » Viola







    [/QUOTE]
    [/color]



    Edited by Allen92 - 25/5/2011, 17:13
     
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  15. Yami Kaguya
        +1   -1
     
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    User deleted


    The Sloth
    -VII-
    Infidel


    Fu una bella sorpresa, dovette ammetterlo. Lo spostamento d'aria, il rumore, e il fatto che la figura di Liza si fosse fatta sfocata, lasciarono per un attimo Vueda basito. Per sua fortuna, il tempo di un attimo. Il tempo per Liza di parlare da dietro la sua schiena, e per lui di capire cos'era successo.
    L'istinto agì prima della mente, e la sua energia andò a depositarsi sulla sua pelle, mentre il braccio sinistro, libero, andava a frapporsi fra l'arma di Liza e la sua schiena. Movimento che avvenne in contemporanea aquello del suo busto per mostrare il relativo fianco all'attacco della ragazza. Di norma sarebbe stata una pazzia, equivalente a perdere il suo intero braccio al posto del bersaglio originario.
    Ma come molti Shinigami avevano gà scoperto a loro spese, gli Arrancar potevano avere la pelle dura.
    SPOILER (click to view)

    Hierro - Acciaio

    Descrizione: Particolare abilità molto simile a quella che aveva mostrato anche Kenpachi durante lo scontro contro Ichigo, ovvero quella di poter resistere ad una Zampakuto o una qualsiasi lama.
    In pratica, la pelle degli arrancar è pervasa da del Reiatsu compatto che la rende molto più resistente rispetto alla pelle normale, tanto da poter resistere ad una Zampakuto già rilasciata. Ovviamente la pelle non è completamente impenetrabile, dipende innanzitutto dalla differenza di reiatsu di colui che brandisce la lama e di quello che riceve il colpo. Se il reiatsu del nemico è di due energie inferiori o meno, la lama verrà bloccata senza problemi. A salire di energia fino a pari, ci sarà semplicemente una riduzione dell'entità della ferita.
    Restrizioni: Nessuna
    Grado: Arrancar Ex-Gillian
    Consumo: Basso

    La spada penetrò, ma i danni furono attenuati da quella tecnica in grado di rendere anche gli arti più sottili terribilmente difficili da tagliare. [Ferita Bassa]
    Non che questo rendesse il dolore o il successo morale di Liza, più flebili.
    CITAZIONE
    Sua eccellenza ci stà sicuramente osservando, e noi non vogliamo deluderlo- ne?

    L'espada rivolse uno sguardo freddo alla sua avversaria, quando gli venne lanciata la provocazione della vittoria certa da parte di Liza.Quando però quest'ultima pronunciò quell'ultima frase, per un attimo lo sguardo dell'Espada mutò. Si fece più penetrante per un momento, e in quello successivo, addirittura sembrò sorridere immerso nei suoi pensieri.

    CITAZIONE

    imageMiguel, miguel! Guarda, me l'ha regalato sua eccellenza! Non è un amore?

    Era uno Yukata, decisamente il peggior tipo di vestito, per un Espada. E lui rimase a fissarlo alcuni secondi, incerto su come commentare quella decisione così stravagante.
    Quell'Aizen, sembrava essersi preso a cuore la ragazza. Forse per la sua intraprendenza, non aveva mai visto nessun altro presentarsi di fronte a quell'ex Shinigami facendo richiesta di uno Yukata di quel tipo.
    .imageNè, se era per quello, aveva mai visto una simile richiesta accontentata in così breve tempo. Ma dove aveva trovato degli hollow sarti? Possibile che dietro a quel carisma, si celasse un animo simile? Era lui, il solo a trovare la cosa strana?
    Certo, parlando di stranezze, non che la sua signora fosse da meno...

    Sua eccellenza, dovrebbe avere gusti migliori...

    In risposta, ricevette una teiera in testa ancora mezza piena. E mentre rotolava a terra, se la ritrovò praticamente sopra, con un'espressione irritata.

    Ancora a parlare male di sua eccellenza?! Devi toglierti quest'abitudine! Ha grandi aspettative per noi, non vorrai deluderlo!


    image..Deluderlo...?
    Certo, come no...
    Come se quell'uomo, potesse provare qualcosa, per quelli come noi.

    L'aria attorno a Miguel, cambiò di colpo, insieme alla sua espressione. Quel commento sibilato, sembrava essere stato il preludio al suo fare davvero sul serio. L'aria attorno a entrambi vibrò per alcuni secondi, in risposta all'energia spirituale che l'Espada stava ora liberando come avvertimento verso la sua avversaria.
    Energia che poi svanì, riversandosi nelle gambe del ragazzo. Che imitò la sua avversaria, applicando la medesima tecnica mentre tuttavia continuava a parlare. Per certi versi sorrideva di nuovo, ma non sarebbe stato difficile notare che ora, tale sorriso appariva totalmente falso. Anzi, per certi versi sembrava trasudare rabbia.

    Ma dai... ti è bastato vedere una volta il Sonido,
    per saltarlo a piè pari e
    applicare direttamente il Gemeros?
    Wow..

    Vueda camminava in tutta calma verso di lei, un passo alla volta da una distanza di cinque metri. Tuttavia proprio dietro di lei, un altro Vueda sferrò un tondo diretto all'altezza del suo collo, con l'evidente intenzione di decapitarla. Dopodichè, a prescindere dal risultato, sarebbe indietreggiato, permettendo alla
    image
    ragazza di riportare la sua attenzione sull'originale, se avesse voluto.
    Sempre che fosse quello che stava parlando, l'originale.

    Vediamo...tiro a indovinare?
    Rientri per caso nella categoria dei Geni? Oppure, la ferrea volontà di soddisfare i tuoi desideri,
    stà alla base di quello che si potrebbe definire come talento naturale?
    Aspetta, forse sei un'osservatrice talmente acuta, da poter fare questo e altro?

    I due Vueda si alternavano nel parlare, e quello a cui Liza avesse dato le spalle più di un secondo, le sarebbe apparso proprio affianco, alla sua sinistra. Il suo attacco tuttavia, fu un tentativo di dalre uno schiaffo con la mano libera, alla nuca, senza nemmeno muovere la mano che reggeva la spada. Decisamente, un tipo di attacco che in uno scontro di quel livello, non aveva molto senso portare. Ogni spettatore di quello scontro, iniziò a chiedersi a che gioco stesse giocando l'Espada. Aizen li stava guardando, forse stava cercando di ridicolizzare Liza dandole uno scapelotto?
    No. Aveva capito, le potenzialità della sua rivale. Ogni suo attacco precedente, non si era certo limitato in quanto a intento omicida.
    Vueda però, tentò davvero di darle quel colpo di mano totalmente innocuo. E non provò nemmeno una volta ad aprofittare di una eventuale distrazione della ragazza causata dal Gemeros, ma si limitò ad avvicinarsi a lei con quel modo di fare tranquillo.
    image

    Almeno, siano al momento in cui non fece sparire i cloni. E fino a che quel suo sorriso non svanì dalla sua faccia, in maniera stavolta definitiva.

    O come mi sembra probabile,
    sei una lecchina come tutti gli altri,
    e stai semplicemente facendo i salti mortali
    per compiacere il tuo padrone?

    Con quella premessa, portatrice di parole indegne di un Espada, Vueda scattò nella direzione della ragazza a tutta velocità. Tentò quindi di sferrare un fendente verticale, diretto alla testa della ragazza quasi a volerla dividere in due. Dopodichè, tentò di sferrarle un calcio nello stomaco, sollevando la gamba destra e distendendola verso il corpo della ragazza.
    Non fece altro, dopo quell'attacco. Si limitò a riportarsi in guardia, rivolgendole uno sguardo tagliente.
    CITAZIONE

    La pioggia non cadeva nell'Hueco mundo.
    Eppure, quel giorno la sabbia era fradicia.
    Rossa.
    Impregnata di quell'odore di sangue, che non avrebbe mai dimenticato.

    Miguel...scusa. Temo...dovrai cavartela da solo. image
    Perchè..quella faccia? Io..sono felice...
    Solo, mi dispiace... [...] l'ombrello... [...] eri così..[...]
    Grazie...Mi..


    image...A una come te...il titolo di Cuarta non lo darò mai.
    Forza, Liza. Vediamo se riesci a far qualcosa per guadagnarti qualche carezza sulla testa.

    A quel punto, era chiaro.
    Forse Raphael e Aizen non potevano udire quelle parole, ma lei sì. Lei forse avrebbe capito, che quell'Espada era diverso dagli altri. E forse Aizen aveva scelto il suo avversario non solo in base alla forza che Liza aveva dimostrato. Forse c'era in gioco più di quanto le era stato detto, in quella prova.
    Ciò che non cambiava però, era alla fine quello che le era richiesto. Dimostrarsi degna di servire Aizen, o anche solo di chiarire le idee a un tizio che la stava disprezzando per ciò in cui credeva.
    Di sicuro avrebbe avuto tutte le ragioni per sentirsi offesa, se davvero Raphael l'avesse considerata alla pari con un Espada che sembrava disprezzare chi invece era fedele all'uomo che l'aveva fatto rinascere.

    SPOILER (click to view)
    Muhahahaha!!! *_____*
    Credevi di aver finito con i fantasmi del passato? Sì? E invece no ù_ù Questo povero pg è venuto da me protestando per una promessa non mantenuta :sese: Dalla sua dichiarazione risulta che era stato ingaggiato anzitempo come "forma Espada", ma il committente non ha mai concluso le fasi finali del contratto :nunu: Che cattiveria, eh?
    Quindi, questo è il conto in sospeso più dolente per il pg che ora porta il nome di Liza, almeno a mio dire. Ecco la tua occasione per chiudere davvero una volta per tutte con il passato, dunque éOé

    N.B. Nessun personal Space è stato setacciato in cerca delle informazioni di cui sopra u___u Ogni apparizione di tue ex possibili forme da "Eishi Espada" nello scontro per tale grado, è totalmente casuale e non voluta. :nunu: :nunu:

    Per rimostranze che non riguardino questo argomento, sai dove trovarmi. Buon post ;D

    CITAZIONE
    Miguel Vueda - 4a Espada
    Stats: For / Zan: 600 - Resistenza: 700 - Vel / Kido: 650
    Attacchi: 1 - Gemeros Sonido 2 Tondo all'altezza del collo 3 Scapelotto 4 Fendente alla Testa 5 Calcio nello stomaco
    Ferite: Bassa al braccio sinistro
    Reiatsu: 13/26
     
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